DISABILITA’ INTELLETTIVA E INCLUSIONE SCOLASTICA
IV. SALUTE V CONTESTO
4. DIDATTICA INCLUSIVA
4.4. Proposte didattiche inclusive per la secondaria
4.4.1. Peer education
Quando l’apprendimento avviene esclusivamente tra i pari, e il docente fa da osservatore e da regista delle attività in classe, l’apprendimento diventa a mediazione sociale.
L’apprendimento tra gli studenti può avvenire in varie modalità, che a seconda delle finalità, del numero di studenti coinvolti e delle modalità di apprendimento, si possono suddividere in:
- lavori di gruppo; - cooperative learning; - tutoring.
Il gruppo - come intersezione tra il personale e il sociale (Tessaro, 2009b) - può essere definito in vari modi: è il perno tra l’individuo anonimo e il sociale organizzato (Amerio, 1990); è il luogo proprio dell’intersezione tra la persona che può identificarsi e individuarsi nelle relazioni con gli altri, e il sociale che assume la configurazione di organizzazione (Quaglino, Casagrande, Castellano, 1992); è un insieme dinamico costituito da individui che si percepiscono vicendevolmente come più o meno interdipendenti per qualche aspetto (Lewin, 1951).
I lavori di gruppo consistono nel far lavorare assieme tre-quattro studenti senza però assegnare loro particolari ruoli. Questa modalità può portare i membri del gruppo a non essere tutti collaborativi: il più attivo, il più bravo o un leader possono condurre completamente le attività nel gruppo ed escludere i componenti più deboli.
Il cooperative learning -learning together - invece, è una modalità di lavoro di gruppo in cui tutti gli studenti diventano protagonisti attivi perché coinvolti in attività che li incastrano (Gentile, 2004) in un gioco di interdipendenza che non li permette di sottrarsi al lavoro comune (La Prova, 2008, p. 27): i ruoli che gli studenti assumono nel cooperative learning sono infatti complementari.
Il cooperative learning si distingue da altre tecniche di lavoro di gruppo per “l’interdipendenza
positiva, nell’interazione faccia a faccia, nell’insegnamento diretto e nell’uso delle abilità sociali,
nella revisione del lavoro di gruppo e nella valutazione individuale e di gruppo” (Comoglio & Cardoso, 1996, p. 10)
Inizialmente i ruoli possono essere molto semplici come leggere, registrare, incoraggiare (Johnson, Johnson & Holubec, 1996, p. 53), in seguito, adeguatamente con l’età e se non nascono
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spontaneamente, se ne possono assegnare di più complessi come: contribuire in sequenza, registrare, fare osservazioni positive, parafrasare, raggiungere un accordo, sintetizzare, fornire risposte, motivare, etc. (Ivi, p. 59).
Le attività cooperative favorevoli all’inclusione degli alunni con BES, possono essere svolte in modo routinario in maniera semplice già con soli due studenti, quali (Ianes & Macchia, 2008, p. 188):
- prendere appunti in coppie;
- ricapitolare e rispondere a domande con il compagno di banco; - analizzare un testo a coppie;
- usare il metodo Jigsaw per lo studio di un contenuto nuovo; - scrivere e correggere un testo in coppie;
- fare esercizi e ripassare a coppie; - tenere dibattiti in classe;
- fare lavori di gruppo.
L’organizzazione dell’aula e del suo spazio per i lavori di gruppo è importante per molti motivi
(Johnson, Johnson & Holubec, 1996):
- la disposizione dei banchi è un chiaro messaggio agli alunni, mostra esplicitamente quali sono i comportamenti che vengono considerati appropriati e ciò che ci si aspetta che facciano;
- crea un ordine percettivo, visuale e uditivo;
- influisce positivamente o negativamente sulle sensazioni di benessere, confort, divertimento, rabbia o depressione;
- facilita o rende difficoltosa la gestione della classe attraverso lo studio dei movimenti, dello schema delle interazioni possibili, della flessibilità di utilizzo;
- facilita o rende difficoltoso l’apprendimento dei gruppi e la comunicazione tra questi e il docente;
- facilita o rende difficoltosa le relazioni sociali e i sentimenti tra gli alunni.
Anche la strutturazione dei materiali (Ianes & macchia, 2008, pp. 174-174), la loro modalità di
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per il cooperative learning non sono particolari, ma anche se di tipo tradizionale richiedono tutte le attenzioni, incluse quelle per aumentare la partecipazione e l’interazione degli studenti in difficoltà di apprendimento con i compagni. A tal proposito Ianes e Macchia parlano di “possibilità di creare
la giusta complementarietà dei materiali per favorire la partecipazione anche degli alunni più in difficoltà” (Ivi). Nel caso di attrezzature limitate, come la presenza di pochi computer, si devono
predisporre le attività – ad esempio con una rotazione di due o più attività – per garantire l’accesso e l’utilizzo attivo dei materiali e degli strumenti da parte di tutti.
Il potere del gruppo sul cambiamento individuale (Polito, 2010), assieme alla capacità agentiva (Sen, 2000) dell’ambiente e delle risorse in esso presenti, può modificare inoltre anche strutturalmente (Feuerstein, 2005) il linguaggio, i processi e le modalità di utilizzo degli strumenti cognitivi che quello studente adoperava prima dell’esperienza di apprendimento mediata dal gruppo dei pari.
Per questo motivo questa modalità di apprendimento, se opportunamente strutturata, si può rilevare estremamente efficace sia per gli studenti con disabilità intellettiva, che per tutti quelli con Bisogni Educativi Speciali.
Il tutoring è una tecnica efficace che viene utilizzata nei casi grave difficoltà di apprendimento o di disabilità: qui in alcuni momenti un compagno può diventare l’insegnante dello studente. Questa scelta presuppone che lo studente scelto come tutor abbia una propria sensibilità e che sia preparato anche all’utilizzo di materiali, metodi, linguaggi e a volte software specifici (come nel caso del programma Symwriter per la Comunicazione Aumentativa Alternativa, usata per i casi di disabilità intellettiva con gravi compromissioni comunicative). Un po’ alla vola l’attività di scaffolding del tutor può anche essere abbandonata o indirizzata verso apprendimenti e competenze differenti. In queste classi, un clima di tutoraggio diffuso, cioè in cui tutti gli studenti fanno da tutor allo studente con disabilità, assegna il ruolo di insegnante a tutti gli studenti (Ivi, p. 197) e aumenta la responsabilità e la sensibilità verso la diversità di tutto il gruppo classe.