2.4 L’Italia prima di partire
Tavola 7.6 Metodi di reperimento del lavoro e livello di istruzione, primo e secondo lavoro (composizione percentuale)
Primo Lavoro Lavoro Attuale (Diverso Dal Primo)
Prima- ria Secon-daria
Infe- riore Secon- daria Supe- riore Terzia-
ria Totale Prima-ria Secon-daria Inferiore Secon- daria Supe- riore Terzia- ria Totale Uomini Parenti 16.8 21.3 20.2 11.6 19.3 6.2 12.1 8.5 10.5 9.4
Amici e conoscenti co-etnici
o immigrati 49.4 42.3 41.0 33.2 42.3 33.4 34.3 29.9 17.1 30.7
Amici e conoscenti italiani 4.2 8.1 9.2 8.7 7.9 12.1 12.9 19.5 13.2 15.6
Contatto diretto con il datore
di lavoro 15.9 18.7 15.9 17.2 16.9 22.4 15.5 18.3 19.6 18.2
Istituzione intermediaria 4.6 3.4 4.3 6.7 4.2 6.0 7.8 6.3 14.0 7.4
Altri metodi formali 4.8 4.3 7.5 20.0 6.9 11.7 5.7 8.8 15.1 8.9
Avvio di un’attività autonoma 4.3 1.9 2.0 2.7 2.5 8.3 11.8 8.8 10.6 9.8
Totale 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0
Donne
Parenti 23.0 21.9 18.5 13.7 18.9 14.2 18.0 10.1 5.8 11.4
Amici e conoscenti co-etnici
o immigrati 35.1 41.2 41.0 30.4 38.8 28.0 27.2 24.4 22.6 24.9
Amici e conoscenti italiani 13.5 13.6 14.9 14.8 14.5 22.3 27.1 30.3 22.2 27.8
Contatto diretto con il datore
di lavoro 11.8 13.9 12.6 16.0 13.4 7.2 16.2 16.4 14.0 15.4
Istituzione intermediaria 6.7 4.3 4.6 9.3 5.4 13.2 2.7 6.4 7.3 6.0
Altri metodi formali 9.0 3.8 7.6 12.0 7.5 7.5 5.2 8.7 25.0 10.6
Avvio di un’attività autonoma 1.0 1.3 0.8 3.8 1.4 7.6 3.6 3.7 3.1 3.8
Totale 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0
Fonte: Istat, Indagine Condizione e integrazione sociale dei cittadini stranieri- Anni 2011,2012.Note: Dati pesati. N primo lavoro uomini: 5.569; N primo lavoro donne: 5.574; N lavoro attuale uomini: 2.008; N lavoro attuale donne: 1.805.
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Vita e percorsi di integrazione degli immigrati in Italia In primo luogo si è considerata come variabile dipendente il livello di qualificazione profes- sionale, in riferimento alla classificazione Istat CP2011. Per gli uomini si è considerata una variabile dipendente dicotomica che assume valore 1 quando l’occupazione ha un livello di qualificazione elevato (imprenditori e alta dirigenza; professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione; professioni tecniche; professioni esecutive nel lavoro d’ufficio, ov- vero i primi 4 gruppi della CP2011 a 1 digit), mentre assume valore 0 altrimenti (professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi; artigiani, operai specializzati e agricoltori; conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli; professioni non qualificate, ovvero gli ultimi 4 gruppi della CP2011 a 1 digit). Nel caso delle donne la variabile dipendente ha invece tre categorie: badanti e collaboratrici domestiche, identifica- te attraverso i codici a 3 digit della CP2011; altre professioni meno qualificate (le restanti professioni dei gruppi 5-8 della CP2011 a 1 digit); professioni di livello elevato (i primi 4 gruppi della CP2011 a 1 digit, come nel caso dei maschi). Ci sono diversi motivi per questa tripartizione che, nell’analisi della popolazione femminile, isola uno specifico mercato del lavoro professionale, quello del lavoro domestico e di cura: si tratta infatti di un segmento quasi esclusivamente femminile, che assorbe più della metà delle lavoratrici immigrate e che è caratterizzato dal fatto che i datori di lavoro sono famiglie e non imprese, il che ha im- portanti implicazioni sugli effetti dei diversi metodi di ricerca, come già accennato. Sia per le donne che per gli uomini la variabile dipendente è osservata e analizzata separatamente per il primo e l’attuale lavoro20.La variabile indipendente d’interesse è il metodo di reperi- mento del lavoro (primo o attuale a seconda dell’analisi), che nei modelli include: amici e conoscenti co-etnici, come categoria di riferimento; parenti; amici e conoscenti italiani; infine un’aggregazione di tutti i metodi formali. I modelli includono anche altre variabili indipendenti: età all’ingresso in Italia, titolo di studio, conoscenza della lingua italiana, area geografica in cui si è svolto il lavoro, area geografica di emigrazione, durata della ricerca del lavoro (solo per i modelli sul primo lavoro), anni di permanenza in Italia dall’arrivo all’inizio del lavoro (solo per i modelli sull’attuale lavoro)21.Il grafico 7.2 si riferisce alla popolazione immigrata maschile per la quale è stato sti- mato un modello di regressione logistica sulla probabilità che un individuo sia occupato in professioni qualificate. Il grafico mostra le stime degli effetti marginali medi dell’aver trovato lavoro attraverso vari metodi, piuttosto che attraverso amici e conoscenti co-etnici (categoria di riferimento). Il fatto che gli effetti marginali siano contenuti e mai superiori al 10 per cento riflette la condizione occupazionale degli immigrati, che hanno una probabilità assoluta di essere occupati in professioni qualificate molto ridotta (cfr. par. 7.3). Dunque anche una modesta differenza può indicare effetti rilevanti.
