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Implicazioni dei risultati ottenuti per le politiche di cooperazione nella R&S

Alfredo Del Monte

6. Implicazioni dei risultati ottenuti per le politiche di cooperazione nella R&S

6.1. Criteri di selezione e ammissibilità al finanziamento pubblico Alla luce delle considerazioni precedenti si ritiene che per il successo di un programma pubblico in favore della R&S collaborativa, è importante che vi sia una chiara complementarietà dei partners per quanto riguarda le compe- tenze. Una particolare attenzione a questo aspetto eviterebbe la partecipazione al progetto di soggetti che non posseggono specifiche competenze ma che vi aderiscono solo per ragioni opportunistiche.

È importante inoltre, come già detto, fare molta attenzione a non consentire, specie nei settori tradizionali, un numero troppo elevato di attori per progetto. Non è inoltre opportuno stabilire soglie minime per progetto finanziato, date le elevate differenze settoriali. Soglie minime, infatti, in aree di piccole imprese aumentano eccessivamente il numero di attori per progetto con il rischio di elevare di molto i costi di coordinamento.

Per quanto poi riguarda la possibilità di regolamentare nei bandi la prote- zione legale dell’attività intellettuale tale protezione non è vista dagli innovatori come un elemento indispensabile. Alla luce di ciò appare difficile fornire regole rigide e precise per quanto riguarda la combinazione ottimale di intensità della protezione legale e di livello dei sussidi.

6.2. La scelta della governance

Il problema della governance appare particolarmente importante nel caso dei distretti tecnologici, in quanto essa può fare la differenza per quanto riguarda la politica a favore della R&S. Ad esempio, vi potrebbe essere uno specifico apporto dell’organismo di governance grazie al quale le imprese investono di più in R&S di quanto avrebbero fatto in assenza della struttura di governance, ma in presenza di un ammontare analogo di sussidi pubblici. Se una tale differenza esiste, essa va imputata all’azione della struttura di governance.

Proprio per questo bisogna fare particolare attenzione a che venga scelta la governance più adatta per il buon funzionamento del distretto, tenendo bene in considerazione le condizioni del contesto di riferimento. In aree ove sia le grandi imprese e sia le piccole e medie imprese hanno sviluppato una buona capacità di assorbimento, la presenza di intermediari può facilitare il succes- so delle politiche collaborative. Tali intermediari non devono tuttavia essere necessariamente pubblici né tanto meno è necessario che esista un organismo strutturato denominato distretto tecnologico.

Nel caso di aree ove dominano piccole e medie imprese con bassa capacità di assorbimento, la presenza di un DT ben gestito è in grado di stimolare gli innovatori a collaborare, di facilitare la presentazione delle domande, e di meglio coordinare i vari attori. È chiaro che non sempre è facile riuscire ad avere una gestione del distretto con tali caratteristiche per cui l’ente regione deve essere molto attento ad utilizzare le forze già presenti e funzionanti sia fra le associazioni imprenditoriali sia in istituzioni preesistenti.

6.3. Struttura degli incentivi

Bisogna poi dedicare particolare attenzione ad un meccanismo di incentivi che favorisca la rivelazione dei costi effettivi da parte degli attori. Ciò può essere fatto costruendo un indice (Del Monte, 2014) in base al quale ordinare i progetti da finanziare. Tale indice, coeteris paribus, ha un valore inverso al contributo richiesto da ogni attore per il progetto. Quanto più alto è tale indice, maggiore sarà la probabilità che il progetto sia finanziato. Se gli attori chiedono un elevato valore di contributo potranno ricevere una somma alta come incentivo, ma si troveranno ad avere un basso valore di tale indice e quindi saranno posizionati in basso in graduatoria. La probabilità di finanziamento del progetto sarà bassa. D’altronde, se gli attori chiedono un valore basso del contributo, risulterà un valore elevato di tale indice ed un alta probabilità di essere finanziati. In tal caso, tuttavia, il finanziamento pubblico potrà essere insufficiente a finanzia- re il progetto con il rischio di subire una perdita. L’esistenza di tale trade-off dovrebbe spingere i partecipanti al progetto a richiedere un valore dell’incentivo non lontano da quello necessario. Per garantire che i costi del progetto siano rapportati alle effettive attività da svolgere, occorre un meccanismo di incentivi che favorisca la rivelazione dei costi reali da parte degli attori.

Inoltre, è bene ricordare che è l’inefficienza delle procedure relative alla scelta dei progetti ed al loro finanziamento che influisce negativamente sull’am- montare dei finanziamenti richiesti e sulla loro efficienza. Tale punto appare quindi molto importante per l’efficacia delle politiche collaborative.

