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2 Capitolo : turnaround e risanamento

2.5 Strategia di risanamento: cambiamento totale

2.5.3 La dimensione finanziaria

2.5.3.2 Interventi sul Capitale di credito

In questo paragrafo approfondiremo le diverse forme attraverso cui l’azienda in crisi può

decidere di ridefinire il capitale di credito. Nonostante sia, infatti, fondamentale la ridefinizione dell’azienda nel suo complesso, l’aspetto finanziario riveste tuttavia un ruolo di rilevante importanza data l’urgenza dettata dalle difficoltà finanziari che

183 Garzella S., “Il sistema d’azienda e la valorizzazione delle «potenzialità inespresse». Una «visione»

strategica per il risanamento”, op. cit. p. 276.

• riduzione rischio diversificabile Logica di portafoglio pura

• riduzione debiti finanziari • riduzione tassi di finanziamento • riduzione costi di finanziamento

logica di condivisione delle risorse finanziarie

• riduzione base imponibile • riduzione aliquota media d'imposta • riduzione imposte sul reddito

logica di sfruttamento delle agevolazioni tributarie

• riduzione dei costi operativi • aumento prezzi di vendita • aumrnto volumi di vendita • aumento ricavi/margini

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normalmente presenta un’azienda in crisi. Infatti, in situazioni di difficoltà economica gli interventi più urgenti sono quelli volti al ristabilimento di una sorta di tranquillità finanziaria. È necessario quindi ridefinire la struttura del capitale di credito, ponendo particolare attenzione al rapporto che intercorre tra l’azienda e le banche o i finanziatori istituzionali. Si deve considerare che “è pressoché inevitabile che una strategia di risanamento, anche quando positivamente impostata sul versante competitivo ed organizzativo, e nonostante l’eventuale riqualificazione del capitale di rischio, comporti una ristrutturazione anche del capitale di credito, se non altro per sanare gli squilibri finanziari createsi nella fase di crisi”184.

La ridefinizione delle fonti finanziarie esterne ottenuto per mezzo del capitale di credito può concretizzarsi in diverse modalità. Qui di seguito si ripresentano le più comuni:

1) consolidamento in senso stretto del debito esistente;

2) investimento di nuovo capitale di credito a sostegno del piano di risanamento; 3) conversione dei crediti in capitale di rischio.

Si deve sottolineare che nella realtà operativa spesso si assiste ad uno sfruttamento combinato di tali strumenti.

Nel primo caso ci riferiamo allo “strumento con il quale l’azienda riesce ad ottenere dai propri creditori finanziari una ricontrattazione dei termini del debito esistente, pervenendo così ad uno slittamento nel tempo dei pagamenti delle quote di capitale e/o di interessi”185. Spesso si assiste ad un possibile periodo di sospensione del pagamento o in certi casi addirittura alla rinuncia di una quota del credito da parte dei soggetti creditori. Lo strumento tecnico è rappresentata dalla “convenzione di salvataggio”, nella quale si possono generalmente individuare due elementi ricorrenti: il pactum de non petendo e le covenants. Attraverso il primo “viene sancita una specie di tregua tra i creditori e l’azienda in crisi poiché si stabilisce l’impegno dei creditori sottoscrittori del patto a non esigere per un certo tempo il loro credito”186.

Dato che di solito la ridefinizione del debito comporta spesso un peggioramento della posizione dei creditori, questi possono tutelarsi stipulando le cosiddette covenants. Più in particolare si tratta “di rendere formale il diritto dei finanziatori che partecipano al piano

184 Ivi p. 278.

185 Ivi p. 280.

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di incidere con maggiore autorità nella gestione dell’azienda in crisi”187. In determinati casi la partecipazione di questi soggetti (finanziatori) non si limita ad un mero controllo delle performance aziendali, ma questi possono spingersi anche alla definizione delle linee strategiche di risanamento e all’erogazione di nuova finanza a sostegno del piano di risanamento (secondo strumento). Tale partecipazione è riconducibile quindi principalmente alla volontà di salvaguardare gli interessi dei soggetti creditori, tuttavia tali operazioni possono portare anche indiscussi vantaggi a livello sociale per l’immagine degli stessi soggetti i quali agli occhi della comunità assumono le vesti di salvatori. Questi, in sintesi, da una parte tutelano i propri interessi favorendo la sopravvivenza dell’azienda, e dall’altra possono ottenere un significativo ritorno di immagine attraverso la partecipazione attiva al processo di risanamento.

Dal punto di vista dell’azienda in crisi, invece, oltre al possibile miglioramento sul fronte finanziario che può ottenere, questa anche potrà beneficiare di “elevate conoscenze tecnico-specialistiche, principalmente rivolte agli aspetti di gestione e controllo delle correlazioni tra gli andamenti economici e quelli finanziari”188.

Infine, il terzo strumento per ridefinire le fonti finanziarie relative al capitale di credito è rappresentato dalla possibilità di convertire il credito in capitale di rischio. Normalmente si riscontrano due modalità:

 convertire dei crediti passati in capitale di rischio;

 effettuare nuovi finanziamenti con diritto di conversione in capitale di rischio. In entrambe le modalità è prevista “l’eventualità che le banche rinuncino al loro credito in cambio di una partecipazione, con conseguente remunerazione, maggiormente ancorata agli andamenti della gestione”189.

La differenza tra queste due modalità risiede principalmente nel fatto che la prima non prevede un’immissione di risorse finanziarie, mentre la seconda prevede immediatamente l’erogazione di nuovi finanziamenti. Infine, in determinati casi può essere previsto il cosiddetto piano di ristoro “che assicura alle banche il diritto di beneficiare di parte della

187 Ivi p. 286.

188 Ibidem

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liquidità in eccesso qualora la strategia di risanamento si dimostri più efficace del previsto”190.

Si ribadisce che gli strumenti appena illustrati possono essere utilizzati in maniera combinata per accrescere i possibili vantaggi ottenibili per l’azienda sul piano finanziario. Infine, si ricorda che nonostante la dimensione finanziaria rivesta un ruolo particolarmente delicato, data l’urgenza dettata dalle condizioni di crisi dell’azienda, la sua ridefinizione deve essere comunque eseguita tenendo in considerazione le possibili ripercussioni che possono affiorare dall’integrazione con le altre due dimensioni precedentemente individuate, ovvero con quella competitiva e quella organizzativa.