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LA RESISTENZA DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Si è già detto che i Paesi in via di sviluppo avevano un'economia prevalentemente agricola e tessile ed erano poco interessati a dimostrarsi disponibili nei confronti dei paesi occidentali che premevano per ottenere un sistema globale di PI efficiente. La loro posizione, non particolarmente influente nello scenario internazionale, soprattutto se paragonata a quella di USA, Unione Europea, Giappone e Canada, era tuttavia rafforzata e sostenuta dall'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intelettuale

18 L'ACTN è stata istituita nel 1974 dal Congresso, ai sensi del Trade Act del 1974, è stata denominata in seguito ACTPN (Advisory Committee for Trade Policy and Negotiations).L'ACTPN è nominata dal Presidente degli Stati Uniti ed è il principale comitato consultivo commerciale che fornisce consulenza politica generale sulle questioni commerciali al Rappresentante commerciale degli Stati Uniti (USTR). L'ACTPN considera le questioni di politica commerciale nel contesto dell'interesse generale nazionale. Il Comitato è composto da non più di 45 membri che rappresentano settori e gruppi chiave dell'economia ampiamente interessati dal commercio: lavoro, industria, agricoltura, piccole imprese, industrie dei servizi, dettaglianti, consumatori e interessi pubblici (Tradewinds, 2019).

(OMPI)19, poiché la maggioranza dei suoi membri sono proprio Paesi in via di

sviluppo.

L'OMPI è un'organizzazione specializzata delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra, che si occupa di servizi PI, politiche, formazione e informazione, cooperazione nel settore della proprietà intellettuale e pertanto sede naturale nella quale trattare delle questioni inerenti la PI. Il GATT era solo un'organizzazione sul commercio che avrebbe dovuto interessarsi alle questioni inerenti la PI solo in misura marginale. Infatti India e Brasile si opposero laddove scorsero un suo interessamento alla questione della PI.

Gli USA in un primo momento tentarono di ottenere risposte alle proprie richieste proprio dall'OMPI: “the US went into the Paris Diplomatic Conference in 1980 hoping to obtain higher standards of protection. Instead it found itself having to defend the existing Paris Convention standards” (Drahos e Braithwaite, 2002, p. 111). Di fronte ad un atteggiamento di “vivi e lascia vivere” dell'organizzazione si videro costretti a cambiare interlocutore nonostante “WIPO contributed in various ways to the creation of a specialist intellectual property community that was useful to the US and other key players on difficult technical issues related to patent harmonization, copyright and satellite transmission and so on”, sostengono i due studiosi. Era un' organizzazione prevalentemente assistenziale e i problemi erano “contained rather than resolved”. Le due Convenzioni da essa amministrate, la Convenzione di Parigi (1883) appunto e la Convenzione di Berna (1886), erano carenti di un efficiente sistema di repressione delle violazioni della PI e di un sistema di risoluzione delle controversie, il che di fatto ne svuotava la portata. La Convenzione di Berna prevedeva la possibilità di intentare un'eventuale azione dinanzi alla Corte internazionale di giustizia, ma di fatto mai questa possibilità fu sfruttata. Si elaborò una bozza per creare una commissione per la risoluzione delle controversie da inserire

19 L'OMPI è stata istituita con la WIPO Convention (firmata a Stoccolma il 14 luglio 1967 e

modificata il 28 settembre 1979). L'Organizzazione amministra la Convenzione di Parigi del 1883 su “brevetti, marchi di prodotti e servizi, disegni industriali, modelli di utilità, nomi commerciali,

indicazioni geografiche e repressione della concorrenza sleale” e la Convenzione di Berna del 1886 a tutela delle “opere letterarie e artistiche”. E' responsabile inoltre, insieme alla Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e alla Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), per la Convenzione di Roma posta a “tutela degli artisti interpreti o esecutori, dei produttori di fonogrammi e degli organismi di radiodiffusione” del 1961 e per il Trattato di Washington sulla proprietà intellettuale in materia di “circuiti integrati” (IPIC) del 1989.

nell'apparato organizzativo dell'OMPI, ma la bozza rimase tale quando il TRIPs venne approvato.

La resistenza dei Paesi in via di sviluppo cominciò a vacillare quando gli Stati Uniti, avendo compreso che da soli non ce l'avrebbero fatta, riuscirono a raccogliere il consenso dei loro principali partner commerciali: l'Unione Europea dapprima e poi anche i restanti membri del c.d. gruppo Quad: Giappone e Canada (completano il gruppo UE e USA), che inizialmente si erano dimostrati restii ad un ingresso massiccio della PI nell'agenda di governo internazionale, così come proposto dagli Stati Uniti (poiché già un precedente tentativo di rafforzamento della tutela PI all'interno della sola Europa si era dimostrato difficile). Scrivono Drahos e Braithwaite (2002):

In the final analysis European and Japanese business probably reasoned that even if the fruits of cooperation with US business might not be shared equally they would all benefit from fencing off the orchard for themselves (p. 119).

Occorreva innanzitutto iniziare a creare una base negoziale tra questi paesi che disponevano di una normativa nazionale in materia di PI estremamente differente. L'Unione Europea si dotò anch'essa del suo Special 301 per perseguire e sanzionare chi violava la sua PI – cosa che fece nei confronti della Thailandia e dell'Indonesia. Era chiara una cosa: tutti coloro i quali avessero deciso di aderire al nascente Accordo TRIPs avrebbero dovuto modificare la propria legislazione nazionale, persino gli Stati Uniti!

