Parte III: Analisi del discorso pubblico
13. Tipologie di discorso
Come emerge da quanto detto nei capitoli precedenti, è possibile individuare tre discorsi principali nel dibattito sull'aborto in Polonia. Ognuno di essi sarà considerato secondo due aspetti:
(a) linguaggio impiegato, in termini di preferenza semantica, prosodia semantica, regolarità;
(b) messaggio trasmesso.
Andremo ora a definire e specificare le tipologie di discorso che hanno caratterizzato il dibattito relativo al diritto all'aborto in Polonia.
13.1 Il discorso pro-choice
13.1.1 Linguaggio
Parole chiave:• “feto” (płód), “embrione” (embrion / zarodek), “zigote” (zigota); • “aborto” (aborcję)267, “gravidanza” (ciąża);
• “diritto” (prawo), “libertà” (wolność, swoboda)268, “scelta” (wybór), “dignità” (godność);
267La lingua polacca ha due termini diversi per l'aborto indotto, aborcję, e quello spontaneo, poronienie. 268Wolność indica la libertà in senso lato, swoboda l'assenza di vincoli e restrizioni.
• “donna” (kobieta).
Preferenza semantica:
• i collocati più frequenti di gravidanza sono “interruzione” e “indesiderata”, che appaiono anche assieme;
• i collocati più frequenti di aborto sono “diritto” e “libertà”, quest'ultimo in entrambe le sue accezioni;
• i collocati più frequenti di scelta sono “diritto” e “libertà”, quest'ultima appare più di frequente nel suo senso più generale;
• anche per “donna” appaiono frequentemente “diritto”, “libertà”, più “dignità”.
Prosodia semantica:
• i termini “feto”, “embrione” e “zigote”, essendo lessico appartenente al campo medico, possiedono una connotazione scientifica. Il discorso vuole apparire neutrale, distaccato, obiettivo, non caratterizzato ideologicamente. La scientificità conferisce inoltre un'aura di autorevolezza:
• le espressioni “interruzione di gravidanza” e “gravidanza indesiderata” costituiscono la sfera riproduttiva come oggetto di scelta, opinione e azione;
• le espressioni “diritto di scelta” e “libertà di scelta” e il termine “dignità” appaiono frequentemente in correlazione e sono tutti ed espressi in funzione della donna, spostando quindi su di essa il focus del discorso;
• se vengono impiegate espressioni come “diritto alla vita” sono frequentemente indicate fra virgolette o in corsivo, implicando una connotazione negativa e sollevando dubbi sulla loro legittimità.
13.1.2 Messaggio
Al livello del messaggio, si riportano le conseguenze negative di una regolamentazione restrittiva dell'aborto, così come la necessità di prevenire il ricorso ad esso tramite la diffusione dell'educazione sessuale e della disponibilità di contraccettivi efficaci. Il messaggio si concentra
inoltre sulle azioni compiute dal movimento pro-choice e dai suoi sostenitori. Come per il livello del linguaggio, inoltre, la donna è presente: si menzionano i suoi diritti e si ricorda la sua dignità. Il discorso pubblico pro-choice si avvale spesso di immagini delle manifestazioni pro-scelta. Il focus è incentrato sul numero di partecipanti. Il messaggio trasmesso è quindi quello della presenza di un numeroso sostegno, in funzione legittimante.
13.2 Il discorso pro-life
Occorre innanzi tutto sottolineare che esiste una marcata differenza fra la frequenza e l'intensità del linguaggio utilizzato nel quotidiano cattolico Nasz Dziennik, che rappresenta l'opzione più radicale, e quello presente in altri articoli pro-vita. Il suo schieramento è già chiaro dall'auto-presentazione ritrovabile sul suo sito web: “Nasz Dziennik è un'importante fonte di informazioni sulla Polonia, la Chiesa e il mondo”. Gli argomenti scelti – e l'ordine in cui essi appaiono – non è casuale. Il quotidiano cattolico-conservatore fa parte di una sottocultura politica dei media che costruisce la propria comunicazione basandosi principalmente su leve emotive, sulla retorica del conflitto (per esempio, una delle sue colonne regolari si intitola “Il pensiero è un'arma”) e sulla semplicità linguistica, nonché sull'impiego di affermazioni assolute e unilaterali: “se si è polacchi, si fa questo” (Napierała, 2014). Gli studi di genere sono descritti sulle sue pagine come un tentativo di distruggere la famiglia polacca e la nazione in generale. Ewa Bobrowska e Małgorzata Pasicka, nella loro analisi della pubblicazione, è giunta alla conclusione che il quotidiano è percorso dall'immagine di un nemico allo stesso tempo mitico e nascosto. Secondo le autrici, inoltre, il discorso costruito da Nasz Dziennik era caratterizzato da una visione del mondo basata sulla convinzione che l'ordine sociale dipende interamente dall'ordine morale, e che quindi imporre alla società un sistema di valori ne risolverebbe ogni problema (Bobrowska e Pasicka, 2008)269.
