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IL WORLD INTELLECTUAL PROPERTY INDICATOR

ALCUNI DATI SULLA PROPRIETA' INTELLETTUALE

4.3 IL WORLD INTELLECTUAL PROPERTY INDICATOR

E' interessante notare, a questo punto, la coincidenza secondo la quale sia i paesi ad economia avanzata che i paesi emergenti in rapida espansione, con al loro interno imprese leader nel settore ICT e non solo, che si affidano a strategie vincenti di investimento in settori ormai chiave, quale appunto quello tecnologico, sono anche i

paesi con un impiego maggiore di PI. E non sembra neanche un azzardo affermare che la registrazione di DPI può essere essa stessa parte di quelle scelte strategiche.

Variations in patenting activity across countries reflect differences in their levels of economic growth and development. It is therefore informative to examine resident patent activity with regard to population, R&D spending, GDP and other variables. These are commonly referred to as “patent activity intensity” indicators (World Intellectual Property Indicators 2018, p. 29).

A conferma di ciò è interessante notare la tendenza all'aumento del numero di registrazioni dei DPI, monitorate e fatte oggetto di studio da parte della Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale. Lo studio in esame è il già citato World Intellectual Property Indicator del 2018. Gli indicatori mondiali della proprietà intellettuale dell'edizione 2018 sono stati preparati sotto la direzione di Francis Gurry (Direttore Generale) e sono stati il frutto di un lavoro di collaborazione con appartenenti alla Divisione di Economia e Statistica dell'OMPI e del settore Brands and Designs, con l'Unione internazionale per la protezione delle nuove varietà vegetali (UPOV) e con uffici IP nazionali e regionali, nonchè con la Banca Mondiale, da cui lo studio in oggetto ha ottenuto i dati per la elaborazione degli indicatori.

Si legge nello studio che:

In un contesto di solida crescita economica a livello mondiale, l'attività di registrazione della proprietà intellettuale (IP) ha stabilito nuovi record nel 2017 […] I depositi di brevetti in tutto il mondo hanno raggiunto 3,17 milioni [a record number] con una crescita del 5,8% rispetto ai dati del 2016. L'attività di deposito di marchi ha totalizzato 12,39 milioni, in crescita del 26,8% rispetto al 2016. L'attività di deposito di disegni industriali ha superato 1,24 milioni (p. 5).

In questo contesto, emerge dal Report essere la Cina il principale motore della crescita globale dei depositi PI79, seguita da Giappone e USA. Partendo da livelli già elevati, i 79

È importante notare che l'ufficio per la proprietà intellettuale della Cina ha rivisto il suo metodo di compilazione delle statistiche sulle domande di brevetto nel 2017. Prima del 2017, includeva tutte le domande ricevute; invece a partire dal 2017, i dati di conteggio delle domande della Cina includono solo quelle domande per le quali l'ufficio ha ricevuto le tasse di applicazione necessarie. Il nuovo metodo di conteggio è stato applicato retroattivamente; ciò ha consentito di segnalare un tasso di crescita del 14,2% nel numero di domande di brevetto depositate nel 2017. Questo tasso di crescita del 14,2% per la Cina è stato poi utilizzato per calcolare il tasso di crescita mondiale stimato al 5,8.

depositi di brevetti in Cina sono cresciuti del 14,2% e l'attività di deposito di marchi, del 55,2%. I brevetti in vigore in tutto il mondo sono cresciuti del 5,7% raggiungendo i 3,17 milioni nel 2017. Negli Stati Uniti erano in vigore circa 2,98 milioni di brevetti, in Cina 2,09 milioni ed in Giappone 2,01 milioni.

Questi alti tassi di crescita hanno spinto la Cina a raggiungere il 43,6% e il 46,3%, rispettivamente delle azioni di deposito di brevetti e marchi. Il Report attesta che anche il Giappone (+24,2%) e gli Stati Uniti d'America (+12,6%) hanno registrato una forte crescita dell'attività di deposito dei marchi. Tuttavia, entrambi i paesi non hanno registrato quasi alcuna crescita nel deposito dei brevetti. Per il secondo anno consecutivo la Repubblica di Corea ha invece registrato un calo dell'attività di deposito di brevetti e marchi. Tra le altre tendenze di rilievo vi sono i grandi aumenti dell'attività di deposito di marchi nella Repubblica islamica dell'Iran (+87,9 %), nel Regno Unito (+24,1%) e in Canada (+19,5%). Per quanto riguarda l'attività di deposito di disegni industriali, nel 2017 il Regno Unito (+92,1%), la Spagna (+23,5%) e la Svizzera (+17,9%) hanno registrato una crescita a due cifre.

