2.4 L’Italia prima di partire
Tavola 2.17 Persone di origine straniera per durata dell’ultima visita nello Stato di origine
(composizione percentuale)
DURATA DELL’ULTIMA VISITA NELLO STATO DI ORIGINE %
Meno di 2 mesi 88,4 Da 2 a 3 mesi 8,2 Da 4 a 6 mesi 2,0 Più di 6 mesi 1,1 Non sa ,3 Totale 100,0
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Vita e percorsi di integrazione degli immigrati in Italia trascorrono una parte dell’anno nel Paese di origine e una parte nel nuovo Paese di residen- za, è noto in letteratura come “migrazione pendolare” (de Haas e Fokkema 2010; de Haas 2012) e permette agli immigrati di vivere una “doppia presenza” (Sayad 2002).Naturalmente la frequenza e la durata delle visite dipendono anche dalla distanza dello Stato di origine con l’Italia: Stati di origine più lontani impongono visite meno frequenti, ma talvolta più lunghe, anche per ammortizzare i costi del viaggio. Ad esempio, sono soprat- tutto le persone provenienti dall’Ecuador (16,7 per cento), dall’India (15,7 per cento) e dalle Filippine (14,8 per cento) a restare nel Paese di origine per una durata di tempo di 2-3 mesi. Le persone provenienti da Moldavia (2,8 per cento), Albania (3,4 per cento) e Romania (3,9 per cento) spendono in misura minore una durata di tempo simile nel Paese di origine.
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3. TEMPI E MODI DI FARE FAMIGLIA TRA GLI STRANIERI IN ITALIA
13.1 Introduzione
In questo capitolo si affronterà il tema della famiglia degli stranieri residenti in Italia po- nendo particolare attenzione alle dinamiche tra eventi familiari e migratori. Da questo punto di vista in letteratura si sottolinea come il ciclo di vita della famiglia e le sue caratteristiche strutturali determinino il processo migratorio (Kulu e Milewski, 2007; Kulu e Hannemann, 2016). Se la dinamica assume il carattere di interrelazione allora la traiettoria prevede che gli eventi familiari, in particolare quelli che avviano e allargano la famiglia (matrimonio/na- scita di un figlio), siano molto ravvicinati alla migrazione (Milewski, 2007). Tale dinamica si esprime soprattutto al momento del ricongiungimento, caratterizza specifiche comunità ed ha spesso nelle traiettorie una forte impronta tradizionale prevedendo assai frequentemente un apripista uomo seguito dalla partner sposata prima o dopo l’evento migratorio, modello noto in letteratura come “imported” o “dependant partner” (Kofmann 1999; Heering et al. 2004; González-Ferrer 2006). A questo si affiancano modelli che considerano la migrazione trainata da apripista donne o entro comunità con forte presenza femminile, ed altri relativi a tipologie familiari meno consuete come monogenitori o famiglie miste (Bonomi e Terzera, 2003; Gabrielli et al., 2007; Cortina Trilla et al., 2008). Le traiettorie, infine, possono esse- re più brevi quando non includono la migrazione di tutti i membri familiari dando origine a famiglie transnazionali (González-Ferrer, 2007) eventualmente anche solo temporanee per effetto di migrazioni circolari o stagionali (Beauchemin et al. 2014, Bijwaard, 2010, González-Ferrer, 2011).