Per il primo impiego i metodi formali offrono maggiori chance di essere occupati in lavori qualificati. Anche i contatti italiani offrono probabilità significativamente maggiori coloro che come metodo di reperimento del lavoro si sono messi in proprio e gli imprenditori in senso stretto, ma non i lavoratori indipendenti che hanno trovato lavoro attraverso uno degli altri canali disponibili. In questo modo la numerosità campionaria relativa ai modelli, nel caso dei maschi, comprende 5.279 casi per l’analisi del primo lavoro e 1.743 per l’attuale impiego. Nel caso delle femmine, 5.426 per il primo lavoro e 1.699 per l’attuale.
20 Finora abbiamo parlato di “rendimenti” ed “effetti” dei diversi metodi di reperimento del lavoro, ipotizzando l’esistenza di un nesso di causa-effetto tra metodo di ricerca ed esito occupazionale degli immigrati. L’esistenza di effetti causali non può tuttavia essere data per scontata: è ben possibile, ad esempio, che certe occupazioni prevedano l’utilizzo di specifici canali di reclutamento e che, dunque, sia il tipo di lavoro trovato a determinare la prevalenza di un dato metodo di ricerca. In questo paragrafo dunque l’utilizzo di una terminologia “causale” è da intendersi a scopi meramente stilistici. 21 Nei grafici che seguiranno i riferimenti a queste variabili non sono inclusi, ma i risultati delle stime dei modelli completi
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7. I percorsi lavorativi degli immigrati: declassamento occupazionale, intrappolamento e reti etniche
rispetto alle relazioni con amici e conoscenti co-etnici. Queste ultime, non diversamente dalle relazioni con i parenti, sono invece associate a probabilità inferiori.
Tuttavia, se si osserva l’impiego attuale, solo chi trova lavoro attraverso canali informa- tivi familiari mostra una differenza di probabilità negativa e significativa rispetto agli immi- grati che lo hanno trovato grazie ad amici e conoscenti co-etnici. È possibile che nel tempo, al crescere dell’esperienza nel mercato del lavoro italiano, ma a parità di caratteristiche individuali, le relazioni non ristrette alla cerchia familiare, anche se co-etniche, siano mag- giormente in grado di intercettare informazioni meno vincolanti e più diversificate rispetto a quanto osservato per il primo lavoro. Gli immigrati che invece continuano a basarsi sulle relazioni familiari hanno ancor meno chance di accesso al lavoro qualificato.
Per quanto riguarda l’analisi delle donne immigrate, è stato stimato un modello di re- gressione logistica multinomiale. Rispetto agli effetti marginali sulla probabilità di accedere a un’occupazione qualificata (grafico 7.3), si osserva un pattern simile a quello maschile nel primo lavoro: sia i metodi formali che le relazioni con italiani favoriscono le (scarse) chance di accesso a un impiego qualificato in Italia. Nel lavoro successivo solo i metodi formali mantengono una differenza significativa rispetto alle relazioni amicali co-etniche.
Osservando gli effetti marginali sulla probabilità di essere occupate come collaboratrici domestiche o badanti (grafico 7.4), si evidenzia come i legami informativi con amici e cono- scenti co-etnici (categoria di riferimento) siano sempre significativamente associati a una probabilità maggiore di accedere al segmento del lavoro di cura, rispetto a qualsiasi altro metodo di reperimento del lavoro. Tuttavia, considerando l’alta probabilità che le donne immigrate hanno di essere occupate in queste professioni, solo i metodi formali sono as- sociati ad una sostanziale riduzione di tale probabilità, rispetto a tutti i metodi informali. Nel
-0,15 -0,10 -0,05 0,00 0,05 0,10 0,15
Parenti Amici e conoscenti italiani Metodi formali
Lavoro Attuale Primo Lavoro
Grafico 7.2 - Effetti marginali medi dell’avere trovato lavo ro attraverso vari metodi, piuttosto che grazie ad amici