Aspetti metodologici: lo studio di caso
3.5 Il disegno della ricerca condotta all’Agenzia delle Entrate
3.5.2 L’osservazione partecipante
L’osservazione è la principale modalità cognitiva dell’etnografia36, un metodo che si compone di due strategie di ricerca: l’osservazione non partecipante e quella partecipante 37.
Nella prima il ricercatore osserva “a distanza” i soggetti, senza interagire con loro: chi adotta questa tecnica è preoccupato di non interferire nella realtà sociale, per non influenzare, con la sua presenza, i comportamenti degli stessi attori.
L’osservazione partecipante è, invece, una tecnica di ricerca in cui il ricercatore si inserisce in modo diretto e per un periodo temporale relativamente lungo in un gruppo sociale preso nel suo ambiente naturale ed instaura un rapporto di interazione personale con i membri del gruppo, con l’obiettivo di descriverne le azioni e di comprenderne le motivazioni, mediante un procedimento di immedesimazione. Questa tecnica recepisce in pieno la logica del paradigma interpretativo, in quanto tende alla comprensione del soggetto studiato, attraverso un coinvolgimento diretto del ricercatore nella realtà oggetto di analisi. Alcuni campi di applicazione dell’osservazione partecipante sono: la sociologia autobiografica, gli studi di comunità, gli studi di subculture, l’etnografia organizzativa. Le
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L’etnografia è una descrizione scritta di una particolare cultura od organizzazione sociale basata sulla raccolta di materiale informativo ottenuto tramite tecniche di osservazione. In sociologia e nella ricerca sociale questo paradigma è utile nello studio di realtà sociali complesse e burocratiche. Per approfondimenti, cfr. E.A. Schultz, R.H. Lavenda, Antropologia Culturale, Zanichelli, Bologna, 1999. 37
Cfr. G. Gobo, Descrivere il mondo. Teoria e pratica del metodo etnografico in sociologia, Carocci, Roma, 2001.
caratteristiche principali della tecnica, che ne rappresentano anche i limiti, sono la soggettività del ricercatore, la non generalizzabilità dei casi oggetto di analisi e la non standardizzazione delle procedure38.
L’osservazione partecipante si basa sulle seguenti caratteristiche:
• il ricercatore instaura un rapporto diretto con gli attori sociali;
• questi soggiorna per un periodo prolungato (da alcuni mesi a diversi anni) nel loro ambiente “naturale”;
• il suo scopo è osservarne e descriverne i comportamenti;
• egli deve interagire e partecipare alle loro attività quotidiane;
• deve, inoltre, impararne il codice per comprendere il significato delle loro azioni.
Il metodo etnografico assegna un ruolo privilegiato all’osservazione come fonte primaria di raccolta di informazioni, anche se, a tale scopo, possono concorrere anche altri aspetti quali colloqui informali, interviste individuali o di gruppo, documenti dell’organizzazione, ecc. Rimane però prioritario il proposito di osservare le azioni nel loro concreto svolgersi: il ricercatore partecipa alla vita sociale degli attori osservati ma, contemporaneamente, deve mantenere una certa distanza cognitiva che gli permetta di svolgere accuratamente il lavoro scientifico39.
L’attore che agisce e partecipa è, quindi, un soggetto temporalmente e cognitivamente diverso dall’attore che osserva; ne consegue che partecipazione ed osservazione non sono due atteggiamenti contraddittori, ma due momenti distinti della vita sociale e dell’attività di ricerca perché non si contraddicono né sovrappongono40.
Altro rischio dell’osservazione partecipante è che più il ricercatore si cala nella realtà sociale, acquistando il modo di fare e di interpretare la realtà di coloro che vuole studiare, più tali comportamenti e la relativa visione del mondo gli sembreranno naturali e, quindi, difficili da analizzare. Dal punto di vista pratico, però, una totale immedesimazione è professionalmente e praticamente impossibile. È proprio quel continuo dover riflettere, prendere appunti, fare domande, riempire questionari, tradurre ed interpretare che impedisce di essere completamente “dentro” all’oggetto di studio41.
