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e politico-istituzionale nel quale si muovono i protagonisti della ricerca

6. Le relazioni familiar

6.4. Le dinamiche familiar

Prima di passare all’analisi delle dinamiche interne alla famiglia mi- grante dobbiamo considerare qual è il contesto nel quale questa si collo- ca, in quanto nei paesi più avanzati dal punto di vista economico, che si affacciano sul Mediterraneo, vale a dire Italia, Spagna e Grecia, la fami- glia occupa un ruolo centrale. La cultura latina in ambito familiare è asso- lutamente protettiva e i legami tendono ad essere il principale punto di ri- ferimento per tutta la vita. A questo si aggiunga che lo stato interviene per aiutare il cittadino solo in seconda battuta, preferendo dare soldi alla fami- glia, piuttosto che i servizi. Di conseguenza il migrante che arriva in Ita- lia si confronta con logiche, comportamenti e modalità familiari molto di- stanti da quelle della propria cultura di riferimento. Soprattutto in virtù di un welfare che viene considerato sempre meno centrale nell’agenda politi- ca dei governi, almeno in Italia, i genitori italiani si attivano il più possibi- le per favorire l’avanzata sociale dei propri figli, facendo leva sul proprio capitale sociale e anche per questo i figli dei migranti hanno maggiori dif- ficoltà a raggiungere le migliori posizioni sociali6.

La rielaborazione dell’identità passa anche attraverso il confronto con regole, pratiche ed approcci culturali nuovi, il migrante si trova nella con- dizione di dover rinegoziare i propri equilibri, le proprie aspettative e di dover cambiare i ruoli sia individuali, sia familiari. Nella famiglia mi- grante, infatti, mutano o rielaborano la propria identità tutti i sogget- ti agenti, cambiando così anche il loro modo di fare famiglia, perché nel nuovo contesto il controllo sociale è inferiore rispetto a quello della socie- tà di origine, anche se in molti casi continua a svolgere un ruolo condizio- nante.

6.4.1. Resistenze, difficoltà e facilità di adattamento nel contesto di

insediamento

Il passaggio dallo stile di vita familiare nel paese di origine a quello nel luogo di ricezione comporta notevoli mutamenti nell’esistenza dei migranti. Si passa da una rete sociale allargata ad una situazione in cui si deve rico- struirla, anche se si giunge in un posto dove ci sono connazionali.

6. Le forti relazioni familiari tendono ad agevolare l’affermazione sociale e quindi l’a- scesa sociale, così per le seconde generazioni è più complicato aspirarvi, dato che hanno una rete parentale poco estesa che li possa favorire, soprattutto in un contesto come quel- lo italiano.

Adesso la famiglia, purtroppo perde un po’ il senso di famiglia, perché ognuno deve cavarsela qua. Con le mie sorelle ci frequentiamo, ma non nello stesso modo come facevamo in Perù. Eravamo più legati, c’era più senso di famiglia, più voler- ci bene. Adesso un po’ di menefreghismo esiste purtroppo, perché la società ti ci porta (Mi., 38, peruviana).

La donna peruviana al momento dell’intervista viveva in una famiglia monogenitoriale, con tre figli e un lavoro da svolgere, per cui aveva enor- mi difficoltà nel gestire i figli. Quelli più piccoli spesso vengono gesti- ti dalla sorella più grande, perché evidentemente nel processo migratorio, nonostante nella stessa città dove vive, Ancona, siano presenti le sorel- le, il bagaglio relazionale di capitale sociale si è sfilacciato, situazione non frequente, ma in alcuni casi si verifica. L’allentamento della rete familia- re comporta una difficoltà sia pratica, che emotiva, ad adattarsi alla nuo- va condizione, nella quale intervengono altri tipi di difficoltà, come quella di coordinare gli impegni quotidiani lavorativi e familiari, rispetto ai quali non si può fare sempre affidamento alla rete familiare. A Cingoli (Mc) ha sede una fabbrica di trasformazione di carne avicola, dove è impiegato un elevatissimo numero di operai immigrati. Il turno della mattina inizia alle 5.00 e molte immigrate operaie ivi impiegate, che vivono in famiglie mo- nogenitoriali e con figli piccoli, spesso sono costrette a lasciare questi da soli o presso i vicini di casa. Alcuni anni fa, infatti, un assessore ai servizi sociali del Comune di Jesi, città dove vivono molti degli operai che lavora- no in questa fabbrica, aveva incentivato le famiglie italiane a cooperare con quelle di questi immigrati. Questo assessore ha agito nell’unico modo plau- sibile in una fase di progressiva diminuzione di impegni dell’ente pubblico nel welfare, facendo leva sulla solidarietà familiare, che diventa strategica e motivata dall’aiuto informale (Martin, 1995).

Per le seconde generazioni il passaggio viene vissuto con maggiore in- tensità, soprattutto, come è stato anticipato, se nel paese di origine si ave- va uno standard di consumi elevato, mentre in Italia si è costretti a condur- re una vita più umile.

Nelle piccole cose, siccome avevo un nonno, quindi quello che volevo mi veniva dato, invece, mio padre era un pochino più rigido, ma semplicemente perché pas- savo da un contesto di reddito diverso. In Marocco stavo un po’ meglio, poi sono passato ad un appartamentino piccolino, minuscolo, a frequentare una scuola, ma per poter andare a scuola usavo un autobus. In Marocco andavo in una scuola pri- vata.

D.: Il fatto che tu in Marocco vivessi uno certo status socio-economico e qua in Italia più basso, può aver determinato dei conflitti con tuo padre?

Sì, perché io chiedevo cose che mio padre si rifiutava di dare, che non poteva dar- mi e per un bambino era come un rifiuto. Non capivo che non poteva, per me non voleva (Am., 23, marocchino).

Arrivando in Italia, questo ragazzo marocchino ha dovuto affrontare, tra i tanti processi complessi, quello del riadattamento alla nuova posizio- ne all’interno della gerarchia sociale del paese di arrivo, differente da quel- la che aveva nella gerarchia del paese di origine, vivendolo con difficol- tà (Bonizzoni, 2008). Non stupisce quindi che la maggior parte dei giovani intervistati reputi le proprie famiglie da un punto di vista socio-economi- co, medio-basse, infatti, quasi nessuno pensa che con l’esperienza migrato- ria ci sia stato un miglioramento di status, sensazione accentuata dalla cri- si economica.

6.4.2. Le difficoltà di riconoscimento del ruolo genitoriale in seguito