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law: la potenza della moral suasion

3.1.1.1 Le manifestazioni di self-regulation su scala internazionale

Tra le fila del profluvio delle fonti di soft law sono certamente da annoverare le autoregolamentazioni che si sono date ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers)110 e il suo predecessore IANA (Internet Assigned Numbers Authority),

organizzazioni statunitensi la cui governance è un tema di portata giuridica e politica su scala globale111, e che fungono da ufficio dell’anagrafe digitale, in quanto gestiscono

l’assegnazione dei nomi di dominio, cioè delle identità digitali di ogni cybernauta, rispondendo il Domain Name System (DNS) alla funzione di trasformare i numeri in parole. In particolare, allo stato dell’arte, se ICANN, avente natura elastica, multiforme e reticolare, si occupa di sovrintendere all’attribuzione e alla gestione degli indirizzi, coniugando competenze di stampo economico e tecnico, sulle quali fonda il consenso degli

110 Per approfondimento v. B. Carotti, L’ICANN e la governance di Internet, in Riv. Trim. Dir. Pubb., 2007, 3,

p. 671 ss.; disponibile online all’indirizzo http://www.irpa.eu/wp- content/uploads/2011/10/Icann_Rtdp_bc.pdf; D. De Grazia, L’Internet governance tra tecnica, politica e diritto, in Inf. Dir., 2009, 1, p. 29 ss.

111 Il dibattito sollevato attorno all’ente è divenuto un «hot political issue»; cfr. J.P. Kesan, A.A. Gallo,

Pondering Politics of Private Procedures: The Case of ICANN, University of Illinois College of Law, Law and Economics Working Papers, n. 74, 2007, disponibile online all’indirizzo http://law.bepress.com/uiuclwps/papers/art74, p. 4 dell’introduzione e p. 86. Si pongono spinose questioni che spaziano dall’opportunità di un livello di governo internazionale, alla crescente influenza dei poteri pubblici, alla messa a punto di meccanismi di partecipazione e controllo, al problema della legittimazione, in quanto, sebbene ICANN sia stato creato in ambito nazionale e sia sottoposto ad una supervisione unilaterale, esso svolge un ruolo di respiro mondiale.

stakeholders, IANA svolge il ruolo di detenere ed allocare, sotto la supervisione della prima, blocchi di indirizzi IP a cinque organizzazioni regionali, ovverossia RIPE per l’Europa e il Medio Oriente, APNIC per l’area Asia-Pacifico, ARIN per l’America e l’Africa sub- sahariana, LACNIC per l’America e l’area caraibica, AFRINIC per l’Africa112. In seconda

battuta, queste ultime assegnano detti indirizzi IP alle rispettive autorità locali, ossia alle LIRS (Local Internet Registries), le quali le allocano agli utenti finali.

ICANN e IANA sono soggetti transnazionali, deterritorializzati, rappresentanti una nuova forma di amministrazione globale e riconoscibili come nuovo modello organizzativo, con connotati tipici come l’assenza di una costituzione formale, il carattere poliedrico delle fonti, la presenza di soggetti di diversa natura, e nuovo regime regolatorio internazionale, in quanto, scavalcando gli Stati nazionali, governano una risorsa amplissima, dispongono di strumenti e utilizzano processi decisionali per la regolamentazione dell’intero settore, adottano regole con effetti a livello planetario113.

Il fatto che entrambi i soggetti de quibus sin dalla loro nascita si siano autogovernati, senza che nessuno conferisse loro qualsivoglia potere, esercitando una forma di potestà extraterritoriale a fronte della quale gli altri Stati hanno prestato acquiescenza, testimonia come negli Stati Uniti il governo delle reti globali in passato è stato e tuttora è attribuito in maniera significativa ad attori privati che operano all’interno del sistema giuridico statunitense114. In verità, che i poteri sovrani degli Stati Uniti governano la rete globale si

evince anche dalle condizioni generali di numerosi grandi prestatori di servizi online (e.g. Facebook, Wikipedia, Google, e-Bay), le quali statuiscono expressis verbis l’applicabilità del diritto statunitense ed indicano un foro domestico.

Sia ICANN sia IANA sono in grado di infliggere una sanzione effettiva, quale è l’interdizione dell’accesso alla rete, a prestatori ed utenti che decidono di non conformarsi a determinate direttive volte sia a prevenire sia a colpire abusi, allo stesso modo di un’altra istituzione privata, il Mail Abuse Prevention System, che inserisce in una black list i trasgressori, specie gli autori di Unsolicited Commercial E-Mail, a tal guisa impedendo loro di inviarne ulteriori agli aderenti al servizio.

