della sociologia dell’ambiente
1. I modelli recenti nella teoria sociologica ambientale
Seguendo l’approccio impostato da Hannigan nell’attuale letteratura ap- partenente alle teorie sociologiche ambientali possiamo leggere due distinte interpretazioni: 1) le cause del degrado ambientale, legate molto da vicino ad una impostazione realista-materialista; 2) la crescita della coscienza am- bientale e dei movimenti, interpretate dalle impostazioni social- costruzioniste7.
In seguito agli sviluppi dei nuclei teorici della sociologia ambientale a cavallo tra la fine degli anni’70 ed i primi anni ’80, la disciplina ha subito forti influenze dalla mobilizzazione delle coscienze in senso ambientale e dagli orientamenti seguiti dalle scienze sociologiche in generale. La mag- giore influenza fu esercitata dall’esplosione dell’attenzione collettiva ri- guardo il riscaldamento globale ed il mutamento ambientale globale a parti- re dal 1988. Dunlap e Catton dimostrarono che la maggiore attenzione pubblica nei riguardi del mutamento globale ha facilitato la crescita e lo sviluppo della disciplina. Inoltre, in modo più significativo, la diffusione dell’informazione e della comunicazione scientifica riguardo il mutamento globale contribuì a sostenere la crescita di un’approccio sociologico am- bientale volto ad offrire priorità all’analisi del substrato materialista- ecologico della struttura sociale e della vita sociale.
Un secondo, ma contraddittorio mutamento nella sociologia ambientale intorno agli anni ’90, deriva dal mutamento culturale attivato nel suo com-
6. Kuhn Th., The structure of scientific revolution, University of Chicago Press, Chi- cago, 1962.
plesso dalla disciplina e dalla diminuita rilevanza attribuita alle sociologie di stampo strutturalista o materialista. Il crollo dei sistemi politici socialisti dell’est europeo, la crescente influenza delle ideologie conservatrici e la diminuita attrattività del marxismo e del socialismo contribuirono alla de- crescita della capacità persuasiva di alcune delle maggiori componenti ma- terialiste della sociologia quali il neo-marxismo e l’economia politica. Allo stesso tempo, l’interesse suscitato dagli studi di stampo culturologico, quali il costruttivismo, femminismo, postmodernismo, semiotica per citarne al- cuni fra i più rilevanti, si è riversato con forza all’interno della teoria socio- logica generale. Questa situazione ha determinato una rapida ed impetuosa crescita della sociologia della cultura e dei processi culturali, una sempre maggiore influenza delle prospettive microsociologiche ed una minore rile- vanza delle teorie strutturali.
La conseguenza del mutamento in senso culturologico occorso alle di- scipline sociologiche è stata la crescente apertura nel considerare l’ambientalismo ed i fenomeni ad esso correlati come dotati di senso e si- gnificato sociale; in tal modo alcuni fra i maggiori esponenti della discipli- na, come Giddens e Beck, furono legittimati a porre maggiore enfasi e rile- vanza sui comportamenti e convinzioni ambientali e, negli ultimi anni, ai sociologi ambientali-culturali ed alle sociologie correlare si consentì di ef- fettuare notevoli incursioni nel cuore della sociologia ambientale. Dickens, Greider e Gafkovich, McNaughten e Urry, Brule e Yearley sono alcuni e- sempi dell’ “invasione culturale” durante gli anni ’90. La sociologia dell’ambiente attualmente è sempre più impegnata in analisi e dibattiti in cui ricoprono una sempre maggiore rilevanza concetti quali modernità, po- stmodernità, società del rischio. Ugualmente significativo è stato l’indirizzo seguito dai sociologi della scienza, e dalle loro nozioni sulla costruzione sociale della conoscenza scientifica, all’interno dell’arena della sociologia ambientale poiché ha determinato una crescita della ricerca nelle scienze ambientali e delle connessioni tra la produzione di conoscenza ambientale e la politica e i movimenti.
