I MINORI E LA PARTECIPAZIONE 1 I minori nella Costituzione e nell’ordinamento giuridico italiano
6. Una nuova sociologia dell'infanzia
La sociologia dell'infanzia si propone di offrire una lettura del bambino come soggetto che ha una sua visione e una sua rappresentazione della realtà, che può essere 376De Pieri S., op. cit., pag. 39.
377Cit. ivi, pag. 39-40. 378Ivi.
diversa da quella dell'adulto, ma non necessariamente minore o deficitaria380. Senza
negare l'importanza delle teorie dello sviluppo e quindi il dato di fatto secondo cui il sistema cognitivo, percettivo e comunicativo dei bambini e degli adulti sia differente, la sociologica dell'infanzia evidenzia il rischio che ciò possa condurre a interpretare la vita del bambino in termini di dipendenza e a non riconoscergli specifiche abilità e competenze. E' ciò che sostiene Corsaro381 che identifica la socializzazione nella
riproduzione interpretativa, evidenziando il ruolo attivo del bambino che collettivamente si appropria, interpreta, riproduce e contribuisce a modificare la realtà sociale.
L'elemento di novità che emerge in questa nuova cultura sociologica dell'infanzia è l'attribuzione al bambino di un potenziale di agency382, precedentemente
(anni 70 del secolo scorso) ritenuto di esclusivo appannaggio dell'età adulta. La sociologia dell'infanzia si è sviluppata ed è cresciuta secondo tre traiettorie differenti: sociologia dei bambini, sociologia decostruzionista dell'infanzia e dei bambini, sociologia dell'infanzia come struttura sociale.
L'estrema sintesi sui lavori di Hengst e Zeiher383 indica che la prima si basa
sugli studi di natura etnografica e indaga il loro punto di vista e quindi il senso e il significato che i bambini attribuiscono alle loro pratiche; la seconda opera sulla decostruzione delle rappresentazioni comuni dell'infanzia, riconoscendo questa come costruzione sociale ma riconoscendo altresì ai bambini la capacità di contribuire alla riproduzione, ma anche alla trasformazione, dei discorsi dominanti, all'interno della vita quotidiana e delle dinamiche di potere che incidono e modellano tali abilità; la terza vede l'infanzia, al pari di altre strutture sociali, quali classe sociale, etnia ecc, 380Satta C., Bambini e adulti: la nuova sociologia dell'infanzia”, Carocci, Roma, 2012, pag. 15. 381Corsaro W. A., Interpretative Reproduction in Cheeldren's Peer Cultures, in Social Psycology
Quarterly, 1992, 55.
382Sul concetto di agency del bambino, Satta, op. cit., scrive, pagg 17: con questo termine si deve intendere il riconoscimento di competenze ma anche della capacità di azione creativa e di apportare cambiamenti nella società. I bambini sono persone che, attraverso le loro azioni individuali o collettive, possono incidere sulle relazioni, sulle decisioni e sull'insieme degli assetti sociali. L'agency non rappresenta più il simbolo di una posizione sociale minoritaria dei bambini da contraporre all'età adulta, ma è un attributo che un singolo bambino può o non può, sulla base di condizioni esterne.
ossia come una componente strutturale della società costantemente presente, seppur caratterizzata dalla transitorietà dei suoi membri, che vive diversamente da altre categorie strutturali, rispetto a quanto ascritto ai ruoli e alle posizioni economica, sociale, politica, ecc384.
Altra declinazione degli approcci sociologici all'infanzia è stata teorizzata da James, Janks e Prout385 che individuano il bambino socialmente costruito (si rifiuta
qualsiasi approccio deterministico biologico: non esiste una categoria universale di infanzia, ma una pluralità di infanzie nel tempo storico e nello spazio geografico), il bambino tribale (si riconoscono i mondi dei bambini e si studiano le relazioni tra questi, piuttosto che la relazione con gli adulti), il bambino del gruppo minoritario (si rimarca l'asimmetria di potere tra adulti e minori e si adotta una prospettiva politicizzata: i bambini sono soggetti attivi che vengono però marginalizzati in un mondo adultocentrico), il bambino sociostrutturale (l'infanzia è una categoria universale e presenta caratteristiche legate alla struttura sociale; ovvero l'infanzia è una componente strutturale della società e l'interesse è rivolto alle condizioni in cui vive). Qvorturp sostiene che si sa ancora poco su come i bambini vedono la loro vita quotidiana e percepiscono le costrizioni derivanti da gerarchie generazionali. L'autore rifiuta la tradizionale visione dell'infanzia come stadio della vita prima del passaggio alla vita adulta: sostiene che i bambini non dovrebbero essere considerati per ciò che non sono ancora o che stanno diventando, ma per ciò che sono386.
