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Condizioni di lavoro, contrasti e rappresentanze nel microcosmo della Cantoni: il fil rouge tra il 1963 e il

V.III. La parola “unità” torna protagonista

Il percorso verso la Confederazione sindacale unitaria non si presenta certo privo di ostacoli all’interno dello stabilimento dell’Acquacalda. Tra i numerosi strascichi che la lotta del 1963 si portava dietro, persisteva infatti “la profonda frattura andatasi a creare tra CGIL e CISL”59

, resa piuttosto evidente dallo stesso segretario liberino Arturo Pacini, il quale, in occasione del V° Congresso Provinciale del “sindacato bianco” (tenutosi il 29 marzo 1965), aveva dichiarato che “un discorso con i vertici comunisti della CGIL non era possibile” e che questa affermazione, anche se velata di pessimismo, aveva invece “un grande anelito di speranza; un discorso con i lavoratori ancora distanti da noi va fatto perché vi sono fermenti ed energie nuovi con cui è possibile un incontro aperto e costruttivo”, concludeva.

Al di là degli scontri, l’onda lunga della vertenza si riflette anche nell’oscillante andamento che le elezioni per la Commissione Interna andavano assumendo in quegli anni. Nella tornata del 1965, ad esempio, nonostante la nuova vittoria della CGIL (seppur con una sostanziale riduzione di consenso), ad uscirne moralmente vincitori sono piuttosto i delegati della CISNAL, autori di una campagna decisa contro il “nefasto” governo di centro sinistra e la lista aziendale; peggio va invece alla CISL, alla quale non bastano gli attacchi alla “poca correttezza” mostrata da fascisti e comunisti per andare oltre i 3 seggi60

.

Nel tentativo di frenare la pericolosa avanzata della CISNAL, pertanto, la Camera del Lavoro decide di avviare una serie di contatti con la UIL, raggiungendo presto un accordo di massima che viene esteso pure alla FILTA-CISL. Se la mossa della UIL appare per certi versi imprevista (ma al contempo poco rilevante,

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Isrec Lucca, Fondo Pci, Serie 1, Sezione I, b.20, fasc. Cucirini Cantoni Coats, “mondo nuovo”, Anno XI- N.19, 11/5/1969,

Cantoni: una lotta esemplare, di Gildo Tognetti.

59 Intervista a Paolo Barsocchi, Riccardo Fratino e Venanzio Pieruccini tenutasi presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età

contemporanea di Lucca, 7/1/2015.

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Su 3.136 dipendenti i votanti risultano 2.600: la FILTEA-CGIL ottiene 927 voti (40,78%, con 5 seggi), mentre la FILTA-CISL 710 (31,23%, con 3 seggi). La CISNAL tocca quota 285 (12,53%), la “Lista indipendenti” i 314 (13,81%) mentre la UIL arriva a malapena a 37 preferenze (1,62%). Le schede bianche sono 178, mentre le nulle 149, per un totale di 2.273 voti validi. La CGIL registra comunque un fortissimo calo, e l’apporto della UIL è pressappoco inesistente. In Isrec Lucca, Fondo Pci, Serie 1, Sezione I, b. 20, fasc. 3, Dati riassuntivi della elezione della Commissione Interna, op.cit.

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visto lo scarso peso specifico del sindacato), la CISL non gioca sorprese, precisando che non avrebbe accettato l’invito a presentarsi “con una lista composta da elementi della Camera del Lavoro e della UIL” perché “certa di poter fare, al di fuori di fittizie unità, una politica di maggiore e migliore difesa” 61

degli interessi e dei diritti dei lavoratori.

La FIOT tenta allora un nuovo avvicinamento, sottolineando le “esigenze unitarie” che i lavoratori sembrano richiedere in vista di un’azione concreta. Risultava fondamentale, nell’opinione di Bianchi, presentarsi con un’unica lista “lasciando isolate quella della CISNAL e quella padronale”, ponendosi come obiettivo primario l’istituzione di un “presidio di produzione nel settore cotoniero -così come già fatto nel settore laniero”- e costringendo l’Azienda a rispettare l’applicazione del Contratto Nazionale62

. La scelta, ad ogni modo, dà ragione alla CISL, che nelle elezioni del 1966 riesce a recuperare un seggio, sottraendolo proprio alla FIOT-CGIL: mentre testate come “Il Telegrafo” e “Il Giornale del Mattino” attribuiscono l’arretramento ciggiellino “all’ibrido apparentamento con la UIL”, tuttavia, a destare preoccupazione è soprattutto la nuova avanzata del sindacato fascista, capace di ottenere addirittura 2 seggi sfruttando evidentemente la poca chiarezza riflessa dai vari tentativi di alleanza63.

La nuova Commissione Interna, al di là di saltuari contrasti, sembra comunque capace di portare avanti un lavoro congiunto, riuscendo a strappare –il 20 luglio 1966- anche un incontro con i dirigenti della fabbrica. La riunione, tenutasi nella Casa al Mare di Marina di Montignoso -in provincia di Massa- riesce addirittura a consegnare spunti positivi, dal momento che il signor Ruffel aveva risposto alla delegazione sulla richieste avanzate -riguardanti l’orario di lavoro, il pensionamento anticipato, le borse di studio e lo spostamento per esigenze aziendali con relativa paga- con la promessa di riportare in tutti i reparti l’orario a 40 ore, garantendo la pensione a chi ne avesse fatto richiesta secondo l’età stabilita. Per quanto riguardava le borse di studio, infine, ne venivano promesse altre da 25.000 lire cadauna, garantendo pure il mantenimento della qualifica operaia in caso di spostamenti per motivi aziendali.