Lo step successivo sarebbe stato quello di raccogliere il consenso dei Paesi in via di sviluppo per l'inclusione di un Codice PI nel GATT 1986. La delegazione che nel 1986 si recò a Punta del Este, capeggiata da Pratt, conseguì un sostanziale successo, perchè terminò con la redazione di una bozza riguardante aspetti della PI (rimandando ad un prossimo round, un mandato negoziale per la PI) e di un accordo sulla contraffazione e riuscì a smuovere le posizioni di dissenso dei Paesi in via di sviluppo. Qualcosa cominciava a muoversi, anche se un gruppo di dieci Paesi in via di sviluppo, capeggiato da India e Brasile, continuava a sostenere che il Codice sulla PI non dovesse essere negoziato nel GATT.

L'IPC attivò una rete internazionale di affari: si chiedeva al settore privato statunitense di predisporre una proposta per conseguire il consenso del settore privato di tutto il

mondo, su un insieme di principi fondamentali sulla protezione della proprietà intelletuale. La armonizzazione delle regole statunitensi, giapponesi e europee, obiettivo ben più ambizioso, sarebbe stato rimandato ad una fase successiva e la realizzazione sarebbe stata affidata all'OMPI.

Il c.d Basic Framework (“Basic Framework of GATT Provisions on Intellectual Property: Statement of Views of the European, Japanese and United States Business Communities, 14 giugno 1988) costituirà la base di partenza dell'ormai prossimo TRIPs. Il Basic Framework consisteva in una dichiarazione di principi che dovevano essere assunti come standards per valutare le normative nazionali: “declaration of principles of property wanted by big business for the coming global information economy” (Drahos e Braitwaite, 2002, p. 125). I principi da inserirvi all'interno furono selezionati da IPC, UNICE20 e da Keidanren21, si legge in Information Feudalism.

Le negoziazioni seguenti Punta del Este furono organizzate dalla Conferenza Ministeriale22 in due gruppi: il gruppo di negoziazione sui beni (GNG) e il gruppo di

negoziazione sui servizi (GNS). Il GNG comprendeva a sua volta ben 14 gruppi di negoziazione tra cui l'11° gruppo era denominato Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights e includeva il commercio di beni contraffatti. L'11° gruppo è stato sottoposto ad un intenso lavoro: “[b]etween 1987 and 1990, 97 working documents were submitted to the TRIPS negotiating group by countries, the GATT Secretariat and international organizations. Of these only 19 came from

20 Union des Industries de la Communauté européenne (UNICE), che dal 2007 è stata denominata “BusinessEurope” è costituita da “41 associazioni nazionali di rappresentanza delle imprese, provenienti da 35 paesi (i 27 paesi membri dell’UE e gli otto paesi candidati all’adesione o membri dello Spazio Economico Europeo) e rappresenta oltre 20 milioni di imprese. Costituisce la

principale federazione dell’industria a livello europeo e ha il compito di garantire che gli interessi delle imprese siano rappresentati e difesi di fronte alle Istituzioni europee. L’obiettivo principale, attraverso una continua attività di dialogo, da una parte con le federazioni associate e dall’altra con le Istituzioni europee, è quello di preservare e rafforzare la competitività delle imprese europee” (Confindustria, n.d.).

21 Keidanren è la “Japan Business Federation”, si legge sul suo sito istituzionale: “è un'organizzazione economica globale con 1.412 società rappresentative del Giappone, 109 associazioni industriali nazionali e 47 organizzazioni economiche regionali” (al 1º aprile 2019). Si occupa di promuovere e sostenere lo sviluppo dell'economia giapponese, raggiungere il consenso nella comunità

imprenditoriale, dialogando con gruppi di interesse, leader politici, sindacati e cittadini, nazionali ed internazionali. Si occupa di risolvere le controversie nazionali e internazionali (Keidanren, n.d.).

22 La Conferenza Ministeriale è l'organo all'apice della struttura organizzativa verticistica dell'OMC. E'

composta da rappresentanti di tutti gli stati membri dell'OMC. Si riunisce due volte l'anno (Art. 4, c. 1 Accordo di Marrakesh).

developing countries” scrivono Drahos e Braithwaite basandosi sulle stime dei documenti di lavoro elaborate da J.C. Ross and J.A. Wasserman (p. 133). Quando ormai i tempi erano maturi per la nascita del TRIPs, le negoziazioni furono condotte da alcuni gruppi. Drahos e Braithwaite riportano un elenco di quelli più importanti, dal quale emerge l'onnipresenza dei paesi occidentali:

1 US and Europe; 2 US, Europe, Japan;

3 US, Europe, Japan, Canada (Quad);

4 Quad ‘plus’ (membership depended on issue, but Switzerland and Australia were regulars in this group);

5 Friends of Intellectual Property (a larger group that included the Quad, Australia, Switzerland, the Nordic countries and some developing countries like Mexico); 6 10+10 (and the variants thereof such as 5+5, 3+3). The US and the European Community were always part of any such group if the issue was important. Other active developed country members were the Nordic states, Japan, Canada, Australia, New Zealand and Switzerland. Developing country members present in these groups included Argentina, Brazil, India, Hong Kong, Malaysia, Thailand, Chile, Colombia, Egypt, Indonesia, Korea, Mexico, Peru and Singapore.

7 Developing country groups (for example, the Andean Group: Bolivia, Colombia, Peru and Venezuela). In 1990 Argentina, Brazil, Chile, China, Colombia, Cuba, Egypt, India, Nigeria, Peru, Tanzania and Uruguay combined to submit a developing countries draft. Developing countries would also meet as a larger informal group. 8 Group 11 (the entire TRIPS negotiating group; about 40 countries were active in this group) (p. 138).