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Parte III: Analisi del discorso pubblico

11. Evoluzione della legge sull'aborto in Polonia

11.6 La sentenza della Corte costituzionale

11.6.1 Opinione pubblica sull'aborto in Polonia negli anni '90

Secondo alcuni studi (Gal e Kligman, 2000a; 2000b), esiste un fondo di verità nell'affermazione del movimento pro-vita che l'abolizione dell'aborto corrisponde al volere dell'elettorato. Un parziale sostegno a questa teoria emerge osservando i sondaggi svolti dal CBOS nel 1996 (ben quattro) in tema di aborto240. Per esempio il secondo di questi, effettuato

pochi giorni prima che la proposta di emendamento fosse discussa dalla Commissione del Sejm, mostrava che metà della popolazione era favorevole ad apportare modifiche al testo della legge241.

Tab. 13: Opinioni sugli emendamenti alla legge del 1993. Fonte: CBOS BS/50/50/1996.

La legge vigente sull'aborto dovrebbe essere modificata? 1994 1996

Sì 58 52

No 19 29

Non sa / non risponde 22 19

Tot. 100 100

Erano più favorevoli a una modifica della legge gli uomini (55%) rispetto alle donne (50%) e, per converso, più spesso contrarie le donne (32%) degli uomini (25%), anche se non vi sono grandi differenze in termini di percentuale. La maggior parte degli intervistati (41%) riteneva che l'aborto dovesse essere consentito, ma con alcune eccezioni, mentre negli anni era lievemente calato il sostegno pubblico per la legalizzazione senza restrizioni dell'aborto. Anche il rifiuto totale dell'aborto era diminuito nel tempo, evidenziando quindi una de-radicalizzazione delle posizioni. È interessante notare che dal sondaggio risulta che nel 1996, nonostante le alte percentuali di popolazione a favore di una modifica del testo della legge, ci fu il più alto tasso di sostegno allo spirito della legge (divieto di aborto salvo eccezioni) dal momento della sua entrata in vigore (quasi un quarto della popolazione).

Tab. 13.1: Opinioni sull'aborto 1990-1996. Fonte: CBOS BS/50/50/96.

L'aborto dovrebbe essere: 1990 1991 1993 1994 1995 1996

Consentito senza alcuna restrizione 19 22 26 22 18 13 Consentito, ma con restrizioni 34 35 35 37 36 41 Vietato, ma con alcune eccezioni 26 22 21 21 23 29 Totalmente vietato 14 12 11 14 14 10 Non sa/non risponde 7 8 6 6 9 7

240CBOS BS/4/4/96, BS/50/50/96, BS/152/150/96, BS/176/174/96.

241Fonte: CBOS BS/50/50/96, aprile 1996: Stosunek do prawnej dopuszczalności aborcji i ewentualnej zmiany

Tot. 100 100 100 100 100 100

A favore di una liberalizzazione della legge erano oltre la metà delle donne intervistate (52%), mentre ben il 42% riteneva che l'aborto dovesse essere proibito (rispetto al 35% degli uomini).

Più era liberale l'atteggiamento degli intervistati nei confronti dell'interruzione di gravidanza e più questi erano a favore di una modifica legislativa: erano a favore più dei quattro quinti dei sostenitori della liberalizzazione totale dell'aborto e tre quarti dei sostenitori della sua ammissibilità con qualche restrizione. Tra coloro che sostenevano invece che l'aborto dovesse essere vietato, salvo alcune eccezioni, oltre la metà (55%) si opponeva al cambiamento della legge, anche se più di un quarto (27%) era favorevole. Gli intervistati che maggiormente esprimevano opinione contraria al cambiamento della legge erano quelli secondo cui l'interruzione di gravidanza sarebbe dovuta essere del tutto proibita (70%). Infine, fra gli intervistati favorevoli all'emendamento della legge, ben oltre la metà (59%) era a favore di una maggiore liberalizzazione dell'aborto e più di un quinto (22%) era favorevole a una sua legalizzazione senza eccezioni.

Tab. 13.2: Opinioni sulle modifiche legislative in relazione alle convinzioni sull'aborto. Fonte: CBOS BS/50/50/96.

L'aborto dovrebbe essere: La legge attuale dovrebbe essere modificata?

