In Europa dopo la II guerra mondiale ci fu un consenso generale per iniziare la ricostruzione e questo portò al miracolo economico degli anni ’60. È, ad esempio, del tutto evidente che dopo un disastro naturale, come un terremoto, imprese, istituzioni e persone devono assieme investire nella ricostruzione. Invece, dopo l’attuale lunga crisi economica si osserva come nelle imprese e nelle istituzioni prevalgano la sfiducia, la rassegnazione e la tendenza ad adeguarsi alle opinioni prevalenti e il conformismo, che è il con- trario dell’imprenditorialità. Le regole del Fiscal Compact non sono sufficienti per promuovere la ripresa economica in Europa ed è necessario un patto per la crescita o Growth Compact.
Gli investimenti non devono essere rinviati dalle imprese e dagli enti pub- blici, perché non è accettabile che questi attori abbiano come priorità quella di risparmiare o di disinvestire quale rimedio per meramente sopravvivere. La logica dell’efficienza, della competititività o della mera sopravvivenza, riducendo i costi, non è sufficiente se non viene integrata dalla logica dell’ef- ficacia, che porti gli attori ad aumentare i ricavi e a creare nuove produzioni. Infatti, nella scelta dei nuovi investimenti è certamente indispensabile ma non sufficiente verificare che i prezzi siano superiori ai costi o se i capitali investiti avranno un rendimento positivo. Invece, è innanzitutto necessario definire nuove strategie a medio termine delle stesse imprese e delle istituzioni, sco-
prire le caratteristiche delle nuove produzioni e valutare se queste produzioni siano giustificate o convenienti per la loro capacità di rispondere ai bisogni più urgenti dei cittadini e dei consumatori.
Gli investimenti non dipendono solo dalle condizioni economiche e finan- ziarie esterne di mercato e che ne condizionano la valutazione finanziaria; essi richiedono anche alle imprese e alle istituzioni la creatività, l’ambizione di agire e il coraggio indispensabili. Le imprese e le istituzioni innovative devono avere sia le capacità tecniche sia le capacità di prendere decisioni innovative, dato che “l’imprenditorialità” richiede l’esistenza oltre che delle competenze anche di una motivazione forte e della volontà politica di agire tempestivamente. Sono questi i fattori critici mancanti che ormai da diversi anni hanno spinto a rinviare le decisioni di investimento nel mondo delle imprese e delle istituzioni e che hanno portato ad una continua diminuzione delle capacità produttive e dell’efficienza delle produzioni, oltre che a una riduzione dell’occupazione e a un tasso di crescita molto basso.
Possiamo quindi affermare come disse Carlo Cattaneo nel “Del Pensiero come principio d’economia pubblica” (1861): “Raccogliendo, diremo che ogni trattato d’economia pubblica, dovrebbe formalmente classificare tra le fonti della ricchezza delle nazioni l’intelligenza e la volontà: l’intelligenza, che scopre i beni, che inventa i metodi e gli strumenti, che guida le nazioni sulle vie della cultura; la volontà, che determina l’azione e affronta gli ostacoli”.
Per rilanciare la crescita economica sono quindi necessarie maggiori cono- scenze e analisi economico-finanziarie e anche maggiori capacità di decisione, di concertazione o di coordinamento. Questo è tanto più vero in un’economia moderna, ove il capitale intellettuale o la conoscenza sia tecnologica che orga- nizzativa e il loro sviluppo in progetti industriali validi sono indispensabili per consentire l’innovazione. Inoltre, con riferimento alla “volontà”, in un sistema di mercato moderno le decisioni sui progetti di investimento e di innovazione delle imprese private e delle istituzioni pubbliche richiedono che i diversi attori siano fortemente motivati a tradurre in realtà la strategia industriale o di sviluppo economico che è stata definita a livello politico, che tali attori non siano ostacolati nell’attuazione di tale strategia né da vincoli interni, come la mancanza di ambizione e coraggio, né da ostacoli esterni e infine che ci sia un consenso tra i diversi attori sulla strategia che assieme si intende realizzare.
