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A NDAMENTO DELLE MIGRAZIONI INTERNAZIONALI IN I TALIA DAL 1992 AL

MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E POLITICHE TERRITORIAL

2. A NDAMENTO DELLE MIGRAZIONI INTERNAZIONALI IN I TALIA DAL 1992 AL

Lo studio riguardante i movimenti migratori verterà sui flussi cosiddetti regolari, cioè quelli corri- spondenti ai permessi regolarmente concessi dal Ministero dell’Interno. Si prenderà in considerazione la popolazione straniera extracomunitaria presente munita di regolare permesso di soggiorno (regolare), e non la popolazione straniera residente.

Pur non essendo in grado di fornire un quadro che rispecchi la situazione reale, data l’elevata quota di immigrati irregolari, è comunque utile a nostro parere analizzare e rappresentare la popolazione immigrata regolarmente presente in Italia, poiché ci fornisce una situazione almeno prossima alla realtà.

L’Italia durante il XX secolo ha vissuto sia il fenomeno di emigrazione che di immigrazione

internazionale in maniera particolarmente rilevante. Il primo a partire dall’unificazione d’Italia (1861), per consolidarsi nel primo decennio del Novecento. Invece, agli inizi degli anni Settanta, il quadro del movimento migratorio cambia radicalmente, ovvero quando dal 1972, il saldo migratorio con l’estero risulta essere sempre positivo (fonte ISTAT, 2006, Fig. 6.2, p. 320). Da Paese esportatore

di manodopera, l’Italia dell’ultimo ventennio del XX secolo diventa meta di immigrati, provenienti in

principal modo dalle aree meno sviluppate del bacino del Mediterraneo e, in un secondo luogo, dalla disgregazione della cortina di ferro e dai Paesi dell’est Europa.

Dal 1990 ad oggi, i dati relativi all’immigrazione nel nostro Paese, ci mostrano che il fenomeno migratorio ha avuto un andamento sempre crescente (Fig. I). Nel 1990 si contavano in Italia 548.193 permessi di soggiorno, cifra che fino al 2014 ha raggiunto quota 3.874.726 (numero massimo di per- messi di soggiorno nella storia d’Italia). Al 2014, la componente migratoria in Italia rappresenta il 6,49% della popolazione residente.

* Sebbene l’articolo sia frutto di un lavoro su un comune interesse di ricerca degli Autori da diverso tempo, sono da attribuire a Davide Fardelli i paragrafi 2 e 3 e a Francesco Maria Olivieri i paragrafi 1, 4 e5.

Il trend migratorio durante le ultime due decadi ha degli andamenti quasi fisiologici senza eccezionali variazioni, ad esclusione, però, dei provvedimenti sanatori. Durante il corso di questi anni presi in considerazione, in Italia si sono succedute quattro sanatorie volte alla regolarizzazione degli immigrati. Ciò ha comportato degli esponenziali aumenti dei permessi di soggiorno da un anno all’altro. Lo si può notare nella figura I, dove le ellissi indicano i bruschi salti nella crescita dei permessi registrati e resi intelligibili nell’anno successivo all’approvazione della legge. Attraverso le regolarizzazioni, le quali permettono il passaggio di status dell’immigrato da irregolare (o clandestino) a regolare, si influenza fortemente la lettura del dato relativo alla pressione migratoria nel Paese.

Fig. I - Andamento dei flussi migratori in Italia (1992-2014).

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.