Sì No Non sa / non risponde Consentito senza alcuna restrizione 88 3 9

Consentito, ma con restrizioni 75 12 14 Vietato, ma con alcune eccezioni 27 55 18 Totalmente vietato 17 70 14 Non sa / non risponde 5 11 83

Le aspettative dei cittadini favorevoli a una modifica legislativa erano quindi più radicali rispetto al progetto presentato in Parlamento. Oltre la metà degli intervistati, tuttavia, era sostanzialmente favorevole al mantenimento dello status quo. I risultati del sondaggio indicavano anche l'esistenza di una chiara gerarchia di coscienza sociale relativa all'ammissibilità dell'interruzione di gravidanza. Il consenso era maggiore nel caso in cui fosse in pericolo la vita della madre (88%), inferiore qualora fosse a rischio la sua salute (78%) o se la gravidanza era il risultato di violenza o o incesto (75%) e ancora più basso nei casi di gravi malformazioni del feto (65%). Il 50% degli intervistati aveva comunque riconosciuto l'eventuale situazione economica o personale difficile della donna come una ragione valida, a fronte di un 37% contrario a questa ipotesi (un incremento di 3 punti percentuali dal 1992). Già nell'ottobre dello stesso anno, però,

nello studio condotto dopo che il Senato aveva respinto le proposte di emendamento, queste percentuali erano differenti: consideravano accettabile l'interruzione di gravidanza in caso di pericolo per la vita della madre l'85% degli intervistati, in situazioni di pericolo per la sua salute il 75%, in caso di atto criminale il 71%, il 41% per danni irreversibili al feto e il 45% per ragioni socio-economiche242.

Nel corso del 1996 si poté osservare una certa fluttuazione nelle opinioni relative all'aborto e alla legislazione destinata alla sua regolamentazione243.

Tab. 13.3: Variazione delle opinioni sull'aborto in Polonia nel 1996. Fonte: CBOS BS/176/174/96.

L'aborto dovrebbe essere: Aprile 1996 Ottobre 1996 Novembre 1996 Consentito senza alcuna restrizione 13 15 19

Consentito, ma con restrizioni 41 35 35 Vietato, ma con alcune eccezioni 29 27 24 Totalmente vietato 10 17 15 Non sa / non risponde 7 6 7

Tot. 100 100 100

L'ultimo aspetto interessante evidenziato dai sondaggi del periodo è che l'affermazione dei sostenitori di posizioni più restrittive sull'interruzione di gravidanza secondo cui una liberalizzazione della legge avrebbe portato a un incremento nel numero di aborti in Polonia non aveva risonanza fra il pubblico, che non condivideva l'idea (BS/176/174/96). Inoltre, la maggior parte degli intervistati sosteneva che una legislazione restrittiva in tema di aborto è inefficace, poiché le donne si rivolgono a strutture clandestine illegali o cliniche estere (BS/152/150/96). Fra coloro che erano favorevoli a una modifica della legge, l'3% riteneva che l'attività della chiesa cattolica non beneficiasse la società, il 75% si dichiarava come saltuariamente praticante e il 72% affermava orientamento politico a sinistra. Curiosamente, gli uomini erano lievemente più favorevoli delle donne alla libertà di scelta (rispettivamente 55 e 50%), il che può essere legato alla debolezza del movimento femminista in Polonia nel periodo.

Occorre menzionare che, nell'opinione di Kramer (2007), i sondaggi di opinione sono socialmente giustificati dalla convinzione che una delle sue funzioni sia garantire uno Stato democratico tramite il loro contributo all'apertura e al mantenimento di canali di informazione e

242Fonte: CBOS BS/152/150/96, ottobre 1996: Stosunek do aborcji wobec liberalizacji przepisów jej dotyczących (atteggiamenti verso l'aborto nel contesto della liberalizzazione della legge al riguardo).

243Fonte: CBOS BS/176/174/96, novembre 1996: Nowelizacja ustawy antyaborcyjnej i jej konsekwencje (opinioni sulla legge che consente l'aborto e i possibili cambiamenti al riguardo).

comunicazione fra la società e le élite politiche, in un'azione di feedback e valutazione che viene vista come una garanzia diretta della democrazia. Tuttavia, la stessa formulazione delle domande è costruita, non necessariamente oggettiva né disinteressata. Non solo: anche la restituzione delle indagini non è neutrale. In generale, i sondaggi non sono uno strumento del popolo, tanto più che il CBOS è un'organizzazione statale e quindi parte del funzionamento del governo. È dunque ragionevole attendersi che la dimensione politica sia da esso considerata come l'elemento chiave per definire il dibattito sull'aborto. I sondaggi di opinione costituiscono dunque potenzialmente uno strumento politico, non solo per il metodo con cui si categorizzano e traducono le risposte individuali in una “opinione pubblica”, ma anche per la funzione di mediatore fra politica e pubblico svolta dall'istituzione (in questo caso il CBOS). I sondaggi di opinione, dunque, non si limitano a fotografare l'opinione pubblica, ma creano essi stessi la categoria dell'opinione pubblica, contribuendo al dibattito politico e strutturando l'importanza e il significato della questione dell'aborto nell'arena politica (ibid.).