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Qualche considerazione finale sul ruolo delle Università nelle nuove politiche industrial

Marco R Di Tommaso 1 , Elisa Barbieri

5. Qualche considerazione finale sul ruolo delle Università nelle nuove politiche industrial

In questo quadro le Università sono attori centrali nel presente globale e locale delle politiche industriali. Si tratta di soggetti al centro delle dinamiche di innovazione economica e industriale, ma anche attori unici perché capaci

di garantire sostenibilità sociale. Si pensi per esempio al ruolo che gli atenei possono svolgere in termini di mobilità sociale permettendo a chi è ai margini (socialmente e territorialmente) di entrare nel sistema. E nello scenario sopra descritto delle sfide che i cambiamenti tecnologici in atto richiamano, questo ruolo diventa quanto mai centrale. Così come è importante il contributo pun- tuale che le Università possono dare alla discussione e all’analisi degli obiettivi, degli strumenti e dei target della politica industriale.

La recente attenzione di media, policy maker e dell’opinione pubblica sulle cosiddette terza o quarta missione dell’Università potrebbe andare in questa direzione. Tuttavia, ancora una volta, troppo velocemente tali missioni sono state trattate come desiderabili per sé a prescindere da un’analisi attenta degli effetti che producono sui sistemi produttivi, sul territorio e sull’università stessa (Barbieri et al., 2016; Di Tommaso, Schweitzer, 2010). In questo quadro una certa superficiale retorica vorrebbe le Università italiane, nella maggior parte dei casi, incapaci di creare quelle figure professionali che servono al mercato e alle imprese. Indubbiamente su questo fronte si può agire e migliorare la capacità delle università di andare incontro alla domanda delle imprese, ma anche di anticiparla. Tuttavia concentrarsi solo su questo ambito è sicuramen- te limitativo. Le questioni che lamentano soluzioni e attenzione sono anche altre. Nel silenzio, è quasi totalmente svilita la prima missione dell’Università (la didattica) e la seconda missione (la ricerca) viene richiamata quasi esclu- sivamente in riferimento ai metodi più rigorosi per valutarla in termini di produttività. Al contrario il ruolo che l’Università interpreta, già nella prima e nella seconda missione, non è certo secondario rispetto alla possibilità di rilanciare gli investimenti in innovazione. E proprio rispetto a questo ruolo, la prima e la seconda missione sostanziano la possibilità di svolgere a pieno ed efficacemente la terza e la quarta.

Non ci possiamo illudere di partecipare attivamente al pari di altri paesi alla quarta rivoluzione industriale, quando ci confrontiamo con i tassi di laureati e con le risorse che vengono stanziate per la ricerca e l’istruzione in Italia. Un serio rilancio degli investimenti e dell’innovazione necessita prima di tutto di un convinto investimento collettivo in formazione, istruzione (in particolare post-secondaria e universitaria) e ricerca che sappia con ambizione guardare al lungo periodo.

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