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Al ritorno dagli Stati Uniti, Xi Jinping è pronto per un nuovo incarico. Il padre, in particolare, ritiene che il periodo trascorso a Zhengding e l’esperienza fa a in Iowa siano più che sufficienti. In occasione del suo trentaduesimo compleanno, il 15 giugno 1985, Xi diventa vicesindaco della ci à di Xiamen, classificata all’epoca come una zona economica speciale, una di quelle aree dove il regime – come già accennato – aveva autorizzato a sperimentare l’iniziativa economica privata. Questo trasferimento è quasi un regalo, dato che Xiamen si trova in posizione strategica, sulla costa meridionale della Cina, proprio nel mezzo di quello che si chiama il triangolo d’oro del Fujian, provincia chiave nella quale Xi resterà per ben diciasse e anni. Oggi è una delle aree più ricche della Repubblica Popolare, da qui giungono gran parte dei cinesi emigrati in Italia.

A Xiamen l’ala riformatrice del partito si rivela decisamente più forte e compa a, di conseguenza l’azione politica di Xi è più sostenuta e condivisa di quanto lo sia stato a Zhengding, tanto che

«la ci à pianifica una serie di misure a ra ive per gli investimenti provenienti dall’estero».9 In quel periodo, la Cina aveva chiesto e o enuto prestiti dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale, una parte cospicua dei quali era investita proprio nelle zone speciali.

Questa volta Xi Zhongxun si è premurato di inserire il figlio in un contesto più aperto e amichevole, ben diverso da quello del conservatore Gao Yang che a Zhengding lo aveva osteggiato non poco. Il capo del partito nel Fujian è Xiang Nan, sincero riformista, a sua volta figlio di uno dei più alti dirigenti dei servizi segreti cinesi e amico di famiglia. Ed è proprio Xiang che si reca personalmente all’aeroporto ad accoglierlo per l’inizio di questa nuova avventura.

Va de o che Xi Jinping non era certo l’unico ad ambire al ruolo di vicesindaco, ma la fortuna aveva giocato a suo favore. L’incarico era stato ricoperto in precedenza dalla signora An Li, nuora di Hu Yaobang, il fedelissimo che Deng Xiaoping aveva designato come segretario generale del Partito comunista. Si era tra ato di una forzatura della carriera classica di un funzionario ma come abbiamo già so olineato in precedenza, quella di favorire i propri congiunti era prassi piu osto diffusa all’interno della nomenklatura del potere cinese. La cosa peggiore e non prevista, però, era stato il comportamento poco conforme della signora An Li. A Pechino erano giunte voci che vivesse sempre in hotel, mangiasse nel lussuoso ristorante dell’albergo addebitando le spese alle casse dell’amministrazione comunale, e vestisse costosi abiti occidentali, incompatibili con il suo modesto stipendio. Come se non bastasse, durante le riunioni provinciali, quando si tra ava di assumere decisioni rilevanti, pur di far passare il suo punto di vista, An Li non esitava a minacciare il ricorso al potente suocero.

Il flusso di critiche che giunge a Pechino era iniziato da tempo, prima so o forma di frasi sussurrate, fino a sostanziarsi in vere e proprie denunce, alcune scri e, nelle quali si parla esplicitamente di soprusi e comportamenti illeciti. La situazione diventa incresciosa per lo stesso Hu Yaobang, che comincia a temere per il suo prestigio di leader, in una situazione sempre piena di insidie come la politica

cinese. Un altro dirigente di Xiamen, Hu Qiaomu, rompe gli indugi e formalizza una denuncia al Comitato centrale. Un anno prima, il partito aveva lanciato la «Campagna contro l’inquinamento spirituale», che seguiva la «Campagna contro la liberalizzazione borghese» del 1981. I comportamenti della nuora «eccellente» si ponevano apertamente in contrasto con i nuovi orientamenti.

A fine 1984, per evitare l’imbarazzo di un pubblico esame dell’operato di An Li davanti agli organi del partito, Hu Yaobang la fa dime ere e la fa tornare a Pechino. Il caso è chiuso. Ma il segretario riafferma il suo potere indicando il successore, e nomina Xi Jinping.