112 Aa.Vv., Il diritto dell’era digitale, a cura di G. Pascuzzi, Bologna, 2016, p. 325.

113 M. Muller, Ruling the Root: Internet Governance and the Taming of Cyberspace, Cambridge, 2002, p. 220

ss.

114 V. Zeno-Zencovich, Intorno alla decisione nel caso Schrems: la sovranità digitale e il governo

internazionale delle reti di telecomunicazione, in Aa.Vv., La protezione transnazionale dei dati personali. Dai “Safe Harbour Principles” al “Privacy Schield”, a cura di G. Resta e V. Zeno-Zencovich, Roma TrE-Press, 2016, p. 7 ss.; in Dir. inform., 4-5, 2015, p. 683 ss.

Si segnala inoltre che nel 1999, su richiesta della World Intellectual Property Organization (WIPO), l’ICANN ha adottato una Uniform Dispute Resolution Policy (UDRP)115, la quale detta una specifica procedura per la risoluzione delle controversie

relative alla titolarità di un particolare nome a dominio, attraverso una rete di UDCC providers, e che prevede anche una serie di regole complementari (Rules). Scimmiottando questo sistema sono sorti e si sono sviluppati ampiamente specie nel mondo dell’e-commerce sistemi alternativi di Online Dispute Resolution, diffondendo la pratica degli arbitrati online e del ricorso all’Online Ombdus Office e al V-Mag, connotati da costi contenuti, trasparenza delle procedure e rispetto della giustizia del caso concreto.

Altra realtà di regolamentazione autonoma a cui nessuno Stato si è mai ribellato è ITU (International Telecommunication Union)116, agenzia delle Nazioni Unite che gestisce

il traffico di una risorsa scarsa ma preziosissima e drammaticamente necessaria, ovverosia le radiofrequenze elettromagnetiche, che sono beni comuni aterritorriali. Essa ha sfornato un sostanzioso numero di decisioni e accordi concernenti aspetti tecnici di Internet, ma, poiché i suoi atti costitutivi e fondamentali non contengono procedure e disposizioni relative alla risoluzione delle dispute, la forza vincolante dei medesimi risulta fortemente attutita, potendo i suoi membri disporre di sistemi alternativi al fine di risolvere le controversie tra loro insorte.

A queste figure si aggiunge il BEREC (Body of European Regulators for Electronic Communications), agenzia regolatrice delle comunicazioni elettroniche, che si occupa di fornire assistenza amministrativa e professionale, e che il 30 agosto 2016 ha pubblicato le Linee guida sulla neutralità della rete.

115 Per approfondimento v. L.R. Helfer, Whither the UDRP: Autonomous, Americanized, or Cosmopolitan?, in

Card. J. Int’l Comp. Law, XII, 2004, p. 493 ss.; M. Froomkin, ICANN’s «Uniform Dispute Resolution Policy» – Causes and (Partial) Cures, in Brooklyn Law Rev., LXVII, 2002, p. 605 ss.; M. Geist, Fair.Com?: An Examination of the Allegations of Systemic Unfairness in the ICANN UDRP, in Brooklyn J. Int’l Law, LXVII, 2002, p. 903 ss.; Id., Fundamentally Fair.com? An Update on Bias Allegations and the ICANN UDRP, disponibile online all’indirizzo http://aix1.uottawa.ca/~geist/fairupdate.pdf; M. Muller, Rough Justice. An Analisys of ICANN’s Dispute Resolution Policy, Working paper V2.1, Syracuse University School of Information Studies, 2000, disponibile online all’indirizzo http://dcc.syr.edu/miscarticles/roughjustice.pdf; in Inform. Soc., 17(3), 2001, p. 151 ss.; J.G. White, ICANN’s Uniform Domain Name Dispute Resolution Policy In Action, in Berkeley Tech. Law J., XVI, 2001, p. 229 ss.; L.R. Helfer, G.B. Dinwoodie, Designing Non- National Systems: The Case of Uniform Domain Name Dispute Resolution Policy, in William and Mary Law Rev., XLIII, 2001, p. 141 ss.; L.M. Sharrock, The Future of Domain Name Dispute Resolution: Crafting Practical International Legal Solutions from within the Udrp Framework, in Duke Law J., LI, 2001, p. 817 ss.

116 Per approfondimento v. I. Walden, International Telecommunications Law, the Internet and the Regulation

of Cyberspace, in Aa.Vv., Peacetime Regime for State Activities in Cyberspace. International Law, International Relations and Diplomacy, a cura di K. Ziolkowsi, NATO CCD COE Publication, Tallinn, 2013, p. 261 ss., disponibile online alla pagina https://ccd-coe.org/publications/books/Peacetime-Regime.pdf.

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