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Facilitarelaricerca

L’obiettivo di supportare integrazione tra gruppi di ricerca a livello locale, nazionale e internazionale, è strettamente legato a quello della costituzione dell’anagrafe della ricerca, che consenta alla Regione di conoscere non solo quali siano i gruppi di ricerca impegnati in un determinato ambito, ma anche quali e quanti finanziamenti abbiano ricevuto e quale sia la produzione scientifica generata a fronte degli stessi. Tale strumento, oltre a favorire l’aggregazione, permette di evitare la duplicazione di tematiche di ricerca, dei relativi finanziamenti e soprattutto la mancata conoscenza degli ambiti di attività dei singoli gruppi di ricercasulterritorioveneto.

Nella promozione delle eccellenze venete a livello internazionale non si devono trascurare le attivitàdilobbying,chevannointesecomequellevolteaorientarelaCommissioneEuropeaegli altri enti detentori di finanziamenti per la ricerca, nell’individuare quali prioritarie alcune tematichepiuttostochealtre.Lapossibilitàdipartecipareaitavoli,comeadesempio,quelloche sta lavorando alla stesura del IX Programma Quadro equivale a contribuire attivamente alla definizione delle singole chiamate, portando in Europa le necessità di ricerca della Regione del Veneto.

Favorire la ricerca sanitaria tradizionale negli ambiti di interesse prioritario, ivi

compresiglistudidifaseIV

ConsideratochelerisorsechelaRegionemetteadisposizioneperlaricercaderivanodalFondo SSSR,èdifondamentaleimportanzachevenganopromossistudichesianofortementetrazionali, ossialacuiricadutanellapraticaclinicasiaconcreta.

Inquest’ambitooccorrefavorireiltrasferimentotecnologicodelleinnovazionichenasconodalla ricerca, attraverso l’assistenza ai ricercatori che vogliano registrare in brevetti le proprie idee progettualioingeneraleabbianobisognoditutelareidirittilegatiall’invenzione.

La sorveglianza successiva alla messa in commercio su farmaci e dispositivi è un obiettivo che viene indicato anche a livello nazionale. I dati a disposizione della Regione e rientranti nei flussi sonolabasedipartenzaperfavorirelaconduzionedisudidifaseIVsuitemiritenutipiùrilevanti.

Facilitarelaricerca

Come già anticipato, all’interno della rete dei Comitati Etici del Veneto una funzione particolarmente importante è assegnata alla promozione della ricerca attraverso i Comitati Etici perlaSperimentazioneClinica,operantinellestrutturesanitariedellaRegionedelVeneto.

La Rete dei Comitati Etici per la Sperimentazione è integrata dalle Unità dedicate alla ricerca clinica,istituitepressoleAziendeSanitarieedall’IRCCSIstitutoOncologicoVeneto,dotatedelle risorse necessarie per espletare le attività fondamentali per l’avvio e lo svolgimento della sperimentazione.

Alfinedipromuoverelaricercael'innovazionesulproprioterritorio,laRegioneintenderilanciare la sperimentazione clinica mediante l’adozione di provvedimenti regionali finalizzati ad incrementare l’adesione delle strutture sanitarie agli studi clinici (anche in qualità di centro coordinatore), il consolidamento delle reti di ricerca e il miglioramento della efficienza dei ComitatiEticiedelleprocedureamministrative.

Il CORIS contribuisce alla semplificazione e alla riorganizzazione dei processi amministrativi che riguardanogliUfficiperlaRicercaClinicadelleAziendeSanitarieelaretedeiComitatiEticiperla sperimentazione,mettendoadisposizionedelleAziendelerisorsenecessarieperfunzionididata management e di supporto amministrativo legale. In questo modo la Regione intende garantire



tempi certi di valutazione, una corretta analisi dei costi e stipula dei contratti e una maggiore efficienzanelreclutamentodeipazientienellaconclusionedeglistudi.

