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L A POLITICA ALIMENTARE PER IL SUPERAMENTO DEI CONFLITTI SETTORIAL

ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE: CONFLITTI E POLITICHE

3. L A POLITICA ALIMENTARE PER IL SUPERAMENTO DEI CONFLITTI SETTORIAL

A fronte di alcuni studi sui paradossi globali(5), si sono moltiplicate le iniziative da parte di

governi e istituzioni per creare modelli di consumo e di produzione sostenibili, capaci di riconciliare il rispetto per il pianeta con il benessere dei suoi abitanti e con lo sviluppo territoriale (LANG et al.,

2009). Di conseguenza, è stata focalizzata l’attenzione sulla necessità di dotarsi di una politica alimentare sostenibile anche a livello locale(6), che tenga conto dei conflitti insiti nella diversità delle

istanze ambientali, sociali ed economiche (LETO, 2014, p. 31).

Come in alcune realtà nord-americane, canadesi ed europee (Toronto, New York, Londra, Bristol, Amsterdam, Melbourne, ecc.), anche in Italia, la sensibilità verso questo strumento si è accresciuto dal 2010 (visto il proliferarsi di esperienze, sia pure nella diversità di obiettivi, azioni e peculiarità territoriali). Una testimonianza dell’interesse in tale direzione è offerta dal tema scelto per l’Expo Milano 2015, mirata a identificare, raccogliere, diffondere e favorire il trasferimento delle migliori pratiche per giungere a definire gli standard di sviluppo sostenibile transcalare nel settore alimentare, ossia riuscire a garantire a ogni scala geografica cibo sano, sicuro e sufficiente, nella consapevolezza che il pianeta è un pluralismo di singolarità locali, ovvero il territorio locale è solo una piccola parte di mondo.

(5) Si ricordano, ad esempio, i paradossi presentati dalla BARILLA CENTER FOR FOOD & NUTRITION (2012, p. 3): oggi nel mondo per

ogni persona malnutrita, ce ne sono due che sono obese o in sovrappeso; un terzo dell’intera produzione alimentare globale è destinato alla nutrizione del bestiame, mentre una quota crescente di terreni agricoli è impiegata per i biocarburanti; ogni anno sono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, ancora perfettamente commestibili, mentre 868 milioni di persone soffrono la fame.

(6) Il fatto che un modello di dieta alimentare sia salutare, non vuol dire che sia sostenibile: alcune politiche possono essere in linea con

i principi globali ma non essere perseguibili a livello locale, a causa di conflitti generati dall’interazione di variabili agricole, alimentari, nutrizionali, ambientali, sociali, culturali ed economiche (SUSTAINABLE DEVELOPMENT COMMISSION, 2009).

Sulla base dell’indagine web, tuttavia, si è verificato che nella maggior parte dei casi non si può parlare di politiche dedicate e sistemiche, ma piuttosto di iniziative fondate su piccole reti locali, che cambiano o terminano a seconda delle esigenze di altri settori o delle opportunità di finanziamento. Pertanto, risulta difficile e ancora poco significativo restituire la geografia delle politiche alimentari, confermando il pensiero di DANSERO et al. (2014).

Soltanto in pochi casi isolati del centro-nord Italia, è stato riscontrato l’impegno dei soggetti pubblico-privati, a scala urbano-metropolitana, nel realizzare una strategia intorno al tema del cibo nei multiformi aspetti, tesa a garantire allo stesso tempo i tre principi della sostenibilità, superando i conflitti settoriali: Pisa, Bologna, Milano, Torino.

Pisa è la realtà che già possiede un Piano del cibo, visto come processo di coordinamento e integrazione tra iniziative di soggetti diversi, al fine di soddisfare i principi di sicurezza alimentare, dieta sostenibile e democrazia. Gli obiettivi specifici sono la promozione di una cultura alimentare locale basata sul concetto di dieta sostenibile; il miglioramento della comprensione tra i cittadini del nesso tra dieta, salute e ambiente; lo sviluppo di percorsi di innovazione civica in grado di correggere le abitudini alimentari e ridurre gli sprechi; il rafforzamento della capacità del territorio – e degli agricoltori locali – di fornire cibo sostenibile a prezzi accessibili; il sostegno dell’innovazione istituzionale per favorire l’integrazione delle politiche in grado di perseguire con coerenza la sicurezza alimentare locale (DI IACOVO, 2013).