Per procedere è necessario dare una definizione dell’unità familiare a cui ci si riferi- rà qui di seguito. Seguendo l’approccio diffuso negli studi internazionali sulle famiglie di migranti di prima generazione, anche in questa sede si concentrerà l’attenzione sull’unità costituita da una coppia e dagli eventuali figli (González-Ferrer, 2007). Tale scelta deriva dal fatto che il profilo familiare è delineato dalle normative per il ricongiungimento poste dal Paese di accoglimento; condizioni che, in modo pressoché simile in tutti i paesi euro- pei, privilegiano i legami orizzontali acquisiti (coniuge) e quelli verticali discendenti (figli) (Kofman, 2004; Ortensi, 2006; Ministero dell’Interno, 2007). Di conseguenza per una po- polazione di migranti in gran parte di prima generazione, il “nocciolo” dei legami familiari in emigrazione è costituito da coppie e figli (González-Ferrer, 2007) presenti sia per effetto di ricongiungimento sia per formazione di una nuova famiglia dopo la migrazione, famiglia quest’ultima che può essere anch’essa sottoposta al processo di ricongiungimento se il matrimonio/unione avviene nel Paese d’origine.
Il primo aspetto che verrà preso in considerazione sono le principali caratteristiche dell’unità familiare, definita come sopra, ponendo particolare attenzione alle differenze tra famiglie unite e famiglie spezzate. Tale focus appare particolarmente rilevante poiché se da un lato la presenza di una famiglia unita, cioè al completo, è solitamente interpretata come intenzione di insediamento di lungo periodo o definitivo e conseguentemente motore d’in- 1 Il capitolo è stato curato da Laura Terzera e Elisa Barbiano di Belgiojoso (Università degli Studi di Milano - Bicocca).
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Vita e percorsi di integrazione degli immigrati in Italia tegrazione (Cesareo e Blangiardo, 2009) d’altro canto, il ricongiungimento della famiglia non è l’unico esito possibile della migrazione: ci sono famiglie, infatti, che continuano a vi- vere a distanza anche dopo molti anni passati in emigrazione da uno o più dei suoi membri. In questi casi il ricongiungimento è progettato prevalentemente nel Paese di origine (Baizan et al., 2014) e l’integrazione si può manifestare come “doppia integrazione” (Caselli, 2009). Dal punto di vista familiare tali traiettorie implicano famiglie transnazionali che nel recente passato hanno visto, in particolare in Italia (Strozza, 2010), variare le provenienze e il ge- nere del primo migrante (donne est europee, in particolare ucraine e moldave; ma prima di loro filippine e latino americane) e i cui percorsi migratori non sono tuttavia riconducibili ai modelli tradizionali (Ambrosini, 2014; Barbiano di Belgiojoso e Terzera, 2016).Se la provenienza appare una chiave di lettura imprescindibile, altrettanto lo è il fattore tempo. Acquisire le condizioni “per mettere su” famiglia e/o per ottenere un ricongiungi- mento sono processi che necessitano tempo e l’intreccio tra questi tempi e i cicli familiari è un aspetto ancora poco noto in Italia. Se il ricongiungimento con il coniuge precede generalmente quello dei figli (Ambrosini, 2008), ciò è tuttavia prevalente quando il model- lo migratorio familiare è tradizionale, cioè il primo migrante è il padre (Gonzáles-Ferrer, 2007). A questo modello nel corso del tempo si sono affiancati nuove traiettorie familiari. Per comprenderne meglio le dinamiche migratorie familiari nella seconda parte di questo capitolo si soffermerà l’attenzione sulle coppie, essendo il ricongiungimento dei partner uno “snodo” fondamentale delle traiettorie migratorie. In particolare, nel paragrafo 3.2, dopo aver presentato le tipologie familiari si analizzano le associazioni tra caratteri strut- turali e migratori della famiglia (par. 3.2.1), vengono quindi descritte le sequenze relative agli eventi migratori e quello nuziale (par 3.2.2). Nel paragrafo 3.3 viene investigato il timing del ricongiungimento con particolare attenzione alla provenienza e al genere del primo migrante. Infine il paragrafo 3.4 conclude cercando di suggerire possibili ambiti di approfondimento futuro.