Questa dinamica migratoria composta da vari andamenti, sia esponenziali che costanti, è stata favorita e stimolata, come abbiamo visto, dai diversi interventi legislativi, i quali hanno regolarizzato i numerosi lavoratori irregolari. Partendo dal 1992, i 649 mila permessi di soggiorno sono costituiti per più da un terzo da quelli rilasciati a seguito della Legge 39/90 (Legge Martelli), con la quale si puntava ad una gestione più organica del fenomeno migratorio e per farne emergere anche la componente sommersa. Infatti in quella occasione sono emersi circa 218 mila individui (soprattutto africani, pari al 58,4% del totale), la cui presenza, tra l’altro, era prevalente anche tra i regolari. Rispetto alle regolarizzazioni che seguiranno, con la Legge Martelli si è evidenziato il maggior numero di irregolari in rapporto alla componente legale. Successivamente, in occasione delle regolarizzazioni del 1995 e del 1998, il numero dei regolarizzati si aggirava intorno alle 245 e 217 mila unità, dunque una quantità maggiore rispetto al 1990. Però, il tasso di irregolarità(1) è apparso in diminuzione (45,9 e 24,9 per ogni

100 stranieri regolari contro i 121 del 1990), dovuto in parte a criteri più selettivi rispetto alla pre- cedente regolarizzazione, ma soprattutto dovuto alla popolazione regolare di riferimento che è aumentata, anche in funzione delle stesse sanatorie. Il baricentro della provenienza dei regolarizzanti nel corso di questi anni si è spostato dal nord-Africa all’Europa centro-orientale, a causa dell’accrescersi dei flussi illegali provenienti soprattutto dall’Albania e dalla Jugoslavia.

Con la Legge 189/02 e la 222/02 (nota anche come Legge Bossi-Fini), sono stati emessi 646.829 permessi di soggiorno, chiesti da immigrati che hanno deciso di uscire dalla clandestinità. Questa sanatoria può essere definita come il più importante intervento in materia, finora effettuato in Italia. Per quanto riguarda la provenienza degli irregolari, l’asse si sposta maggiormente verso l’Est Europa; infatti, coloro che vivevano irregolarmente sul territorio italiano e che hanno fatto domanda di regolarizzazione appartengono alla comunità rumena, ucraina, albanese e, a seguire, marocchina, ecua- doriana e cinese.

(1) Il tasso di irregolarità è dato dal rapporto del numero delle richieste di regolarizzazioni e del numero dei permessi di soggiorno al

Tali interventi, come si è potuto constatare, hanno messo in luce consistenti flussi in entrata non autorizzati che si muovono parallelamente a quelli programmati. Quindi, le regolarizzazioni sono state un fattore determinante della crescita della popolazione straniera regolare e non.

2.1. Principali comunità presenti

Dall’analisi di tutti i permessi di soggiorno rilasciati durante il 2014, non è solamente il fattore della prossimità geografica che determina gli spostamenti migratori verso l’Italia. Infatti, sia i cinesi che i filippini si trovano tra le posizioni più alte per numero di permessi di soggiorni emessi. Invece, focalizzandoci ai confini contermini al territorio italiano si deduce che dal continente africano c’è un massiccio ingresso di marocchini e tunisini, invece, spostandoci verso est, c’è un afflusso da Albania, Romania, Ucraina e Polonia.

Nella tabella I sono riassunte, dal 1990 al 2014, le principali sei comunità insediate in Italia(2).

Per comprendere eventuali dinamiche sulla distinzione delle nazionalità è più opportuno effettuare una suddivisione tra Paesi di antica e nuova immigrazione.