Bologna si presenta con il Progetto City of food, incentrato sulla qualità dell’alimentazione e nutrizione, la sostenibilità ambientale, la tutela della biodiversità e del suolo agricolo, al fine di valorizzare le eccellenze gastronomiche della città e di promuovere il suo territorio come sistema locale moderno, dinamico e competitivo.

Per la città lombarda, è stato realizzato un Protocollo sull’alimentazione e sulla nutrizione (proposto dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition) che costituisce una base di discussione da cui partire per pianificare il futuro alimentare. Esso suggerisce che i campi di applicazione siano lo spreco di alimenti, l’agricoltura sostenibile, l’eliminazione della fame e la riduzione dell’obesità. Inoltre, a livello urbano, insieme con la Fondazione Cariplo, è stato siglato un accordo per realizzare una Food Policy cittadina, al fine di mettere a sistema le politiche che incrociano il tema dell’alimentazione: territorio, welfare, educazione, ambiente, benessere e relazioni internazionali.

Infine, Torino con la sua Urban Food Planning sta andando verso la sistematizzazione delle singole e numerose progettualità legate al cibo in un quadro di insieme organico (DANSERO et al., 2014).

Considerato che la ricerca scientifica è giunta ad affermare l’utilità di impiegare un approccio sistemico per lo studio e l’analisi della catena dell’alimentazione, nonché per affrontare il problema della sicurezza alimentare alla luce dei cambiamenti globali, è opportuno adottare la medesima prospettiva sistemica per delineare una politica alimentare sostenibile(7), che tenga conto, da un lato,

delle interazioni complesse tra le varie fasi del processo e tra ambiente-società-economia, dall’altro, della molteplicità degli attori e della transcalarità (LANG et al., 2001, p. 549).

Nell’ottica dell’approccio sistemico (STORY et al., 2009, p. 6), per un territorio dotarsi di una

politica alimentare sostenibile significa:

– cogliere i rapporti tra cibo e aria, acqua, suolo, sviluppo economico, occupazione, turismo, logistica e trasporti, cultura, salute, benessere, qualità della vita, al fine di governarli in maniera sistemica (DANSERO e TOLDO, 2014, p. 3). Pertanto, l’alimentazione deve essere riveduta come

una questione territoriale, ossia inquadrata nel rapporto relazionale verticale e orizzontale(8) tra

caratteristiche dei luoghi, processi socio-produttivi e governance;

– individuare, con tutti i soggetti coinvolti nel processo, la visione condivisa di alimentazione sostenibile (con l’adozione di un modello di dieta) sulla base della quale declinare obiettivi e priorità (MISSELHORN et al., 2012, p. 14).

(7) Anche nella «Zero Hunger Challenge» del World Food Programme è stata sottolineata la necessità di seguire un approccio

onnicomprensivo nei confronti del problema alimentare, che promuove investimenti sul fronte dell’agricoltura, dello sviluppo rurale, delle condizioni di lavoro, della protezione sociale, delle pari opportunità, dei diritti umani, dell’educazione.

(8) Urban Food Strategy «take a holistic approach to the food system of a city, considering horizontal and vertical dimensions.

Horizontally, a holistic food system embraces different policy domains and fields of action, which mainly include health and wellbeing, environment, economy and community development, social and cultural aspects, and education. Also this holistic view implies a vertical food system approach, considering all different stages of the food system: food production, processing, storage, transport, retail, consumption and waste. Inevitably, developing comprehensive UFS is challenging, but increasingly cities understand that food is an important urban issue and consequently develop different food-related action fields (such as public procurement of food, urban production or educational projects) and gradually embrace more dimensions and activities» (MORAGUES, 2013, p. 6).

Questa via metodologica per la definizione della politica alimentare transcalare, per quanto utile a ridurre i conflitti settoriali, deve essere sempre valutata alla luce di alcuni principi (Fig. I), ossia deve essere verificata in primis la compatibilità delle istanze di protezione dell’ambiente e di sana nutrizione con lo sviluppo territoriale lungo tutta la catena alimentare e, successivamente, l’attuabilità della politica stessa ordinando le priorità, così da superare la diffusa tendenza a focalizzarsi su singole componenti del sistema alimentare (GARNET e GODFRAY, 2012, pp. 50-51).