Le domande di brevetto ricevute dalla National Intellectual Property Administration della Repubblica Popolare Cinese nel 2017 sono 1,38 milioni80, più del doppio del

numero ricevuto dall'Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti (USPTO), che ne ha totalizzate 606.956. Il Patent Office giapponese si è classificato terzo, con 318.479 domande. È seguito dall'Ufficio coreano per la proprietà intellettuale con 204.775 richieste e dall'Ufficio europeo dei brevetti (UEB) con 166.585. Insieme, questi primi cinque uffici hanno rappresentato l'84,5% del totale mondiale nel 2017, una frazione molto superiore alla loro quota complessiva nel 2007 (75,2%). In particolare, la quota della Cina sul totale mondiale è aumentata notevolmente tra il 2007 e il 2017, mentre quella dei restanti quattro uffici è diminuita nello stesso periodo.

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Anche il numero di brevetti relativi a materiale militare depositato all’Ufficio di Stato per la proprietà intellettuale cinese è aumentato in media del 35 per cento l’anno negli ultimi dieci anni (Gaiani, 2012). Il dato, scrive l'autore dell'articolo, è stato reso noto dal Ministero della Difesa di Pechino e ripreso dalla rivista specializzata Jane’s. Esso indica “il rapido sviluppo delle capacità dell’industria militare cinese, non solo di replicare sistemi e tecnologie straniere ma di sviluppare know-how e applicazioni originali e “made in china” (Gaiani, 2012). Tale incremento si inserisce all'interno di una campagna governativa tesa a favorire la ricerca nel settore militare, ha fatto sapere il Ministero della Difesa. La Cina è divenuta così negli ultimi dieci anni un grande esportarore di

A fronte di tale cambiamento, si riscontra come la lista dei primi dieci uffici brevetti nel 2017 sia invece identica a quella del 2016, così come è relativamente stabile il loro ordine. I cambiamenti di posizione che vi sono stati negli ultimi 15 anni sono avvenuti in maniera graduale, ad eccezione della rapida ascesa della Cina. La Germania (67.712), l'India (46.582), la Federazione Russa (36.883), il Canada (35.022) e l'Australia (28.906) figurano tra i primi 10 uffici. L'Australia (+1,8%), il Canada (+0,8%) e l'India (+3,4%) hanno registrato una crescita dei depositi, mentre la Germania (-0,3%) e la Federazione Russa (-11,3%) hanno registrato un calo degli stessi.

Un altro aspetto da sottolineare riguarda la nazionalità di chi deposita le domande nei diversi uffici. Gli uffici della Cina, del Giappone e della Repubblica di Corea hanno ricevuto la maggior parte delle domande dai residenti. Al contrario, l'Australia, il Canada, l'India e gli Stati Uniti hanno riferito una quota elevata di depositi dai non residenti. Al converso, continuano a condurre il primato nel deposito di PI all'estero (segno di un desiderio di espandersi in nuovi mercati) proprio gli Stati Uniti, i cui residenti continuano a presentare 230.931 domande di brevetto equivalenti all'estero. Seguono il Giappone (200.370), la Germania (102.890), la Repubblica di Corea (67.484) e la Cina (60.310). Infatti, solo il 4,6% di tutte le domande dalla Cina sono state depositate all'estero, mentre il 95,4% sono depositate nella madrepatria81. Al

contrario, i depositi all'estero costituiscono il 43,5% delle domande totali dal Giappone e il 44% dagli Stati Uniti. Si legge sul Report: “La registrazione all'estero riflette la globalizzazione della protezione della proprietà intellettuale ed il desiderio di commercializzare la tecnologia nei mercati esteri. I costi di deposito all'estero possono essere notevoli, per cui i brevetti per i quali i richiedenti chiedono protezione internazionale sono suscettibili di conferire valori più elevati” (p. 27). Tuttavia, la Cina ha registrato una crescita del 15% nei depositi all'estero, tasso di gran lunga superiore a quello del Giappone (+2,1%) e degli USA (+2%). Sia la Germania (-0,6%)