7. Conclusioni

La nostra analisi evidenzia come i distretti industriali tecnologici presi in considerazioni presentano caratteristiche molto diverse fra loro e gli effetti delle politiche collaborative per la R&D possono essere molto differenti. Nel caso del Mezzogiorno la nascita di distretti a prevalenza di imprese non locali di grandi dimensioni e in settori tecnologicamente avanzati è stata favorita dalla contemporanea presenza di grandi imprese e università e centri di ricerca oltre che dalla presenza di politiche pubbliche. In questi casi la collaborazione

fra grandi imprese e università e centri di ricerca è stata più intensa di quella fra grandi e piccole imprese. In questi distretti appare difficile che in assenza di una specifica politica di incentivi si possano mantenere i livelli di collabo- razione raggiunti. Viene inoltre confermato l’importanza di una governance efficiente del distretto per la scelta dei partners ed il coordinamento dei vari progetti. Non è chiaro però se in tali distretti la politica per la collaborazione nella R&D abbia conseguito risultati rilevanti in termini di addizionalità di input o di ouput.

Nel caso dei distretti caratterizzati da prevalenza di piccole e medie impre- se si può dire che la politica a favore dei distretti tecnologici ha stimolato nel Mezzogiorno la collaborazione fra imprese e fra imprese e centri di ricerca. Si è inoltre registrata addizionalità delle spese di ricerca. Purtroppo non si hanno sufficienti informazioni per valutare l’efficienza delle risorse utilizzate. In ogni caso la politica per i distretti tecnologici necessita, specie al Sud, pro- fonde modifiche nella direzione in precedenza indicata se si vogliono ottenere significativi risultati in termini di efficienza e addizionalità.

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Appendice

Descrizione costruzione tabelle 1 e 2

Le tabelle 1 e 2 sono state costruite utilizzando come riferimento i siti web di ogni singolo distretto. In particolare in ogni sito web abbiamo cercato l’elenco dei soci e dei partner (ove possibile) e costruito opportuna tabella. Quando i siti non erano aggiornati con l’elenco dei soci, si è provveduto a cercare in rete l’atto costitutivo del DT con annesso elenco dei soci e riportati manualmente nella tabella in formato Excel.

Molto spesso sui siti web non si faceva la distinzione tra soci e partner, ma vi era un unico elenco con tutti gli attori appartenenti al DT, pertanto l’utilizzo degli atti costituitivi è stato fondamentale per accertare l’effettivo ruolo del soggetto all’interno del DT.

Completata la prima fase di costruzione delle tabelle e elenco dei soggetti appartenenti ai DT con specifica anche del ruolo all’interno del distretto, si è provveduto ad inserire per ogni soggetto il rispettivo codice fiscale o p. iva. Questa operazione di ricerca dei CF o P. Iva è stata fondamentale in modo da costruire una chiave primaria associata ad ogni singolo attore, così da incro- ciare la tabella sopra descritta con le informazioni contenute nella banca dati REPOS 2014.

Infatti una volta costruita un’unica grande tabella (da ora anag_dt) con informazioni anagrafiche sui soggetti appartenenti al DT, il passo successivo è stato quello di incrociare la tabella sopra citata con i dati sia di AIDA (Bureau Van Dijk), sia OPENCOESIONE (Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri) per recuperare informazioni di natura anagrafica (ragione sociale, forma giuridica, anno di costituzione, regione sede legale). Infine, raccolte tutte queste informazioni, si è proseguito con un’ulteriore operazione di pulizia e di codifica, infatti non tutti i soggetti erano presenti in AIDA e in OPENCOESIONE, pertanto per i rimanenti si è proceduto a completare i campi vuoti raccogliendo manualmente le informazioni per completare la tabella anag_DT. Un ultimo passo ha riguardato l’assegna- zione ad ogni soggetto appartenente al DT del suo ruolo (pubblico o privato).

La tabella (anag_DT) così costruita è stata in definitiva inserita nella banca dati REPOS 2014 e nel suo sottoschema DT_ob1, così da arricchire le informazioni sia sui soggetti, che sui progetti avviati dai DT appartenenti alle regioni obiettivo di convergenza.

Tutte queste fasi, sopra descritte, sono state funzionali alla stesura delle tabelle sopra riportate e per i lavori ancora in progress sui DT.

Di seguito si riporta uno schema delle informazioni in possesso sui DT nella banca dati REPOS 2014:

REPOS 2014

ANAG_DT: informazioni sui DT approvati dal

MIUR, non solo Ob_1, ma non informazioni su tutti i soggetti appartenenti ai DT

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