Ogni strategia deve abbracciare il paradigma di sostenibilità e coinvolgere tutti i soggetti del processo (anche i consumatori), creando rete tra i multi-stakeholder glo-locali: sostenere la produzione e il consumo sostenibile significa indirizzare sistematicamente l’offerta e la domanda verso modelli alimentari efficienti ed appropriati (PISCOPO, 2013, p. 81). Pertanto, una politica alimentare basata

sull’individuazione e la diffusione di un modello di dieta sostenibile(9) costituisce lo strumento più

idoneo a ridurre i conflitti di interesse, rendere trasparenti gli obiettivi da raggiungere, facilitare la valutazione degli impatti nel corso del tempo, e infine, condividere la responsabilità della sostenibilità (CAPONE et al., 2014a, pp. 19-20).

Salutare – Favorisce la salute fisica e mentale di tutti i produttori e consumatori – Valuta l’impatto del sistema alimentare sulla salute pubblica Compatibile – Tutela attivamente le risorse naturali, i paesaggi e la biodiversità – Conserva la qualità e la rinnovabilità delle risorse

– Garantisce l’integrità degli ecosistemi

Resiliente – Reagisce e trova un nuovo equilibrio di fronte alle sfide (come cambiamento climatico, urbanizzazione, ecc.) Transcalare – Considera le diverse scale geografiche, dal locale al globale, per ogni fase del processo dell’alimentazione Territoriale – Protegge le peculiarità e le varietà del territorio (il clima, le tradizioni, i costumi, il patrimonio, ecc.)

– Valorizza le diversità culturali, socio-demografiche e di stili di vita

Equa

– Rispetta le condizioni degli agricoltori, operai e consumatori – Garantisce l’accesso al cibo

– Fornisce la varietà di scelte alimentari salutari per tutti

– Soddisfa le esigenze alimentari e nutrizionali attuali e delle generazioni future

Equilibrata – Fornisce opportunità economiche ai territori e alle parti coinvolte – Assicura un reddito a tutti i soggetti del sistema – Crea posti di lavoro

Trasparente

– Consente di acquisire le conoscenze sulla produzione, trasformazione, distribuzione, vendita e consumo di cibo

– Coinvolge attivamente nel processo decisionale tutti gli attori del sistema

– Genera un contesto competitivo, dove la qualità prevale sulla quantità e i prezzi riflettono il reale valore del cibo.

Fig. I - I principi della politica alimentare sostenibile.

BIBLIOGRAFIA

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Dipartimento di Studi e Ricerche Aziendali (Management & Information Technology), Università degli Studi di Salerno;

mmaglio@unisa.it.

RIASSUNTO – Il presente contributo si pone l’obiettivo di definire il concetto di sicurezza e di sostenibilità del sistema alimentare, al fine di illustrare la necessità di superare il dibattito frammentato sul problema dell’alimentazione, spesso polarizzato su iniziative collegate alla produzione o al consumo. L’utilità dei risultati del lavoro ricade nell’evidenziare il legame tra politiche alimentari, sviluppo locale e sostenibilità, così da motivare le istituzioni a promuovere un approccio sistemico nell’individuare le questioni da affrontare e nel delineare i confini degli interventi da attuare.

SUMMARY – This paper, aims to define the concept of safety and sustainability of the food system, in order to illustrate the need to overcome the fragmented debate on the food problem often polarized on initiatives related to the production or consumption. The usefulness of the results of the work lies in highlighting the link between food policies, local development and sustainability, as well as to motivate the institutions to promote a systemic approach in identifying the issues to be addressed and in delineating the boundaries of the interventions to be implemented.

Parole chiave: politiche, sistema alimentare, sostenibilità. Keywords: policies, food system, sustainability.

ROSANNA DI BARTOLOMEI, LUCA SALVATI E MARCO ZITTI

RITORNO ALLA TERRA DEI CONFLITTI: AGRICOLTURA PERI-

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