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L’α1-glicoproteina acida, AGP, chiamata anche orosomucoide o sieromucoide, risulta essere una proteina coniugata, in particolare una mucoproteina, con una massa molecolare di 42-43-44 kDa e una struttura globulare. [84, 85, 150, 112, 21, 25, 119, 57, 135]

Le mucoproteine, da alcuni Autori, vengono definite glicoproteine. [25, 53] Di fatto sono proteine che presentano un elevato contenuto di idrati di carbonio e sono molto resistenti alla precipitazione acida. [150, 120] Infatti sono solubili anche in soluzioni di acido perclorico, ma precipitano a contatto con l’acido fosfotungstenico. [120, 150]

A livello plasmatico sono presenti più mucoproteine, ma l’AGP ne costituisce la massima parte, circa l’80%. [150]

Nel tracciato elettroforetico tutte queste vanno a migrare nella frazione α1-globulinica, ecco perché α1-glicoproteina acida, e nella frazione α2-globulinica (in misura minore). [150, 57]

Questa proteina è molto interessante dal punto di vista scientifico e perciò ad oggi è ancora molto studiata. Infatti appartiene ad una famiglia di proteine dette lipocaline, proteine di legame extracellulare specifiche per molecole idrofobiche, e in particolare alla sottofamiglia delle immunocaline, proteine con proprietà immunomodulatrici. [96, 126]

È una proteina molto solubile con un punto isoelettrico (pI) compreso tra 2,8 e 3,8, quindi a pH ematico è caricata molto negativamente. [85, 126, 25]

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Circa il 45% della sua massa è costituita da idrati di carbonio, legati in modo covalente alla parte proteica. [57] Queste ramificazioni glucidiche sono composte da catene di monosaccaridi, come mannosio, galattosio e glucosio e terminano di solito con una molecola di acido sialico (o acido N- acetil neuroaminico). [85, 57] Proprio questa molecola è caricata negativamente e perciò contribuisce in maniera non indifferente alle proprietà di questa proteina, nonché alla sua struttura. [85]

Negli studi più recenti sono stati riscontrati da 2 a 5-6 siti di glicosilazione, nonché ben 7 siti di fosforilazione, che potrebbero essere fortemente coinvolti nelle funzioni e proprietà di questa interessante proteina. [135, 119, 85] Il numero di questi siti dipende dalla specie in questione. Nel gatto vi sono 5 potenziali siti di glicosilazione e 7 di fosforilazione. [135]

La glicosilazione di questi siti dà origine a glicoforme diverse di questa proteina, che potrebbero avere funzioni e proprietà differenti. [135, 21, 160]

Sia fattori fisiologici che patologici possono condizionare il grado di glicosilazione della AGP. Biore et al. 1991. Nel momento in cui tali fattori vanno ad insistere sull’organismo animale si ha un rapido incremento delle glicoforme di questa proteina. [135, 21] La cosa interessante è che le modificazioni subite sono esclusivamente post-traslazionali, cioè dopo che è avvenuta la sintesi proteica. [135] Questo significa che le condizioni in cui si trova l’animale determinano la glicosilazione delle glicoproteine acide preesistenti. E in particolare proprio l’innalzamento a livello ematico di acido sialico sarebbe coinvolto in questo processo. [135, 119]

Nell’uomo sono state rilevate fino a venti glicoforme differenti e le normali concentrazioni sieriche oscillano tra i 55 e i 120 mg/100ml. [85, 150, 21]

È sintetizzata e secreta principalmente dagli epatociti, ma anche cellule epiteliali e cellule

endoteliali in condizioni per lo più infiammatorie possono sintetizzarla. [119, 57] Ne sarebbero capaci anche i linfociti. [61]

Vista la struttura così complessa ed articolata è chiaro che lo è altrettanto anche la sua funzione. Innanzitutto è bene precisare che la funzione della glicoproteina acida ad oggi non è stata ancora completamente definita. [126] Appartenendo alla famiglia delle lipocaline e alla sottofamiglia delle immunocaline si riconoscono diverse e importanti funzioni. Sicuramente è coinvolta nel trasporto di numerose molecole endogene, come eparina, istamina, serotonina, steroidi e catecolamine. [57, 85, 79] Ma possono essere trasportate da questa proteina anche sostanze di origine esogena, come i farmaci. [79, 55] Ecco che ciò può avere importanti implicazioni terapeutiche. [85] Una modificazione dei livelli ematici di tale proteina può comportare variazioni della frazione libera di una determinata molecola farmacologicamente attiva, aumentando o diminuendo la sua azione. [79] Trattamenti con fenobarbital possono addirittura incrementare i livelli di AGP. [25]

