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CAPITOLO 1. LA R&S CONDOTTA DALLE PMI: UN QUADRO D‘INSIEME

1.3. La partecipazione ai progetti europei di R&S

1.3.3. Gli effetti della partecipazione

Dall‘analisi del dibattito internazionale emerge che gran parte della letteratura si concentra sugli effetti prodotti dalla partecipazione a reti formali di R&S sulle performance delle PMI partecipanti.

Secondo alcuni contributi l'impatto sulle PMI sarebbe limitato. Luukkonen (1998), all‘interno di uno studio che mettere in evidenza le criticità riscontrate nel tentativo di valutare l‘effettivo impatto del PQ e di altri programmi pubblici per il supporto alla R&S collaborativa, osserva che per le PMI il finanziamento del PQ è di per sé importante ma che in generale queste risultano meno capaci a partecipare in progetti europei e a trarne beneficio. Tali imprese, secondo l‘autore, non sono in grado di finanziare progetti le cui applicazioni commerciali richiedono un orizzonte temporale di alcuni anni, ma necessitano di ritorni commerciali di breve periodo. Nonostante ciò Luukkonen fa notare come esistano delle eccezioni, rappresentate dalle PMI ad alto contenuto tecnologico in cui le performance della R&S possono somigliare a quelle dei dipartimenti di R&S delle grandi società. Per le piccole imprese, i progetti di ricerca europei possono quindi rappresentare un‘opportunità per offrire i propri prodotti di eccellenza e/o fatti su misura a clienti di fascia alta.

La gran parte dei contributi invece mette in luce gli effetti positivi della partecipazione in termini di performance tecnologica, economico-commerciale e di ―additionality17‖ sull‘investimento di risorse in R&S.

In riferimento agli effetti in chiave di innovazione tecnologica, nel tracciare i tratti distintivi della partecipazione svizzera al Terzo PQ, Reger et al. (1998) osservano che dal punto di vista tecnologico le PMI manifatturiere indagate mostrano un miglioramento del loro posizionamento in R&S non solo rispetto a quello dei propri competitori europei ma anche a livello mondiale. Barajas, Huergo, e Moreno (2012b) analizzano l‘effetto della cooperazione tecnologica sulle performance delle PMI e confermano l‘esistenza di un impatto positivo sugli asset tecnologici. Spano et al. (2015) sono interessati a comprendere i fattori che influiscono sull‘impatto innovativo ottenuto dalle imprese in relazione alla partecipazione ai progetti di R&S collaborativa finanziati da programmi pubblici. Con il termine ―impatto innovativo‖ gli autori si riferiscono a due principali dimensioni: l‘inimitabilità e l‘ottenimento di nuovi/migliori prodotti e processi da parte delle imprese. Analizzando un ampio campione di imprese che hanno partecipato al Quinto e Sesto PQ, emerge che la novità e la complessità di un progetto hanno un effetto positivo sull‘ottenimento di prodotti innovativi e che, rispetto alle grandi imprese, le PMI tendono ad ottenere migliori risultati a seguito della partecipazione ai progetti del PQ in termini di prodotti innovativi, mentre la dimensione di impresa non assume significatività e/o risulta negativa per l‘innovazione di processo e l‘inimitabilità dei risultati del progetto.

Di altro avviso sono invece Dekker e Kleinknecht (2008), i quali non sono in grado di confermare un effetto positivo sulle performance innovative, sebbene, come fanno notare gli stessi autori, tale risultato potrebbe dipendere dal fatto che il periodo di osservazione utilizzato sia inadeguato per cogliere gli effetti della partecipazione ai progetti europei che, come osservato anche da altri autori (Polt et al. 2007), necessitano di un lungo periodo per la maturazione dei risultati.

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L‘addizionalità di input riguarda la valutazione di se e in quale entità il finanziamento pubblico per il supporto alla R&S sia complementare al finanziamento privato o se al contrario tali fondi portino ad in inefficienze, come ad esempio un innalzamento dei salari dei ricercatori, o ad un effetto spiazzamento, dove il supporto pubblico viene utilizzato per finanziare progetti di R&S che sarebbero stati comunque realizzati (Clarysse, Wright, & Mustar, 2009).

Altri contributi mettono in luce l'impatto sulle performance economico-commerciali. Nello studio di Reger et al. (1998) vengono messi in evidenza i benefici economici ottenuti grazie ai progetti del PQ: le PMI, come le grandi imprese, citano a riguardo la produzione di nuovi prodotti/servizi ed il rafforzamento della posizione competitiva a livello globale. Barajas et al. (2012a) evidenziano come gli indicatori economici quali produttività del lavoro, vendite ed utile, siano positivamente influenzati dal miglioramento del background tecnologico derivante dalla partecipazione al PQ. Vari contributi hanno esaminato gli effetti in termini di additionality negli investimenti in R&S. Lo studio sull‘impatto del PQ realizzato da Polte et al., (2008) per la Commissione europea riporta un forte effetto di addizionalità degli input tra le PMI, a differenza che per le grandi imprese. Dekker e Kleinknecht (2008) esaminano la partecipazione al quarto e quinto PQ da parte di imprese olandesi, tedesche e francesi, confermando un‘influenza positiva della partecipazione al PQ rispetto all‘intensità di R&S per le imprese con meno di 100 addetti, e quindi di addizionalità di input. All‘interno della pubblicazione OCSE (2006) dedicata allo studio di diversi programmi a livello nazionale ed europeo, Polt e Psarra esaminano l‘addizionalità nel comportamento del PQ. Rispetto alle varie tipologie in cui l‘addizionalità nel comportamento può essere declinata, gli autori riscontrano che la probabilità che i partecipanti siano stimolati dal PQ ad investire proprie risorse su un nuovo progetto, definita follow-up additionality, viene positivamente influenzata nel caso di organizzazioni, sia pubbliche che private, che utilizzano tecnologie dirompenti e di progetti che si basano sui risultati di R&S ottenuti dalla partecipazione a precedenti edizioni del PQ. Tuttavia la componente industriale privata dimostra una bassa probabilità di follow-up additionality senza differenze in relazione alla dimensione d‘impresa.

Luukkonen (2000) mette in luce come le caratteristiche delle imprese determinino effetti differenti in termini di addizionalità; infatti, poiché le piccole imprese appaiono interessate ad obiettivi di tipo commerciale o prossimi al mercato, queste preferiscono essere coinvolte in attività innovative finalizzate ad ottenere ritorni di breve periodo che consentano loro di finanziare progetti di R&S in modo consecutivo piuttosto che sostenere un portfolio di progetti di grande portata.

Clarysse et al. (2009) hanno invece condotto uno studio dedicato all‘addizionalità nel comportamento adottando un approccio organizzativo a differenza di molti degli studi

condotti in precedenza (Autio et al., 2008; Falk, 2007). L‘analisi econometrica non riporta alcun risultato significativo per le PMI. Tale risultato, giudicato sorprendente dagli stessi autori poiché di norma i sussidi producono un effetto maggiore sulle piccole imprese rispetto alle grandi, viene ricondotto al fatto che la variabile dipendente utilizzata non riguardava risultati economici bensì di apprendimento che avrebbero dovuto condurre a cambiamenti nelle pratiche di management.

CAPITOLO 2. LA GESTIONE DEI PROGETTI: TEORIA E