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La dimensione spaziale della vita sociale

5. Lo spazio politico globale

Un’immagine ricorrente nella gran parte della letteratura cresciuta negli anni Novanta raffigura uno Stato entrato in una fase di irreversibile obsole- scenza, accerchiato dalla potenza della finanza internazionale e ormai inca- pace di controllare i flussi di merci, persone e capitali. Secondo queste let- ture, la contraddizione latente tra uno spazio politico necessariamente limi- tato e uno spazio economico virtualmente privo di barriere esplode verso la fine del XX secolo, in corrispondenza con l’affiorare delle dinamiche più spinte della globalizzazione. Come numerosi critici hanno evidenziato, molte delle posizioni emerse a proposito della globalizzazione hanno deli- neato previsioni talvolta piuttosto disinvolte, ma la tesi del logoramento del modello di sintesi statale uscito dalla modernità europea è stata comunque sostenuta anche con argomentazioni sistematiche e studi approfonditi. Uno degli aspetti più controversi e interessanti del dibattito sulla trasformazione dello Stato è rappresentato, però, proprio dal quesito intorno al radicamento spaziale. Il sorgere e il consolidarsi di una nuova dimensione spaziale ten- denzialmente globale sembra infatti scalzare le basi della spazialità politica moderna, plasmata nel corso di più di cinque secoli proprio dagli Stati na- zionali. E, come è stato scritto, sembra di assistere alla «fine del conteni- mento dell’illimitato nel limitato, cioè di uno dei presupposti spaziali della politica moderna, del comando della politica sull’economia, o almeno della

74. Sulle regioni in Europa, si vedano, in una ormai vasta ed eterogenea letteratura, Kea- ting M. eB. Jones, a cura di,Regions in European Community, Clarendon Press, Oxford

1985; Keating M. eB. Jones, a cura di, The European Union and the Regions, Clarendon Press, Oxford 1995; Keating M. eJ. Loughlin, a cura di, The Political Economy of New Re-

gionalism, Frank Class, London - Portland 1997; Keating M., The New Regionalism in Western Europe. Territorial Restructuring and Political Change, Frank Cass, London -

Portland 1998 ; Balme R., a cura di, Les politiques du néo-régionalisme, Economica, Paris 1996 ; Le Galès P. e Lequesne Ch., a cura di, Regions in Europe, Routledge, London-New York 1998; Loughlin J. et Al., Subnational Democracy in the European Union. Challenges

possibilità di dare all’economia e alla società una figura e una forma politi- ca»75.

Nella transizione alla globalizzazione – o, secondo l’espressione propo- sta da Bauman, alla “modernità liquida” – sembra così per molti versi giun- gere a piena maturazione quella stessa tendenza del capitale, già celebrata da Marx ed Engels in una celebre frase del Manifesto, a “svaporare” tutto quanto di stabile esista nei rapporti sociali, nelle tradizioni e nelle istituzio- ni76. Al tempo stesso, però, la “liquefazione” del tempo e dello spazio sem- bra anche condurre all’estrema conclusione quella epocale rivoluzione del- lo spazio di cui Carl Schmitt ha delineato le tappe nel suo memorabile Land und Meer77. Proprio rivisitando la mitologia della contrapposizione fra gli elementi fondamentali, all’interno della sua suggestiva “considerazione sul- la storia del mondo”, Schmitt intende infatti terra e mare come simboli di due modalità opposte dell’esistenza umana. Più ancora della millenaria di- varicazione tra Oriente e Occidente78, nella prospettiva di Schmitt l’opposizione fra l’elemento terrestre e la dimensione marittima equivale però, oltre che a una irriducibile polarità nelle condizioni esistenziali, so- prattutto all’opposizione di due modelli antitetici di sovranità. L’alternativa fra «l’ordinamento spaziale della terraferma» e «l’ordinamento spaziale del mare libero»79 corrisponde così all'alternativa tra due divergenti modalità di aggregazione e conquista, e proprio per questo la storia del mondo, ben più che presentarsi come il susseguirsi di conflitti di classe, risulterebbe segnata dall’ininterrotto riproporsi dell’eterna lotta di «potenze marinare contro po- tenze di terra e di potenze di terra contro potenze marinare»80.

