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Da qualche tempo, molti giovani cinesi allievi della Third Normal School hanno preso l’abitudine, anzi il vezzo, di vestire all’occidentale: giacche a doppiope o, pantaloni con il risvolto, cappo i e cappelli. Immancabile, c’è anche la crava a. Non solo, scimmio ano le mosse dei loro coetanei che a Parigi affollano il boulevard Saint-Germain, nel Quartiere Latino. Gli anziani, vestiti alla maniera tradizionale, spesso li guardano con disapprovazione.

A gennaio, nella ci à di Xianyang, nella contea di Sanyuan, fa molto freddo. La zona è un crocevia strategico, all’interno della pianura di Guanzhong, nella provincia dello Shaanxi. Un punto di passaggio chiave a ovest di Fuping, a est di Xiangyang, a nord di Xi’an e a sud di Tongchuan. La contea di Sanyuan, in precedenza chiamata Chiyang, è stata teatro di molteplici vicende della storia della Cina. La Third Normal School di Xianyang è l’unica scuola europea di questa vastissima area della Cina centrale, le altre hanno sede a Pechino, Shanghai e Canton, e distano migliaia di chilometri.

È una scuola di élite, sul modello parigino della École Normale Supérieure. Le famiglie cinesi benestanti hanno cominciato a pensare che fosse meglio far studiare i loro figli in scuole straniere, anglosassoni e sopra u o francesi. Anche l’archite ura della Third Normal School si distacca dalle tradizionali forme degli istituti scolastici cinesi per tentare di somigliare, anche se in maniera malriuscita, a un edificio europeo o nordamericano. Xi Zhongxun, come de o, vi arriva dopo essersi fa o cacciare dal liceo primario di Zhuangli, ma nonostante questo episodio, dimostra di essere uno studente di qualità superiori alla media.

Sono le se e del ma ino, il gelo punge, il piazzale antistante la scuola ancora non si è animato, manca più di un’ora all’inizio delle lezioni. Xi Zhongxun, intabarrato in un cappo o, cammina su e giù, spezza la monotonia dell’a esa cominciando a fumare; quello delle sigare e all’occidentale è l’altra moda distintiva della sua generazione. Prova a ostentare indifferenza ma si guarda a orno con aria furtiva, con la consapevolezza di chi sta per compiere qualcosa di illegale. A intervalli regolari osserva l’ingresso dell’istituto, dove sostano distra i gli uscieri. Lui e i suoi amici sanno benissimo che sono confidenti della polizia.

A un certo punto, Zhongxun si dirige verso un vicole o che costeggia il lato destro della scuola. Prima di lui si è mosso un altro giovane, con il quale ha scambiato una serie di sguardi. Poi arrivano due uomini, dall’abbigliamento si capisce che hanno origini umili, si tra a di due operai e consegnano ai ragazzi un pacco di carta.

Dentro ci sono un centinaio di numeri del periodico «Gioventù Nuova», non più di qua ro fogli che formano il giornale dei militanti comunisti. Il famoso «Quotidiano del Popolo», ancora oggi organo ufficiale del partito, arriverà vent’anni dopo, nel 1948.

Quel periodico irregolare e quasi clandestino che ha in mano Zhongxun è diventato in breve tempo un catalizzatore delle più fresche energie intelle uali. Nell’aprile del 1918 vi è uscito Il diario di un pazzo, racconto di grande successo di Lu Xun, mentre nel novembre del 1918, Li Dazhao, uno dei giovani intelle uali più in vista, vi aveva pubblicato il saggio La vi oria del bolscevismo, una sorta di manifesto comunista cinese che prospe ava l’aspirazione a realizzare la rivoluzione sull’esempio russo.

Il compito dei due ragazzi è quello di introdurre il giornale nella scuola, lasciarlo sui banchi dei compagni, molti dei qua li se lo sarebbero portato a casa, nascondendolo so o le giacche o nello zaino, per poi leggerlo in tranquillità. Non era la prima volta che si lanciavano in questa impresa rischiosa. Anzi, registravano sempre un certo fermento nei giorni che precedevano l’arrivo di un nuovo numero. Tu o sommato, per i due giovani militanti si tra a di un incarico di poco conto ma che prendono in grande considerazione, è il loro contributo alla rivoluzione.

In quella scuola si è diplomato qualche anno prima Huang Kecheng, un giovane agitatore, proveniente anche lui da una famiglia di piccoli proprietari terrieri e destinato a diventare uno dei generali di alto rango dell’Armata Rossa fino al grado di viceministro della Difesa. Nel 1928 è entrato nelle forze armate comuniste, ma la sua storia di rivoluzionario è diventata un piccolo mito per le generazioni di studenti che si susseguono alla Third Normal School.