Alla luce di queste considerazioni, dal punto di vista pratico, i paradossi della ricerca etnografica si attenuano, pur mantenendo autoriflessiva l’attività di ricerca: l’essere contemporaneamente, oppure in modo
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P. Corbetta, op. cit., 1999.
39 Lo scienziato sociale si trova nell’eventualità di ricercare un difficile equilibrio tra le opposte situazioni di coinvolgimento e di distacco; questo bilanciamento risulta impossibile giacché la società, le organizzazioni e le persone sono probabilmente strutturate in modo tale che gli scopi scientifici e quelli empatici della comprensione sono, in linea di principio, contrastanti. Può, quindi, rivelarsi impossibile essere al tempo stesso un partecipante ed uno scienziato. Questa impossibilità cognitiva non riguarda solo lo studioso, ma anche gli stessi attori sociali che il ricercatore vorrebbe cercare di conoscere. Cfr. H. Schwartz, J. Jacobs, Sociologia qualitativa. Un metodo nella follia, Il Mulino, Bologna, 1987.
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Cfr. G. Gobo, op. cit., 2001.
intermittente, “dentro e fuori” dal codice linguistico, comportamentale e sociale indagato, diviene una componente normale del ruolo del ricercatore.
Nel corso della ricerca lo studioso, più o meno consapevolmente, collega tra loro concetti diversi, osserva ed interagisce con alcuni attori sociali, sceglie le strategie migliori per raccogliere le informazioni, ragiona su quali aspetti approfondire e su quali tralasciare. Il disegno della ricerca si occupa proprio di queste decisioni, per questo rappresenta una delle fasi cruciali dell’intero processo di indagine, da cui dipende un rigore concettuale non sempre presente nelle ricerche etnografiche; ciò le espone ad una delle critiche più ricorrenti: quella di essere approssimative e poco rigorose.
Il disegno deve essere flessibile ed in grado di adattarsi al flusso irregolare degli eventi che si susseguono sul campo42.
Visto che gli obiettivi principali della ricerca erano rilevare l’impatto di un cambiamento organizzativo - unito all’utilizzo di un nuovo modello di gestione - sulle risorse umane, nonché verificare l’effettivo cambiamento culturale, si è tentato di capirne il funzionamento, i punti di forza e debolezza, accedendo a documenti indispensabili ai fini di questo lavoro43. Un ricercatore può inserirsi in un gruppo o in un’organizzazione in diversi modi: può partecipare saltuariamente alle attività svolte o può diventarne un assiduo frequentatore; in altre parole è in grado, per la maggior parte dei casi volontariamente, di assumere diversi gradi di partecipazione e coinvolgimento. Se l’osservazione non partecipante prescrive il non coinvolgimento diretto del ricercatore, il quale tenta di analizzare le azioni degli attori lontano dal loro orizzonte visivo, nel caso contrario di partecipazione si possono distinguere quattro gradi di coinvolgimento: passivo, moderato, attivo e completo.
L’osservazione partecipante passiva non prevede interventi da parte del ricercatore, il quale si limita ad essere uno spettatore della scena che studia, senza intervenire e rimanendo sempre ad una certa distanza.
Con un coinvolgimento moderato, invece, lo scienziato sociale assume una posizione intermedia tra l’essere a tutti gli effetti membro del gruppo che studia e il rimanerne completamente estraneo44.
L’accesso al campo, infatti, si presenta come la fase più difficile di una indagine: dopo averlo ottenuto, il ricercatore deve dedicare tempo ed energie per assicurarsi il consenso e la fiducia degli interlocutori, altrimenti
42 Cfr. M. Cardano, La ricerca etnografica, in L. Ricolfi (a cura di), op. cit., 1997.
43 L’osservazione partecipante ha permesso l’analisi organizzativa grazie soprattutto alla consultazione dei documenti prodotti dall’Agenzia delle Entrate.