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Ciclostilato della CISL del 17 febbraio 1966, riportato in fotocopia da Salvetti, in Franco Salvetti, Cucirini Cantoni Coats: il

settore tessile, op.cit., p.340.

62 Ciclostilato di CGIL e UIL del 28/2/1966, riportato in fotocopia da Salvetti, in Franco Salvetti, Cucirini Cantoni Coats: il

settore tessile, op.cit., p.341. È importante precisare un aspetto di queste rivendicazioni. Difatti siamo in una fase (che si estenderà

fino agli anni Settanta) nella quale la modalità di retribuzione a cottimo è importante oggetto della contrattazione collettiva, rivolta, almeno in un primo momento, a ridurne l’applicazione al fine di limitare al minimo le possibilità di deterioramento delle condizioni lavorative e l’insorgenza di disuguaglianze fra i trattamenti ricevuti dai lavoratori.” Quello che noi vogliamo –proseguiva il comunicato- è un nuovo inquadramento professionale che nella sostanza aumenti l’attuale livello retributivo e che riconosca il valore professionale di ciascun lavoratore; la Direzione deve comunicare e discutere con la Commissione Interna i nuovi metodi di cottimo come stabilito dal Contratto. Solo in questo modo si contrasta la volontà padronale di accentuare lo sfruttamento; impedire che la Direzione assegni nuovo macchinario senza aver prima discusso e contrattato con la C.I. ed in caso di discordia la Direzione deve discutere e contrattare il macchinario con i sindacati”.

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Su 2.921 dipendenti i votanti risultano 2.352: la FILTEA-CGIL scende a 779 voti (40%), mentre la CISL si assesta sui 735 (45,68%). La CISNAL ne ottiene 261 (13,4%) e la “Lista indipendente” 169 (8,6%). Le schede bianche sono 189, mentre le nulle 219, per un totale di 1.944 voti validi. Isrec Lucca, Fondo Pci, Serie 1, Sezione I, b. 20, fasc. 3, Dati riassuntivi della elezione della

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La concordanza ha tuttavia breve durata. Ruffel, difatti, contravviene quasi subito uno degli accordi, dichiarandosi avverso al ripristino dell’orario in reparti durissimi come quelli della Filatura e delle Tavelle: a denunciare il fatto è la Camera del Lavoro, che il 17 dicembre invia una domanda d’incontro all’Associazione Industriali, alla FILTA-CISL e alla UIL-tessili, ricevendone responso positivo64

. Tra la crescente insofferenza nei confronti della Direzione e i cambiamenti in atto nel contesto storico, così, inizia a maturare tra le componenti sindacali una sostanziale unità d’intenti che va progressivamente consolidandosi. Su questa via contribuiscono certo una molteplicità di fattori, primo tra tutti il recupero di dialogo con un mondo cattolico sindacale più aperto e possibilista65: i ragazzi che arrivano in fabbrica sono nella maggior parte cresciuti sotto la linea dell’arcivescovo Enrico Bartoletti, straordinaria figura capace di muovere passi decisi in una diocesi forte ma tradizionale, operando sulla via della mediazione e del contenimento con gli opposti; importanti novità arrivano pure dal mondo della CISL e delle ACLI, dove con il Congresso del 1967 si “prendeva atto del nuovo avvicinamento tra le Confederazioni”, scegliendo da questa prospettiva una linea più incisiva nella rivendicazione. Emergono oltretutto numerosi gruppi di dissenso cattolico, tra cui formazioni acliste molto spostate a sinistra (con membri talvolta iscritti al PSIUP), altre più moderate come gli SDS ed altre ancora caratterizzate da forti tratti marxisti, ad esempio i militanti de “La Lucerna”. A tal riguardo, ecco quanto riportava “l’Unità” il 18 maggio 1968:

Gruppi del dissenso sono sorti anche in Lucchesia. Uno di questi gruppi, <<La Lucerna>> ha preso l’iniziativa di inviare una lettera a tutti i candidati per porre loro una serie di quesiti in aperta polemica con la DC e il centrosinistra. Dopo la omelia diffusa nella domenica di passione dal vescovo di Lucca in ottemperanza alle direttive dell’Episcopato italiano, <<La Lucerna>> ha inviato una lettera ai cattolici per protestare contro i <<reiterati tentativi di coercizione delle coscienze nei confronti di un atto eminentemente politico>>. <<Da parte nostra –prosegue la lettera- riconfermiamo che l’unità politica dei cattolici è un grosso equivoco nella realtà del nostro Paese, perché serve di copertura alla vera natura di un partito che si colloca nello schieramento politico italiano come il rappresentante di ben localizzati interessi economici e sociali>>. Sempre in provincia di Lucca, a Viareggio, le ACLI hanno dichiarato che esse non intendono invitare i cattolici a votare per la Democrazia Cristiana. […] Affermato che le ACLI non condividono la politica della cosiddetta <<diga>> anticomunista, la nota si conclude ribadendo <<l’autonomia del movimento dei lavoratori cristiani che si muove esclusivamente sotto la spinta dei fermenti che lo animano alla base>>.66

Nei movimenti sindacali va poi nascendo una profonda autocritica di fronte agli scarsi successi ed ai modesti riconoscimenti che si era stati capaci di conseguire fino ad allora, generando di conseguenza

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È soprattutto la FILTA-CISL, nella persona di Matilde Fedi- della segreteria provinciale- ad insistere presso l’Associazione Industriali affinché si organizzai un incontro urgente per discutere la questione.

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Anche in questo caso ad assumere un ruolo fondamentale era stato Riccardo Fratino, che si era avvicinato agli ambienti cattolici per cercare sostegno ed appoggio: non a caso, la lotta del 1969 avrebbe ottenuto il beneplacito dello stesso ambiente ecclesiastico.

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