Xi Zhongxun e il suo compagno percorrono i corridoi della scuola ancora deserti, entrano nelle aule e diligentemente posano una copia del giornale su ciascun banco. Non essendoci abbastanza copie per tu i, decidono di privilegiare le classi degli studenti più grandi, che si presume siano più interessati alla politica. A volte saltano qualche fila perché bisogna far presto.

All’improvviso, senza che neppure se ne siano accorti, davanti alla porta di una classe si materializzano qua ro uomini, due inservienti della scuola che già conoscono e due polizio i. La paura li assale. Non c’è una via di fuga possibile, sono in trappola. I due ragazzi vengono bruscamente immobilizzati, le mani legate dietro la schiena da una corda rudimentale, e spediti in una cella so erranea di una vicina caserma della polizia nazionalista.

Per Zhongxun l’arresto è un ba esimo del fuoco, una sorta di rito iniziatico. I militari erano stati avvertiti qualche se imana addietro da un genitore di uno studente, un simpatizzante del Kuomintang, che aveva rinvenuto il giornale tra i quaderni del figlio e si era fa o confessare in che modo ne era entrato in possesso.

Per qua ro volte Xi Zhongxun viene trascinato insieme al suo compagno davanti a un ufficiale della polizia militare per essere interrogato. I due restano in piedi, mentre l’uomo gli urla in faccia una serie di domande. «Dove avete avuto i giornali? Chi ve li ha forniti? Chi sono i vostri capi e riferimenti tra i comunisti? Cosa fanno i vostri genitori?» Per non istigare i militari, provano a rispondere evitando però di fornire informazioni troppo de agliate.

Sono momenti di angoscia. In tu a la Cina si stanno consumando violenze inenarrabili e la semplice fucilazione, senza essere prima so oposti a torture, va già considerata una fortuna.

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Solo la giovanissima età li salva da conseguenze tragiche.

Vengono condo i in una cella, ammassati con altri detenuti politici, tu i comunisti, arrestati in quei giorni. Le condizioni di vita sono durissime, si dorme sulla terra nuda, a utita solo da un po’ di paglia, il pasto quotidiano è una ciotola acquosa con dentro un pugno di riso, la puzza degli escrementi ammucchiati in un angolo dello stanzone è insopportabile. Per giorni temono di essere fucilati, anche perché altri compagni di cella vengono prelevati all’alba senza più fare ritorno. Zhongxun non si lamenta, mantiene un comportamento dignitoso, anzi ge a sguardi di sfida ai suoi carcerieri, durante gli interrogatori sopporta le bo e e dice il minimo indispensabile. Un comportamento che gli a ira le simpatie degli altri detenuti, tra i quali figurano quadri di medio rango del Pcc. Ben presto Zhongxun viene ammesso alle discussioni che riguardano il futuro dell’organizzazione, fino a quando due compagni più anziani lo propongono per l’affiliazione al partito.

Un’a estazione di stima notevole, perché questa volta non si tra a più della semplice Lega dei giovani comunisti, di cui Zhongxun già faceva parte, ma del partito vero e proprio. È il momento che, nel bene e nel male, segnerà la sua carriera e la sua vita. Chi è stato in carcere durante la fase pionieristica, in futuro verrà riconosciuto come un «ante marcia», un antesignano degno della massima considerazione per aver compiuto la scelta comunista in tempi non sospe i. In carcere avviene anche un altro fa o cruciale. Zhongxun si lega a una fazione di partito che avrà potere e prestigio, ma anche difficoltà.

Nell’apparato comunista si procede infa i per cordate, in base ai gruppi che si sono formati in gioventù a orno a precise correnti ideologiche o, molto più semplicemente, perché si viene dalla stessa provincia, dalla stessa scuola o da clan familiari contigui. Xi Zhongxun, per il tramite del futuro generale Huang Kecheng, aggancia la cordata che porta dri o a Deng Xiaoping, uno dei protagonisti assoluti della Cina comunista. Una circostanza che nell’arco di tu a la sua carriera politica causerà cadute e risalite. Il generale Huang Kecheng, per esempio, verrà purgato alla fine degli anni Cinquanta per aver criticato il Grande balzo in avanti e anche in

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seguito, all’epoca della Rivoluzione Culturale, la stessa sorte, come abbiamo già avuto modo di so olineare, toccherà a Xi Zhongxun.

Entrambi, e forse non è un caso, saranno riabilitati col ritorno al potere di Deng Xiaoping.