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L’immagine dell’industria assicurativa europea

11. Le peculiarità del mercato assicurativo europeo

11.4. L’immagine dell’industria assicurativa europea

Accade spesso quando si discute di assicurazioni che i «non addetti ai lavori», abbiano una non buona considerazione dell’immagine dell’industria assicurativa; le motivazioni vertono in particolare sulle modalità di liquidazione degli indennizzi da parte degli assicuratori.

Come noto, le imprese assicurative prima incassano il premio e poi, solo al verificarsi dell’evento dannoso dedotto in contratto, erogano l’indennizzo (danni), il capitale o la rendita (vita). Se, quindi, nel rapporto contrattuale assicurativo l’adempimento principale dell’assicurando consiste nel pagamento anticipato di una somma di danaro (premio), quello dell’assicuratore

(306) A. Danovi e G. Indizio, op. cit., pp. 49.

(307) Si v., A. Danovi e G. Indizio, op. cit., p. 46, nella parte in cui si tratta in maniera specifica della sperimentazione da parte di RAS, con il sistema TwistRas, del servizio di accesso on-line ai servizi assicurativi disposto in favore della propria clientela.

consiste, solo però nel caso in cui si verifichi il sinistro (potrebbe anche non verificarsi mai l’evento dedotto in contratto a fronte comunque del pagamento annuale del premio da parte dell’assicurando), in una prestazione sospensivamente condizionata. In tal senso, secondo alcuni (308), l’adempimento principale dell’assicuratore non consisterebbe tanto nell’obbligo di pagare l’indennizzo (il capitale o la rendita) al verificarsi del sinistro, ma principalmente in una attività che consisterebbe nell’approntare un organizzazione tecnico-giuridica idonea a tenere indenne l’assicurato; in altri termini, l’obbligazione principale dell’assicuratore consisterebbe in una attività di contabilizzazione del contratto.

Il funzionamento dell’operazione assicurativa, c.d. inversione del ciclo economico, rappresenta un unicum nel panorama commerciale; in tutte le altre forme di industria l’impresa o la società prima sostiene un costo, relativo all’avvio dell’attività per il reperimento delle materie prime, e poi, solo eventualmente, ottiene un guadagno economico (profitto). Come suindicato, nell’industria assicurativa accade esattamente il contrario: l’impresa riceve «entrate» certe ed anticipate (premio) a fronte di «uscite» incerte e posticipate (indennizzo, capitale o rendita).

Sono proprio questi i tipici elementi dai quali si può desumere l’immagine «negativa» dell’assicurazione. Come indicato da alcuni (309), infatti, il «non addetto ai lavori», giudica l’assicuratore come colui che ha quale principale scopo quello di non onorare il suo impegno economico verso gli assicurati al verificarsi del sinistro; in altri termini, l’immagine avvertita all’interno della cultura collettiva è quella di un settore che ha troppo potere finanziario nella società e che si nasconde dietro la cripticità dei propri prodotti.

A seguito di alcuni interessanti studi (310) sull’immagine dell’assicurazione all’interno dei paesi europei è stata rilevata la presenza di uno stringente collegamento tra la conoscibilità dell’assicurazione e l’atteggiamento dei singoli individui. In parole povere, si è ritenuto che più alto è il livello di conoscenza, o meglio di confidenza, che un individuo possiede nei confronti dell’industria assicurativa e più elevato sarà il livello di stima e considerazione verso questo specifico settore. In tal senso, si è rilevato che coloro i quali dispongono di maggiori informazioni sul settore assicurativo o per varie ragioni frequentano con una certa continuità tale ambiente dispongono di una buona considerazione verso l’assicurazione. Orbene, secondo questa ricerca è emerso che più dell’80% degli utenti ascoltati, il quale aveva denunciato un sinistro alla propria

(308) Cfr., L. Farenga, op. cit., pp. 203-204.

(309) Cfr., Matti L. Aho, L’immagine dell’assicurazione in Europa, in Assicurazioni, II-1992, pp. 319-327. (310) Cfr., Matti L. Aho, op. cit., p. 321.

compagnia, risultava essere soddisfatto del risarcimento rispetto ai termini e alle condizioni di polizza o alle promesse fatte.

Sempre secondo questo studio, nelle popolazioni in cui il livello di sensibilità assicurativa è più elevato, per esempio nel Regno unito, più della metà della popolazione ritiene necessario, una sorta di «male necessario», il fatto di assicurarsi mediante la stipula di almeno una polizza volontaria; all’interno di questa categoria, ovviamente, non vengono considerate le forme assicurative obbligatorie, quali tipicamente: l’assicurazione per la copertura dei danni derivanti dalla circolazione dei veicoli; l’assicurazione della responsabilità professionale obbligatoria per l’esercizio di determinate attività professionali (medici). Ebbene, nonostante in molti paesi vi sia ormai da diverso tempo una certa consapevolezza da parte dei cittadini sull’importanza dell’assicurazione, per molti «non addetti ai lavori» l’assicurazione non viene considerata uno strumento di utilità sociale o una necessità, ma bensì come un fatto da temere per l’oscurità che la contraddistingue. In tal senso, basti confrontare l’atteggiamento che di solito possiedono le persone nei confronti delle banche, con le quali vi è un contatto quotidiano, rispetto a quello che viene ad instaurarsi con le imprese di assicurazione. Tale fenomeno, in parte può dirsi superato oggi, rispetto ai primi anni ‘90 del secolo scorso, per l’instaurarsi di nuove forme di collaborazione e interazione tra banche e imprese assicuratrici; si pensi, per esempio, al fenomeno della bancassurance.

Tra i vari fattori che incidono negativamente sulla reputazione, nonché sull’immagine pubblica, dell’industria assicurativa si deve considerare di certo anche il ruolo del prodotto assicurativo, il quale sovente appare incomprensibile agli utenti. Molti consumatori acquistano una polizza ma non ne conoscono approfonditamente il contenuto, né tantomeno le clausole. Nella maggior parte dei casi gli utenti scelgono un prodotto rispetto ad un altro fidandosi solo del marchio di quel gruppo assicurativo o semplicemente basandosi sugli opuscoli in precedenza forniti. Anche gli stessi «addetti ai lavori» a volte hanno difficoltà nel comprendere il reale contenuto di una polizza e non di rado accade che nel confronto con altri professionisti si verifichino contrasti interpretativi (311).

Alla luce degli studi e delle considerazioni suindicate, si è proposto, ormai da tempo, di intervenire in maniera concreta nel settore assicurativo così da recuperarne, almeno in parte, l’immagine. In tal senso, la strada da perseguire per il recupero della credibilità, ed affidabilità, dell’intero settore assicurativo dovrebbe essere quella del rafforzamento della «trasparenza». In primo luogo, l’intera industria assicurativa dovrebbe semplificare il contenuto dei rispettivi prodotti, così da renderli più chiari e comprensibili alla massa dei contraenti assicurati; in secondo luogo, nella fase liquidativa le imprese dovrebbe garantire rapidità ed equità degli indennizzi rispetto alla

valutazione del danno; in ultimo luogo, le imprese dovrebbero indicare tempestivamente ai contraenti le possibili vie alternative da perseguire per addivenire ad un giudizio imparziale sul proprio caso (312).

CAPITOLO III

IL SISTEMA EUROPEO DI VIGILANZA ASSICURATIVA