La politica economica per il rilancio dell’economia europea non può essere solo attuata dalle istituzioni europee e nazionali, ma richiede un approccio dal basso (bottom-up), che implica la mobilitazione di molti attori presenti sul territorio nei diversi Paesi e non solo delle piccole e delle grandi imprese multi- nazionali e dei governi nazionali e delle istituzioni europee. Infatti, il disegno, l’organizzazione e il finanziamento di grandi progetti di sviluppo richiede anche un ruolo pro-attivo di numerosi attori: le università e il mondo dei servizi pro- fessionali ad alta intensità di conoscenza, le banche di investimento nazionali
e gli internediari finanziari non bancari, i governi e le amministrazioni pub- bliche delle città e delle regioni, le grandi imprese di servizi collettivi (Public Utilities) specializzate nel trasporto, energia, servizi ambientali e costruzione di infrastrutture e di abitazioni, e non ultimo le comunità dei cittadini e le loro associazioni non profit a livello locale. In conclusione, la ripresa dell’economia europea deve iniziare dal territorio e da un grande programma di investimenti, che miri a rispondere ai bisogni dei cittadini europei che vivono nell’ampia rete dei centri urbani che caratterizzano il territorio europeo.
Bibliografia
Libri pubblicati e disponibili sul sito del Gruppo di Discussione: http://economia.uniroma2.it/dmd/crescita-investimenti-e-territorio
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Milano: Egea.
Contributi di: Maurizio Baravelli, Raffaele Barberio, Massimo Battaglia, Marco Bellandi, Luca Beltrami Gadola, Alberto Bramanti, Giampio Bracchi, Aurelio Bruzzo, Roberto Camagni, Riccardo Cappellin, Salvatore Capasso, Enrico Ciciotti, Innocenzo Cipolletta, Vittorio Coda, Fulvio Coltorti, Cosmo Colonna, Giancarlo Corò, Augusto Cusinato, Marco Di Tommaso, Giuseppe Farina, Fiorenzo Ferlaino, Marco Frey, Gioacchino Garofoli, Anna Gervasoni, Maria Letizia Giorgetti, Giorgio Goggi, Giuseppe Gori, Fabrizio Guelpa, Maurizio Laini, Patrizia Lattarulo, Giu- seppe Longhi, Enrico Marelli, Sergio Mariotti, Fabio Mazzola, Marco Mutinelli, Luigi Orsenigo, Attilio Pasetto, Gabriele Pasqui, Guido Pellegrini, Luciano Pilotti, Maria Prezioso, Edoardo Reviglio, Zeno Rotondi, Enzo Rullani, Franco Sacchi, Riccardo Sanna, Gaetano Sateriale, Francesco Silva, Alessandro Sterlacchini, Marco Vitale, Giampaolo Vitali.
Cappellin R., Marelli E., Rullani E., Sterlacchini A. (a cura di) (2014), Crescita, inve-
stimenti e territorio: il ruolo delle politiche industriali e regionali. eBook 2014.1.
Scienze Regionali, www.rivistasr.it.
Contributi di: Leonardo Becchetti, Marco Bellandi, Patrizio Bianchi, Andrea Bollino, Roberto Camagni, Roberta Capello, Riccardo Cappellin, Stefano Casini Benvenuti, Enrico Ciciotti, Romeo Danielis, Alfredo Del Monte, Sergio Destefanis, Marco Frey, Sandrine Labory, Enrico Marelli, Marco Mutinelli, Alessandro Petretto, Francesco Prota, Enzo Rullani, Alessandro Sterlacchini, Gianfranco Viesti.
Libro di prossima pubblicazione nel 2017
Discussion Group “Growth, Investments and Territory” (eds.) (2017), Growth, Invest-
ment and Territory: the role of a new industrial and regional policy in the European Union. London: Edward Elgar.