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Si sostiene nel Report che l'aumento del numero di domande di registrazione dei DPI presentate in Cina e in Turchia (nazione che ha registrato una crescita a due cifre negli ultimi tre anni, ragion per cui la sua posizione in classifica è passata dalla 25esima posizione nel 2014 alla 20esima nel 2017) sia stato determinato principalmente dalla crescita delle domande di soggiorno. Un'altra

motivazione che può giustificare la disparità nel numero di registrazione in Cina da parte dei residenti e da parte dei non residenti è la storica sfiducia reciproca (da parte della Cina e nei suoi confronti) riposta da parte degli investitori stranieri e viceversa.

che la Repubblica di Corea (-4,1%) hanno invece registrato un minor numero di depositi all'estero nel 2017 rispetto al 2016.

Ponendo l'attenzione sui primi 20 uffici brevetti del mondo, 12 di essi erano situati in paesi ad alto reddito, 6 in paesi con alto-medio reddito, 2 in paesi a medio-basso reddito. In termini di distribuzione geografica, nove uffici erano situati in Asia, sei in Europa, due in America settentrionale e in America latina e nei Caraibi (ALC) e uno in Oceania. Il Sudafrica è l'ufficio africano più alto in classifica, al 22esimo posto.

Sembrano dunque mutati gli scenari. Sempre nel Report si legge che dal 1883 al 1963 l'ufficio brevetti degli Stati Uniti è stato “l'ufficio leader per la documentazione mondiale” (p. 26). In USA e in Giappone i numeri delle registrazioni erano stabili fino ai primi anni '70, quando il Giappone ha cominciato a vedere una rapida crescita, superando gli Stati Uniti nel 1968 e mantenuto la “posizione di punta” fino al 2005. Dall'inizio degli anni 2000, tuttavia, il numero di domande depositate in Giappone ha seguito una tendenza al ribasso. A partire dagli inizi degli anni '80, sia l'UEB (Ufficio Europeo dei Brevetti) che la Repubblica di Corea hanno registrato ogni anno aumenti, così come la Cina dal 1995. La Cina ha superato l’UEB e la Repubblica di Corea nel 2005, il Giappone nel 2010 e gli Stati Uniti nel 2011 e continua a condurre le classifiche attestanti il numero di domande in tutto il mondo.

Anche per quanto riguarda il deposito di domande di registrazione di marchi, la Cina è in vetta alle classifiche. Infatti, il suo volume di attività di deposito si stima in circa 5,7 milioni, seguito da USA (613,921), Giappone (560,269), l'Ufficio della proprietà intellettuale dell'Unione europea (EUIPO; 371,508) e la Repubblica islamica dell'Iran (358,353). Tra le prime 20 sedi, la Repubblica Islamica dell'Iran (+87,9%) e la Cina (+55,2%) hanno registrato un'elevata crescita annua. In entrambi questi uffici, la crescita generale è stata trainata da una forte crescita dei depositi residenziali. Anche il Giappone (+24,2%), il Regno Unito (+24,1%) ed il Canada (+19,5%) hanno registrato una notevole crescita.

Gli uffici situati in Asia hanno rappresentato il 66,6% di tutte le attività di deposito di marchi nel 2017, rispetto al 36,1% del 2007. La quota dell'Europa è scesa dal 38,9% nel 2007 al 17,7% nel 2017. L'America settentrionale ha rappresentato il 6,4% del totale mondiale nel 2017, mentre la quota combinata di Africa, America Latina e Caraibi e Oceania è stata del 9,2% nel 2017; cinque punti percentuali al di sotto della loro quota combinata 2007. I marchi associati alla pubblicità ed alla gestione aziendale hanno rappresentato l'11% dell'attività di deposito dei marchi nel 2017,

seguiti da abbigliamento (7%), computer, software e strumenti (6,6%) e istruzione e intrattenimento (5,5%).

