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I MINORI E LA PARTECIPAZIONE 1 I minori nella Costituzione e nell’ordinamento giuridico italiano

LA PARTECIPAZIONE NEL PROCESSO DI COSTRUZIONE DELLE POLITICHE SOCIAL

2. Partecipazione e politiche social

Il concetto di welfare state come insieme strutturato degli interventi indirizzati a coprire una vasta tipologia di rischi, di problemi e di bisogni che riguardano il benessere della persona, viene spesso utilizzato come sinonimo del terimine politica sociale, che invece si riferisce a singole tipologie di intervento. Quando si parla di politica sociale ci si trova dunque all'interno di uno spazio i cui confini sono più netti; ciò può rendere più agevole il lavoro di riflessione e teorizzazione, pur nella consapevolezza che i due concetti sono strettamente legati e inscindibili.

La semplificazione si rivolge dunque alla delimitazione dell'ambito di applicazione che può riguardare, come tradizionalmente riportato in letteratura, la

457Rossi G., I servizi alla persona nel welfare plurale, in Fadda A., Merler A., (a cura di), “Politiche sociali e cultura dei servizi”, Franco Angeli, Milano, 2006, pag. 145.

previdenza, l'assistenza sociale, la sanità. Proviene peraltro da molti autori lo stimolo a comprendere all'interno delle politiche sociali anche altre tematiche rilevanti ai fini del benessere, quali le politiche abitative, le politiche ambientali, le politiche formative e occupazionali, nell'ottica di mantenere forte il principio della dignità e dell'unicità della persona. D'altronde la frammentazione delle politiche, dei luoghi, dei metodi, degli strumenti, ma soprattutto degli obiettivi che confluiscono nella predisposizione di documenti di pianificazione, è rinvenibile tra le cause di crisi del sistema del welfare state per il suo peso negativo sull'efficacia e sull'efficienza delle misure adottate.

Vengono, inoltre, attribuite alla crisi dello stato sociale alcune dimensioni prevalentemente riconducibili, come sostiene Ferrera459, alla dimensione politica

sovranazionale, a uno sviluppo economico sempre più lento e con battute d'arresto, ai cambiamenti nel mercato del lavoro sempre più incapace di rispondere alla domanda e di garantire stabilità, alle trasformazioni demografiche, al cambiamento delle aspettative e delle richieste dei cittadini, sempre più complesse e stringenti. A queste, Ascoli460 aggiunge la diminuita capacità dei nuclei primari di appartenenza a

rispondere ai bisogni delle persone, la trasformazione della domanda sociale in termini di frammentazione e cronicità, l'aspirazione della cittadinanza, dei suoi organismi rappresentativi e dei corpi intermedi a poter essere considerati soggetti attivi e non passivi delle politiche sociali.

In questo quadro, non hanno tardato ad inserirsi nuove traiettorie nel sistema delle politiche sociali, per certi versi in risposta a tali fenomeni, per altri con la precisa volontà di introdurre elementi e dimensioni innovative che costituiscono, ancora, delle sfide per i professionisti e per gli Enti deputati a implementarle. Ascoli461le individua

nel passaggio da un modello basato sull'intervento pubblico a uno misto e comprensivo di soggetti e ruoli diversi nella produzione dei servizi, da politiche passive a politiche attive rivolte all'empowerment, dal sistema di protezione orientato sui rischi classicamente intesi a uno ricalibrato in base alle trasformazioni sociali, da

459Ferrera M., Modelli di solidarietà, Il Mulino, Bologna, 1993.

460Ascoli U., Voce Politiche sociali, in “Nuovo Dizionario di servizio sociale”, op. cit., pagg. 435-442. 461Ivi.

un sistema fortemente settorializzato ad uno sempre più integrato tra le diverse politiche.

Altri Autori individuano, tra queste, la promozione di nuove forme di attivismo e di dinamismo sociale finalizzate a mobilitare e motivare le persone e a rifondare le basi di una comunità che ritrovi apertura e operosità e che possa contrastare, così, l'individualismo e la disgregazione. Una politica sociale che riconosca, dunque, il primato della persona in quanto essere relazionale, adotti una lettura dei bisogni individuali all'interno delle reti sociali di appartenenza e faccia propria una vision dei servizi sociali come relazionali e partecipati.

Donati462 parla dei servizi alle persone come costruzione di un bene

relazionale, di un bene comune che richiede l'adozione di un'ottica nuova e di un'organizzazione diversa del sistema di funzionamento. Un bene comune relazionale che richiede al sistema politico e alla comunità di fare proprio un concetto di solidarietà che vada oltre il comprendere il senso del mettersi insieme per condividere ideali e interessi, ma che possa esprimere, invece, la sua funzione simbolica di referente per lo scambio tra tutti i sottosistemi della società, dentro e fuori dalle politiche pubbliche.

Così intesa, la solidarietà diventa istituzionalizzata all'interno della società e consente la sua integrazione nei vari sottosistemi produttori di beni comuni relazionali. Di modo che diventa prioritaria la costituzione di quelle formazioni sociali intermedie che basano la loro identità e realtà sulla produzione di beni relazionali. Ciò significa ripartire dalle comunità e impostare il processo politico sulla base della riflessione e concertazione dal basso verso l'alto.

