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La nascita della grande fabbrica: i primi anni della Cucirini Cantoni tra paternalismo e dissens

I.I. Perché Lucca?

Fin da subito la scelta di Lucca non si lega esclusivamente alla nomea di città laboriosa, bensì, come sottolinea Paolo Bottari, a quattro ulteriori fattori di notevole importanza: prima di tutto, alla quantità di acqua disponibile e alla conseguente produzione di energia a basso costo, grazie anche al posizionamento lungo il Pubblico Condotto utilizzato come forza motrice; la manodopera, poi, poteva essere assunta a buon mercato, non essendoci al tempo alcun tipo di concorrenza industriale significativa in Lucchesia, Regia Manifattura Tabacchi esclusa2, mentre il costo della vita risultava molto più basso che altrove; la viabilità rendeva agevole il collegamento con i porti più importanti in zona, come quelli di Viareggio e Livorno, e non era cosa da poco; vi era, infine, una fervente attività nella produzione dei bachi da seta, della canapa e del lino sia per autoconsumo che per la realizzazione di stracci, una delle cause, questa, della diffusione della

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Niemack risultò uno dei primi pionieri dell’industria cucirinaria italiana, grazie ad anni di esperienza maturati nelle zone tedesche bagnate dal Reno.

2 I primi insediamenti industriali erano legati principalmente all’agricoltura (caseifici, ad esempio), e riguardavano anche alcuni

importanti complessi, su tutti la Bertolli, industria nata nel 1875 e leader nel settore dell’olio. La Regia Manifattura Tabacchi, invece, era sorta nel 1865 e rappresentava, alla fine dell’Ottocento, una delle aziende più importanti d’Italia, nonché lo stabilimento della provincia con maggiore concentrazione occupazionale nel settore della trasformazione: come annota Enrico Alberigi, “nel 1915 i 1.718 addetti di Lucca rappresentavano circa il 10% del totale degli occupati nel settore in Italia”. Vedi cfr. Enrico Alberigi, Partito

Popolare e movimento sindacale cattolico a Lucca e provincia nel primo dopoguerra. Gli anni della crescita (1919-1921), in

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filatura e della tessitura che per l’appunto avrebbero agevolato l’introduzione delle grandi manifatture tessili3.

Nel 1881, oltre allo stabilimento principale, ne nasce un secondo a Marlia, frazione del Comune di Capannori, che per fare spazio al nuovo impianto converte una fabbrica dismessa adibita alla lavorazione del ferro, collocata anch’essa lungo il Pubblico Condotto, diramazione del fiume Serchio: se da un lato il lavoro è ottimamente organizzato, dall’altro lo stabilimento possiede ancora macchinari primitivi, con poche centinaia di operai -circa 600- alle proprie dipendenze.

Le industrie tessili e di tabacchi, tra il 1881 e il 1886, vivono una parabola espansiva che le porta a generare il 74,2% del prodotto dell’industria manifatturiera nazionale4, e l’impresa fondata dall’originario

degli Hannover emerge ben presto come una della principali produttrici di filati per la cucitura del lino. La continua crescita e il progressivo numero di commesse provenienti dal resto d’Europa sono segno di qualità e di prezzi contenuti, tanto che Niemack, nel 1888, decide di ampliare ulteriormente il complesso acquistando l’ex lanificio della Smith, situato vicino alla sede in via dei Borghi nella parrocchia di S. Marco: come abbiamo visto, sarà questa la sede in cui la Cucirini Cantoni Coats si stabilirà definitivamente al termine di un lungo e costoso processo di trasformazione.

Negli ultimi venti anni dell’Ottocento, dunque, si realizzano anche in Lucchesia le prime, caute, condizioni per un iniziale avanzamento industriale, seguendo lo slancio produttivo che interessa tutto il paese: il 1° maggio 1890, il cavalier Niemack, fiutando l’odore dell’affare, dà così vita alla “Società delle Fabbriche Italiane di Flati Cucirini FIFC”, con un capitale sociale di 800.000 lire, e ne diviene socio di maggioranza. Il passo più importante portato a termine, tuttavia, riguarda l’accordo con i Cantoni, famiglia pionieristica nel settore cotoniero italiano, originaria e residente a Legnano5: a seguito della sinergia, si delibera allora di trasferire l’intera sede produttiva a Lucca, lasciando esclusivamente a Milano quella amministrativa.

A discapito della pioggia di richieste lavorative, gli albori del Novecento vedono il complesso attraversare una fase di preoccupante difficoltà economica, legata principalmente alla mancanza di fondi necessari al

3 Paolo Bottari, All’ombra della grande ciminiera, op. cit., pp. 65-66. Diamante Limiti, durante la grande vertenza del 1963,

scriverà con fare provocatorio: “La Cucirini ha sempre scelto come sede dei propri stabilimenti luoghi considerati <<socialmente tranquilli>>, oppure luoghi ove la lotta può essere stroncata con metodi brutali: fabbriche della C.C.C. sono state così installate nella Germania Occidentale, nell’America Latina, in Spagna e a Lucca. In Italia era stato aperto uno stabilimento a Verbania nel novarese, ma poi fu chiuso perché – disse la Direzione- a Lucca <<stiamo più tranquilli>>”, ne “l’Unità” del 29/9/1963.

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Tra il 1876 e il 1900 le imprese operanti nel settore passarono in Italia da 627 a 727, con un corrispondente aumento dell’occupazione da 52.000 a 135.000 unità.

5 Il fondatore del complesso, Costanzo Cantoni, nel 1872 aveva cambiato la denominazione della sua ditta in Società Anonima

Cotonificio Cantoni. Il percorso di Cantoni ha inizio nel 1830, quando, in società con Camillo Borgomanero, fonda uno stabilimento

tessile per la lavorazione del cotone a Legnano: il Cotonificio Cantoni. In seguito ai grandi allargamenti portati a termine negli anni Settanta, il Cotonificio diviene la prima impresa cotoniera a fare uso della forma di società azionaria. Dopo la morte di Costanzo, nel 1876, la guida della ditta passa per 12 anni al figlio Eugenio: a questi succede nel 1888 il figlio Costanzo junior, che avrebbe lasciato il Cda del cotonificio solo nel 1910, in seguito ad uno scandalo di frode che lo travolse. È comunque quest’ultimo colui che, il 1° maggio 1890, stipula l’accordo con Niemack.

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rinnovamento dei macchinari e al rifacimento degli impianti6: nel 1904, la società tessile scozzese guidata da James e Peter Coats decide così di intervenire, stipulando un accordo con la Società Fabbriche Italiane Filati Cucirini e originando il complesso che, in data 20 dicembre 1904, va a prendere il nome di Cucirini Cantoni Coats S.p.A.; con l’ingresso degli scozzesi l’impianto attraversa una profonda ed immediata fase di ristrutturazione, avviando anche i lavori per la costruzione del reparto di filatura che avrebbero conosciuto realizzazione nel 1907.

Il grande stabilimento dell’Acquacalda era appena nato, e con esso un nuovo e fondamentale capitolo di storia del Novecento lucchese.