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5. LA TUTELA PENALE DELL’AMBIENTE FINO ALL’AVVENTO DELLA L.

6.4 La disciplina prevista nel codice penale spagnolo

Nel codice penale approvato in Spagna nel 1995 sono state introdotte specifiche norme in materia di protezione dell’ambiente in attuazione della Costituzione, che all’art. 45, paragrafo 3, sembra prevedere un vero e proprio obbligo costituzionale di tutela penale dell’ambiente291.

Il Código penal espanol dedica all’ambiente, inteso in un’accezione alquanto

ampia, una disciplina piuttosto articolata nel Titolo XVI - concernente i “Delitti

relativi all’assetto del territorio e alla protezione del patrimonio storico e dell’ambiente” - distinto in cinque capi (delitti contro l’assetto del territorio,

delitti contro il patrimonio storico, delitti contro le risorse naturali e l’ambiente,

289 Ivi, p. 42 ss.. 290 Ivi, pp. 50-51.

delitti relativi alla protezione della flora e della fauna, disposizioni comuni), e nel Titolo XVII, concernente i “Delitti contro la sicurezza collettiva”292.

I delitti contro l’assetto del territorio e quelli contro il patrimonio storico, si differenziano da quelli contro l’ambiente, secondo la dottrina spagnola, per i distinti beni giuridici di riferimento, che, seppur intimamente collegati ai valori ambientali, non possono essere a quest’ultimo equiparati293.

Ai fini della nostra indagine, dunque, assumono rilevanza i delitti contro le risorse naturali e l’ambiente e i delitti relativi alla protezione della flora e della fauna.

Il sistema spagnolo risulta di particolare interesse, in quanto i reati contro l’ambiente del codice penale costituiscono il frutto di una più matura riflessione intorno alla necessità di configurare l’ambiente oggetto di protezione penale, non già come un semplice interesse diffuso, strutturalmente collegato alla tutela di beni ulteriori di maggiore rilevanza, bensì come bene empiricamente esistente e dotato di connotati naturalistici. La maggior parte della dottrina è concorde nel considerare come oggetto di tutela delle fattispecie ambientali l’equilibrio degli ecosistemi naturali (e non l’ambiente latamente inteso)294.

Ciò sarebbe confermato da un lato, dalla stessa sistematica del Codice Penale che colloca, come evidenziato, in capi autonomi rispettivamente i reati a tutela dell’ambiente, i reati a tutela dell’assetto del territorio, i reati a protezione della flora e della fauna e i reati contro il patrimonio storico, palesando la volontà del legislatore di restringere l’ambito del diritto penale ambientale in senso stretto alla sola protezione dell’ecosistema naturale. Dall’altro, a sostegno dell’idea che il diritto penale spagnolo favorisca una lettura delle fattispecie incriminatrici ancorata ad una nozione naturalistica

292 E.LO MONTE, Diritto penale e tutela dell’ambiente, cit., p. 434.

293 Cfr. C.SALINERO ALONSO, Riflessioni sulla tutela penale dell’ambiente. In particolare i reati contro l’assetto del territorio nel nuovo codice penale, in Riv. trim. dir. pen. ec., 1998, p.

393 ss..

di ambiente concorrerebbe anche la scelta di distinguere l’offesa penalmente rilevante prodotta a carico dell’ambiente, dall’offesa che colpisce beni diversi, come la salute pubblica, e la previsione di reati di pericolo nei quali l’attribuzione di contenuto astratto o di contenuto concreto al pericolo varia a seconda del modo di intendere il bene giuridico tutelato295.

In questo senso, è opportuno sottolineare come l’art. 325 c.p., fattispecie che sta alla base del sistema spagnolo a tutela dell’ambiente, abbia ad oggetto della sua protezione l’ambiente, quale bene proprio non solo delle presenti ma anche delle future generazioni, mentre la salute umana entra a far parte della struttura della fattispecie come bene giuridico distinto, tanto che la sua offesa (di pericolo concreto) implica un aumento di pena, mentre il reato si consuma già con la compromissione (pericolo astratto) dei beni ambientali. Lo schema del pericolo astratto è impiegato anche dall’art. 323 c.p., che non richiede un’offesa né di danno, né di pericolo concreto, almeno per quanto riguarda i beni ambientali, a fronte della presa di coscienza del carattere macroscopico e seriale dell’offesa ambientale, limitandosi quindi a punire coloro che operino versamenti, emissioni, radiazioni, estrazioni o scavi, abbattimenti, rumori, vibrazioni e depositi negli spazi ambientali violando le leggi e i disposti della Pubblica amministrazione, purché “in maniera rilevante”296.

