Xi Zhongxun è un giovane scrupoloso che ha fa o della disciplina di partito – obbedire agli ordini e impartirne ai so oposti senza discuterli – la sua regola di vita. Tu avia, sconta una certa ingenuità, e un eccesso di fervore comunista, che gli impediscono di vedere le trame interne al partito e, sopra u o, non riesce a percepire le insidie di certi a eggiamenti.
Lavora con entusiasmo alla costruzione della «base», l’enclave dei comunisti. Dopo la Lunga Marcia e l’arrivo di Mao può finalmente iniziare una fase di riorganizzazione, prima di lanciare l’assalto rivoluzionario a tu a la Cina.
In Governare la Cina, un libro che raccoglie i suoi principali discorsi e interventi pubblici, Xi Jinping, a uale presidente della Repubblica Popolare Cinese, fa un esplicito riferimento a questo periodo e al ruolo del padre. «Non ancora ventunenne ha assunto l’incarico di presidente del governo delle regioni Shaanxi-Gansu e all’epoca Mao Zedong lo definì un “leader per le masse venuto dalle masse”».15 Zhongxun assume dunque funzioni organizzative di un certo peso, ma nella gerarchia comunista il presidente di una regione è sempre un so oposto che si trova alle dipendenze del segretario del partito e dei capi militari. L’affermazione a ribuita a Mao sarà pure vera ma bisogna rammentare che il leader comunista l’adoperava spesso quando voleva elargire un complimento e ripeteva «per le masse venuto dalle masse» anche a coloro che, al primo disappunto, avrebbe poi apostrofato come «verme deviazionista di destra».
Eppure, in questo periodo il giovane comunista Xi Zhongxun compie un passo falso che avrebbe potuto rivelarsi fatale. È tra i giovani che restano affascinati dalla personalità di Gao Gang. Il comandante incarna i tra i del perfe o rivoluzionario: con i suoi occhialini tondi sembra un intelle uale ma a dire il vero non lo si può considerare un grande uomo di studi. Più che altro è un donnaiolo. Ha origini contadine, un notevole coraggio e indubbie capacità organizzative. Gang è leale nei confronti della guida di Mao, non trama ambizioni personali e lo accoglie come un fratello, me endogli a disposizione tu o ciò di cui dispone.
Finisce insomma che Xi si avvicina alla cerchia ristre a degli amici e confidenti di Gao Gang. La sera siede in mezzo a loro, ascoltandone le conversazioni. La cosa però non sfugge ai fedelissimi di Mao. Tra le prime decisioni del leader c’è stata, infa i, quella di istituire una polizia segreta interna. All’epoca nulla lascia intravedere rivalità tra i due capi, per cui ai militanti appare innocente una doppia lealtà.
Mao, d’altra parte, si alimenta della cultura del sospe o. Nel passato del pur giovane Xi Zhongxun c’è una zona d’ombra che il partito conosce e che non è mai stata del tu o chiarita. Vediamo di cosa si tra a. Nel 1930 è entrato a far parte dell’esercito nordoccidentale dei nazionalisti, guidato da Yang Hucheng, un generale e signore della guerra dello Shaanxi, aderente al Kuomintang, dal quale era stato incaricato di distruggere la guerriglia comunista. È vero che il partito aveva dato il preciso ordine, laddove non esistesse una milizia comunista, di mimetizzarsi tra i soldati di Chiang Kai-shek per fare opera di proselitismo e a ingere a un bagaglio di conoscenze tecnico-militari, ma non si sa, né è stato spiegato se la militanza nazionalista di Zhongxun, fosse da ascrivere a un caso del genere o si tra asse di un’adesione volontaria.
Sta di fa o che nel marzo del 1933 ritroviamo Xi a pieno titolo nelle fila comuniste, arruolato nella formazione di Liu Zhidan, che proprio in quel periodo sta organizzando la base sovietica tra lo Shaanxi e Gansu. Zhidan proviene da una famiglia di le erati, ha fama di poeta e si è circondato di giovani di buona famiglia, è talmente famoso che la sua località di origine, Bao’an, è stata riba ezzata contea di Zhidan. Se questi giovani non si fossero adoperati a creare uno spazio vitale, Mao non avrebbe trovato un luogo dove approdare al termine della Lunga Marcia.
Eppure, il leader non ha alcuna riconoscenza verso di loro. Poco dopo essere giunto a Yanan, ordina la prima delle sue gigantesche purghe, che negli anni a venire diventeranno una costante della politica maoista. Intende spazzare via tu a l’organizzazione sociale preesistente in quell’area, chi si adegua bene, chi non lo fa viene eliminato. Migliaia di persone, sopra u o modesti funzionari
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dell’amministrazione pubblica e le persone di religione ca olica, che hanno una certa presenza nella zona, vengono rido e in stato di schiavitù o uccise.
L’epurazione riguarda anche gli stessi comunisti. Mao – secondo la ricostruzione storica di Chang e Halliday – fa eliminare proprio Liu Zhidan, il capo a cui si era unito Xi Zhongxun. Zhidan verrà infa i assassinato in circostanze misteriose, il 14 aprile 1936 a Sanjiao, mentre nei giorni seguenti verranno liquidati i suoi compagni. Un testimone racconterà: «Pesanti ceppi ci imprigionavano le gambe… sentimmo dire che era già stata scavata la fossa in cui ci avrebbero sepolti vivi…».16
L’anno precedente questi gravi fa i, nell’autunno del 1935 poco dopo l’arresto dei suoi mentori Liu Zhidan e Gao Gang, lo stesso Zhongxun era finito nelle maglie dell’epurazione per effe o di un ordine di carcerazione definito burocraticamente «Campagna di re ifica». Per il ventiduenne Xi è uno choc. «Che cosa ho fa o?» è la domanda che rivolge incredulo ai miliziani. È una domanda che porrà altre volte, magari con minore disincanto. Non ha mai disobbedito agli ordini, è sempre stato fedele al partito, tu o gli appare assurdo. In seguito, capirà che, forse, la sua unica colpa era stata quella di aver semplicemente fa o amicizia con le persone sbagliate. Non a caso, l’appartenenza al gruppo dei comunisti dello Shaanxi gli peserà, nel bene e nel male, per tu a la vita.
Su come fece a evitare conseguenze drastiche dopo quel primo arresto, Xi Zhongxun offrirà una versione molto «ufficiale» e buonista. «Mancavano qua ro giorni alla mia esecuzione e di altri miei compagni quando sul posto dove eravamo detenuti è giunto il presidente Mao che ha ordinato la nostra liberazione» dirà.
Lasciando intendere che senza la «grazia» del leader sarebbe stato sepolto vivo come era accaduto ad altri «eretici». In realtà, Mao si muove in base a una strategia ben calcolata: a ogni retata ne uccide la metà e ne grazia un’altra, che da quel momento sarà prona ai suoi voleri. La lezione è appresa. Xi comprende subito che per fare carriera nel partito occorrono poche doti ma chiare: capacità di lavoro e di organizzazione ma sopra u o disponibilità a tacere e a
simulare il proprio vero pensiero. Assai più raccomandabile è seguire quello della corrente maggioritaria del momento.