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IX Proteina di trasporto della tiroxina

La proteina di trasporto della tiroxina, TGB, anche detta globulina legante la tiroxina, risulta essere una proteina coniugata, in particolare una glicoproteina globulare con una massa molecolare di 54 kDa e una struttura globulare. [150] Nel tracciato elettroforetico migra tra la regione α1-globulinica e la regione α2-globulinica. [150, 188, 80]

È sintetizzata e secreta dal fegato e rappresenta la principale, nonché la più specifica, proteina di trasporto dell’ormone tiroxina. [150] Non è da dimenticare tuttavia che anche l’albumina, la prealbumina nell’uomo e altre proteine affini nelle varie specie animali partecipano al trasporto della tiroxina. [84, 85, 112, 150]

Nel cane in realtà la funzione di trasporto della tiroxina è affidata ad una glicoproteina di 54 kDa, dotata di una struttura globulare, che nel tracciato elettroforetico migra nella regione α2-globulinica. [84] Tale proteina è detta per l’appunto α2-Globulina.

Comunque in generale questa proteina sembrerebbe essere una proteina della fase acuta negativa. [85] Sicuramente lo è nel ratto (Rosales et al. 1996) e nel suino (Campbell et al. 2005), tuttavia valutare la sua concentrazione ematica non è facile, in quanto è molto influenzata dallo stato nutrizionale del soggetto. [85]

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X α

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-Macroglobulina

L’ α2-macroglobulina, 2MG, risulta essere una proteina coniugata, in particolare una glicoproteina con una massa molecolare di 725-820 kDa. [150, 84,85,112]

Presenta una struttura globulare, formata da quattro sub-unità monomeriche di circa 120-200 kDa ciascuna, unite a coppia mediante ponti disolfuro. [150]

Nel tracciato elettroforetico migra nella regione α2-globulinica, ecco perché α2-macroglobulina. È sintetizzata e secreta dal fegato e nell’uomo raggiunge una concentrazione sierica di 150-350

mg/100ml. [150] Sempre nell’uomo sembra avere in condizioni fisiologiche concentrazioni più elevate nei soggetti di sesso femminile e nei bambini di età inferiore ai quattro anni. [150]

È una proteina che rientra sempre nel gruppo degli inibitori delle proteasi. [112, 119, 150]

Addirittura presenta due siti di legame specifici per numerose proteasi. [150] Ma una volta in cui si è formata l’unione tra l’ α2-macroglobulina e la proteasi il sito attivo di quest’ultima viene ostacolato senza essere coinvolto direttamente. [150] Ecco che a questo punto queste proteasi non possono più agire su proteine di massa molecolare superiore a 20 kDa. [150]

Il complesso così formato è rapidamente allontanato mediante endocitosi operata dai macrofagi, epatociti e cellule di Kupffer. [150, 112] Infatti queste cellule presentano recettori specifici per il suddetto complesso. [150]

Mediante questa estesa azione antiproteasica l’α2-macroglobulina è in grado di regolare la risposta immunitaria nonché il processo coagulativo e fibrinolitico. [112, 150]

Infatti può legare ed allontanare gli enzimi proteolitici liberati dai neutrofili durante il processo infiammatorio, evitando così l’eccessivo danno tessutale. [112] Inoltre inibisce alcuni enzimi proteolitici del pancreas. [112]

Tuttavia l’α2-macroglobulina sembrerebbe capace anche di trasportare alcuni ormoni proteici, come l’ormone somatotropo e l’insulina. [150] Già da tempo inoltre è conosciuta l’abilità di questa proteina nel trasportare l’IL-6 a livello ematico, proteggendolo così dai processi degradativi operati dalle proteasi plasmatiche. [104]

Nella donna è stato riscontrato che in corso di gravidanza, quindi in una particolare condizione fisiologica, l’α2-macroglobulina può aumentare in maniera significativa, probabilmente per svolgere funzioni di trasporto. [150]

Nel cane è stata rilevata una proteina simile all’α2-macroglobulina sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista funzionale, la quale tuttavia nel tracciato elettroforetico migra a livello della regione α1-globulinica. [112] Ecco che in questa specie è possibile distinguere due forme di

macroglobuline, dette α1 e α2, a seconda della loro mobilità elettroforetica. [112]

L’α2-macroglobulina infine rappresenta, insieme alle altre proteine inibitrici delle proteasi, una proteina della fase acuta positiva. [150, 119, 126, 28] Importante valore in questo senso lo riveste per i roditori. Jimbo et al. 2002. Comunque anche nei primati non umani, nel bovino e nel cavallo

possiede una certa importanza. [28, 126, 119]

XI Aptoglobina

L’Aptoglobina, Hp, è una proteina coniugata, in particolare una glicoproteina con una massa molecolare di 80-100 kDa. [84, 85, 112, 150]

Ha una struttura globulare formata da quattro sub-unità, uguali due a due definite α e β. [85, 150] Le due sub-unità α hanno ciascuna una massa molecolare di 16-23 kDa, mentre le due sub-unità β hanno ciascuan una massa molecolare di 35-40 kDa. [85, 114] Le quattro sub-unità sono combinate nella forma β- α- α- β. [85, 114,159, 25]