13.2.1 Linguaggio
269La deriva estremista del quotidiano cattolico è esemplificata dal fatto che, mentre definisce l'omosessualità come una “malattia che deve essere curata”, menziona molto di rado la possibilità di una terapia per gli alcolisti. In caso di problemi di alcolismo, il consiglio più frequente è quello di pregare la Vergine Maria.
Parole chiave:
• “bambino” (dziecko), “nascituro” (nienarodzonych), “essere umano” (człowiek); • “concepito” (poczęte);
• “madre” (matka), “famiglia” (rodzina);
• “diritto” (prawo): • “vita” (życie);
• “aborto” (aborcję).
Nella sua versione più radicale, è presente anche il campo semantico legato alla morte violenta e/o su larga scala: omicidio, assassinio, uccisione, genocidio.
Preferenza semantica:
• i collocati più frequenti di bambino sono “innocente”, “concepito”, “non ancora nato”; • i collocati più frequenti di vita sono “diritto”, “umana”, “concepita”, “inviolabile”,
“dignità”, “rispetto”, “difesa”. Gli ultimi quattro termini appaiono spesso assieme a coppie;
• anche per diritto appaiono frequentemente i termini “inviolabile”, “rispetto” e “difesa”. In generale, l'espressione “diritto alla vita” e le due coppie di collocati sopra individuate costituiscono un set lessicale molto utilizzato;
• i collocati più frequenti di aborto sono “cosiddetto” e “crimine”. Nella versione più radicale il termine aborto è spesso sostituito dall'espressione “omicidio / assassinio / uccisione di un bambino”. In questo caso il termine “bambino” è solito accompagnarsi ai collocati di cui sopra.
Prosodia semantica:
• i termini “dignità” e “vita”, così come l'espressione “diritto alla vita”, appaiono legati al concetto di “inviolabilità” (intangibilità, intoccabilità), costruendo quindi l'argomento
come non oggetto di discussione. Questo set lessicale ricorre anche nei documenti emessi dalla Conferenza Episcopale polacca nel corso del 2007;
• la [inviolabile dignità della] vita [umana] è legata non solo all'idea di diritto, ma anche di difesa e protezione. Come espresso anche nel comunicato emesso dall'Episcopato polacco prima delle elezioni parlamentari del 2007, costituisce un richiamo e un'incitazione ai credenti perché agiscano in conformità al (e in funzione del) dettato della Chiesa270;
• termini ed espressioni come “vita concepita”, “bambino concepito”, “bambino non ancora nato”, “nascituro” attualizzano il potenziale. Mentre nel discorso pro-scelta “feto”, “embrione” e “zigote” sono riferibili a delle cellule, il set lessicale del movimento pro-vita costituisce già nel presente il futuro bambino. A sua volta, questo sostiene l'espressione “uccisione di un bambino [innocente]”;
• il “diritto alla vita”, la “difesa / tutela della vita” “in ogni sua fase / dal concepimento alla morte naturale”, accompagnata dai termini indicati nel punto precedente, costituiscono il feto come un'entità autonoma a livello sia sociale sia legale. Anche queste espressioni ricorrono nei documenti emessi dalla Conferenza Episcopale polacca nel corso del 2007;
• “cosiddetto aborto”, “il crimine dell'aborto” e semplicemente “aborto” fra virgolette mettono in discussione sia la forma sia la sostanza: sia il termine sia la legittimità dell'azione;
• nella versione più radicale, “omicidio”, “assassinio” e “uccisione”non solo implicano una connotazione negativa, ma fanno anche riferimento al sistema penale. In questo modo, l'aborto è equiparato ad azioni indiscutibilmente definibili come crimini;
• sempre in questa, i termini “eugenetica”, “genocidio” e espressioni sull'uccisione di innocenti vanno a toccare la memoria nazionale dei crimini perpetrati sia durante l'invasione nazista sia sotto al dominio sovietico.