La situazione non cambia molto per quanto concerne la registrazione di disegni e modelli industriali. L'ufficio della Cina ha ricevuto richieste contenenti 628.658 disegni nel 2017, corrispondenti al 50,6% del totale mondiale. Più in generale, gli uffici situati in Asia hanno rappresentato oltre due terzi (67,9%) di tutti i disegni depositati nel mondo nel 2017, seguiti da Europa (24,4%), Nord America (4,2%), Africa (1,5%), America Latina e Caraibi (1,2%) e Oceania (0,7%). Dal Report emerge che i disegni e modelli relativi all'arredamento rappresentano il 10% dell'attività di deposito globale, seguiti da quelli relativi all'abbigliamento (8,5%) e agli imballaggi e contenitori (7,2%).

Pare proprio che la Cina sia risoluta nel primeggiare in qualsiasi settore inerente la PI, essendo diventata top filing office nel 2017, anche nella registrazione delle varietà vegetali: il suo ufficio ha ricevuto 4.465 domande di registrazione, seguita dall'Ufficio comunitario delle varietà vegetali dell'Unione europea (CPVO; 3.422), dagli Stati Uniti (1.557), dall'Ucraina (1.345) e dal Giappone (1.019). La Cina ha visto una crescita del 52,8% dei depositi nel 2017. Ucraina (+5,6%), Giappone (+4,3%) e CPVO (+3,7%) hanno assistito anch'essi ad una crescita, mentre gli Stati Uniti hanno riportato un calo del 2,9% nei depositi.

Dove la Cina non si colloca al primo bensì ad un comunque notevole terzo posto è nel settore delle indicazioni geografiche (IG). Infatti qui è la Germania (14.073) ad aver riportato il maggior numero di IG in vigore, seguita da Austria (8.749), Cina (8.507), Ungheria (6.646) e Repubblica ceca (6.191). In ciascuno degli Stati membri dell'UE vigevano in media 4.932 IG. Nel 2017, il 57 % del totale mondiale riguardava le indicazioni geografiche relative ai vini ed alle bevande alcoliche, seguite da prodotti agricoli e alimentari (28,2%) e artigianali (2,7%).

La novità della edizione del 2018 del WIPO Indicator è rappresentata delle statistiche sulla c.d. creative economy, elaborate sulla base di un'indagine originale condotta in collaborazione con l'International Publishers Association. Le statistiche riportano i principali dati di performance relativi all'attività editoriale in 28 paesi. L’indagine ha monitorato i ricavi dell'industria editoriale – stimati sulla base delle entrate generate dai tre settori: commercio, istruzione e scienza, tecnica e medicina – di 11 paesi che coprono i tre settori. Tali ricavi sono ammontati a 248 miliardi di dollari nel 2017. Qui ritroviamo la Cina come il paese che ha registrato i maggiori ricavi netti (202,4

miliardi di dollari), seguita dagli Stati Uniti (25,9 miliardi di dollari), dalla Germania (5,8 miliardi di dollari) e dal Regno Unito (4,7 miliardi di dollari). Le edizioni digitali hanno generato il 28,3% dei ricavi totali del settore commerciale in Cina, il 23,5% in Giappone, il 18,4% in Svezia, il 13,2% in Finlandia e il 12,9% negli Stati Uniti. Gli USA hanno venduto 2.693 milioni di copie di titoli pubblicati nel 2017, seguiti da U.K. (647 milioni), Brasile (617 milioni) e Francia (430 milioni).

Il WIPO Indicator 2018 ha sviluppato inoltre indicatori per le famiglie di brevetti82. Il

numero totale di famiglie di brevetti nel mondo è aumentato da circa 780.000 nel 2001 a circa 1,56 milioni nel 2015. I richiedenti provenienti dalla Cina rappresentavano più della metà di tutte le famiglie di brevetti (52,2%) nel 2015, seguiti dal Giappone (14,6%), dagli Stati Uniti. (10,4%) e dalla Repubblica di Corea (8,9%).

Infine, il Report ha fatto emergere un dato preoccupante, ossia l'aumento in tutto il mondo del numero di dispute circa violazione, invalidità e altri motivi relativi ai diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia un'idonea analisi statistica risulta al riguardo ostacolata dalla scarsità e incompletezza dei dati disponibili, tali da non consentire una buona classificazione delle controversie.