Nell’uomo, poiché la sub-unità α è sotto il controllo genico di tre alleli dominanti, ed è quindi soggetta a polimorfismo, mentre la sub-unità β è sotto il controllo di un unico gene, è possibile distinguere tre differenti fenotipi di Hp. Essi sono indicati come Hp 1-1, Hp 1-2 e Hp 2-2. [150, 85, 114] Proprio

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quest’ultimo fenotipo tende a formare complessi con altre aptoglobine simili, costituendo così una grande struttura polimerica. [150]

Ciò si verifica anche nei ruminanti: ecco che si ritiene che la loro aptoglobina sia molto simile al fenotipo Hp 2-2 umano. [85] Si formano così elementi di 1000-2000 kDa. [85] L’unione tra più molecole di aptoglobina sembrerebbe resa possibile da un residuo di cisteina libero a livello della catena α, dove si può a quel punto costituire un solido ponte disolfuro. [85, 150]

Nel cane invece l’Hp è paragonabile al fenotipo Hp 1-1 umano. [85, 159] Tuttavia, come accade poi anche nel gatto, le sub-unità della molecola non sono legate da ponti disulfidi, ma si tratta di legami non covalenti. [114, 159, 25] Inoltre a differenza dell’uomo, nel cane e nel gatto le catene α

dell’aptoglobina presentano siti di legame per oligosaccaridi. [114, 25] Quindi tale molecola è soggetta a processi di glicosilazione. Si ritiene che il contenuto glucidico in queste specie possa raggiungere il 20% della massa molecolare. [112] Come accadeva per l’α1-glicoproteina acida, il grado di glicosilazione della molecola dipende da fattori sia fisiologici che patologici ed è correlato alla quantità di acido sialico presente a livello ematico. [25]

L’Hp è sintetizzata e secreta dal fegato nell’uomo adulto raggiunge una concentrazione sierica di 60- 270 mg/100ml e possiede una emivita di 1-3 giorni. [150]

Negli animali domestici la concentrazione sierica di questa proteina è stata a lungo oggetto di studio e specie per quanto riguarda il gatto ad oggi sono presenti dati discordanti, sia per quanto riguarda soggetti sani che per quanto riguarda soggetti malati. [28, 126] I valori precisi nelle diverse specie saranno discussi nei paragrafi successivi, però è possibile anticipare che nei ruminanti solitamente i livelli plasmatici di aptoglobina non sono apprezzabili. [85, 112]

Nel tracciato elettroforetico migra nella regione α2-globulinica, di cui ne è il principale costituente, tant’è vero che nei ruminanti, per ciò che è stato detto, non è possibile distinguere una separazione netta tra le frazioni α1 e α2 globuliniche. [112, 84]

La principale funzione di questa proteina è quella di legare i dimeri dell’emoglobina che si sono liberati nel plasma dopo un episodio di emolisi. [85, 112, 119, 126] Con ciò vengono rimossi dalla circolazione elementi ad alto potenziale ossidativo. Ecco che l’HP è ritenuta una proteina dotata anche di potere antiossidante. [119, 85]

Ma con questo sistema si evita la perdita anche di importanti elementi come il ferro, che viene così recuperato al momento della degradazione del suddetto complesso. [119, 85] Poi così il ferro non resta disponibile ai batteri e perciò l’Hp assolve anche ad una primordiale funzione antibatterica. [112, 85, 119, 126]

I complessi aptoglobina dimeri dell’emoglobina sono di regola intercettati rapidamente dai macrofagi, tramite specifici recettori di superficie, i CD 163, e quindi poi fagocitati. [155, 85, 119] In questa maniera viene recuperato ferro, ma l’aptoglobina è distrutta. Perciò è stata definita anche proteina suicida di Friedmann. [119, 126]

L’aptoglobina possiede anche una varietà di effetti immunomodulatori. [85, 119, 126, 112] Infatti è in grado di inibire la chemiotassi dei granulociti, la fagocitosi e l’attività battericida. [146, 119] Inoltre può inibire la proliferazione di mastociti nonché di linfociti T suppressor. [7, 119] Infine sembrerebbe capace anche di regolare l’attività delle cellule di Langerhans. [189]

Ruoli antiossidanti sono confermati anche nei grossi animali, dove l’aptoglobina aumenta di fronte a diverse sindromi metaboliche. [170, 85]

Non è da dimenticare poi che l’Hp è una importante proteina della fase acuta positiva. [84,85,150, 112, 126, 119, 92] E’ chiaro perciò che i suoi livelli plasmatici incrementano tutte le volte in cui un certo insulto va ad agire su quell’organismo animale, in particolare in corso di numerosi processi infiammatori/infettivi. [34, 163, 83]

Ecco che il suo dosaggio può essere utilizzato per saggiare la presenza di alterazioni patologiche all’interno di un certo animale, nonché l’eventuale presenza di una reazione acuta. [50] Per ulteriori dettagli si veda il paragrafo 5.

L’aptoglobina inoltre tende ad aumentare in modo sensibile in corso di iperadrenocorticismo, endogeno od esogeno. [119, 112]

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