• Non ci sono risultati.

e politico-istituzionale nel quale si muovono i protagonisti della ricerca

6. Le relazioni familiar

6.1. I cambiamenti che vive la famiglia migrante

L’emigrazione è sempre un affare di famiglia. Chi parte è sempre l’espo- nente o il portavoce di un gruppo familiare, che ha investito sull’emigran- te, affinché produca reddito all’estero, che poi possa inviare nel paese di origine. Legami familiari e carico di doveri sono il fondamento del viaggio migratorio, ma anche fonte di stress per l’intero nucleo familiare (Suàrez- Orozco, Carhill, 2011).

La famiglia, essendo uno dei luoghi privilegiati della costruzione socia- le della realtà, è l’agenzia di socializzazione nella quale l’individuo impara a distinguere tra la sfera privata e quella pubblica dell’esistenza, vale a di- re tra un dentro e un fuori. In questo modo, l’individuo introietta il senso del confine tra il suo sé e l’esterno (Donati, 1998). Secondo Chiara Sarace- no e Manuela Naldini «è entro i rapporti familiari, così come sono social- mente definiti e normati, che gli stessi eventi della vita individuale che più sembrano appartenere alla natura ricevono il proprio significato e tramite questo vengono consegnati all’esperienza individuale: il nascere e il morire, il crescere, l’invecchiare, la sessualità, la procreazione» (2007: 9). La fami- glia contemporanea, parallelamente a quanto si sta verificando nella socie- tà in generale, sta vivendo un continuo spostamento di questi confini, dun- que un rimodellamento della sua struttura interna e dei suoi principi base.

Questo processo di rimodellamento implica un momento di crisi. Se la fa- miglia costituisce il nesso simbolico tra le generazioni ascendenti e quelle discendenti, nel momento in cui si parla di crisi della famiglia, ci troviamo di fronte ad una perdita dell’identità generazionale (Donati, 1998). Queste dinamiche sono presenti anche nelle famiglie immigrate, attraversate dal- le relazioni tra il paese di origine e il contesto di immigrazione. La forma- zione dell’identità personale delle seconde generazioni è dunque il risultato di queste relazioni, della storia familiare, delle dinamiche familiari, delle aspettative riposte sui giovani, di come la comunità reagisce all’arrivo de- gli immigrati (Santagati et al., 2009).

In una regione, come le Marche, nella quale i motivi familiari incido- no per il 45,3% sui permessi di soggiorno, contro una media nazionale del 42%, e con il più alto tasso di seconde generazioni sulla popolazione im- migrata totale dell’Italia centrale (Unar, Idos, 2013), è importante compren- dere come si colloca il nucleo familiare di origine straniera, considerando che si sta strutturando in un contesto nel quale sono in crisi i rapporti in- tergenerazionali (Donati, 1998). È altresì fondamentale analizzare se e con quali modalità la famiglia migrante sta cercando di riproporre i propri va- lori tradizionali, rispetto alla tendenza modernizzatrice del modello fami- liare autoctono, sempre più emancipato dai riferimenti tradizionali, o se si sta adattando a questo, attivando un processo di assimilazione. Questa se- conda ipotesi va letta in un quadro di riferimento più ampio, caratterizzato dalla mancanza di condivisione totale di valori, religioni ed ideologie nel nucleo familiare, nel quale in molti casi si è addirittura giunti ad un con- flitto su queste questioni. Ciò si sta verificando perché la società sta diven- tando sempre più complessa, di conseguenza la famiglia sta vivendo due tipi di scenario: da un lato la crisi interna, dall’altro una maggiore solida- rietà presente in particolare all’interno dei nuclei familiari stranieri, che così riescono a compensare la carenza di capitale sociale. All’interno del- la famiglia migrante, entrambe le generazioni, seppur con delle differen- ze, sono tenute a rielaborare la propria struttura e quindi le sue dinamiche, anche perché la famiglia in migrazione si trova a vivere la discrepanza tra due modi di concepire sia il mondo, sia i rapporti familiari (marito-moglie, genitori-figli). La rielaborazione della propria struttura interna passa anche attraverso il confronto con regole, pratiche ed approcci culturali nuovi, tro- vandosi nella condizione di dover rinegoziare i propri equilibri, le proprie aspettative e di dover cambiare i ruoli sia individuali, sia familiari (Ambro- sini, 2005).

La famiglia migrante va vista come il trait d’union tra più fattori: tra le generazioni, tra il mondo adulto del mercato del lavoro ed i percorsi dei fi- gli, tra il paese d’origine e quello di arrivo e di insediamento, all’interno delle dinamiche transnazionali. Le traiettorie che percorrono i figli dell’im-

migrazione e la loro identità sono determinate da questi percorsi. Secondo Mariagrazia Santagati: «Si ipotizza che nel percorso degli adolescenti mi- granti, la migrazione familiare possa essere intesa come: un’esperienza che segna e trasforma il vissuto quotidiano personale, familiare e scolastico de- gli studenti; un’eredità che viene trasmessa dai genitori ai figli, in termini di risorse familiari a disposizione, opportunità, vincoli; la fonte di un ethos familiare, orientato al sacrificio, al riscatto sociale e all’investimento sui fi- gli, motivato dalla volontà dei genitori di offrire a questi ultimi migliori opportunità, a livello economico, formativo, lavorativo» (2009: 58).

