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Le politiche di sviluppo rurale e le politiche per il paesaggio in Toscana

Gianluca Brunori, Laura Fastelli, Massimo Rova

9. Le politiche di sviluppo rurale e le politiche per il paesaggio in Toscana

Il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Toscana attribuisce un grande valore al paesaggio regionale; un paesaggio costruito quasi intera- mente dall’uomo del quale si segnala la minaccia derivante dall’urbaniz- zazione e dall’espandersi degli insediamenti produttivi o turistici.

Anche se i riferimenti espliciti al PIT nel PSR16 sono limitati, è evi-

dente il nesso esistente perché, con un’adeguata gestione delle sue misu- re, il secondo può dare un contributo importante nel realizzare gli obiet- tivi di salvaguardia e valorizzazione enunciati dal primo.

Nella tabella 2 si descrivono gli effetti potenziali delle azioni (assi e misure) previste nel PSR sul paesaggio rurale; effetti che sono stati di- stinti in prevalenti, secondari e indiretti. Anche le misure riguardanti la formazione e i servizi di consulenza che agiscono sulle conoscenze e sulle motivazioni degli attori principali potrebbero rivestire un ruo- lo importante per attuare politiche di intervento sul paesaggio rurale. Configurandosi, infatti, come uno strumento di azione sul contesto, con la redazione di specifici programmi di formazione e assistenza tecnica/ divulgazione intorno al tema del paesaggio rurale (es. progetti collettivi e a carattere territoriale), si potrebbero generare sul territorio esternalità positive per il paesaggio e per la collettività nel suo complesso.

16 Regione Toscana - Programma regionale di sviluppo rurale per la Toscana 2007-2013.

Con le misure agro-ambientali dell’asse 2 del PSR sono stati previsti incentivi per i servizi ambientali aggiuntivi che gli agricoltori produco- no rispetto a quelli della condizionalità ambientale. Per le aziende agri- cole che, ad esempio, s’impegnano a rispettare norme volontarie per la gestione delle concimazioni, per le rotazioni, i trattamenti fitosanitari, e che procedono anche all’attuazione di ulteriori interventi di salva- guardia (costruzione e manutenzione delle reti ecologiche, di opere di sistemazione del terreno come i terrazzamenti, impianto di alberi di valore paesaggistico ecc.) sono previsti dei premi specifici, e anche queste azioni possono contribuire a generare esternalità positive per il paesaggio rurale.

Il caso del PSR 2007-2013 della Toscana rientra nell’anomalia de- nunciata in precedenza, in cui la presenza di numerosi riferimenti al paesaggio risulta poco efficace a causa di una trattazione generica della situazione paesaggistica e delle dinamiche ad essa associate. Tutto ciò in una regione che ha nel paesaggio rurale un’inestimabile risorsa il cui va- lore potenziale è di tipo sia economico che culturale e sociale.

Nel PSR 2007-2013 della Toscana ci sono nove misure (di cui sette appartenenti all’Asse II e due all’Asse III) aventi come principale obiet- tivo il paesaggio (Agnoletti 2009). L’esclusione del paesaggio dagli obiettivi dell’Asse I sembra voler evidenziare che l’agricoltura, quando condotta secondo criteri tecnico-produttivi adeguati, produce automa- ticamente effetti positivi sul paesaggio rurale senza necessità di incentivi ulteriori. Una tesi alquanto discutibile perché molti studi hanno eviden- ziato che l’introduzione di innovazioni che replicano il modello della modernizzazione non sempre riesce a generare/riprodurre un paesaggio di valore come quello toscano, spingendo molto più spesso verso l’omo- geneizzazione e la standardizzazione.

Oltre al PSR, tra gli strumenti di politica agraria in grado di influen- zare l’evoluzione del paesaggio attraverso le pratiche agricole sono da ricordare anche i disciplinari delle produzioni di qualità, in primo luo- go DOP e IGP. Tali disciplinari, infatti, possono rafforzare il legame tra prodotto e territorio introducendo specifiche varietà e/o razze locali nonché particolari pratiche agro-ambientali. Grazie all’utilizzazione di un riconoscimento DOP o IGP il prodotto e, di conseguenza, il territo- rio rafforzano la loro immagine agli occhi del consumatore consentendo ai produttori di spuntare prezzi più favorevoli. In questo caso, dunque, grazie a un consumatore attento che intende la qualità del prodotto in modo ampio, il comportamento virtuoso del produttore (le pratiche che

conservano il paesaggio) è remunerato dal mercato. In tal senso, disci- plinari di produzione che non tutelano adeguatamente la dimensione ambientale, lasciando spazio a uno sfruttamento eccessivo delle risor- se locali per perseguire la crescita produttiva, sono destinati, nel lungo periodo, a penalizzare l’immagine del prodotto e, conseguentemente, i redditi dei produttori.

Infine, altri strumenti non di politica settoriale (agricola o di svilup- po rurale) che hanno un’incidenza sul paesaggio rurale sono gli strumen- ti della pianificazione urbanistica (es. Piani Strutturali e Regolamenti Urbanistici dei Comuni). Questi ultimi, infatti, possono favorire o ral- lentare se non ostacolare i processi di trasformazione del paesaggio e, in tal senso, possiamo citare l’esperienza pilota dei Comuni del Chianti che hanno definito buone pratiche per l’impianto dei vigneti, ma potrebbe- ro essere citate anche esperienze che, viceversa, vanno nella direzione op- posta. Su tali strumenti gli organismi di rappresentanza degli agricoltori entrano spesso in conflitto con le amministrazioni locali perché, oltre ad una limitazione della libertà di impresa, v’intravvedono rischi di nuovi vincoli burocratici non aderenti alle reali condizioni ambientali dell’a- zienda. In tal senso, sarebbe auspicabile una visione più integrata nella redazione di questi strumenti e, soprattutto, l’adozione di approcci di tipo partecipativo per tener conto dell’importante contributo degli esperti ed arrivare alla produzione di norme condivise (co-produzione) tali da garan- tire un’evoluzione sostenibile del territorio e del paesaggio in particolare.

10. Condizioni per l’efficacia delle politiche territoriali: il