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Sociologie della città

3. Il paesaggio urbano, tra sedimentazioni storiche e dimensione me tropolitana

Nel panorama delle ricerche sul territorio urbano contemporaneo l’importanza attribuita al “paesaggio” urbano non è stata delle più grandi. Un tratto saliente si può percepire all’interno dello stesso panorama: accan- to agli studi storici e morfologici degli anni ’70, si delineano quelli mono-

grafici su singole grandi città e sulle città medie per lo più italiane ma an- che straniere. Nella “Geografia urbana” pubblicata dalla Utet8, alla sugge- stione della descrizione di città che possono anche essere facilmente comu- nicate con immagini, se c’è alla base la realizzazione di un’esperienza di- retta9, si affiancano saggi che interessano più direttamente lo studioso quali il riscontro territoriale delle grosse ondate migratorie dalla campagna alla città (che è l’aspetto caratterizzante la formazione del territorio urbano con- temporaneo, come una particolare configurazione ed organizzazione dello spazio), o le diverse sfumature dell’integrazione tra le etnie che convivono in determinate aree urbane.

La complessità che il paesaggio urbano racchiude, per via della quale l’interpretazione è spesso parziale o privilegia i soli aspetti artistico- formali, deriva anche dal fatto che le fonti a cui si fa riferimento sono studi specialistici di differente taglio disciplinare. Questa considerazione è im- portante per capire l’evoluzione della realtà urbana europea fino all’attuale configurazione. Infatti, mentre ancora alla fine del XIX secolo si conside- rava la realtà urbana come un insieme di elementi, che colti visivamente originano un “paesaggio”, la riflessione attuale supera questo aspetto inizia- le del rapporto uomo ambiente e coglie, o tenta di cogliere, con i mezzi più propri, la dinamica di realtà economiche, sociali, culturali ed ideologiche che concorrono a delineare un determinato contesto territoriale in un dato momento, considerandolo in maniera globale. Stefano Boeri, a tale proposi- to, sottolineando il tipo di approccio conoscitivo che predilige l’evidenzia- zione delle dinamiche strutturanti e la scoperta dell’“armatura urbana”, so- stiene che, per paradossale che sia, l’emergenza del processo di unificazio- ne politica dell’Europa e il dibattito sulle forme più appropriate di “integra- zione”, sembrano aver accresciuto l’incertezza del territorio europeo fino al punto che si potrebbe sostenere, ed è anche qui un paradosso, che l’Europa è tutto fuorché un territorio. Affermazione forte che, probabilmente, secon- do lo stesso Boeri, trova giustificazione, a tutt’oggi, nell’esistenza di una pluralità di scenari possibili, di territori possibili, per l’Europa, ciascuno con la pretesa di uniformare lo spazio europeo alla propria personalità.

Infatti la politica, anche quella monetaria, che addirittura nelle linee pro- grammatiche del “nocciolo duro” prevede un allargamento ad est, più che

8. Cori et al., Geografia Urbana, Utet, Torino.

9. Questa affermazione trova una sostanziale motivazione nell’affermazione di Lynch che l’immagine (dell’ambiente nelle sue molteplici declinazioni) «è il prodotto sia della sen- sazione immediata che della memoria di esperienze passate e viene usata per interpretare le informazioni e per guidare gli atti» in L’immagine della città , Marsilio Venezia 1964.

favorire la nascita dell’auspicata Europa unita, prefigura, invece, in modo più o meno esplicito, una divisione dello spazio continentale in zone d’influenza e bacini di controllo. Dal loro canto, continua ancora Boeri, le politiche di controllo dei processi di immigrazione disegnano continuamen- te nuovi perimetri dello spazio europeo. Si intravede cosi una Europa in ne- gativo che, secondo l’area geografica che si guarda, approda al riparo dei Balcani, lungo le coste pugliesi e siciliane o fino a Gibilterra.

Eppure, sostiene ancora l’architetto di Multiplicity, non è questo il mo- dello di rappresentazione del territorio europeo che Bruxelles sembra con- templare; al contrario, che si parli di grandi potenze, di arcipelaghi, di pro- tettorati o di grandi organismi economici in estensione, predomina il pro- getto di un’Europa basata su un sistema politico-economico dotato di un perimetro territoriale definito e circoscritto10.

Nel territorio urbano contemporaneo del contesto europeo, più realtà differenti, anche distanti tra loro come origine sociale e culturale, sono av- vicinate da un percepire sintetico. La similarità dei luoghi del territorio ur- bano contemporaneo è anche testimoniata da logiche fondative simili, deri- vanti da processi che hanno avuto una rilevanza sovraterritoriale ed una portata “mondiale”. La rivoluzione industriale prima e la grande crescita

