• Non ci sono risultati.

La prospettiva pedagogica che sorregge i laboratori della relazione di cura desidera orientare e contribuire ad una formazione, pluridimensionale, per lo sviluppo di tutte le competenze dei futuri infermieri, tenendo in con- siderazione i contesti di pratica e le relazioni che vengono esperite.

Per orientare le riflessioni e le decostruzioni di tali esperienze vengono proposti alcuni nuclei tematici che si riferiscono a particolari argomenti emersi dai bisogni degli studenti, quali: la gestione delle emozioni; il con- tatto con il corpo malato; la relazione con il morire e la morte; la promo- zione della resilienza; il sostegno alla famiglia; l’educazione terapeutica

ecc. Secondo la logica della continuità e della progressione pedagogica le tematiche che sono sullo sfondo fanno riferimento al percorso curriculare, all’anno di corso e all’esperienza di tirocinio.

Nel corso di quindici anni di didattica laboratoriale si è delineata un’offerta formativa articolata nei tre anni che coinvolge circa 260 studenti per anno accademico. I laboratori previsti nell’ordina-mento didattico del Corso di Laurea, vengono pianificati nel periodo in cui lo studente svolge il tirocinio clinico, durano dalle tre alle quattro ore, con gruppi che vanno da un minimo di 12 ad un massimo di 20 studenti, in relazione alle tematiche affrontate (tab. 1).

Tutte le riflessioni vengono avviate partendo da stimolazioni didattiche che, nel corso degli anni, si sono perfezionate e differenziate a seconda del laboratorio. L’uso della narrazione scritta, il ricorso alla visione filmica, gli esercizi corporei, l’ascolto di brani musicali, l’uso di immagini, dei manda- la e del disegno, vengono proposti per evocare l’esperienza personale che viene riflettuta prima a livello individuale e solo dopo narrata e confrontata con il gruppo. Per ciascun laboratorio vengono raccolti, oltre agli indici di gradimento che rilevano sempre un’altissima soddisfazione, dati quali- quantitativi, che esprimono le riflessioni, le problematiche e le proposte de- gli studenti.

Tab. 1 – Il progetto nel triennio

Nuclei tematici Ore per studen-

te I anno - Promuovere la pratica riflessiva sulle prime esperienze di tirocinio ricono- scendo e accogliendo le antinomie presenti

IL PRENDERSI CURA

Sollecitati da alcune esercitazioni corporee gli studenti vengono invita- ti a riflettere e condividere sulle emozioni, sui pensieri, sui ricordi e sulle metafore legate all’esperienza del prendersi cura dell’altro.

3

NARRAZIONE PRIMA SETTIMANA DI TIROCINIO

Promuovere la narrazione delle prime esperienze di tirocinio clinico avviando un confronto tra studenti e conduttore. Accanto ad un soste- gno emotivo su quanto narrato, lo studente viene invitato a riflettere sugli “orizzonti di possibilità” per superare le antinomie incontrate.

3

L’ALFABETO DELLE EMOZIONI

Partendo dalle esperienze di tirocinio, lo studente viene invitato a ri- conoscere, nominare, legittimare e condividere i vissuti emozionali, definendo in gruppo i possibili orientamento di gestione comportamen- tale.

II anno - Sviluppare la capacità di riflettere sulle esperienze, comprendendo i di- versi punti di vista presenti nelle relazioni di cura

L’ESSERE CON: LA RELAZIONE CHE CURA

Attraverso la visione di un film e la proposta di alcune esercitazioni corporee, gli studenti vengono portati a riflettere sulle emozioni, sugli affetti e sensazioni corporee connaturate, in modo particolare, al prendersi cura dell’altro in una situazione di fragilità esistenziale.

4

L’EDUCAZIONE TERAPEUTICA

L’educazione terapeutica: le fasi, le trappole e le strategie. Lo studen- te viene stimolato ad esercitarsi sull’approccio sistemico attraverso la messa in atto di role playing strutturati.

3 PROMUOVERE RESILIENZA

Partendo da storie di vita incontrate in tirocinio, lo studente viene por- tato a riflettere sui fattori che intriseci ed estrinseci che promuovono resilienza.

3 III anno - Sviluppare un sapere delle esperienze e promuovere una progettazione professionale possibile

INCONTRARE FAMIGLIE

Attraverso un confronto che origina dell’esperienze di tirocinio, lo stu- dente viene chiamato a interrogarsi sui paradigmi, sui presupposti, sui modelli e sulle strategie da mettere in campo per incontrare le famiglie in ambito infermieristico.

3

IL MORIRE

Per avviare una riflessione sull’accompagnamento della persona nella fase del morire viene data voce alle esperienze e alle storie di accom- pagnamento alla morte da parte di operatori e studenti per ricercare significati possibili su tale fenomeno e sulla gestione dei molteplici pa- norami interiori.