Benché Schmitt, già all’indomani del secondo conflitto mondiale, con- siderasse ormai come virtualmente conclusa la vicenda del vecchio Nomos della terra, definitamene tramontato insieme allo jus publicum europaeum e

75. Galli G., Spazi politici. L’età moderna e l’età globale, Il Mulino, Bologna, 2001, p. 135.

76. «Alle Ständische und Stehende verdampft» – scrivevano infatti Marx ed Engels – «alles Heilige wird entweit, und die Menschen sind endlich gezwungen, ihre gegenseitigen Beziehungen mit nüchternen Augen anzusehn». Cfr. Marx K. e F. Engels, Manifest der

Kommunistischen Partei, London, 1848.

77. Schmitt C., Terra e mare. Una considerazione sulla storia del mondo, 1942, ed. cit. Giuffrè, Milano, 1986: p. 60.

78. Cfr. ad esempio Jünger E., Il nodo di Gordio, in Jünger E. eC. Schmitt, Il nodo di

Gordio. Dialogo tra Oriente e Occidente nella storia del mondo, 1953, ed. it. a cura di C.

Galli, Il Mulino, Bologna, 1987.

79. Schmitt C., Il Nomos della terra nel diritto internazionale dello «jus publicum euro-

paeum», Op. cit.: p. 29.

al modello moderno di sovranità statuale, non è difficile scorgere nelle di- namiche della “globalizzazione” contemporanea gli esiti estremi prodotti dalla “nuova esistenza marittima”81. In questo contesto la distesa degli oce- ani, ormai pienamente dominata dalla tecnica e inghiottita in una nuova dimensione spaziale, cessa – almeno apparentemente – di rappresentare un elemento differente e antagonista rispetto alla terra. Più semplicemente, va a costituire un tassello del nuovo assetto dello spazio politico, un assetto ancora magmatico, informe e forse ancora per gran parte teoricamente inaf- ferrabile82. Un assetto in cui la vittoria delle potenze marittime, delle talas- socrazie cosmopolitiche, sembra determinare, oltre all’erosione delle capa- cità di governo territoriale dello Stato, addirittura la fine della stessa fun- zione ordinativa della politica83. Ma in cui, forse, è persino destinata a rie- mergere - come esito di una contestuale tendenza alla frammentazione loca- listica - anche la ricerca di un nuovo legame con il territorio84.

81. Una lettura di questo tipo, focalizzata sul caso europeo, è ad esempio sviluppata da Maria Rosaria Ferrarese, Il diritto europeo nella globalizzazione: fra terra e mare, in Qua-

derni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno, 31, 2002, I: pp. 11-38.

82. Su questo nodo, offrono ad esempio interessanti elementi di riflessioni i lavori, tra loro molto diversi per impostazione e metodo, di Galli C., Spazi politici. L’età moderna e

l’età globale, Il Mulino, Bologna, 2001 e Hardt M. e A. Negri, Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione, 2000, ed. cit. Rizzoli, Milano, 2002.

83. In questo senso, si vedano le note di discussione di C. Galli, Spazio e consenso nella

politica globale, e D. Zolo, Gli spazi della politica, compresi in Ghepardi R., a cura di, Poli- tica, consenso, legittimazione. Trasformazioni e prospettive, Carocci, Roma 2002, rispetti-

vamente alla pp. 49-59, e pp. 60-66, ma, di Galli, si vedano anche le considerazioni esposte in Guerra senza spazio, «Micromega», 2001, 5, pp. 91-100, e riprese in Id., Guerra globale, Laterza, Roma – Bari 2002.

84. Cfr. Clark, I., Globalizzazione e frammentazione. Le relazioni internazionali nel XX

Sezione II

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