Satta propone due approfondimenti rispetto alla sociologia dell'infanzia: la prospettiva generazionale e la prospettiva fenomenologica, che offrono importanti spunti per una più compiuta riflessione sui minori e sulla loro partecipazione. La prospettiva generazionale individua l'infanzia come componente strutturale ma anche come categoria sociale che si sviluppa nella dinamica relazionale con le altre generazioni. Partendo dall'assunto che i bambini vivono le proprie esperienze di vita 384Satta, op cit., pagg. 18-21.
385James A., Jenks C., Prout A., Teorizzare l'infanzia. Per una nuova sociologia dei bambini, Donzelli, Roma, 2002.
386Qvarturp J., Chilwood matters: an introduction, in (a cura di), Qvarturp J., Bardy M., Sgritta G., Wintesberger H, “Chilwood matter, Aldershot, Averuby”, 1994 e Qvarturp J. Chilwood as a social
generalmente accompagnati dagli adulti, parlare di bambini significa parlare anche di adulti che contribuiscono a definire l'infanzia e influenzano la vita quotidiana dei bambini, con le loro esperienze, visioni e rappresentazioni. La influenzano a tal punto da incidere nella possibilità per i bambini di costituirsi come legame generazionale, andando a incidere sulle relazioni e sulle esperienze di vita quotidiana e sulla costruzione sociale dell'infanzia che adulti e bambini edificano.387
Ciò non toglie che vi siano processi relazionali attraverso i quali infanzia e adultità vengono costantemente ridefinite, riprodotte e trasformate all'interno della società, come teorizzato da Alanen e Mayall che invitano a porre attenzione all'ordine generazionale attraverso il quale le persone vengono definite infanti in contrapposizione ad altre definite adulte388.
La nuova prospettiva sociologica dell'infanzia nasce per rovesciare alcuni punti fermi degli studi storicamente orientati allo sviluppo dei bambini, accomunati più dal vederli come persone in divenire e quindi con l'accento posto su quello che saranno in futuro e in funzione della organizzazione societaria o di quello che non sono rispetto ad altre generazioni, in funzione dell'elemento discorsivo e costruzionista e quindi a partire dalle rappresentazioni degli adulti, più per quello che i bambini sono. Come già evidenziato, nel riconoscere ai bambini la capacità di agency e intendendo la socializzazione come un processo relazionale in cui il bambino non assimila ma riproduce la cultura attraverso una propria traduzione o interpretazione, la nuova prospettiva vuole cogliere gli aspetti e le dinamiche riferite a come i bambini collettivamente arrivino a creare, e talvolta sfidare, le strutture sociali. La teoria di Corsaro389sposta l'accento proprio su questo aspetto, e individua anche i bambini come
interpreti creativi che, in un processo di appropriazione e riproduzione, possono apportare cambiamenti e arrivare a influenzare gli adulti e non solo esserne influenzati.
Maggioni sostiene che la sociologia dell'infanzia ha avuto il merito di 387Satta C., op. cit., pagg. 29,30,34,35.
388Alanen L., Mayall B., Conceptualizing Child-Adult Relations, RoutledgeFalmer, London, 2001. 389Corsaro W., The sociology of childwood, Pine Forge Press, Thousand Oaks, 1997.
valorizzare le caratteristiche sociali, anziché quelle individuali, valorizzare la partecipazione attiva dei minori alla socialità e la loro importanza nel presente, far emergere l'idea che la visione del bambino sia costruita socialmente e quindi suscettibile di modifiche, riconoscere il bambino come attore sociale in grado di contribuire alla vita sociale tramite la sua partecipazione attiva.390