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DISABILITA’ INTELLETTIVA E INCLUSIONE SCOLASTICA

2. MODELLI DI FUNZIONAMENTO

2.2. L’approccio biopsicosociale: l’ICF

L’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), promosso dall’OMS nel 2001, è una classificazione delle componenti della salute e dei funzionamenti dell’uomo.

Il concetto di salute promosso negli ultimi anni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che è sancito nel sistema di classificazione ICF (OMS, 2001), non può essere considerato solo come “assenza di malattia, ma va pensato e perseguito come globale benessere bio-psico-sociale, cioè

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come piena realizzazione del proprio potenziale nei vari contesti di vita” (Ianes & Cramerotti, 2011, p. 8).

La maggiore novità introdotte dal sistema ICF e che la salute dell’uomo è considerata un concetto

dinamico, ecologico e legato all’influenza dei contesti (Ivi).

La salute e il funzionamento umano sono quindi la “risultante dell’interazione complessa, globale e multidimensionale” (Ivi) delle condizioni fisiche, strutture corporee, funzioni corporee, attività

personali, partecipazione sociale, contesti ambientali e contesti personali (Fig. 2.3).

Il termine funzionamento è un termine ombrello che comprende le funzioni corporee, le attività e la partecipazione e indica gli aspetti non problematici della salute (OMS, 2001, p. 14).

Il termine disabilità è un altro termine ombrello che indica le “menomazioni, limitazioni dell’attività o restrizioni della partecipazione” (Ivi) ed è usato per indicare gli aspetti problematici della salute dell’uomo.

L’ICF assume quindi una posizione neutrale rispetto all’eziologia delle malattie ma va usato assieme all’ICD-10 proprio perché è ad esso complementare (OMS, 2001, p. 14).

Il diagramma ICF (Fig. 2.3) è organizzato come una mappa concettuale o mentale (Novak, 1996; Buzan, 1996), composta da alcuni riquadri contenenti i sette fattori accuratamente scelti per descrivere la salute dell’individuo e collegati tra loro con delle frecce che indicano i loro rapporti di influenza.

Nella parte superiore del diagramma ci sono le condizioni fisiche, cioè i disturbi o le malattie già classificate nel sistema ICD.

In quella centrale sono presenti le funzioni e le strutture corporee, le attività personali, la

partecipazione sociale.

Nella parte inferiore del diagramma – i fattori contestuali – sono suddivisi in fattori ambientali e fattori contestuali.

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I sette termini che compaiono nel diagramma hanno precisi significati (OMS, 2001, p. 22):

- le funzioni corporee sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporee incluse quelle psicologiche;

- le strutture corporee sono le parti anatomiche del corpo come gli organi, gli arti e le loro componenti;

- le menomazioni sono problemi nella funzione o nella struttura del copro; - l’attività è l’esecuzione di un compito o di un’azione;

- la partecipazione è il coinvolgimento in una situazione di vita;

- i fattori ambientali, comprendono l’ambiente fisico, sociale e gli atteggiamenti in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza; questi fattori sono esterni all’individuo e

possono avere un’influenza negativa o positiva sulla partecipazione dell’individuo, sulla capacità dell’individuo di eseguire azioni o compiti, sul funzionamento e sulla struttura del corpo (Ivi, p. 31).

Comprendono un livello individuale – l’ambiente personale dell’individuo, le caratteristiche fisiche e materiali dell’ambiente in cui l’individuo si trova e ha un contatto diretto con gli altri, e un livello sociale – reti, regolamenti, regole, strutture, atteggiamenti legati all’ambiente di lavoro o di vita dell’individuo

- i fattori personali sono il background personale della vita e dell’esistenza di un individuo, come sesso, razza, età, forma fisica, abitudini, etc.

- le condizioni fisiche comprendono le malattie, i disturbi e le lesioni codificate secondo i criteri dell’ICD-10 (OMS, 2007b).

Questi sette fattori interagiscono tra di loro secondo una visione olistica e determinano un certo grado di funzionamento di disabilità nell’individuo a seconda del contesto in cui si trova.

