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Per una civilizzazione agro-terziaria

Alberto Magnagh

11. Per una civilizzazione agro-terziaria

Siamo un popolo di montagna che si crede di pianura (Marco Paolini) . La futura società agro-terziaria, che ha avviato l’edificazione verso una nuova civilizzazione collinare, montana e degli entroterra costieri, interpreta, a differenza della società industriale di pianura da cui pro- veniamo, il ruolo socialmente e culturalmente centrale del nuovo agri- coltore che produce in modo colto e cosmopolita beni e servizi pubblici per l’intera bioregione, per i cittadini, per il benessere collettivo, traendo alimento culturale dai paesaggi rurali tradizionali.

Concludo con una tavola della “città di valle della val Bormida”(fig. 17), dove il progetto agro-terziario si fonda sulla rivalorizzazione del si- stema complesso dei centri urbani di fondovalle, mezza costa e di crinale, ognuno in equilibrio ambientale e paesistico con il proprio sistema terri- toriale (il fitto reticolo delle cascine e dei terrazzamenti da rivalorizzare) e connesso a rete con gli altri centri da relazioni materiali e immateriali. I paesaggi rurali storici e le loro regole riproduttive guidano il percorso di riprogettazione in chiave di ‘retro-innovazione’ (fig. 18).

Figura 17. Progetto Val Bormida: la città di crinale, mezza costa, fondo valle (Boc- cardo e Galliano 1992).

Conclusioni: i nuovi paesaggi del ripopolamento rurale

Ho messo in evidenza il ruolo delle azioni relative ad uno dei rilevanti attori delle trasformazioni future del paesaggio: gli agricoltori.

Quali sono queste trasformazioni paesaggistiche ipotizzabili?

Il ripopolamento rurale postindustriale nelle forme delineate indurrà tra- sformazioni paesaggistiche nelle seguenti direzioni:

- mani verdi sulla città: la permeabilizzazione degli spazi aperti interclusi cre- erà una continuità percettiva e fruitiva fra gli spazi pubblici ricostruiti nelle periferie metropolitane e gli spazi agricoli periurbani: corridoi e cinture verdi dotati di viali alberati, piste ciclabili, orti, frutteti e giardini, animati e socializzanti mercati urbani dei prodotti locali; connessioni fra gli spazi pubblici della città storica e i corridoi verdi verso la campagna periurbana; - confini delle urbanizzazioni: la trasformazione degli spazi degradati in attesa di urbanizzazione in parchi agricoli periurbani consentirà non solo di bloccare l’e- spansione in area agricola, ma di sviluppare progetti relativi alla qualità dei margi- ni urbani, trasformando i retri delle periferie in fronti urbani dei parchi, con azioni di demolizione/ricostruzione, densificazione, riqualificazione edilizia e urbani- stica, riorganizzazione di servizi pubblici e attività commerciali sui ‘fieldfront’; - riorganizzazione del paesaggio della campagna abitata: il carattere multifun- zionale di parchi agricoli (sia di riqualificazione che di valorizzazione) com- Figura 18. La policoltura storica in Alta Langa (Magnaghi e Marson 2010).

porterà la ricostruzione di tessuti agrari complessi, con corridoi com- posti di sistemi produttivi integrati food e no food, canali, alberature, sentieri e piste ciclabili fruibili dalle città, architettura rurale funzionale all’ospitalità (turismo rurale, agriturismo, fattorie didattiche, servizi del parco, centri di vendita, ecc.);

- riorganizzazione dei paesaggi delle riviere fluviali: ripopolamento agro- forestale degli entroterra costieri e dei borghi collinari, liberazione della costa e del sistema spiaggia-scogliera-duna-pineta; la navigabilità dolce dei fiume riproporrà una nuova percezione paesaggistica dei paesaggi fluviali inducendo la riqualificazione delle riviere, la riorganizzazione dell’agricoltura perifluviale e dei fronti urbani;

- riqualificazione dei paesaggi montani: questi in assenza di progetti di ripopolamento rurale vanno verso una progressiva semplificazione: avanzata del bosco in forme indifferenziate, intervallato da seconde case, centri turistici e impianti sportivi. Il ripopolamento agroforestale (recupero delle coltivazioni del bosco e del sottobosco, alpeggi e pasco- li, filiere alimentari e energetiche) indurrà una riqualificazione dei pa- esaggi urbani (recupero dei borghi semiabbandonati e dei loro intorni storicamente coltivati, promozione di servizi urbani, infrastrutture di trasporto, connessioni materiali e immateriali con i centri di fondoval- le e di pianura), una riqualificazione e complessificazione produttiva dei paesaggi boscati, ivi compresi gli alpeggi, una infrastrutturazione dolce (sentieri, ippovie, percorsi ciclabili) per il turismo escursionisti- co, il recupero dell’edilizia rurale storica, dei terrazzi, della infrastrut- turazione idraulica.

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