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2. La questione delle seconde generazioni: un fenomeno in continua evoluzione

2.4. Le seconde generazioni in Italia

Considerando che non si può prescindere dalla definizione di seconde generazioni fornita dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ri- portata nel primo paragrafo, da un punto di vista sociologico si intendono per seconde generazioni i figli degli stranieri nati nel paese ospite o i mi- nori immigrati che hanno compiuto la formazione scolastica primaria e ol- tre nel luogo di approdo. Tuttavia, definire le seconde generazioni è più difficile di quanto sembri, poiché confluiscono in questa categoria concet- tuale casi assai diversi, che spaziano dai bambini nati e cresciuti nella so- cietà ricevente agli adolescenti ricongiunti dopo aver compiuto un ampio processo di socializzazione nel paese d’origine. A complicare il quadro ci pensano poi situazioni spurie ed eterogenee, come quelle dei figli di coppia mista e dei piccoli nomadi, che nel sistema scolastico vengono equiparati ai minori di origine straniera, in quanto classificati come portatori di etero- geneità culturale.

In Italia per seconde generazioni si intendono le seguenti situazioni (Fa- varo, 2000):

– minori nati in Italia;

– minori ricongiunti (tra i quali sono compresi sia coloro che sono giunti in età prescolare che coloro che sono arrivati dopo aver iniziato la scola- rizzazione nel proprio paese);

– minori giunti soli (e presi in carico da progetti educativi realizzati in Italia);

– minori rifugiati (“bambini della guerra”); – minori arrivati per adozione internazionale; – figli di coppie miste.

In questo testo vanno intesi come esponenti di seconda generazione tut- ti gli individui che hanno almeno un genitore nato all’estero ed immigrato, sia se sono nati in Italia, sia se sono nati all’estero.

Per le seconde generazioni il passaggio dall’adolescenza alla prima età adulta viene vissuto in modo più difficoltoso rispetto ai giovani nativi per- ché avviene in un contesto che li percepisce come diversi, se non alieni. Non è un caso se è in crescita il fenomeno degli italiani di colore che si sentono abitanti di una terra di nessuno, perché conoscono poco delle loro origini e non si sentono accettati come italiani (Ambrosini, Molina, 2004).

Nello studio dei processi di integrazione delle seconde generazioni si de- ve necessariamente tenere in considerazione a quale età questi giovani so- no giunti in Italia e quanti anni hanno trascorso nelle scuole dei loro pae- si di origine e quanti in Italia. La questione riguarda i conflitti che possono sorgere sia dentro di loro sia con i genitori. Frequentando le scuole italiane e i coetanei autoctoni, questi giovani si socializzano inevitabilmente ai va- lori della società in cui vivono e il modo in cui riescono a coniugarli è de- terminante per la loro costruzione identitaria. Nel caso di chi è giunto in età adolescenziale i processi di identificazione e individuazione tipici di questa fascia di età si fanno più complessi in un contesto nel quale vengo- no meno i riferimenti tradizionali o entrano in competizione con quelli più diffusi. Chi, invece, è nato in Italia o vi è giunto in età infantile è probabi- le che viva conflitti intergenerazionali tra i valori della società in cui vive e quelli della società di origine, di cui sono portatori i genitori. A questa di- cotomia identitaria bisogna aggiungere il fattore riguardante la globalizza- zione delle comunicazioni nelle quali le seconde generazioni hanno l’op- portunità di vivere appartenenze delocalizzate (Ibid.).

Il rischio è l’incapsulamento delle seconde generazioni in comparti di la- voro privi di ogni aspettativa. D’altro canto sono già evidenti in alcuni con- testi le dissonanze generazionali in quanto nelle famiglie immigrate sono presenti conflitti perché i giovani elaborano e metabolizzano forme di con- ciliazione tra cultura, valori e costumi distanti tra loro.

I segnali di allarme di questi giovani sono gli insuccessi nell’inserimen- to sociale con fallimenti scolastici, la marginalità occupazionale, la segre- gazione residenziale ed i comportamenti devianti (Ibid.). Alla luce di ciò, c’è da considerare che questi giovani generalmente frequentano poco le as- sociazioni di immigrati, preferendo i passatempi dei loro coetanei italiani. Questo aspetto è importante perché le associazioni etniche sono un fonda- mentale punto di riferimento per la ricerca identitaria. Tuttavia, c’è da con- siderare che i gruppi etnici in Italia non sono concentrati in determina- ti quartieri o zone, ma sono distribuiti in maniera capillare sul territorio. A differenza di quanto accade in altri contesti con una storia immigrato- ria più lunga di quella italiana, è più difficile mantenere legami comunita- ri continuativi e forti e questo fattore favorisce l’atteggiamento cosmopolita di molti giovani di seconda generazione. Il risvolto negativo di questa si- tuazione è che molti di questi ragazzi non sempre possono sfruttare la pre-

senza di risorse familiari o comunitarie, in grado di innescare processi di inserimento positivi.

Ciò che si sta verificando in Italia è l’aumento di giovani immigrati nel- le scuole superiori e nelle università, ma anche un fenomeno di marginalità tra i figli di lavoratori in occupazioni a basso riconoscimento sociale, men- tre sono più integrati i figli dei lavoratori autonomi.

È interessante evidenziare la riflessione di Ambrosini (2005) riguardo alla diversa conoscenza della lingua del paese di arrivo; i migranti che si dirigono in Francia e Gran Bretagna dalle ex colonie non hanno difficol- tà nella comprensione della lingua, quelli che giungono in Italia invece non conoscono l’italiano. Questo è determinante per i processi di inclusione e di integrazione, soprattutto delle seconde generazioni.

Essendo le seconde generazioni un fenomeno ancora recente nel no- stro paese, non si è ancora giunti ad un modello teorico unico di riferimen- to, ma, come si è già detto recentemente, le ricerche sono state numerose e hanno indagato i seguenti temi: il rapporto tra famiglie immigrate e scuo- la dell’infanzia; le trasformazioni multiculturali delle scuole; i cambiamen- ti nel ruolo professionale dei docenti; le problematiche comuni di allievi italiani e stranieri rispetto alla scelta scolastica, agli esiti e alle prospettive future nei livelli successivi di istruzione; le difficoltà, i rischi e le potenzia- lità di integrazione scolastica; il coinvolgimento dei genitori nelle pratiche didattiche attuate dai docenti; l’inserimento delle seconde generazioni nelle scuole secondarie di secondo grado (Santagati, 2012).