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La scoperta di un maestro innovativo francese di impostazione pedagogica popolare

Nel documento della Cooperazione Educativa in Italia (pagine 78-84)

Studiando, Tamagnini rileva in una nota nel libro “Panorama della Pedagogia d’oggi” di Aldo Agazzi52 due righe con l’indicazione di un maestro francese ad indirizzo politico marxista, Célestin Freinet53, che a Cannes stava attuando una esperienza didattica innovativa in una scuola popolare privata, utilizzando la tipografia a scuola. La sua attenzione viene subito attratta da quella breve nota - come ha più volte riferito - dalla insolita indicazione di ‘marxista’ e dal fatto che l’impostazione didattica di questo esperimento educativo venis-se fondata sul lavoro attraverso la stampa in aula e l’operatività degli alunni.

Così senza ulteriori indugi scrive a questo per lui ignoto maestro.

“Volli vedere che cosa c’era dietro, però non sapendo cos’altro fare scrissi una lettera genericamente indirizzata a Célestin Freinet, Cannes, e …

52 Aldo Agazzi, (Bergamo, 1906 – 2000), è stato uno dei più autorevoli pedagogisti di ispirazione cristiana del Novecento. Cfr., A. Agazzi, Pedagogia, didattica, preparazione dell’insegnante. (Brevi saggi), Brescia, La Scuola, 1941; Problemi e maestri del pensiero e dell’educazione, idem, 1954; G. Vico, Aldo Agazzi. L’amore per l’uomo e la teoresi pedagogica, Milano, Vita e pensiero, 2008.

53 Célestin Freinet prima degli anni 50 era letteralmente sconosciuto in Italia. In passato era stato citato in una ristretta nota che affermava: “quale promotore della tipografia degli scolari e di edizioni di schiette pagine fanciullesche, curate dai fanciulli”, da Lombardo Radice nell’edizione del 1934 in “Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistra-le”, (si veda: Firenze, Ed. Remo Sandron, 1973, p. 189, 37° edizione; prima edizione 1913), e in poche annotazioni nel secondo volume di “Movimento pedagogico all’estero”, (Brescia, La Scuola Ed., 1953) di Luigi Romanini.

dopo quattro giorni, esattamente il 22 febbraio 1950, mi arrivò una risposta con un pacco di esemplari, di pubblicazioni, di resoconti di esperienza di insegnanti, di pezzetti di carta in cui erano impressi i pensieri dei bambini … Freinet mi mandava esempi realizzati con la pressa tipografica, il piccolo complessino che usavano i bambini per lavorare … Ma la cosa più importante non era il fatto della pressa, non era quella la realizzazione più importante del Freinet, ma era il tipo di relazione che aveva instaurato con i bambini: quella era una cosa veramente nuova!”54.

Riceve dunque a stretto giro di posta riscontro alla sua lettera con un pacco contenente diversi materiali esemplificativi dell’attività in atto nella scuola di Vence; Freinet gli inviava un’abbondante docu-mentazione sulle tecniche didattiche poste in essere e sull’organizza-zione cooperativa da lui creata.

L’attenzione di Tamagnini viene da subito colpita dalla significa-tività didattica emergente dai materiali ricevuti, data dalla semplicità e naturalità espressiva di quei testi stampati ed insieme dalla povertà del materiale utilizzato per realizzare quegli esempi. Ne percepisce la valenza formativa, psicologica e sociale. Intuisce un operare coinvol-gente che deve stare dietro a questo tipo di relazione umana e didat-tica. Ha la viva sensazione di aver trovato finalmente uno spiraglio positivo alla sua affannosa ricerca, perseguita da anni verso qualcosa di veramente innovativo ma soprattutto praticabile anche in contesti scolastici normali.

Al pronto riscontro del Freinet, visionati attentamente i mate-riali ricevuti, Tamagnini risponde a sua volta con immediatezza (il 23 marzo 1950). Si complimenta con il maestro francese per la si-gnificatività e l’eccezionalità della sua iniziativa che, nonostante ciò, dimostrava di poter contenere con la sua semplicità i germi di una potenziale generalizzazione. Tamagnini si esprime con rincarata e

54 Intervista di A. Scocchera, cit., p.46.

calda curiosità, tesa a conoscere le modalità operative, approfondire le tecniche operative e chiarire le connesse relazionali nonché le fi-nalità formative di questa singolare esperienza didattico-educativa.

