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Intelletto puro, astrazione reale e general intellect

V. Sul divenire praxis della poiesis: il marxismo italiano di tradizione operaista

1. Filosofia del linguaggio e della mente a partire dall’ultimo Mar

1.2 Intelletto puro, astrazione reale e general intellect

Nell’ambito della tradizione operaista la riflessione marxiana sulla vita della mente è ereditata con duplice atteggiamento polemico, nei confronti tanto dello psicologismo quanto del feticismo. Il rapporto tra astratto e concreto, sfera della purezza e sfera dell’esperienza empirica, pensiero ed essere – o, ancora, se si vuole, soggetto e oggetto, coscienza e mondo – è interpretato da Paolo Virno alla luce della categoria di reificazione (cfr. Virno, 2003, pp. 111-139). A reificarsi, ossia a divenire cosa, è ciò che, in sé, cosa non è: «una prerogativa della mente, un postulato logico, un modo di essere, una condizione di possibilità dell’esperienza» (Ivi, p. 111). La trasformazione dell’a-priori in una res manifesta, quindi, pubblica, è un rimedio contro il pensiero privato, inappariscente e ineffabile e perciò fonte di alienazione, come quando l’amante esclama: ‘solo io

so che cosa sto provando!’. La metamorfosi dell’astratto in concreto è un rimedio

efficace anche contro l’attitudine a far uscire il pensiero fuori di sé assegnando all’oggetto sensibile i requisiti dello spirito, come accade in alcuni riti magico- religiosi o, anche, durante una domenica al centro commerciale.

La questione della reificazione direttamente collegata ai concetti marxiani di astrazione reale e general intellct è posta in Virno (1993, p. 126):

L’intromissione dell’Intelletto nel mondo delle apparenze è […] adombrata da Marx, dapprima con il concetto di “astrazione reale” e, poi, soprattutto con quello di general intellect. Mentre l’astrazione reale è un fatto empirico (lo scambio di equivalenti, per esempio) che ha la rarefatta struttura di un pensiero puro, il general

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intellect segna piuttosto lo stadio in cui sono i pensieri puri, come tali, ad avere il valore e l’incidenza tipica dei fatti (se si vuole: lo stadio in cui le astrazioni mentali sono immediatamente, di per sé, astrazioni reali).

Con i concetti di astrazione reale e general intellect si affina il processo in base al quale l’intelletto puro fuoriesce dai confini dell’interiorità privata cui l’ha costretto la tradizione teoretica occidentale da Aristotele a Tommaso (non Averroé!) fino ad Arendt, ma, anziché penetrare all’interno di uno stato di cose già esistente al fine di conferirgli un’apparenza sovrasensibile, esso si rivela in un fenomeno empirico che altrimenti sarebbe rimasto nascosto. Va sottolineato, in accordo con gli importanti studi di Sohn-Rethel (1970; 1990), che si tratta di un processo non logico ma storico: la deduzione delle astrazioni non avviene attraverso procedure teoriche, al contrario la genesi dell’astratto muove dalla prassi, ovvero il senso della astrazioni si radica nella dialettica terrena tra forze produttive e rapporti di produzione. Un esempio canonico, tratto dall’analisi di Finelli (1987, p. 124), è quello del lavoro senza qualità, del mero dispendio di energie psicofisiche, pura temporalità omogenea e potenziale indifferente rispetto al lavoro concreto in cui di volta in volta il lavoro in generale si attualizza per creare valore:

l’astratto marxiano non ha una genesi logica ma una genesi storica: esso diventa sempre più tale, cioè semplice ed univoco, quanto più la totalità si fa intensa di determinazioni e differenze. L’esemplificazione più netta di tale astrazione storica è, nella società moderna, quella del lavoro senza qualità. Questo astratto, che l’economia borghese traduce in una categoria generica valida, come lavoro in generale, a spiegare la realtà di tutte le società, diventa reale infatti solo nella società capitalistica dove l’indifferenza verso un lavoro determinato diventa la peculiare attività creatrice della ricchezza moderna.

Riprendendo la questione nei termini in cui è delineata da Virno (1993) conviene adesso distinguere il livello dell’astrazione reale da quello del general

intellect e, quindi, sdoppiare il processo di reificazione.

Astrazione reale. La reificazione secondo l’astrazione reale può essere

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assolutamente puro. Una delle astrazioni reali più tipiche della società capitalistica – non l’unica e forse neanche la più importante – consiste nel denaro. Secondo la felice espressione che dà il titolo al volume di Sohn-Rethel (1990) il denaro è l’«a-priori in contanti»; la forma pura che si materializza nel denaro è quella dell’«equivalente generale» (Marx, 1867, p. 51). Il denaro funziona infatti da unità con cui i prodotti del lavoro umano astratto misurano i rispettivi valori, oltre le differenze dettate dal valore d’uso di ciascuno di essi. Scrive Marx (Ivi, p. 68):

le merci non diventano commensurabili per mezzo del denaro. Viceversa, poiché tutte le merci come valori sono lavoro umano oggettivato, quindi sono commensurabili in sé e per sé, possono misurare i loro valori in comune in una stessa merce specifica e, in tal modo, trasformare questa nella loro comune misura di valore, ossia in denaro. Il denaro come misura di valore è la forma fenomenica necessaria della misura immanente di valore delle merci, del tempo di lavoro.

Il denaro, questo ossimoro, questa «cosa astratta» (Sohn-Rethel, 1990, p. 29), è il luogo in cui «si incarna, diviene reale, uno dei principi-guida del pensiero umano: l’idea di equivalenza. Questa idea, di per sé quanto mai astratta, acquisisce un’esistenza concreta, addirittura tintinna nel portafoglio» (Virno, 2002a, p. 65).

General intellect. La reificazione articolata secondo la modalità del general intellect è sinonimo dell’intelletto puro allorché esso è provvisto dell’esteriorità e

della materialità tipiche di una cosa manifesta. Letto in questa prospettiva si capisce perché il general intellect segna una tappa ulteriore nel processo di trasformazione dell’astratto in concreto; è verosimile, infatti, sostenere che l’intelletto generale, comune alla specie ma non empirico in sé e per sé, coglie nella società del capitale lo stadio in cui la vita della mente diviene un fatto tra i fatti:

il concetto di General Intellect non fa che sviluppare a dismisura la nozione di astrazione reale. Con General Intellect, Marx indica lo stadio in cui non sono più certi fatti (mettiamo la moneta) ad avere il valore e lo statuto di un pensiero, ma sono i nostri pensieri, come tali, ad avere immediatamente il valore di fatti materiali. Se nel caso dell’astrazione reale è un fatto empirico (per esempio lo scambio di