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Nascita a Fano della C.T.S

Nel documento della Cooperazione Educativa in Italia (pagine 106-111)

(Cooperativa della Tipografia a Scuola)

Nell’estate del ’51, invitati in Francia dal Freinet al congresso dell’ICEM21, partecipa Anna Fantini, avendovi il Tamagnini rinun-ciato per ragioni economiche. Lei rientra entusiasta da quell’espe-rienza, caratterizzata – come lei stessa ricorda – da grande umanità, semplicità e partecipazione consapevole, fondata essenzialmente su presentazione di pratiche, scambio di materiali e franca cooperazio-ne. La Fantini riporta così infatti nel gruppetto di Fano una forte mo-tivazione a sviluppare la loro iniziativa di pubblicizzazione delle ‘tec-niche Freinet’ e a promuovere anche in Italia un’aggregazione simile.

Tamagnini con la sua valigetta contenente il complessino tipo-grafico e alcuni esemplari didattici, elaborati con la tipografia a scuo-la dai primi maestri italiani, gira nei dintorni di Fano e lungo scuo-la pe-nisola per far conoscere e diffondere la proposta. Di questi incontri così ricorda la maestra Maria Luisa Bigiaretti22:

21 L’ICEM (Institut Coopératif de l’Ėcole Moderne) è l’associazione degli insegnanti frei-netiani francesi, costituita nel 1948 a latere della CEL (Coopérative de l’Ėinseignement Laïc) che Freinet aveva formata già nel 1928.

22 Maria Luisa Bigiaretti, (Roma, 1926 - 2019). Maestra romana nella Scuola Elemen-tare dal 1945 al 1991. Inizia la sua carriera nel 1946 in una scuola elemenElemen-tare di un paesino vicino a Roma, Genzano, con “44 bambini, – come ricorda - tutti maschi, stipati in una piccola aula, che piangevano perché era la prima volta che entravano in una scuola ed erano terrorizzati”. È stata fra i costituendi della CTS. Ha sviluppato un’inten-sa collaborazione con M. Lodi, B. Ciari, G. Rodari e R. Piumini. Esperta in didattica della lingua, della matematica e delle attività grafico-pittoriche. Gianni Rodari proprio nella esperienza tra gli scolari della Bigiaretti nella scuola elementare ‘Collodi’ ha scritto La torta in cielo, un romanzo per ragazzi del 1966. La Bigiaretti prosegue l’impegno fino a tempi recenti, diventata personaggio famoso della scuola di una borgata romana.

“Nella scuola ‘Due Ponti’ alla periferia di Roma, dove lavoravo come supplente saltuaria, arrivò un giorno Giuseppe Tamagnini, un inse-gnante di Fano che da qualche tempo era in contatto con Celestino Freinet, pedagogista francese allora del tutto sconosciuto a noi giovani maestri italiani. Tamagnini aveva studiato le nuove tecniche didattiche create e sperimentate dal Freinet allo scopo di elaborare una pedagogia popolare per rinnovare la scuola di base.

Tamagnini parlava con competenza e sicurezza e credeva fermamente nella possibilità di utilizzare nuovi strumenti per tentare di trasformare in qualche modo la nostra scuola. Ciò che mi conquistò subito fu il suo impegno, la sua determinazione, la fede in ciò che proponeva.

Era indispensabile – egli sosteneva – introdurre e sperimentare subito certe nuove tecniche didattiche, […], ma il principio che doveva porsi a fondamento del lavoro era la cooperazione tra maestri: occorreva impa-rare innanzitutto a lavoimpa-rare insieme, a stabilire un collegamento ‘tra le mani che lavorano, tra i cervelli che pensano’ per affrontare e superare le difficoltà comuni, per arricchire ciascuno dell’esperienza degli altri.

Compresi più chiaramente in seguito quanto importante fosse questo principio: non avrei dovuto più lavorare isolatamente, avrei scambiato idee ed esperienze, problemi e dubbi con tanti altri colleghi che, in scuo-le lontane, vivevano scuo-le mie stesse difficoltà; avrei trovato in loro forse giuste critiche, ma anche incoraggiamento e sostegno.”23

A seguito delle prime adesioni si perviene alla decisione di dare uno strumento formale e legale alla loro iniziativa pedagogica, ciò anche al fine di evitare equivoci e possibili inconvenienti. Il 4 no-vembre del 1951 a Fano, dopo una serie di contatti interpersonali, viene promosso un incontro nella casa della Fantini.

Andata in quiescenza, dopo 46 anni di servizio, nel 1991. È stata pure burattinaia e animatrice di teatro per ragazzi. È autrice di numerosi volumi per bambini, pubbli-cati dalle Edizioni Romane e da Anicia. Ha stampato per un trentennio il giornalino scolastico “Il Collodino”. Sue opere: Didattica del disegno come espressione grafica dei bambini, Firenze, La Nuova Italia, 1955; C’era una volta … (50 disegni per inventare un sacco di storie), Roma, Nuove Ed. Romane, 1981; Asino chi non gioca, idem, 1991.