44 Una particolare tecnica di partecipazione moderata è lo shadowing (“pedinamento”), in cui il ricercatore, come un’ombra, segue uno o più attori in alcune attività. Fra i primi utilizzatori di questa tecnica troviamo Mintzberg che, negli anni settanta, la adoperò per osservare il comportamento di alcuni dirigenti in cinque diverse organizzazioni. Per approfondimenti, cfr. H. Mintzberg, The nature of
le sue attività di studio incontreranno forti resistenze e la comprensione dei fenomeni osservati risulterà troppo lacunosa.
In pratica, l’accesso al campo prevede due fasi, quella di approccio al luogo fisico e l’accesso sociale, che si ha nel momento in cui il ricercatore riesce ad integrarsi nella realtà da studiare e a farsi accettare da tutti.
Nella terza modalità di osservazione, definita attiva, non ci si accontenta di partecipare marginalmente alle attività quotidiane degli attori sociali, ma si cerca di apprenderle e metterle in pratica al fine di raggiungere una maggiore comprensione delle attività, stando a stretto contatto con le persone coinvolte nella realtà sociale indagata.
Il più alto grado di coinvolgimento, infine, si realizza con la partecipazione completa dove, allo studioso, vengono affidati compiti precisi ed un ruolo significativo nella struttura indagata. Nel nostro caso siamo di fronte a quest’ultima modalità di osservazione45.
Mentre la partecipazione ed il coinvolgimento riguardano l’atteggiamento, la posizione e lo stato emotivo del ricercatore, l’osservazione si riferisce agli attori e, più precisamente, alla percezione e conoscenza che questi hanno dello studioso, al come si presenta e, soprattutto, sotto quali vesti. In base a ciò possiamo individuare tre tipi di osservazione partecipante: coperta o dissimulata, semi-coperta, scoperta o palese.
Nel primo tipo gli attori sono all’oscuro dell’identità del ricercatore, che agisce in incognito, e degli scopi della ricerca; questa modalità, che solleva anche un problema etico e professionale, viene presa in considerazione quando si ritiene che la presenza del ricercatore possa modificare pesantemente il comportamento dei soggetti che, sentendosi sotto esame, finirebbero per essere reattivi. L’osservazione semi-coperta si colloca a metà strada e prevede che solo una parte degli attori conosca le finalità e l’identità del ricercatore.
Infine, la tecnica palese, la più diffusa nella tradizione etnografica, prevede che gli studi vengano condotti alla luce del sole, ottenendo un regolare permesso di accesso alle strutture ed una approvazione e legittimazione da parte dei gatekeepers (“custodi”) istituzionali, conquistando la loro fiducia, quella degli informatori ed il consenso di tutti gli attori sociali. Essendo la sua identità nota a tutti, però, al ricercatore potrebbe capitare di incorrere in tentativi di manipolazione strumentale da parte dei diversi attori, i quali potrebbero manifestare una reattività dovuta alla sua presenza.
In realtà il ricercatore assume, all’interno dell’organizzazione, un vero e proprio ruolo sociale, con cui verrà identificato da tutti gli attori: è proprio il ruolo, costruito continuamente durante la ricerca, che gli permette di accedere a persone, situazioni, tipi di informazioni46.
45 Chi scrive è, dal 10 ottobre 2005, funzionario addetto alle attività di comunicazione della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate della Campania.
L’osservazione è la modalità cognitiva adottata dall’etnografia per lo studio di fenomeni sociali. Questo, però, non esclude che, nel corso della ricerca, ci si possa avvalere anche di altre tecniche, con l’obiettivo di chiarire aspetti non sempre comprensibili con la sola osservazione. Si possono quindi condurre interviste individuali e di gruppo, raccogliere ed analizzare documenti prodotti dall’organizzazione, ecc.
Per questa ragione, nella nostra ricerca, si è scelto di affiancare, all’osservazione partecipante, l’analisi di documenti prodotti dall’Amministrazione finanziaria e di dati già disponibili.