10. Traduzione personale di Notes pour un programme de recherche Les territoires de

la projection: «Pour paradoxal que ce soit, l’émergence depuis quelques années d’un pro-

cessus d’unification politique de l’Europe et le débat sur les formes les plus appropriées d’ intégration semblent avoir accru l’incertitude sur la nature du territoire européen. Au point que l’on pourrait soutenir que l’Europe d’aujourd’hui est tout, sauf un territoire. Cette incer- titude résulte avant tout d’un excès de territoires possibles de l’Europe future; ou mieux, d’un excès de scénarios géopolitiques en discussion, chacun d’eux prétendant projeter sa personnalité dans l’espace européen. Alors que la politique monétaire soutenue par les membres du noyau dur réfléchit aujourd’hui principalement en termes d’annexion des Etats nationaux (ses protagonistes discutent aujourd’hui de la gradation et des priorités d’un élar- gissement – principalement vers l’Est – de l’espace économique européen), la construction d’une politique de défense de l’Europe unie préfigure au contraire, de manière plus ou moins explicite, une division de l’espace continental par zones d’influence, par bassins de contrôle; un système de régions périphériques liées aux pays membres par des traditions d’hégémonie politique, linguistique, culturelle. De leur côté, les politiques de contrôle des processus d’immigration dessinent en continu de nouveaux périmètres d’exclusion de l’espace juridique européen : une Europe en négatif qui, selon l’aire géographique que l’on regarde, aboutit à l’abri des Balkans, le long des côtes des Pouilles et de Sicile ou à Gibral- tar. Mais, malgré l’excès de “territoires implicites” produits à partir de ces trois grands ques- tions, à bien y regarder, Bruxelles semble cultiver aujourd’hui un modèle dominant de re- présentation du territoire européen. Que l’on raisonne en termes de grande forteresse, d’archipel de protectorats, de grand organisme économique en extension, prédomine à cha- que fois le projet d’une Europe contemporaine bâtie sur un système politico-économique doté d’un périmètre territorial défini et circonscrit» di Stefano Boeri.

urbana avvenuta dopo la seconda guerra mondiale, sono tra gli avvenimenti che più in generale e quasi ovunque hanno modificato la città dell’Europa allargandone la maglia urbana e inglobando con la rapida crescita delle aree abitate ampie parti di campagna. Interi contesti precedenti vengono com- pletamente cancellati, ne restano all’interno della città Europea tracce, se- gni (spesso nei parchi urbani o nelle fasce perturbane); interi isolati sono trasformati dall’apertura di viali, nuove costruzioni in altezza, razionalizza- zione dello spazio e del suolo urbano.

Una visione notturna dal satellite rappresenta oggi l’Europa come un’unica immensa città. Ma anche mappe e rilievi areofotgrammetrici ci confermano la straordinaria antropizzazione del continente europeo e la crescita dei territori di “città diffusa”. L’Europa è oggi una città policentri- ca che si estende su gran parte del continente, dotata di aree centrali e di zone periferiche, di “corridoi naturali”, di waterfront, di “terrain vagues”. Essa è diventata una città composta da nuclei urbani specializzati, ampie zone a bassa densità edilizia, aree più dense – contrassegnate dai centri di antica formazione – grandi radure naturali, zone costiere quasi completa- mente urbanizzate. Una megalopoli articolata in zone a diverso sviluppo, percorsa da una fitta rete di canali di traffico e innervata da un denso siste- ma di reti infrastrutturali e di servizio. Reti spesso invisibili, che ospitano e orientano flussi di comunicazioni, uomini e merci che scorrono tra i diversi nodi della città Europa. Carte e mappe più ravvicinate ci parlano di questa immensa città continentale e in particolare di quattro sue caratteristiche: L’Europa è una città ad alta densità di persone e cose. L’Europa è una città composta da parti straniere. L’Europa è una città dove non si cancella mai nulla. L’Europa è una città dove sono in molti a decidere. Nel momento in cui il mondo è percorso da rischi e conflitti, USE11 propone un’immagine dell’Europa come di uno spazio che cambia dal basso e sperimenta nuove forme di aggregazione e nuovi insoliti paesaggi sociali. È in questi luoghi, posti spesso alla periferia dell’immaginario geopolitico prodotto a Bruxel- les e a Strasburgo, che l’Europa sta cambiando più in fretta. È qui che si manifesta con più evidenza il “nuovo” ed è possibile immaginare il futuro del nostro continente.

Nella città e nei territori urbani del contesto europeo, al graduale muta- mento della struttura urbana, si contrappongono delle invarianti riscontrabi-

11. Stefano Boeri è stato curatore del settore Architettura della Triennale di Milano, per la quale ha realizzato nel 2002, “U.S.E. Uncertain states of Europe”, una ricerca sul futuro dell’Europa (USE- Un viaggio nell’Europa che cambia, Skira editore, Milano, 2003 (www.useproject.net).

li nella persistenza del “paesaggio storico” coincidente con il centro della città che, pur con la grande introduzione di nuove funzioni, rimane ricco di significati simbolici, di identità per gli abitanti, di informazioni. Ma la rapi- da espansione urbana dei nostri tempi trasforma l’aspetto e la natura che prima appartenevano ad una specifica forma o organizzazione spaziale di attività e relazioni: la città. Le funzioni terziarie si infittiscono localizzan- dosi nel centro, il paesaggio storico prima ricordato; le funzioni residenziali e industriali si “dilatano”, si espandono casualmente sul territorio, su quello che in origine circondava la città, cancella “i limiti”, i confini degli origina- ri agglomerati urbani e si “polverizza” in una miriade di forme insediative, produttive, infrastrutturali.

4. Disaggregazione e reticoli planetari: territori urbani nella globaliz-

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