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5. Strumenti Normativi di applicabilità della RSI

5.1. L’ Autoregolamentazione: Codici Etici e di Condotta

L’attività di regolamentazione della RSI ha ricevuto un contributo anche da parte delle imprese multinazionali e delle piccole-medie imprese, nel senso di una regolamentazione delle proprie attività attraverso codici di condotta ed etici autonomamente adottati dalla singola impresa in funzione delle proprie strategie e valori. Tali codici si distinguono dalle linee guida adottate dalle Organizzazioni Internazionali ed Europee in quanto in questo ambito l’impresa si fa

82 In merito si veda CAFAGGI F., La complementarietà tra responsabilità sociale e responsabilità giuridica d’impresa, in AA.VV. a cura di SACCONI L., Guida critica alla responsabilità sociale e al governo di impresa, cit., p. 219.

creatrice e destinataria di norme proprie, create non perché la necessità provenga dal diritto o da una imposizione, ma dall’interesse della stessa. Tali codici, di chiara natura volontaristica, garantiscono il rispetto degli standard di tutela e di promozione dei principi in esso contenuti, stabilendo il più delle volte un meccanismo di monitoraggio e controllo del rispetto delle norme in esso contenute, meccanismo che può essere a carattere interno, gestito quindi da un ufficio interno all’impresa, o a carattere esterno, gestito, il più delle volte, da una ONG o da un sindacato.

5.1.1. L’origine e la proliferazione dei codici

I primi codici di autoregolazione ed etici videro la luce in Gran Bretagna all’inizio degli anni ’70 e si diffusero poi capillarmente nel resto d’Europa e negli Stati Uniti. Per trovarne una significativa applicazione in Italia si è dovuto attendere l’entrata in vigore del D.lgs. 231 del 2001 che introduce la responsabilità amministrativa degli enti, alimentando la creazione dei codici etici quali strumenti inseriti all’interno di “Modelli Organizzativi”, mezzi che consentono alle società di sottrarsi al relativo giudizio di responsabilità, se idonei a prevenire reati che l’azienda potrebbe commettere nell’esercizio della propria attività d’impresa83. L’adozione del codice di condotta è legato

alla forza deterrente che ha la sanzione prevista dalla norma, inoltre il rispetto delle prescrizioni in esso contenute, non sono assistite dalla forza coercitiva dell’ordinamento giuridico, ma dal grado di adesione, alla norma etica da parte di ciascun stakeholder.84

83 Articolo 6, comma 3, D.lgs. 231-2001:

“i modelli di organizzazione e di gestione possono essere adottati, garantendo le

esigenze di cui al comma 2, sulla base di codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti, comunicati al Ministero della giustizia che, di concerto con i Ministeri competenti, può formulare, entro trenta giorni, osservazioni sulla idoneità dei modelli a prevenire i reati”.

84 NOBILI V., Le imprese e la responsabilità sociale, in Equilibri, il Mulino, Fascicolo

In Italia attualmente si ha un’ampia diffusione dei codici d’impresa, in particolare in aziende di medie-grandi dimensioni le quali si autoregolano dotandosi non solo di codici di comportamento, ma anche di “Carte Valori” o di “Carte Servizi”85, diversamente nominate

a seconda dell’ambito di applicazione e delle finalità perseguite. 5.1.2. Definizione e Utilizzo dei Codici

Volendo cercare una definizione in astratto, i Codici Etici possono essere definiti come “documenti contenenti norme di organizzazione e di azione di fonte privata e ad adozione volontaria”86 . In sostanza, essi

oggettivano la mission d’impresa, volta ad individuare i comportamenti sociali e morali che gli shareholders devono assumere sia all’interno che all’esterno dell’impresa.

Costituiscono un mezzo efficace per prevenire comportamenti illeciti, irresponsabili e amorali di tutti coloro che operano in nome e per conto dell’impresa ed il cui contenuto è dato da norme che delineano il modus agendi dell’impresa con i vari stakeholders, gli standard etici di comportamento basati sulla trasparenza, legittimità morale, uguaglianza, diligenza, tutela della persona, della salute e dell’ambiente e le sanzioni interne previste per la violazione delle norme etiche. L’iniziativa dell’adozione è in capo ai vertici aziendali. Il codice solitamente ha in sé un processo regolativo diviso in tre parti: definizione degli standard, monitoraggio, enforcement. L’applicazione del codice presuppone l’applicazione degli standard in esso contenuti all’impresa e dunque il controllo e monitoraggio degli stessi. Infine, nel caso di mancata applicazione valutata tale a seguito di un monitoraggio

85 La carta dei servizi è un documento che vincola il gestore del servizio

pubblico all’utente in ordine alla qualità del servizio, agli standard quantitativi, alle modalità di erogazione del servizio e ai rimedi previsti a tutela dell’utente. Ha una funzione informativa e attribuisce all’utente un potere di controllo circa il rispetto delle prescrizioni poste nella carta.

86BELLISARIO E., La responsabilità sociale delle imprese fra autonomia e autorità privata, cit., p.812.

risultato negativo, il processo si chiude con l’enforcement, ovvero l’applicazione coatta87.

La struttura e tipologia del codice varia da impresa a impresa in relazione a tre variabili:

1. La dimensione dell’impresa; 2. L’ambito in cui opera l’impresa; 3. La settorialità dell’impresa.

Il codice, indipendentemente dal tipo di impresa, si struttura generalmente su cinque livelli:

1. I principi etici generali che raccolgono la missione imprenditoriale e le modalità di realizzazione della stessa;

2. Le norme etiche per le relazioni dell’impresa con i vari stakeholders;

3. Gli standard etici di comportamento: principio di legittimità morale, equità, eguaglianza, tutela della persona, diligenza, trasparenza, onestà, imparzialità, tutela dell’ambiente e della salute; 4. Le sanzioni interne per la violazione delle norme del Codice; 5. Gli strumenti di attuazione. L'attuazione dei principi contenuti nel Codice Etico è affidata di solito ad un Comitato Etico, ossia un complesso aziendale formato da rappresentati di funzioni diverse e membri esterni nominati dai vertici aziendali, in grado di offrire partecipazione e pareri imparziali. Ad esso è affidato il compito di diffondere la conoscenza e la comprensione del Codice in azienda, monitorare l’effettiva attivazione dei principi contenuti nel documento, ricevere segnalazioni in merito alle violazioni,

87 In merito si veda il Saggio di CAFAGGI F., La complementarietà tra responsabilità sociale e responsabilità giuridica d’impresa, in AA.VV. a cura di

SACCONI L., Guida critica alla responsabilità sociale e al governo di impresa, cit., p.232, SALERNO F., Natura giuridica ed effetti dei codici di condotta internazionali

intraprendere indagini e comminare sanzioni. Altro organo è l’Ethics Officer, personificato da un dirigente d’azienda con qualità personali tali da godere della fiducia della maggioranza dei partecipanti all’impresa, il quale avendo un’ampia conoscenza e consapevolezza delle dinamiche di tutto l’organismo aziendale, svolge funzioni di supporto, definizione e tutela delle regole e dei valori adottati con il Codice 88.