Monsieur Freinet,

j’ai reçu avec plasir tout ce que vous avez bien voulu m’en-voyer et je vous remercie vivement.

C’est dans une publication de Aldo Agazzi “Panorama della pedago-gia d’oggi”, que j’ai trouvé des renseignemants sur votre Ecole, mais il s’agissait seulement d’une courte notice: c’est après la lecture des publi-cations que j’ai reçues de vous, que j’ai pu vraiment me rendre compte de l’importance de votre initiative et de excellence de votre méthde. J’ai constaté que par cette method on peut résoudre de la manière la plus simple les problémes pédagogiques et didactiques les plus complexes.

Depuis Rousseeau jusqu’à Ferriére, on a éecrit des tas livres sur la néces-sité de respecter la spontanéité de l’enfant; on a essayé nombreux de method pour rendre l’enseignement le plus adherent possible aux exige-ances de dévoleppement ad de formation de l’enfant et à ses possiblités naturelles.

Enfin, vous avez trouvé la seule maniére de mettre en pratique tout ces théorie de sort qu’on peut bien affirmer que votre method est la synthése genial de toutes les meilleures methodes jusqu’ici essayées. Plu-sieurs pédagogues avaint conçu l’iée que ‘leducateur … peut seulement

… aider (les enfants) à prendre leur essor et à domineer la vie …’, mais aucun n’avait réussi à trouver une maniére universellement valable de mettre en pratique ce orincipe précieux. Je pense que le principal mérite de votre method c’est d’être la négation de toute méthode (pardonne le jeu de mots) c’est-à-dire, d’etre appropriée à chaque circonstance et de laisser en même temps la plus grande liberté d’application, sans perdre jamais son caractére d’activité spontanée, de creation passionnée Votre method realize vraiment une ‘école comme communauté de travail’.

Permettez-moi donc de vous exprimer tout mon enthusiasme!

J’aimerais bien à faire connaître chez nous vos réalizations et l’année prochaine, si cela m’est possible, je voudrais expérimenter votre méthod

dans quelques classes, pour que les jeunes maîtres de notre region puis-sant la connaître.

En attendant, j’ai l’intention de préparer une publication sur ce meme sujet (à moins qu’il n’existe d’autres publications en italien, que je ne connais pas). Je pense qu’on pourrait faire paraître en langue italienne le livre de Madame Élise Freinet ‘Naissance d’une pédagogie populaire’, ou bien – en les faisant preceder d’une essai d’introduction – rassembler plusieurs extraits sur l’argument, qui puissent donner bien que des prin-cipes pédagogiques, psychologiques et sociaux dont elle s’inspire et enfin des résultants auxquels elle permet d’atteindre.

Mes idée, comme vous voyez, sont encore très vagues et il n’y a de concret que ma bonne volonté. Je vous prie de me pardonner si j’ai osé vous demander quelques conseils qui me seront extrêmement utiles.

Veuillez excuser mon mauvais frànçais; si cela vous est égal, je porrai vous écrire en italien. Et maintenant une dernière prière: je vous serai tres oblié si vous voulez bien me faire envoyer le plus tôt possible un exemplaire du livre de Madame Freinet ‘Nassance d’une pédagogie po-pulaire’, en me faisant connaître en même temps le prix en lires italien-nes et la manière d’effectuer le payement.

En attendant votre réponse, je vous prie d’agréer, Monsieur, mes senti-ments d’estime les plus respectueux.

Mon adresse: Tamagnini Giuseppe Borgo Venturini

(Pesaro) Fano Italie

Fano, 23.03.1950

Tamagnini – dopo tanti anni – ricorda che:

“Da quel momento le mie prospettive di lavoro e i miei interessi si sta-bilizzarono consapevolmente e definitivamente sulla ricerca (già prece-dentemente intuita e timidamente intrapresa tra incertezze e tentenna-menti) di un diverso modo, rispetto a quello in uso, di affrontare nella

pratica didattica i problemi dell’educazione e della scuola, intendendo questa come scuola del popolo.”55

Nella stessa lettera inviata al Freinet egli, dunque, oltre ad espri-mere il proposito di provare a tentare anche in Italia – a partire dal-la sua esperienza e dalle sue indicazioni – una sperimentazione nel prossimo anno scolastico, prospetta la propria disponibilità alla tra-duzione dei testi base del maestro francese. Questo anche al fine di offrire la possibilità di far conoscere in Italia ad un largo pubblico di docenti il pensiero e l’opera posta in atto dal Freinet, condizione questa preliminare per poter favorire e promuovere le sue tecniche didattiche anche nel nostro Paese. Nasce così fra i due un sereno e fattivo rapporto che via via si svilupperà per una quindicina d’anni, in una reciproca stima che sarà supportata da una costante e fitta corrispondenza, oltre che da alcuni incontri diretti.