Questa capacità di legare molecole a basso peso molecolare potrebbe avere un ruolo di protezione generale. [85] Si pensi al legame con lectine tossiche o endotossine. [116, 119, 96, 76] Emerge perciò anche una funzione antisettica. [116]

Inoltre secondo alcuni Autori il contenuto di acido sialico della AGP potrebbe avere un ruolo protettivo. [21] Infatti, come suddetto, durante un processo infiammatorio i livelli di acido sialico incrementano, favorendo la glicosilazione di questa proteina. Ma l’acido sialico è anche un

importante componente delle membrane cellulari. [21, 119] Ecco che la glicoproteina acida, formando questi complessi, ovvero glicosilandosi, potrebbe distogliere l’attenzione di alcuni agenti infettivi dalle cellule tessutali. [21, 160]

Non è da dimenticare poi l’importante ruolo che questa proteina svolge nel modulare la risposta immunitaria. [96, 76, 160] Infatti è capace di inibire la chemiotassi e l’attivazione dei neutrofili. [76, 135, 126, 21, 119] Inibisce la fagocitosi e l’aggregazione piastrinica. [85, 57] Stimola la secrezione dell’antagonista di IL1-recettore da parte dei macrofagi. [57, 135, 126, 21] Inibisce la secrezione da parte dei monociti e macrofagi di tutte quelle citochine normalmente indotte dagli LPS. [135] Inoltre sembrerebbe limitare l’infezione nell’uomo di HIV, in maniera non specifica, attraverso il legame dei recettori chemiotattici CCR5 dei macrofagi umani, target del virus HIV. Rabehi et al. 1995 e

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Negli animali domestici la glicoproteina acida rappresenta una importante proteina della fase acuta e proprio nei gatti sembra giocare un ruolo cardine. [28, 150, 119, 25, 92] In questa specie risulta una proteina coinvolta in processi infiammatori ed infettivi, nonché in neoplasie e nel periodo post- chirurgico. [83, 156] Ma forse l’aspetto più studiato della AGP è il suo coinvolgimento nell’infezione da coronavirus. [43]

Numerosi Autori hanno evidenziato che durante la FIP si ha un incremento dei livelli ematici di questa glicoproteina. [135, 126, 21, 70, 130, 128, 85] Ma la cosa interessante è che questo incremento non è accompagnato da una modificazione del grado di glicosilazione. O meglio: si è visto che nei gatti con sintomatologia l’incremento di AGP è maggiore, ma il grado di glicosilazione è inferiore rispetto ai gatti privi di sintomatologia. [130, 128, 126, 21] E inoltre il grado di glicosilazione sembra essere ancora maggiore per i gatti che vivono in gattili dove sono presenti molti casi di FCoV. [130, 128, 126, 21]

Ciò suggerisce il potenziale ruolo protettivo della AGP nei confronti di questo coronavirus. [130, 128] Addirittura nei tessuti dei gatti infetti la AGP sembrerebbe associata a questo antigene virale. [131] Quindi le glicoforme di AGP risultano importanti anche per questi aspetti. [160]

Ecco che l’AGP diventa un importante strumento diagnostico per rilavare la presenza di questo coronavirus. [79, 119] Anche moderati livelli di AGP sono indicativi di FIP. Paltrinieri et al. 2007. [126] Però attenzione perché gatti provenienti da gattili dove la malattia è endemica possono mostrare significative fluttuazioni di tale glicoproteina, anche se sono perfettamente sani. [126] Questo è dovuto semplicemente al contatto con l’agente eziologico. Quindi l’AGP è qui sensibile ma poco specifica, come lo sono del resto qualsiasi proteina della fase acuta. Risulta perciò

indispensabile associarla ad altri esami diagnostici. [126, 119, 25]

L’AGP poi incrementa sia in corso di FIV che in corso di FELV. [135] Il grado di glicosilazione incrementa però solo in corso di FELV con linfoma. [135]

In tutte le altre specie, comprese quelle aviarie, l’AGP rappresenta una importante proteina della fase acuta positiva e i suoi incrementi sono correlati a processi infiammatori e infettivi. [119, 28, 84, 85, 112]