3. Il diritto finlandese e la riforma del diritto societario (Limited Liability Companies
3.5. L’emissione di azioni in favore della società nel Finnish Companies Act (share
3.5.1. La compatibilità con la seconda direttiva
È dubbio se il nuovo istituto dell’emissione gratuita di azioni in favore della
società, introdotto con la riforma del 2006, sia compatibile con la seconda direttiva.
Innanzitutto, nel caso in cui le azioni siano no-par, si ripresenta il problema della
compatibilità delle c.d. true no-par value shares con il divieto di emettere azioni sotto la
parità contabile, di cui all’art. 8 della seconda direttiva
386. Nello share issue to the
company without payment, infatti, la società emette nuove azioni senza prevedere alcun
tipo di corrispettivo e senza aumentare il capitale sociale
387. Questo problema viene
risolto dal legislatore finlandese aderendo all’interpretazione secondo cui la parità
contabile varia in ogni emissione di azioni e può essere pari a zero nel caso in cui non si
verifichi alcun aumento del capitale sociale
388.
L’istituto dell’emissione gratuita di azioni in favore della società deve essere
conciliato, inoltre, con il divieto di sottoscrivere azioni proprie, di cui all’art. 18 della
384 Invece, per le private companies, la delega resta in vigore per un tempo indefinito. La delega in favore
degli amministratori può anche riguardare l’emissione di azioni con esclusione del diritto di opzione (directed share issue).
385 L’organo amministrativo potrebbe essere autorizzato, oltre che a trasferire le azioni proprie, anche ad
emettere le azioni a titolo gratuito in favore della società, entro il limite quantitativo stabilito dall’assemblea nella delega. Si deve ritenere, però, che le due deleghe siano separate: uno conto è l’emissione gratuita delle azioni in favore della società e un altro il trasferimento delle azioni proprie.
386 Per questo problema, si veda J. LAINE,op. cit., 86 ss.
387 La società non si limita, quindi, ad emettere le azioni per un prezzo inferiore alla parità contabile (come
intesa dalla tesi c.d. tradizionale), ma le emette per un prezzo pari a zero. Per questo motivo, in un certo senso, l’emissione gratuita di azioni in favore della società rappresenta la massima espressione del sistema delle c.d. true no-par shares. Eventualmente, il capitale sarà aumentato nel momento in cui le azioni proprie saranno trasferite, a titolo oneroso, ad un soggetto terzo.
388 Per l’analisi di questo problema, si rimanda a quanto detto nel paragrafo 3.2. In particolare, su questo
punto, si vedano i lavori preparatori del Finnish Companies Act 2006, già richiamati, HE 109/2005 vp., pp. 22 e 53.
seconda direttiva. Il Finnish Companies Act del 2006, al Chapter 15, Sec. 14, prevede che
la società non può sottoscrivere azioni proprie «dietro corrispettivo» e, nei primi due
paragrafi, riproduce la disciplina contenuta nella direttiva per quanto riguarda le
conseguenze della violazione del divieto e la sottoscrizione per interposta persona
389. Il
terzo paragrafo, infine, richiama la possibilità, ai sensi del Chapter 9, Sec. 20, di
deliberare un’emissione gratuita di azioni in favore della società
390. Quest’ultima
precisazione dimostra che il legislatore finlandese ha avuto consapevolezza del fatto che
il nuovo istituto dello share issue to the company without payment può essere accostato
alla sottoscrizione di azioni proprie ma, nell’impostazione della norma, ha contrapposto
la sottoscrizione against consideration, vietata, alla sottoscrizione without payment,
legittima.
Nei lavori preparatori al Finnish Companies Act del 2006, la compatibilità
dell’emissione gratuita di azioni in favore della società, con il divieto di sottoscrizione di
azioni proprie, viene giustificata sulla base della considerazione che tale divieto si applica
soltanto alla sottoscrizione a titolo oneroso e non alla sottoscrizione gratuita
391. In effetti,
negli ordinamenti degli Stati membri, si riconosce generalmente la possibilità di
assegnare azioni proprie alla società, in occasione di un aumento gratuito del capitale, in
misura proporzionale a quelle già detenute in portafoglio
392. L’istituto della share issue
to the company without payment, però, presenta alcune differenze rispetto all’aumento
389 Ai sensi del Chapter 15, Sec. 14, par. 1, del Companies Act, una società, o una società controllata, non
possono sottoscrivere azioni proprie o della società controllante a titolo oneroso. In caso di violazione del divieto in occasione della costituzione della società, coloro che hanno sottoscritto l’atto costitutivo si considerano sottoscrittori per conto proprio. Se, invece, il divieto viene violato in sede di aumento del capitale sociale, sono considerati sottoscrittori per conto proprio gli amministratori della società. Se la società controllata ha sottoscritto azioni della controllante, si considerano sottoscrittori per conto proprio sia gli amministratori della controllante sia gli amministratori della controllata. I sottoscrittori sono responsabili in solido per il pagamento del prezzo di sottoscrizione, salva la possibilità di liberarsi dimostrando di essere esenti da colpa. Ai sensi del par. 2, colui che ha sottoscritto azioni in nome proprio ma per conto della società emittente è considerato, a tutti gli effetti, sottoscrittore per conto proprio.
390 Il par. 3 non specifica, in maniera espressa, quali siano i rapporti tra il divieto di sottoscrivere azioni
proprie e la possibilità di emettere gratuitamente azioni da parte della società, ma si limita a richiamare l’esistenza della previsione contenuta nel Chapter 9, Sec. 20: «Chapter 9, section 20, contains provisions on a share issue to the company itself without payment».
391 Si vedano i lavori preparatori del Finnish Companies Act 2006, già richiamati, HE 109/2005 vp., pp.
112 e 145. In dottrina, si vedano M. AIRAIKSINEN, op. cit., 322 e J. LAINE,op. cit., 88 ss., al quale si rimanda
per ulteriori riferimenti.
392 Come si è avuto modo di vedere nell’analisi della disciplina vigente in Germania, Francia e Regno Unito,
la possibilità di assegnare azioni proprie alla società in un aumento gratuito di capitale viene generalmente riconosciuta, a norma di legge o in via interpretativa, in tutti gli Stati membri. La stessa soluzione è sostenuta anche in Italia da parte della dottrina prevalente.