I diciasse e anni – dal 1985 al 2002 – trascorsi nel Fujian rappresentano per Xi Jinping una vera e propria era, nel corso della quale ha potuto sperimentare tu i i livelli di governo dell’amministrazione e del partito.
Nel maggio del 1990 diventa il capo del partito nella ci à capoluogo Fuzhou, dopo di che assume anche la presidenza della
scuola quadri del Partito comunista, un incarico che nella gerarchia del potere sancisce il riconoscimento di una piena e affidabile maturità politica, che gli consente di affrontare delicate questioni ideologiche e di linea. Eppure, Xi Jinping ha appena trentase e anni.
Nei duri anni della Rivoluzione Culturale questa ci à, adagiata sull’estuario del fiume Min, era stata teatro di un violento scontro tra fazioni avverse delle Guardie rosse, finito addiri ura a colpi di cannone per le strade. Quando Xi Jinping ne assume la guida, è ancora viva la memoria di queste lacerazioni ma, al tempo stesso, è iniziata anche la grande occasione perché Pechino ha indicato in Fuzhou una delle «zone economiche speciali» della Cina, dove sarà possibile sperimentare le aperture economiche al mercato e agli investimenti stranieri. Su questo terreno il neodirigente darà il meglio coniugando ambizione e pragmatismo.
Nel ricostruire questo periodo, il «South China Morning Post»
titolerà: Xi Jinping ha affinato le sue capacità politiche in Fujian, aggiungendo che «il leader ha avuto ba ute d’arresto nei primi anni ma ha imparato velocemente». L’economia appare a lui il terreno più congeniale. «In superficie, Xi sembrava un leader mediocre, che avrebbe voluto giocare sul sicuro» scrive l’articolista del giornale cinese.«In realtà, era un politico ambizioso che voleva fare qualcosa di importante nella sua vita. Quando era ancora giovane, aveva già deciso di entrare nella leadership centrale del Partito comunista, ma oserei dire che nemmeno lo stesso Xi si aspe ava che sarebbe diventato il supremo della Cina un giorno.»13
Nel 1997, Xi Jinping riesce finalmente a fare capolino nell’agone della politica nazionale cinese, anche se per il ro o della cuffia: tra i 151 membri supplenti nominati al quindicesimo Comitato centrale del Partito comunista, lui è quello che riceve meno preferenze, tant’è che finisce ultimo in graduatoria. A dire il vero, è in buona compagnia: fra i meno votati ci sono anche Liu Yadong, Wang Qishan e Deng Pufang, il figlio del potentissimo Deng Xiaoping. Chi invece resta fuori è un altro giovane ambizioso, si chiama Bo Xilai. È la reazione, per alcuni il colpo di coda, dell’apparato nei confronti dei cosidde i «principini rossi».
Due anni dopo, nel 1999, un altro passaggio decisivo. Prima la nomina a vice, poi quella a governatore del Fujian. L’intera provincia e la capitale Fuzhou sono area di forti insediamenti militari per la vicinanza dell’isola di Taiwan, appena 230 chilometri dalla costa. Qui sono installati importanti comandi della marina, dell’aviazione e dell’Armata Rossa, chiamati a confrontarsi con il dispositivo militare americano che difende l’isola di Formosa. Per Xi Jinping questa circostanza si rivela l’occasione per stringere relazioni personali con una serie di comandanti e generali, che si riveleranno preziosi riferimenti nel corso della sua carriera politica. Per compiacere i militari favorisce la costruzione di un nuovo aeroporto, quello di Changle a Fuzhou, un’operazione molto criticata, perché il nuovo scalo si rivelerà una fornace di risorse pubbliche: giudicato inutile dagli esperti visto che la provincia ha già un aeroporto a Xiamen, tra il 1991 e il 1997 assorbirà la bellezza di 174 milioni di dollari.
In questo periodo, nella provincia governata da Xi Jinping si muovono come ombre ingombranti personaggi, destinati ad animare alcuni degli scandali corru ivi più rilevanti degli anni Novanta. Il caso più eclatante è quello che coinvolge Lai Changxing, multiforme imprenditore del commercio, che finirà al centro di un thriller internazionale, tanto da diventare il «ricercato numero uno della Cina». Lai è un ex operaio che ha cominciato a fare fortuna trafficando in auto e ricambi, nel 1994 fonda il gruppo Yuanhua nell’area di Xiamen, una società specializzata nell’importazione di automobili, ele ronica, sigare e e prodo i vari, ma sopra u o petrolio. In quegli anni trafficare è un eldorado, dopo decenni di miseria e isolamento, i cinesi cominciano a fare ince a di qualsiasi cosa provenga dal corro o Occidente, un po’ per cominciare a riprodurlo, un po’ per mero consumo.
In realtà, Lai Changxing è a capo di una gigantesca organizzazione di contrabbando, che gestisce un flusso di merci verso la Cina e che, si accerterà in seguito, aveva evaso dazi doganali per 14 miliardi di yuan, una cifra colossale (oggi quasi due miliardi di euro). Dalle indagini emergerà che il sistema si reggeva sulla complicità di almeno 64 alti funzionari pubblici e del partito, tanto che lo scandalo coinvolgerà Ji Shengde, un altro principino rosso,
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generale maggiore dell’intelligence militare dell’esercito, ma sopra u o figlio di Ji Pengfei, ex segretario generale del Consiglio di Stato, già ministro degli Esteri all’epoca della visita in Cina di Nixon.
