2.4 L’Italia prima di partire
Tavola 2.10 Persone di origine straniera che hanno ricevuto supporto o aiuto per organizzare il viaggio in Italia e/o per ottenere una prima sistemazione abitativa in Italia per persona cui si sono rivolte
(composizione percentuale)
PERSONE CUI SI SONO RIVOLTE %
Parenti che erano in Italia 49,4
Parenti che erano fuori dall’Italia 4,9
Amici/conoscenti che erano già in Italia 18,6
Amici/conoscenti che erano fuori dall’Italia 4,0 Associazione in Italia che si occupa di aiutare gli stranieri 0,6
Ambasciata/consolato italiano 0,7
Il datore di lavoro in Italia 2,2
Organizzazioni non governative nello Stato di origine 0,6 Autorità o Istituzioni nello Stato di origine 0,5 Agenzie viaggi o servizi di intermediazione nello Stato di origine 11,2
Organizzazioni non legali 4,9
Altro 1,9
Non risponde 0,5
Totale 100,0
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Vita e percorsi di integrazione degli immigrati in Italia gimento familiare, il 7,8 per cento uno per lavoro subordinato e, infine, il 4,9 per cento uno per studio o formazione. Questi risultati sono in linea con la letteratura nazionale e internazionale che evidenzia come, dopo il motivo turistico, che fa sì che molti stranieri possano ottenere facilmente un visto per entrare in Italia e restarvi oltre il tempo di validità, divenendo così visa over-stayers o working tourists, il ricongiungimento familiare sia il motivo più utilizzato dai cittadini stranieri per entrare e soggiornare nel territorio italiano, superando anche i motivi di lavoro e di studio (Reyneri 2001; Barbagli et al. 2004; Bosswick e Heckmann 2006; Sciortino 2006).2.7 Come si vive in Italia i primi giorni
La maggior parte delle persone di origine straniera, cioè il 76,5 per cento del totale, è stata ospitato da qualcuno al momento dell’arrivo in Italia. Questo dimostra che la presenza di reti sociali e probabilmente anche di reti etniche fra i cittadini stranieri – i quali spesso si avvalgono di contatti e di informazioni transnazionali che precedono il momento dell’arrivo – rappresenta un supporto importante nelle prime fasi di insediamento in un Paese stra- niero. Nella maggior parte dei casi (65,2 per cento), le persone di origine straniera hanno ricevuto ospitalità da familiari e parenti; nel 22,4 per cento si è trattato di altri connazionali (né familiari, né parenti), mentre il 6,3 per cento è stato ospitato dal proprio datore di lavo- ro. Un gruppo più esiguo di immigrati (circa il 6 per cento), invece, ha trovato un alloggio presso altri stranieri non connazionali o presso italiani o ha soggiornato in centri di acco- glienza per immigrati (CDA, CARA), centri CPT, CIE e comunità per l’assistenza o l’alloggio agli immigrati (Acli, Caritas, Onlus, associazione di volontariato). Ben nota in letteratura è l’azione, complementare a quella dei connazionali, svolta dai datori di lavoro e dalle asso- ciazioni di migranti, della Caritas e di altre associazioni caritatevoli nell’offrire servizi sociali agli immigrati e nel facilitarne il processo di inserimento in Italia (Zincone 1998; Della Porta 2000), ma i dati dell’indagine sembrano ridimensionarne l’importanza di questi soggetti, almeno al momento dell’arrivo.
Coloro che hanno alloggiato per conto proprio, hanno scelto un’abitazione in affitto nel 68,1 per cento dei casi; il 17,6 per cento ha, invece, optato per un albergo, una stanza o un posto letto in affitto. Solo il 6,1 per cento delle persone di origine straniera ha alloggiato in un’abitazione di proprietà, dunque presumibilmente presso familiari e parenti già residenti in Italia. Infine, il 6,1 per cento ha alloggiato dove capitava e cioè in strada o in stazioni. Quest’ultimo risultato evidenzierebbe la presenza di una componente di povertà e di margi- nalizzazione tra le persone di origine straniera, seppur limitata nelle dimensioni e legata alle fasi iniziali della presenza in Italia.
2.8 La mobilità interna
Anche la mobilità interna delle persone di origine straniera è espressione del loro pro- getto migratorio e delle traiettorie di mobilità. È noto che la mobilità interna degli stranieri è più elevata di quella degli italiani (Bonifazi et al. 2012), anche se negli ultimi anni si è os- servata una riduzione delle differenze. L’indagine Condizione e Integrazione Sociale dei Cit- tadini Stranieri rappresenta, insieme al Censimento della popolazione, una fonte eccellente per valutare la mobilità interna degli stranieri. La figura 2.5, che riporta l’andamento delle
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2. Le traiettorie di mobilità: arrivare e muoversi in Italia
migrazioni interne per genere, mostra come il modello di residenza più diffuso tra le perso- ne di origine straniera sia quello che non comporta trasferimento di residenza tra un comu- ne e l’altro (54,1 per cento). Nonostante questa prevalenza, i dati confermano l’elevata propensione degli immigrati alla mobilità interna: coloro che hanno effettuano almeno un cambiamento di comune di residenza sono soprattutto uomini (50,3 per cento contro il 42,3 per cento delle donne) e questo vale per tutti i tipi di spostamento (tavola 2.11).
L’intensità della mobilità interna dipende dal numero di anni vissuti in Italia e le tavole 2.12 e 2.13 evidenziano chiaramente questa relazione. In altre parole, all’allungarsi della presenza in Italia sale la percentuale di persone di origine straniera che hanno cambiato comune di residenza: se l’88,7 per cento degli arrivati dopo il 2008 vive ancora nel comu- ne della prima iscrizione anagrafica, si scende al 41,7 per cento per gli arrivati prima del 2003. Gran parte delle persone di origine straniera ha cambiato comune di residenza più di una volta. Questi cambiamenti non riguardano solo gli spostamenti all’interno della stessa provincia, ma anche i trasferimenti in altre regioni e arrivano a quasi il 20 per cento per le persone di origine straniera arrivate prima del 2003 (tavola 2.12).
Anche per la mobilità interna, le traiettorie si differenziano in base alla cittadinanza di origine. Ad esempio, le persone di origine cinese hanno la mobilità interna più elevata (solo il 48,6 per cento non ha mai cambiato comune di residenza e il 24 per cento si è spostato in un’altra regione), mentre i filippini cambiano meno frequentemente comune di residenza
Solo nel (primo) comune In due comuni diversi In tre comuni diversi In almeno quattro comuni
diversi
Uomini Donne
Figura 2.5 - Persone di origine straniera per tipologia di trasferimento di residenza inter-comunale e genere
(composizione percentuale)(a)
Fonte: Istat, Indagine Condizione e integrazione sociale dei cittadini stranieri - Anni 2011,2012
(a) I valori percentuali non si sommano a 100 perché in alcuni casi, per ragioni di riservatezza, non è stato possibile individuare la tipologia dell’ultimo cambiamento di residenza.