Gli orientamenti degli ultimi dieci anni della sociologia ambientale ri- sultano evidentemente abbastanza confusi e irregolari, del resto l’importanza e la legittimazione che gli studi relativi ai rapporti tra ambien- te e società hanno assunto non è mai stata così significativa all’interno della sociologia. Allo stesso tempo, gli approcci che negli ultimi venti anni han- no costituito il nucleo di maggiore interesse nella disciplina, materialismo, strutturalismo, e realismo, hanno perso la loro carica di significatività e la loro forza di persuasione. È importante, inoltre, notare, che questi orienta- menti contraddittori e diversificati hanno fatto sorger molte polemiche e di-
battiti all’interno della sociologia ambientale. Dunlap e Catton e Murphy, ad esempio, hanno elaborato schemi molto critici riguardo la postulata in- vasione della disciplina da parte degli approcci cultural-costruttivisti. Tutti hanno affermato che una sociologia ambientale cultural-costruttivista è in- compatibile con una sociologia capace di riconoscere la substruttura mate- riale e biofisica degli stati-nazione e della società globale.
Per queste ragioni, afferma Buttel, la sociologia ambientale negli ultimi anni ha accresciuto il suo grado di specializzazione e, in una certa misura, è stata “balcanizzata”8. Poichè alcune delle teorie più influenti sono essen- zialmente delle “metateorie”, e non si prestano agevolmente ad essere testa- te o falsificate, si è verificata una tendenza ad abbracciare le teorie a medio raggio. Alcuni ricercatori, in particolare quelli interessati maggiormente ai processi estrattivi delle risorse naturali qual ad esempio, l’agricoltura, cave, miniere e risorse forestali, si sono trovati maggiormente a loro agio con una prospettiva teorica che guardava senza preconcetti alla sostanziale unicità della qualità e del degrado ambientale.
La sociologia ambientale, pertanto, ha mostrato, soprattutto durante gli anni ’90, un carattere duale. Da una parte, rimane fortemente influenzata dalle correnti di pensiero legate agli studi di matrice materialista-realista (molti dei quali affondano le loro radici nella sociologia rurale), che attri- buiscono maggiore importanza ed enfasi nei processi volti a rivelare la sub- struttura materialista-ecologica delle società moderne. Allo stesso tempo, la disciplina si trova oggi in una fase di maggior dissenso e disaccordo sui presupposti teorici rispetto a dieci anni fa. In larga parte questa situazione è dovuta al mutamento culturologico della sociologia ambientale ed alla sfida che la sociologia dei processi culturali ambientali ha lanciato al nucleo ma- terialista della disciplina.
Mentre viene riconosciuto che la sociologia dell’ambiente sta affrontan- do una sfida importante causata dai conflitti in atto nei riguardi del ruolo che il costruzionismo sociale e la sociologia dei processi culturali devono giocare, è anche possibile affermare che questa situazione sta caratterizzan- do lo stato attuale della disciplina come un periodo creativo e produttivo: il campo è oggi caratterizzato da maggiore dibattito e confronto.
La sociologia ambientale durante la seconda metà degli anni ’90, sebbe- ne come subdisciplina della sociologia raccogliesse come non mai consenso e partecipazione, ottenne questo successo muovendo i suoi passi dal preci-
8. Buttel F., Reflections on the potentials of ecological modernization as a social theory, in Nature, Science, Sociétés, 1, 2000.
pizio del dissenso e del disordine metodologico. Aspetti di “partigianeria” al servizio del realismo ecologico contro il costruzionismo sociale e nei confronti del dibattito riguardo la posizione intrinsecamente “esenzionali- sta” e non ecologica del marxismo, hanno caratterizzato il confronto. Que- sto confronto, poiché si concentra maggiormente sull’apparente superiorità o inferiorità di un o l’altro sistema teorico o paradigma sull’altro invece che sui temi e gli argomenti di carattere ambientale in gioco, può risultare non particolarmente fertile e fruttuoso per la disciplina: c’è, per così dire, poco da scegliere tra il nuclei teorici centrali di entrambe. Ad esempio, il concet- to che esiste una realtà materiale chiaramente oggettiva che concerne i temi della riduzione dell’ozono e dell’inquinamento atmosferico è non meno ve- ro del concetto che le interazione umane con l’ambiente sono sociali, me- diate simbolicamente e relazionali.
Maggiori progressi potrebbero essere raggiunti se alcune di queste di- scussioni fossero disaggregate in temi o argomenti più circostanziati e spe- cifici.