La struttura della classificazione dell’ICF è formata da due parti, ciascuna divisa in altre due componenti:

1. Funzionamento e disabilità

a) Funzioni (b) e strutture corporee (s) b) Attività e partecipazione (d)

2. Fattori contestuali

a) Fattori Ambientali (e) b) Fattori Personali

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Ciascuna componente consiste di vari domini, all’interno di dei quali sono presenti alcune

categorie, e può essere espressa in termini positivi o negativi,

Un sistema alfanumerico attribuisce alla lettere b, le funzioni corporee, s le strutture corporee, d l’attività e la partecipazione, e i fattori ambientali un qualificatore numerico che precisa

l’estensione del funzionamento: il numero 0 corrisponde ad assenza del problema fino al numero 4

che indica il problema completo. Ad esempio:

b 2120.3 indica grave limite della qualità della visione; s 2203.4 indica problema completo alla struttura della cornea; d 4.500.2 indica medie restrizioni nel camminare per brevi distanza;

e 430.1 indica lieve restrizione conseguito dall’atteggiamento individuale di persone in posizione di autorità.

Anche la disabilità, nel modello ICF viene definita come la conseguenza o il risultato di una

complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive l’individuo (OMS, 2001, p. 32).

Nel modello medico la disabilità era un problema della persona, causato direttamente dalle malattie, e che necessitava di trattamenti individuali da parte di professionisti medici.

Nel modello sociale (Armstrong, Armostrong & Barton, 2000) la disabilità era vista come un problema condizionato fortemente dalla risposta assente o non efficace da parte della società e dei suoi individui, e come la risultante di una complessa interazione di condizioni, molte delle quali o create dall’ambiente sociale (Ivi, p. 36-37).

Nell’ICF il concetto di disabilità è fondamentalmente la risultante del modello medico con il

modello sociale (OMS, 2001, p. 34). - già portato avanti molti anni prima dalle teorie di Vygotskij: i

sette fattori di cui sopra interagendo tra loro in maniera più o meno fluida e dinamica e in rapporto ad un contesto, ne costituiscono anche il livello di gravità.

L’ICF offre uno strumento innovativo per la valutazione della disabilità: in Italia viene utilizzato nei primi casi di Diagnosi Funzionale e di Profilo Dinamico Funzionale come sancito dall’Intesa Stato- Regioni del 20 marzo 2008 (art. 2 comma 2).

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Nel caso specifico della disabilità intellettiva, Renzo Vianello11 spiega le specificità del disturbo dal

punto in relazione al modello ICF:

Sono opportuni alcuni esempi riferendoci al ritardo mentale. Esso può comportare problemi a livello di funzioni e strutture corporee (ritardo nello sviluppo motorio, ipotonia, forme epilettiche ecc.), di attività (scolastiche, quotidiane, lavorative ecc.), di partecipazione (emarginazione sociale, difficoltà nella comunicazione ecc.). A loro volta i problemi presenti a livello fisico, di attività e di partecipazione possono interagire tra di loro sia in senso negativo (ad esempio i problemi motori possono limitare la partecipazione sociale) che positivo (ad esempio la partecipazione che si ha con l’inserimento in una classe normale può motivare all’apprendimento più che in una classe speciale). Cruciali e bidirezionali sono inoltre le relazioni con il contesto. Qui gli esempi sono innumerevoli. Basti pensare all’influenza positiva di una famiglia ottimale, di una scuola accogliente, di una abilitazione mirata. La tabella è chiara e di facile lettura. Forse merita una esplicazione la voce fattori personali. Ci si riferisce a variabili come l’età, il genere, le esperienze di vita, l’educazione ricevuta ecc.

I temi della giustizia e dell’equità promossi dal modello antropologico dell’ICF si ritrovano in ambito filosofico negli studi di Amartya Sen (1992) e di Martha Nussbaum (2008).

In ambito legislativo sono stati sanciti in particolare dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 200612 e ratificati dal Parlamento Italiano nel 2009 e da quello Europeo

nel 2010.