23 Cfr., M.L. Bigiaretti, La scuola anti tran tran, Roma, Nuove Edizioni Romane, 2006.

Abitazione di Anna Marcucci Fantini, al n. 42 in cui venne sottoscritto l'atto fonda-tivo della CTS, (oggi civico76) in Viale Gramsci a Fano.

Incontro nel quale con la presenza di un notaio viene costituita for-malmente la Cooperativa della Tipografia a Scuola (C.T.S.). All’atto partecipano una decina di persone provenienti oltre che da Fano, da Rimini, da Firenze e da Roma. “Fu approvato lo statuto, furono elette le cariche sociali: eravamo tutti euforici, anzi ‘freinetici’ come ci definì spiritosamente qualcuno”24.

Si decide inoltre di aderire come C.T.S. alla Lega Nazionale delle Cooperative. Tale atto corrispondeva all’opportunità insieme ‘sociale e politica’ di non rimanere isolati e comunque di disporre di uno strumento legale per poter attivare la commercializzazione degli stru-menti e dei materiali connessi all’utilizzo del complessino tipografico.

Prende così avvio formale una apposita Cooperativa con lo Statu-to e il relativo organismo di gestione. Tamagnini assume l’incarico di Presidente. Incarico (e onere) che manterrà, riconfermato per quasi un ventennio, cioè fino al ’68. La sede della C.T.S. è naturalmente a Fano nella ospitale casa della maestra Marcucci Fantini, che ne svolge di fatto la funzione di attenta e operosa segretaria per quasi un decennio25.

Inutile sottolineare la soddisfazione che un tale evento suscita sia in Tamagnini che nello stesso Freinet, i quali vedono così coronato il desiderio e lo sforzo condivisi per la nascita di un movimento di pedagogia popolare anche in Italia.26

24 M. L. Bigiaretti, ibidem, p. 10.

25 Anna Marcucci Fantini si trasferisce nel 1959 da Fano a Bologna per favorire l’iscri-zione e la frequenza del figlio alla locale università. E nella nuova residenza riprende il suo impegno professionale e pedagogico. Così ricorda quel periodo: “Ebbi la fortuna di trovare dei colleghi e delle colleghe che subito si interessarono del mio lavoro […] fu facile quindi formare un gruppo bolognese MCE e la mia casa tornò ad essere quella che era stata a Fano; ci riunivamo per discutere i nostri problemi, accoglievamo gli amici mce di passag-gio, andavamo insieme ai convegni nazionali. Quando Bruno [Ciari] venne a Bologna col-laborammo con lui tenendo corsi per le maestre ecc. ecc.” (Da una sua nota autobiografica del 15 maggio ’91). Cfr., Rinaldo Rizzi, (a cura di), Dare di sé il meglio, cit.

26 Nel primo dopo guerra oltre all’ICEM riprendeva vita l’Education Populaire in Belgio, si costituiva nel ’47 l’ATEM in Tunisia e nel ’52 il GREM in Svizzera, oltre alla presenza

Per l’occasione infatti lo stesso Freinet spedisce una lettera a Tama-gnini nella quale, esprimendo la propria soddisfazione per l’avveni-mento, puntualizza:

“... sulla via essenzialmente pratica che noi continuamente raccoman-diamo: organizzare il lavoro ed una cooperazione effettiva fra quegli educatori convinti che ci sia qualcosa da fare per migliorare le condizio-ni e le possibilità della scuola del Popolo […] Non dimenticate che dalle vostre realizzazioni non trarranno beneficio i teorici della pedagogia, i compilatori di libri e manuali, ma i maestri che nelle proprie classi debbono necessariamente, nonostante tutte le difficoltà e le deficienze di attrezzatura, risolvere quei problemi pratici che la scuola pone loro”27. In merito a quel primo avvio sempre la maestra Maria Luisa Bigia-retti, attenta partecipe di quella iniziale esperienza pionieristica, così annota:

“Si tratta del periodo che potrebbe chiamarsi ‘eroico’: organizzare con-vegni, cercare collaboratori, apprestare il primo materiale indispensabi-le, far fronte alle infinite e scoraggianti diffidenze dell’ambiente, vincere le difficoltà di ordine pratico. Lavoro oscuro e difficile quando si parte dalla mancanza assoluta di tutto, che però è stato svolto egregiamente dall’agguerrito gruppo di Fano, diretto da Tamagnini, animatore tena-ce, instancabile, inesauribile di idee e risorse di ogni genere” 28.

di singoli aderenti sparsi in vari paesi anche fuori del nostro continente. Bisognerà at-tendere il 1957 per la costituzione di un organismo internazionale, la FIMEM (Fedéra-tion Interna(Fedéra-tionale des Mouvements d’Ėcole Moderne), e l’attivazione nel 1964 del suo primo congresso, svoltosi a Bruxelles.

27 Da una lettera del Freinet “Ai colleghi della sorella italiana”, in la ‘Cooperativa della Tipografia a Scuola’”, novembre 1951.

28 M. L. Bigiaretti, Relazione dell’Assemblea del 4 novembre, in “Circolare-Bollettino della CTS”, n.3, 25 agosto, 1951, p.3-4.

Prime aggregazioni intorno alla proposta

Nel documento della Cooperazione Educativa in Italia (pagine 106-111)