 





Compito istituzionale dell’Università è provvedere, oltre che all’attività di ricerca e di didattica, all’attivitàassistenzialeeciònelquadrodellaprogrammazionenazionaleeregionaleesecondoi principi e i criteri direttivi di cui all’art. 1 del d.lgs. n. 517/1999, come declinati dalla Corte costituzionaleconsentenzan.71/2001.

Le attività assistenziali, di ricerca e di didattica sono tra loro compenetrate; i rapporti con le Universitàsonoimprontatialprincipiodellalealecooperazioneinognifasedelprocessovoltoa garantire il conseguimento degli obiettivi della suddetta compenetrazione, anche attraverso l’assolvimento, da parte dell’Università, dei suoi compiti istituzionali in particolare attinenti all’attività assistenziale, nonché mediante il supporto da parte della Regione alle attività istituzionalidell’Università.

La reciproca leale cooperazione sinergica tra Regione e Università deve essere funzionale a incrementarel’efficienzael’efficaciadell’unaedell’altranelperseguimentodeirispettivicompiti istituzionali.

LacollaborazionetraServiziosanitarioregionaleeleUniversitàdeglistudidiPadovaediVeronae l’apporto di queste all’attività assistenziale delservizio sanitario regionale èregolata da specifici protocollid’intesa.

L’apporto dell’Università alla programmazione regionale socioͲsanitaria, riferita alle due aziende ospedalierediPadovaeVerona,ènecessariaeimportanteesiesprimeattraversolaformulazione alla Regione di proposte e di programmi, i quali, fermi i vincoli di legge quanto agli standard di dotazione di posti letto ospedalieri, potranno aver riguardo anche alla dotazione complessiva di postilettoperleattivitàassistenzialiessenzialialleattivitàdidatticheediricercadell’Universitàe deisuoicorsidistudio.

Laformazionedeiprofessionistisanitarièresapossibileattraversounastrettacollaborazionetra Servizio Sanitario Regionale e Università, che consente, attraverso la compenetrazione della funzione didattica con l’assistenza, la sviluppo di professionisti competenti rispetto ai bisogni clinicoͲassistenzialiespressidagliassistitineivaricontestisanitari.Lastessaèregolamentatacon specifici protocolli tra Regione e Università con l’obiettivo di mantenere elevata la qualità formativa, contemperando la necessità di rispettare gli standard previsti dall’ordinamento universitario con quella di mantenere un numero di sedi di corso di laurea diffuso sul territorio regionale. Allo scopo di garantire la disponibilità di professionisti sanitari impiegati nei corsi di laureache,oltreallecompetenzepedagogicoͲtutoriali,mantenganoelevatilivellidicompetenza clinicadovràesserevalutatal’individuazionedinuovemodalitàdiinterazioneditaliprofessionisti conidiversicontesticlinici. 

RAPPORTICONL’UNIVERSITÀ

 16. Parolechiave   Obiettivistrategici OS1. FavorirelacollaborazionetraRegioneeUniversitànelraggiungimentodeicompitiistituzionali OS2. IncentivarelaformazionecomesviluppodiprofessionisticompetentirispettoaibisogniclinicoͲassistenziali OS3. Collaborareperrisponderealleesigenzadelsistemasanitariorispettoallaformazionedeglispecializzandi



Rapporticonl’università 184

Dovranno essere definite e disciplinate le modalità della reciproca collaborazione al fine di soddisfare le specifiche esigenze del servizio sanitario nazionale connesse alla formazione degli specializzandi.LaRegionecontribuisceallaformazionespecialisticadeiproprimedicienonmedici finanziando contratti di formazione specialistica e borse di studio aggiuntivi presso le scuole di specializzazione universitaria di Atenei veneti e contermini, favorendo la permanenza dei professionisticosìformatinellestruttureeneglientidelserviziosanitarioregionale.

La collaborazione con l’Università si attua anche nella formazione post laurea dei professionisti sanitari attraverso la progettazione congiunta e l’implementazione di master e/o corsi di perfezionamento indirizzati a professionisti in servizio presso enti e aziende del SSN, anche con riferimentoaspecificheesigenzedellaprogrammazionesociosanitariaregionale.