3

LA CURA NELL’ESPERIENZA

Rileggendo il percorso esperienziale effettuato nel triennio, lo studente viene invitato a elaborare individualmente e in gruppo possibili dire- zioni e strategie per fronteggiare le problematicità insite nella profes- sione infermieristica, in riferimento al sistema di valori professionali e personali. Lo studente viene invitato a pensare e a progettare il pro- prio futuro professionale.

4

Bibliografia

Baldacci M. (2004), Il laboratorio come strategia didattica, in Filograsso N. e Tra- vaglini R. (a cura di), Dewey e l’educazione della Mente, FrancoAngeli, Milano. Bertin G.M. e Contini M.G. (1983), Costruire l’esistenza, Armando, Roma.

Bertolini G. (1994), Diventare medici. Il problema della conoscenza in medicina e

nella formazione del medico, Guerini Associati, Milano.

Bertolini P. (2001), Pedagogia fenomenologica: genesi, sviluppo, orizzonti, La Nuova Italia, Firenze.

Bruner J. (1992), La ricerca di significato. Per una psicologia culturale, Bollati- Boringhieri, Torino.

de Mennato P. (1999a), Fonti di una pedagogia della complessità, Liguori, Napoli. de Mennato P. (1999b), La ricerca partigiana; teoria di ricerca educativa, Liguori,

Napoli.

de Mennato P. (2003), Il sapere personale. Un’epistemologia della professione do-

cente, Guerini, Milano.

de Mennato P. e D’Agnese V. (2005), Tessere di mosaico pedagogico. I disegni e

le parole di un’epistemologia costruttivista, Pensa Multimedia, Lecce.

de Mennato P., Orefice C. e Branchi S. (2001), Educarsi alla “cura”, PensaMul- timedia, Lecce.

Dewey J. (1961), Come pensiamo, La Nuova Italia, Firenze.

Dewey J. (1965), Democrazia e educazione, La Nuova Italia, Firenze.

Dordoni P. (2002), “Il metodo socratico di Nelson e Hekmann e la sua rilevanza in pedagogia medica”, Tutor, 3: 113-19.

Fabbri M. (2005), Nel cuore della scelta. Kierkegaard, l’etica senza fondamenti e

l’angoscia della formazione, Unicopli, Milano.

Guilbert J. (2002), Guida pedagogica per il personale sanitario, Edizioni dal Sud, Bari.

Kanizsa S. (1989), Pedagogia ospedaliera. L’operatore sanitario e l’assistenza al

malato, La Nuova Italia Scientifica, Roma.

Kanizsa S. (1992), L’ascolto del malato, Guerini Studio, Milano. Kanizsa S. (2013), La paura del lupo cattivo, Raffaello Cortina, Milano. Kanizsa S. e Luciano E. (2006), La scuola in ospedale, Carocci, Roma.

Massa R. e Cerioli L. (1999), Sottobanco. Le dimensioni nascoste della vita scola-

stica, FrancoAngeli, Milano.

Mortari L. e Saiani L. (2013), Gesti e pensieri di cura, McGraw-Hill, Milano. Schön D. (1983), Il professionista riflessivo. Per una nuova epistemologia della

pratica professionale, Dedalo, Roma.

Wilkinson J.M. (2009), Processo infermieristico e pensiero critico, Casa Editrice Ambrosiana, Milano.

Zannini L. (2001), Salute, malattia e cura. Teoria e percorsi di clinica della for-

mazione per gli operatori sociosanitari, FrancoAngeli, Milano.

Zannini L. (2005), La tutorship nella formazione degli adulti. Uno sguardo peda-

gogico, Guerini, Milano.

Zannini L. (2008), Medical humanities e medicina narrativa. Uno sguardo peda-

Zannini L. (2015), Fare formazione nei contesti di prevenzione e cura. Modelli,

strumenti, narrazioni, Pensa Multimedia, Lecce.

In sintesi

Dall’anno accademico 2001/02, presso la Sezione Formativa Bologna 2 del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università di Bologna, è stato ideato un programma pedagogico volto ad accompagnare gli studenti all’e- sercizio di una consapevolezza riflessiva necessaria a fronteggiare le crisi, le tortuosità e i conflitti che incontrano nel corso di studi per diventare in- fermieri. Accanto al panorama concettuale che da tempo si occupa del dia- logo tra il «pedagogico e il sanitario» il lavoro presenta la prospettiva del problematicismo pedagogico di Giovanni Maria Bertin offerto come modello di filosofia dell’educazione per sostenere gli studenti a pensarsi e a proget- tarsi all’interno del mondo della professione infermieristica.

Salute: dalla complessità all’originaria unità

Documenti correlati