Rafforzare le solidarietà associative autonome diventa strategico, però, se si risolve il problema di come costruire scambi di reciprocità fra il potere politico e le forme associative, nonché di come sviluppare meccanismi di raccordo tra operatori e organismi formali e informali attraverso il lavoro di rete. Il ruolo della politica sociale è dare, dunque, una precisa spinta verso la solidarietà, la cooperazione,

462Donati P., Il servizio sociale alla persona in prospettiva relazionale, in (a cura di) Lazzari F., Merler A., op. cit., pagg. 113-129.

l'interdipendenza e una nuova relazionalità. A tal fine Donati463 traccia il disegno di

una politica che voglia definirsi integrata: produrre solidarietà sociale anziché individualismo, connettere in modo sensato i bisogni e le dimensioni della vita quotidiana, considerare la famiglia come soggetto sociale.

Gui464, a proposito del pensiero di Giorio, afferma il valore della ricerca di

ogni forma di coinvolgimento responsabile delle persone nella vita sociale, coinvolgimento strettamente correlato alla tensione verso l'esperienza comunitaria. Ciò richiede un preciso impegno, anche del sistema pubblico, per poter riconoscere, valorizzare e sostenere la solidarietà come contrasto alle forme individualistiche e disgreganti. Giorio465 parla di uno spazio comunitario come luogo di compresenza e

reciprocità, che implica una condivisione di costrutti del senso comune tra le persone. Nel disegno di una leadership democratica che possa favorire la partecipazione delle persone nei processi di identificazione e risoluzione dei problemi comuni, quale è quello attinente alle scelte di politica sociali, Gui richiama il pensiero di Giorio rispetto al ruolo fondamentale che assumono i leader della comunità, ossia gruppi costituenti forme di associazione promozionale, spontanei e di piccole dimensioni, che possono rappresentare importanti canali di comunicazione e coinvolgimento delle persone nella vita comunitaria.

Per Giorio “la solidarietà rappresenta forse il modo più efficace ed efficiente per essere autentici attori nel contesto sociale contemporaneo”.466

Queste esigenze, che appaiono fondative di un sistema che recuperi il ruolo attivo della cittadinanza e delle comunità, fanno risuonare, amplificati, i limiti di un sistema di welfare, quale quello italiano, che ha mostrato segni di cedimento sul fronte dell'efficacia e dell'efficienza e si è posto come degenerativo di risorse e potenzialità attraverso un'interpretazione passivizzante e assistenzialistica degli interventi sociali.

Ciò ha portato alla tensione verso un preciso orientamento valoriale e metodologico dei professionisti dediti all'implementazione delle politiche sociali, così 463Ivi.

464Gui L., Servizio sociale e partecipazione comunitaria autentica: un riferimento teorico, in (a cura di) Lazzari F., Merler A., op. cit., pagg. 130-141.

465

466Giorio G., La comunità e oltre, in Giorio G., Lazzari F., Merler A., (a cura di) “Dal micro al macro. Percorso socio-comunitari e processi di socializzazione”, Cedam, Padova, 1999, pag. 34.

come alla rielaborazione teorica delle esperienze verso nuovi orizzonti comprendenti la tensione verso l'empowerment. Ha anche sviluppato un rinnovato spirito partecipativo da parte della società civile e del terzo settore, pur all'interno di un paradosso riscontrabile nella bipolarità tra il senso di dipendenza, impotenza, assenza di interesse per l'agency comunitaria, e la spinta motivazionale a poter contare e poter incidere sul sistema di protezione sociale, non più considerato di esclusiva pertinenza dell'apparato pubblico.

Quest'ultima spinta e il suo, seppur parziale, recepimento nella normativa hanno orientato la politica sociale verso alcuni specifici obiettivi, tra cui la partecipazione civile alla politica sociale, nell'ambito dell'esercizio della cittadinanza attiva.

Dal Pra Ponticelli467 parla di azioni di promozione del potere nei servizi alle

persone, che dovrebbero orientarsi al sostegno degli individui, delle famiglie e della società e delle reti informali, ma allo stesso tempo ritiene necessaria un'opera di promozione presso le stesse istituzioni pubbliche, che andrebbero aiutate ad esprimere il loro potenziale di sviluppo della partecipazione e della cittadinanza attiva. A tal proposito, parla del ruolo della società quale attore del welfare per la promozione di una qualità di vita che si fondi sui beni relazionali. Ciò introduce l'esigenza di uno sviluppo negli ambiti relativi all'informazione, alla consapevolezza, alla progettualità e alla solidarietà, come attributi indispensabili per un orientamento concreto verso il bene comune e i valori costituzionali.

L'Autrice legge, nel passaggio in cui la Costituzione tutela i diritti dell'uomo come singolo e nelle formazioni sociali all'interno delle quali si esprime la sua personalità, tali formazioni come aggregazioni che nascano non dall'alto ma attraverso l'autonomia e la responsabilità civile, derivanti da un reale processo di sussidiarietà. Le sfere associative organizzate, ma anche i gruppi informali, quelli di mutuo aiuto, le reti solidali informali di vicinanza, creano tessuti di relazioni necessarie per la costituzione di un welfare mix autentico. I servizi alla persona, che si fondano sulla relazionalità, possono giocare, sotto questo profilo, un ruolo strategico importante, 467Dal Pra Ponticelli M., Empowerment e servizi alla persona, in (a cura di) Lazzari F., Merler A., op.

stimolando la società, per certi aspetti non ancora pronta, verso una responsabilità e una solidarietà necessarie per nuove forme di governance locale.