Sul piano della tecnica di incriminazione, si apprezza una certa dipendenza della norma penale da quelle amministrative297. In particolare, è stato evidenziato come il legislatore spagnolo, prendendo atto delle infinite possibilità di danneggiare l’ambiente, decida di ricorrere alle norme amministrative, le quali sono chiamate a svolgere una “funzione preventiva nell’esercizio di ciascuna attività, poiché esse delimitano in modo preciso l’ambito di ciò che è permesso”298.

295 Ivi, pp. 232-233.

296 G. AZZALI, La tutela penale dell’ambiente, cit., pp. 169-171. 297 A.MANNA, Realtà e prospettive, cit., p. 861.

Viene, dunque, punito colui che, “contravvenendo alle leggi o ad altre

disposizioni di carattere generale per la protezione dell’ambiente”, provoca o

realizza direttamente o indirettamente “in maniera incisiva” emissioni, sversamenti, etc. (art. 325); oppure chi “contravvenendo alle leggi o

disposizioni di carattere generale protettive della specie di fauna silvestre”,

compie attività che impediscono o rendono difficile la riproduzione o la migrazione (art. 334). A norma dell’art. 326, invece, rilevano sulla determinazione della pena alcune circostanze legate alla normativa amministrativa, quali, la mancata autorizzazione o approvazione amministrativa per lo svolgimento di attività industriali (lett. a); la disobbedienza agli ordini dell’autorità amministrativa di modifica o sospensione delle attività (lett. b.); gli ostacoli all’attività di ispezione dell’amministrazione (lett. c)299.

Anche il legislatore spagnolo, nonostante lo sforzo di dare ampia protezione all’ambiente, ha fatto ampio ricorso a norme penali in bianco, nelle quali, tuttavia, alla disobbedienza al diritto amministrativo deve accompagnarsi la lesione o messa in pericolo del bene ambiente. Infatti, ad esempio, la condotta di raccolta di acque deve essere eseguita in modo da “pregiudicare gravemente

l’equilibrio dei sistemi naturali” (artt. 325 e 328).

Nel codice spagnolo, inoltre, sono previste, e in numero maggiore rispetto alle codificazioni prese in esame, fattispecie in cui si opta per il modello penale “puro” del tutto svincolato dal diritto amministrativo. Si tratta dei delitti relativi alla protezione della flora e della fauna previsti agli artt. 332 (“chi

taglia, brucia, sradica, raccoglie o traffica illegalmente una specie o sottospecie di flora minacciata o distrugge o altera in modo grave il suo habitat, è punito con la pena della prigione da sei mesi a due anni o con la multa da otto a ventiquattro mesi”) e 333 (“chi introduce o libera specie di flora o fauna non autoctona, in modo da pregiudicare l’equilibrio biologico, contravvenendo alle leggi o disposizioni di carattere generali protettrici delle

specie di flora e di fauna, è punito con la prigione da sei mesi a due anni o con la multa da otto a ventiquattro mesi”) del c.p., che, a giudizio della dottrina

maggioritaria, sarebbero votati all’inapplicabilità essendo l’evento di dimensioni macroscopiche tale da rendere assai difficile l’accertamento300.

Da ultimo, il sistema spagnolo si segnala per la previsione all’art. 329 c.p. della responsabilità dei funzionari pubblici che abbiano dato parere favorevole alla concessione di licenze manifestatamente illegali o che, nell’esercizio delle funzioni, abbiano passato sotto il silenzio l’infrazione di leggi o disposizioni normative di carattere generale. Si tratta, dunque, di incriminazioni ad hoc volte a colpire condotte rilevanti sotto il profilo politico- criminale del pubblico ufficiale, senza la necessità che sia integrato l’estremo della corruttela, né il concorso del pubblico ufficiale nel reato eventualmente commesso da parte del soggetto favorito301.