Le famiglie migranti sono prevalentemente ricongiunte, questo vuol dire che in molte di queste le prime generazioni tendono a normalizzare i pro- pri figli, inducendoli ad un avvicinamento ai cittadini autoctoni, ma anche a chiedere più servizi3.

Il ricongiungimento familiare assume così un’importanza cruciale, da- to che i membri di queste famiglie nella fase di inserimento nella società d’accoglienza sperimentano traiettorie sempre più disperse e transnaziona- li e quindi i nuclei familiari si trovano spesso nella condizione di dover af- frontare eventi che trasformano il modo in cui i membri vivono l’apparte- nenza, la solidarietà e la reciprocità (Bonizzoni, 2007).

Il panorama migratorio familiare italiano è caratterizzato da diver- se modalità di ricompattamento della famiglia migrante. Le nuove dina- miche che la famiglia in emigrazione vive dipendono da quale dei due co- niugi è stato il primo-migrante, dato che nel nostro paese abbiamo avuto ed abbiamo sia ricongiungimenti al maschile che al femminile. Dobbia- mo considerare quindi che la separazione prima ed il ricongiungimento poi avvengono all’interno di un processo di de-territorializzazione e transna- zionalizzazione che coinvolge i legami di coppia ed intergenerazionali. La maggior parte delle famiglie immigrate, infatti, non giunge quasi mai uni- ta nel paese d’arrivo. In genere il percorso è il seguente: parte uno dei due genitori; questi appena ottiene una sistemazione lavorativa ed abitativa con- sona per accogliere coniuge e figli, attiva le pratiche del ricongiungimento, che tuttavia non avviene mai in tempi brevi. Questo ovviamente ha dei pe- santi riscontri sulle dinamiche familiari, soprattutto perché, dopo anni di lontananza, la famiglia che torna a riunirsi, deve allestire modalità di adat- tamento alla nuova realtà, spesso contrassegnate da tensioni e conflitti. Le modalità e le possibilità di ricongiungere la famiglia sono differenti per

3. Secondo alcune ricerche (Simoni, Zucca, 2007; Tognetti Bordogna, 2004) sull’uso dei servizi da parte delle famiglie migranti è emerso che non è dimostrato che consumino più servizi delle famiglie autoctone dello stesso livello sociale. Un altro aspetto interessan- te apparso in queste ricerche è che nonostante l’immigrazione familiare sia più costosa per le società riceventi è più accettata rispetto a quella esclusivamente maschile.

ogni paese e vanno inquadrate in un sistema di citizen constellation (Bau- bock, 2010), vale a dire una struttura in cui i migranti sono contempora- neamente legati a varie entità politiche che determinano i diritti ed i dove- ri e di conseguenza una stratificazione civica e un sistema di ineguaglianze (Morris, 2003).

Gli ambiti più complessi da gestire riguardano:

1. l’adolescenza dei figli. Un caso eclatante di rifiuto di adattamento al- la nuova realtà, riguarda gli adolescenti ecuadoriani, che hanno raggiun- to le loro madri, colf e assistenti familiari, a Genova, a cavallo del 2000. Queste donne si erano fatte raggiungere dai loro figli, assicurandoli che sarebbero stati in Italia soltanto per l’estate, ma il loro soggiorno è di- ventato permanente. Questo ha determinato una tale ostilità da parte dei ragazzi verso il nuovo ambiente da indurli a ricreare nel capoluogo li- gure le stesse gang cui appartenevano in Ecuador. Alla gang i ragaz- zi avevano attribuito il ruolo di famiglia, per colmare la scarsa presenza a casa delle madri, e per soddisfare il bisogno di ricostruire un senso di collettività, di cui si erano sentiti espropriati con l’emigrazione (Queiro- lo Palmas, 2006).

2. Il caso in cui il coniuge primo-migrante è la donna. Questa se nel pae- se d’arrivo assume il ruolo di breadwinner, sa gestire i rapporti con le istituzioni pubbliche e riesce anche ad aiutare il marito nella ricerca di un lavoro. In una famiglia con riferimenti culturali caratterizzati da for- ti connotati maschilisti, questa dinamica può dar luogo a tensioni, per- ché il marito potrebbe sentirsi esautorato nel suo ruolo di capo famiglia. Le crisi coniugali possono anche accentuarsi e sfociare in violente liti, fomentate anche dai problemi di alcolismo che alcuni mariti vivono nel paese d’arrivo. A questo c’è da aggiungere che la donna, se madre, si po- ne come ponte comunicativo, non sempre facile da gestire, tra gli espo- nenti di due culture molto differenti: quella dei mariti e quella dei figli (Bindi, 2003; Spedicato, Lannutti, 2011).

3. L’arrivo nel paese di approdo di madri e figli. In questo caso, può verifi- carsi un ribaltamento di ruoli, che si caratterizza per la maggiore predi- sposizione dei minori ad apprendere la nuova lingua, rispetto agli adul- ti, poiché sono i figli che assumono il ruolo di interpreti e traduttori, quando non addirittura di delegati a rappresentare la famiglia all’esterno (Ambrosini, 2005).