Per questi fa i, Ji Shengde verrà condannato a morte, con pena commutata prima all’ergastolo, poi a vent’anni. Prima e dopo le accuse di corruzione, Lai occupa le cronache cinesi: possiede una squadra di calcio, viaggia su una Mercedes blindata appartenuta al segretario generale del partito Jiang Zemin, spende venti milioni di dollari per costruire una replica perfe a della Ci à Proibita, da adoperare come set cinematografico, offre aspiranti a rici come
«amiche» che saranno la futura arma di rica o ai dirigenti politici suoi amici.
Lai Changxing fuggirà in Canada, con un passaporto di Hong Kong, braccato in maniera così pervasiva dai servizi segreti cinesi che, per proteggersi, sarà costre o ad assumere una super scorta privata. Il suo esilio diventerà un caso internazionale, un braccio di ferro tra Pechino e O awa fino a quando, nel luglio del 2011, verrà estradato in Cina e condannato all’ergastolo l’anno dopo.
L’inchiesta si allargherà a circa trecento funzionari e per alcuni di loro, dopo l’accusa di alto tradimento, sarebbe sca ata la pena di morte. Uno dei tanti rivoli dello scandalo porterà negli Usa, con la clamorosa rivelazione fa a dal finanziere Johnny Chung, nel maggio 1999, davanti al Congresso degli Stati Uniti. Rivelerà i de agli di una donazione di trecentomila dollari, fa a al Partito democratico americano, provenienti proprio da un fondo del generale Ji Shegde.
So ovoce, con molta prudenza, la stampa internazionale ha osservato che lo scandalo Lai Changxing, che coinvolge tanti funzionari, deflagra mentre Xi Jinping è di fa o il numero due della provincia. L’inchiesta del «South China Morning Post» sulla carriera di Xi Jinping nel Fujian, al riguardo so olinea: «Nessuna prova dimostra che Xi, numero due del Fujian, dopo Jia Qinglin, avesse rapporti con Lai Changxing. Durante la metà degli anni Novanta, nel periodo d’oro delle a ività del gruppo Yuanhua, quasi tu i i funzionari del governo provinciale, incluso il capo del partito Jia, erano orgogliosi di fare amicizia con Lai Changxing, e ostentavano il
rapporto con il faccendiere perché significava che eri nel club giusto».14
Ci sarebbe da so olineare che i due ebbero quanto meno molte amicizie in comune, ma il «South China Morning Post» precisa: «Xi era un raro alto funzionario che cercava di mantenere le distanze da Lai».15
La questione è e rimane molto delicata. Sulla vicenda il biografo Agnès Andrésy, scrive in Xi Jinping. Red China, the Next Generation:
«Tu avia, è difficile immaginare che Xi non fosse a conoscenza di ciò che stava accadendo, dato che era governatore del Fujian. Il coinvolgimento di alcuni membri della sua cerchia ristre a e subalterni dire i significa che probabilmente è stato costre o a chiudere un occhio. Fedele, non si è mai dissociato da quegli amici coinvolti nella vicenda. Ha difeso con forza e pubblicamente Jia e si è rivolto ai media per contestare la colpevolezza della moglie di Jia».16 Non lo aiuta, inoltre, una strana dichiarazione resa da Lai quando era latitante in Canada: «Se Xi Jinping prenderà il potere, potrò tornare a passare la vecchiaia in Cina».17
Il segretario del partito, Jia Qinglin, l’unico superiore di Xi Jinping nella provincia, per salvare la sua carriera politica è costre o a divorziare dalla moglie, scaricando le colpe su di lei. In futuro, riprenderà vigore con l’ingresso nel Politburo nazionale, una cosa che non accade quasi mai quando si è rimasti coinvolti in uno scandalo di una tale portata. Anche in questo episodio molti hanno voluto vedere la mano di Xi...
La vicenda avrà lunghi strascichi, tanto che sia Xi sia Jia saranno convocati, sia pur in forma riservatissima, davanti alla Commissione disciplinare del partito per fornire spiegazioni. Compaiono in forma solenne, presenti anche i qua ro uomini più potenti della Cina: il presidente Jiang Zemin, il premier Zhu Rongji, il vicepresidente Hu Jintao e Wei Jianxing, che è il potente capo degli ispe ori disciplinari. Alla fine, la Commissione li lascia andare con un’esortazione a comba ere la corruzione e imparare dall’esperienza. Xi ne ricava una lezione per il futuro: parlare solo il necessario e stare lontano dagli affaristi.
Quello di Lai Changxing non è l’unico scandalo che interessa il Fujian; nel 2004 salterà fuori l’affare Chen Kai, titolare di case da gioco e bordelli, che risulterà aver foraggiato, con laute bustarelle, ben 74 funzionari di partito. Tra i sospe ati c’è He Lifeng, capo del partito di Fuzhou, ritenuto «amico intimo» di Xi Jinping, che forse, proprio per questo, non ha subito conseguenze da questa vicenda.18
Nel 2002, dopo diciasse e anni, Xi Jinping va via dal Fujian, per diventare il segretario del partito nel vicino Zhejiang, una provincia costiera orientale che nel 2010 sarà censita con cinquantaqua ro milioni di abitanti. Si tra a di un passaggio di carriera importante, perché ora è un numero uno, il vero e incontrastato capo di una provincia. Una posizione che gli vale l’ingresso nel sedicesimo Comitato centrale, questa volta non più in qualità di supplente, ma come membro effe ivo. Memore delle insidiose vicende del Fujian, in questo periodo Xi si distingue per una dura lo a alla corruzione, portata avanti con una puntigliosità tale da guadagnarsi gli encomi di Pechino e la ribalta dei giornali nazionali. Sono significativi anche i successi economici, con una crescita provinciale che sfiora il 14 per cento, numeri che porteranno a fare della provincia di Zhejiang la quinta per ricchezza in Cina.