3.2 Foto di famiglie: tipologie familiari
Sulla base della definizione di unità familiare sopra descritta sono state identificate quattro tipologie di riferimento2, definite tenendo in considerazione la condizioni di unione3 (si/no) e genitorialità (si/no) al momento dell’intervista indipendentemente dalla collocazio- ne spaziale dei membri familiari ad eccezione di coloro che sono nel ruolo di figli per i quali si distinguono i casi di convivenza in emigrazione con la famiglia di origine dai casi in cui ciò non avviene (single). Si ottengono così le seguenti categorie: coppia senza figli, coppia con figli, famiglia monoparentale ed infine le famiglie costituite da single (individui senza partner attuale e senza figli) non conviventi con genitori, la cui unità familiare di riferimento è quindi la famiglia d’origine non convivente.
Osservando i primi risultati (tavola 3.1), il campione mostra circa metà delle unità familiari di riferimento (denominate “famiglia” da qui in poi) costituite da coppie con figli, poco più di un quinto sono famiglie di single e le restanti si suddividono tra coppie senza figli (12,5 per cento) e famiglie monoparentali (14,2 per cento).
2 Per famiglia di riferimento qui si intende famiglia a cui appartiene il migrante indipendentemente dalla posizione dei singoli membri (in Italia o altrove).
3 Vengono considerate le coppie (con o senza figli), sia formali (coniugati), sia quelle informali (conviventi), in vita al momento dell’intervista.
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3. Tempi e modi di fare famiglia tra gli stranieri in Italia
Se i single, per come sopra definiti, sono lontani dai familiari di riferimento ben diverso è il panorama delle famiglie in cui vi è una coppia. In oltre il 70 per cento di questi casi si osservano famiglie unite, tale quota è leggermente più alta tra le coppie senza figli rispetto a quelle con figli (74,6 per cento vs 72,5 per cento) e ciò trova riscontri in letteratura nel fatto che i ricongiungimenti sono condizionati dalla numerosità del nucleo, poiché l’emi- grazione di ogni membro aggiuntivo ha un costo emotivo, psicologico oltre che economico (González-Ferrer, 2007). La convivenza appare meno diffusa per le famiglie monoparentali (la quota delle famiglie unite scende al 40,9 per cento) tra le quali il costo del ricongiun- gimento è aggravato dalla condizione familiare che prevede la presenza del solo genitore, spesso lavoratore, come modalità più frequente (44 per cento).
Tra le coppie con figli l’assenza di questi ultimi è più diffusa di quella del partner e la quota di individui distanti dall’intera famiglia è leggermente inferiore al caso di presenza di entrambi i partner (rispettivamente 11,3 per cento e 13,1 per cento), tutto ciò suggerisce la presenza di progetti volti ad un rientro in patria dopo aver massimizzato economicamente la migrazione, spesso con l’occupazione di entrambi i partner.
Il panorama familiare, tuttavia, si differenzia notevolmente se si considera la prove- nienza dei migranti. In letteratura, infatti, è ben evidente il ruolo dei fattori di socializzazione sulle modalità di formazione delle famiglie così come sulle traiettorie che portano alla for- mazione o ricongiungimento familiare in emigrazione (Kulu e Hannemann, 2016; Barbiano di Belgiojoso e Terzera, 2016; Gabrielli et al., 2016).
Prendendo in considerazione le principali nazionalità presenti in Italia e raggruppando le restanti per macro-aree comuni4 si osserva che nel campione in esame le tipologie familiari di riferimento si differenziano sensibilmente (tavola 3.2). Una maggiore presenza di famiglie costituite da single la si osserva infatti tra gli africani e tra gli immigrati che provengono dai principali paesi del sub-continente indiano a cui si aggiungono i rumeni. Mentre per questi ultimi un fattore esplicativo importante è la libertà di movimento derivante dall’appartenenza all’UE per i restanti tale caratteristica rispecchia il modello migratorio tradizionale che prevede 4 La provenienza del nucleo familiare è stata definita assegnando la cittadinanza della persona scelta come riferimento
della coppia, ovvero il capo nucleo (per costruzione nel dataset è generalmente la donna).