Il 1985 è l’anno del bue, secondo il calendario cinese. È anche l’anno in cui, a gennaio, la Repubblica Popolare so oscrive con l’Italia un accordo per gli investimenti. Deng Xiaoping ritiene che le riforme possano funzionare solo a raverso un ringiovanimento dei quadri del partito. Per raggiungere questo obie ivo senza contraccolpi fa varare un pacche o di misure che fissano generosi incentivi economici per quei dirigenti della corposa macchina amministrativa statale che acce ino di andare in pensione anzitempo. Lo stesso Deng disme e molti suoi incarichi, mantenendo soltanto la presidenza della Commissione militare. Ma è una mossa di facciata, il vero padrone della Cina rimane lui.

Pechino concede a ben qua rocentomila aziende di diventare autonome, ossia di poter decidere, in assoluta indipendenza, la strategia industriale, senza coordinarsi con il centro. Ogni impresa può anche fissare i salari, i premi e i piani di investimento.10

L’approccio di Xi Jinping al nuovo incarico è perfe amente coerente alla linea Deng: lavorare per le riforme economiche ma non cedere un millimetro sul terreno dei diri i politici.

Qualcuno si era illuso che il nuovo corso, anche in virtù di un ceto medio che lentamente stava emergendo, sarebbe stato il preludio a un radicale rinnovamento del clima politico. Alcuni intelle uali si spingono avanti su questo terreno, ma si tra a di nobili élites, sostanzialmente isolate, al massimo circondate da giovani studenti.

Le personalità in ballo sono tu avia di primo piano, note anche

all’estero: lo scri ore Bai Hua, autore di un romanzo di successo nel quale narra la vicenda di un giovane che dopo gli studi negli Usa torna in Cina; il celebre fisico Fang Lizhi, vicepresidente della Chinese University of Science and Technology di Hefei, le cui idee ispireranno la protesta di piazza Tienanmen del 1989, poi esule negli Stati Uniti; il giornalista Liu Binyan, autore di inchieste sulla corruzione; Wang Xizhe, in precedenza membro del gruppo

«LiYiZhe», che prende il nome dai suoi leader Li Zhengtian, Chen Yigang e appunto Wang Xizhe. Il 1985 è l’anno delle proteste studentesche all’ateneo di Hefei, dove una manifestazione riesce ad a rarre diciasse emila studenti. Ne è promotore il professor Fang e per questo viene allontanato dall’insegnamento universitario e trasferito in un istituto di ricerca a Pechino, per essere più stre amente sorvegliato.

La differenza tra l’era Deng e quella di Mao è che i dissidenti non vengono subito passati per le armi ma variamente osteggiati, incarcerati e so oposti a severe limitazioni.

Xi Jinping è assolutamente distaccato rispe o a questi fermenti, lui rimane nel solco della linea ufficiale del partito. Anzi, teorizza che più si è fermi e decisi nel reprimere ogni richiesta di libertà politiche, più si ha la possibilità di affermare le libertà economiche.

L’amico Xiang Nan, che come sappiamo si era rivelato la figura chiave del passaggio di Xi Jinping a Xiamen, lo ha incoraggiato fin da subito sul terreno delle iniziative economiche, aiutandolo sia a o enere cospicui finanziamenti da Pechino sia a sviare con accortezza le insidie interne al partito, dove in molti cominciano ad avere invidie nei suoi confronti. Del resto, le loro posizioni riformatrici erano osteggiate da una parte consistente del partito, che vi vedeva una deriva ideologica, a cominciare da quel Hu Qiaomu che pure lo aveva indire amente favorito.

Coerente con l’abitudine a tornare nei luoghi della sua vita e in qualche modo a beneficiarli, nel se embre del 2017, Xi Jinping ha ospitato a Xiamen il vertice dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) l’organizzazione che raggruppa alcuni importanti paesi in forte sviluppo.