Anno I II III IV V VI % sul totale

1990 Marocco Tunisia Filippine Jugoslavia Senegal Albania 30

1991 Marocco Tunisia USA Filippine Jugoslavia Germania 39

1992 Marocco USA Jugoslavia Filippine Tunisia Germania 39

1993 Marocco Jugoslavia USA Filippine Tunisia Germania 41

1994 Jugoslavia Marocco USA Filippine Germania Tunisia 41

1995 Marocco Jugoslavia USA Filippine Tunisia Germania 40

1996 Marocco Jugoslavia Albania Filippine USA Tunisia 40

1997 Marocco Albania Filippine USA Tunisia Cina 37

1998 Marocco Albania Filippine USA Cina Tunisia 37

1999 Marocco Albania Filippine Romania Cina USA 39

2000 Marocco Albania Romania Filippine Cina Tunisia 40

2001 Marocco Albania Romania Filippine Cina Tunisia 41

2002 Albania Marocco Romania Filippine Cina Tunisia 41

2003 Romania Albania Marocco Ucraina Cina Filippine 46

2004 Albania Romania Marocco Ucraina Cina Filippine 46

2005 Romania Albania Marocco Ucraina Cina Filippine 47

2006 Albania Romania Marocco Ucraina Cina Filippine 46

2007 Albania Romania Marocco Cina Ucraina Polonia 47

2008 Albania Marocco Cina Ucraina Filippine Tunisia 51

2009 Albania Marocco Cina Ucraina Filippine Tunisia 50

2010 Albania Marocco Cina Ucraina Filippine Moldavia 50

2011 Marocco Albania Cina Ucraina Moldavia India 50

2012 Marocco Albania Cina Ucraina Filippine Moldavia 49

2013 Marocco Albania Cina Ucraina Filippine India 49

2014 Marocco Albania Cina Ucraina Filippine India 49

Tab. I - Le principali comunità straniere (1990-2014).

Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.

Tra i Paesi di antica immigrazione sono da annoverare il Marocco, la Tunisia, le Filippine, la Jugoslavia, il Senegal e l’Egitto. Nel corso degli anni, e ancora oggi, mantengono le prima fila Marocco e Filippine; comunque, i restanti Paesi di antica immigrazione oggi si posizionano tra le prime 10 nazionalità presenti in Italia. Questi ultimi hanno fatto spazio a Paesi di nuova immigrazione, come ad esempio l’Albania, dal 1996 presente tra le principali comunità, la Cina (1997), la Romania(3) (1999) ed

(2) Sono state esaminate le principali sei comunità, in quanto esse rappresentano una quota significativa sul totale dei permessi di

soggiorno rilasciati.

(3) Da tener in considerazione che la Romania rimane in tabella fino al 2006, poiché dal 2007 entra all’interno dell’Unione Europea e,

infine l’ultima a fare il suo ingresso, ma come velocità nel raggiungere le alte quote di permessi di soggiorno rilasciati non ha alcun concorrente, l’Ucraina (2003). Infatti, proprio quest’ultima, grazie al processo di regolarizzazione avvenuto nel 2002, è risultata la comunità ove è avvenuto l’aumento percentuale più consistente di permessi di soggiorno, passando da 17° comunità presente per permessi di soggiorno a 4°, rimanendo tutt’oggi la quarta comunità di stranieri presenti in Italia.

Ulteriore aspetto da non trascurare è che dal 1997 ad oggi si verifica un aumento sempre più consistente di queste principali comunità rispetto al totale degli immigrati. Solamente sei comunità bastano per raggiungere quasi la metà del totale degli stranieri presenti in Italia. Ciò è da ricondurre sempre al ruolo delle sanatorie, in quanto i permessi di soggiorno rilasciati durante le regolarizzazione risultano esser sempre legati in principal modo a quelle comunità dove vi sono in particolar modo gli immigrati regolari. Da non sottovalutare che, per tutto l’ultimo decennio degli anni Novanta, tra le principali nazionalità presenti vi erano anche gli statunitensi(4) e i tedeschi, comunità che, visto il loro

grado di sviluppo e di bassa disoccupazione, non sono considerati come Paesi di emigrazione.

Con l’ultima regolarizzazione vi è stato un definitivo passaggio e dunque una certa stabilità che perdura fin oggi riguardo la principale componete immigratoria.

Negli ultimi anni tra le comunità che si avvicinano ad essere le più presenti in Italia si possono annoverare quelle indiane e quelle moldave, le quali stanno prendendo il posto di quella tunisina. A tal proposito si sottolinea il comportamento anomalo delle comunità nord-africane dove da una parte si registra un rafforzamento della comunità marocchina (al primo posto) e dall’altra un indebolimento della presenza di tunisini.

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