Freinet gli invia quindi il libro scritto dalla moglie Elise e da lui stesso, Naissance d’une pédagogie populaire56, che descrive le sue prime esperienze di educatore e diffusore di una nuova impostazione didat-tico pedagogica di chiaro impianto e finalità sociali (dal 1920 al 1945).

“Cominciai a leggere il libro e sentii subito di essere in sintonia con lui.

L’idea e la decisione di tentare una esperienza simile alla sua anche in Italia fu immediata e cominciai a parlarne, in primo luogo ai miei alunni e alunne dell’Istituto Magistrale dove insegnavo, poi ai colle-ghi e colleghe, professori e maestri, dove mi capitava di incontrarli: in biblioteca, al partito, al sindacato o addirittura in piazza. […] Man mano che andavo avanti nella lettura la cosa che mi colpiva maggior-mente era l’immediato capovolgimento che egli attuava della didattica

55 Giuseppe Tamagnini, Freinet e il Movimento, in “Cooperazione Educativa”, anno XLV, n. 1, gennaio 1996, p. 10.

56 Opera di Elise Freinet, Nascita di una pedagogia popolare, (1949), con introduzione di G. Tamagnini, Firenze, La Nuova Italia, 1955 e 1969; riedita nel 1973 a Roma dagli Editori Riuniti.

tradizionale, il rovesciamento direi del processo educativo. Mi tornava alla mente una strana contraddizione: mentre gli studiosi di problemi educativi avevano scoperto da millenni che la cultura, il sapere, non è merce che si può travasare, stranamente la scuola pubblica si comporta per lo più come se lo fosse. Si parte infatti dai programmi, redatti da specialisti, in cui si stabilisce quali e quanti sono i contenuti culturali (le nozioni) che la scuola è tenuta a tramandare alle nuove generazio-ni; quei programmi vengono poi suddivisi e graduati per età, vengono concentrati in libri di testo (manuali) e infine offerti agli insegnanti, già confezionati in lezioni distribuite lungo il calendario dell’anno sco-lastico, da riviste specializzate. All’insegnante non resta che effettuare il

‘travaso’ dal libro o dalla rivista alla testa ricettiva dell’alunno.”57 Tamagnini, prima ancora di avviare un iniziale tentativo della proposta operativa formulata dal Freinet, è attratto dalla caratteri-stica sperimentale delle sue tecniche didattiche, dalla semplicità dei mezzi e dei relativi procedimenti e dal presupposto cooperativo, me-todologico e finalistico, con cui essi si presentano e si sostanziano.

Naturale è dunque l’entusiasmo suscitato in Tamagnini dalla let-tura di quel libro, suffragato inoltre dai materiali didattici che via via Freinet gli aveva e gli stava spedendo, materiali del tutto alternativi rispetto alla piatta realtà didattica totalmente generalizzata allora in atto nelle classi del nostro Paese.

Sul piano professionale Tamagnini continua intanto nell’opera di

‘insegnante di tirocinio’ all’Istituto Magistrale di Fano. Dal primo incarico nel 1945 prosegue per un ventennio in questo lavoro, cioè fino all’anno scolastico 1964/’65. L’incontro con l’opera del Freinet diventa non solo il motore ma l’humus della qualità del suo agire che – come egli in più occasioni ha dichiarato – ha fatto di quel perio-do della sua vita il più intensamente impegnativo e proficuo: attivo organizzativamente e produttivo pedagogicamente, certamente pro-pulsivo e vitale per il rinnovamento della scuola primaria italiana.

57 Ibidem, (dalla introduzione di G. Tamagnini), p.10.

Nel documento della Cooperazione Educativa in Italia (pagine 78-84)