13.2.2 Messaggio
270Lettera pastorale del 3 ottobre 2007 “Odpowiedzialność za dobro wspólne” [La responsabilità per il bene comune] (KEP, 2007c). In questo documento i vescovi dell'Episcopato polacco ricordano ai fedeli che «dovrebbero votare per quelle persone i cui atteggiamenti […] sono vicini, o almeno non contrari, alla fede Cattolica e ai valori e principi morali Cattolici». Il testo del documento, in polacco, è consultabile a:
La narrativa costruita da questo discorso evoca numerosi concetti ad accompagnare e legittimare il paradigma pro-vita: la nazione (in particolare il bene della nazione o la sua tradizione), la legge naturale, la medicina (specialmente tramite commenti sulla cosiddetta sindrome post-abortiva) e, ovviamente, la religione. Il discorso è quindi multi-livello: individuale (il nascituro e i suoi diritti), nazionale-comunitario e sovra-umano (con il riferimento a un livello più alto di verità e giustizia). Il focus del discorso è su questi tre livelli, la donna è presente solo di rado e solitamente come afflitta dalla sindrome post-abortiva (presentata talvolta, nella versione più radicale del discorso, in toni che la equiparano a una punizione divina). Viene inoltre ricordata spesso l'autorità della Chiesa Cattolica, particolarmente nella persona e nell'insegnamento di Giovanni Paolo II. Anche le immagini che accompagnano gli articoli rientranti nel discorso pro-life sono incentrate completamente sul nascituro: si impiegano fotografie di feti, neonati e bambini271.
13.3 Il discorso pro-status-quo
Poiché il dibattito sull'aborto è presente da tempo nella realtà polacca, esiste una terza tipologia di discorso pubblico: quella a sostegno della situazione esistente.
13.3.1 Linguaggio
Parole chiave:• “compromesso” (kompromis).
Preferenza semantica:
• il compromesso viene definito come “ottimale”, “buono”, “valido”, “efficace”.
271Il ruolo delle immagini nella rappresentazione dell'aborto è sottolineato da Luc Boltanski (2004), secondo cui il progresso grafico in campo medico (imaging) è andato di pari passo con l'incremento nella visibilità sociale del feto (nonché con il suo riconoscimento da parte della legge come soggetto di diritto), in una contrapposizione fra ciò che occorre “guardare in faccia” e ciò riguardo a cui si possono “chiudere gli occhi”, affine all'opposizione bourdieusiana fra l'ufficiale e l'ufficioso.
Prosodia semantica:
• valutando la legge del 1993 come “un compromesso”, la si descrive come qualcosa che soddisfa in maggiore o minore misura il totale della cittadinanza. La frequenza e la natura dei collocati sostiene l'idea di un consenso generale attorno alla questione dell'aborto e alla legislazione esistente al riguardo.
13.3.2 Messaggio
A livello del messaggio testuale, vengono citate figure autorevoli che approvano l'idea del mantenimento dello status-quo. Il compromesso in sé è descritto come un fatto che gode di ampio appoggio da parte dei cittadini, disinteressati nella riapertura del dibattito sull'argomento. Si impiegano inoltre sondaggi di opinione per sostenere questa ipotesi. Anche la negazione dell'esistenza di un problema relativo al dibattito sull'aborto o la scelta di non trattare questo argomento possono essere considerati come parte del discorso dello status-quo.
Trattandosi in questo caso di analisi documentale effettuata su quotidiani e riviste, si rende necessario aggiungere una quarta categoria discorsiva:
13.4 Il discorso neutrale
Con questo termine intendiamo il discorso pubblico non connotato ideologicamente ma che si limita a presentare il dibattito sull'aborto in modo meramente fattuale e informativo. In questa categoria vanno inseriti gli articoli in cui non è possibile individuare alcuno degli elementi pro- scelta, pro-vita o pro-status-quo sopra menzionati. Si tratta solitamente di brevi trafiletti che informano del voto degli emendamenti in parlamento. Espressioni ideologicamente connotate sono riscontrabili solo tra virgolette, in veste di citazioni dalle proposte di legge o da dichiarazioni di singoli individui coinvolti nel dibattito.
Queste quattro tipologie di discorso costituiscono la chiave di categorizzazione a cui fare risalire gli elementi del corpus di analisi (RC1, RC2) e i discorsi in essa prodotti, riprodotti e diffusi. Per discorso intendiamo quindi il set di espressioni utilizzato per descrivere – ed
eventualmente problematizzare – la questione dell'aborto, anche in maniera ideologica272.