Francesco Accettella
5. La possibile anticipazione dell’entrata in vigore di singole dispo sizion
Le segnalate innovazioni appaiono tutte positive e da accogliere con fa- vore, il che farebbe propendere per l’anticipazione della disciplina in esame, anziché per il suo rinvio sulla scia di quanto disposto in generale per l’intero codice della crisi e dell’insolvenza.
Va dato atto, tuttavia, dell’obiezione di chi ritiene – replicando con speci- fico riguardo alla liquidazione controllata un’osservazione in generale contenuta nella Relazione illustrativa al decreto di rinvio – che l’entrata in vigore in via an- ticipata della disciplina di cui al capo IX del titolo V della parte prima del codice (cioè, delle nuove norme sulla liquidazione controllata) potrebbe congestionare gli uffici giudiziari con numerosi procedimenti da gestire senza adeguata prepa- razione e certezza degli operatori nell’interpretare e applicare quella disciplina (così Fabiani, 2020). A una simile obiezione si potrebbe replicare che: a) è evi- dente – anche sulla base del dato empirico – che la liquidazione del patrimonio del debitore, così com’è disciplinata nell’impianto vigente della l. n. 3/2012 (se- zione II del capo II), non appare affatto adeguata a gestire gli effetti della crisi sui debitori civili; b) in fin dei conti, la nuova disciplina introdotta in materia dal codice della crisi e dell’insolvenza non stravolge, se non per alcuni profili, il predetto impianto, limitandosi a innovarlo e a renderlo per certi versi più fruibile (per un simile giudizio si veda, tra gli altri, Leuzzi, 2019).
Decisiva sembra invece un’altra obiezione all’anticipo dell’entrata in vi- gore di questo “pezzo” del codice della crisi, che invero induce a ritenere oppor- tuno attendere l’entrata in vigore della restante parte dello stesso. Essa risiede nell’osservazione per cui la disciplina in esame non può reggersi da sola, senza il contesto all’interno del quale è collocata (per un rilievo che va in questo senso v., pur senza ritenerlo decisivo, Cesare, 2020). In altre parole, essa non è auto- sufficiente, ma necessita, per essere completata, di diversi rimandi alla normativa in tema di liquidazione giudiziale di cui ai restanti capi del titolo V e anche a
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disposizioni contenute in altri punti del codice (si pensi al richiamo del comma quinto dell’art. 270 alle norme a carattere processuale che regolano il procedi-
mento unitario di cui al titolo III).
Si dovrebbe dunque accogliere una prospettiva in base alla quale le nor- me del codice della crisi richiamate nel capo dedicato alla liquidazione con- trollata entrino in vigore, anch’esse, da subito, ma limitatamente allo svolgi- mento delle procedure di liquidazione controllata. Il che invero appare poco appagante. Anche perché merita di essere vagliata una strada alternativa, pure perseguita in questo periodo in ambienti istituzionali. Si tratta della possibilità, invece, di anticipare singole norme ed istituti, tra quelli più significativi della liquidazione controllata e – volendo estendere il campo di osservazione – delle procedure da sovraindebitamento, magari innestandole direttamente nel testo legislativo vigente di cui alla l. n. 3/2012 (ciò è quanto risulta dalle notizie di stampa: v. l’articolo dal titolo Sovraindebitamento, presto una modifica alla
legge del 2012, reperibile sul sito www.ilmessaggero.it, dove si dà conto del tentativo in atto in tal senso, richiamando le parole dell’Onorevole Daniele Pe- sco, presidente della Commissione bilancio del Senato. Invero, l’emendamento a tal fine proposto in sede di conversione in legge del d.lg. 14 agosto 2020, n. 104 – c.d. “decreto Agosto” – è stato bocciato dalla Ragioneria dello Stato: e v. sul punto l’articolo dal titolo Due milioni di famiglie italiane hanno debiti
insostenibili, ma salta il Decreto per aiutarle, reperibile sul sito www.corriere.
it. Tuttavia, a dimostrazione della permanenza di una volontà politica diretta ad anticipare alcune norme sul sovraindebitamento appare significativa la di- chiarazione di voto resa dallo stesso Onorevole Pesco nella seduta del Senato della Repubblica n. 265 del 14 ottobre 2020, avente ad oggetto la discussione congiunta del documento Nota di aggiornamento del Documento di economia
e finanza 2020 – Doc. LVII, n. 3-bis – e dell’annessa Relazione al Parlamento
predisposta ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243. Que- ste in particolare sono le parole del Senatore: «le famiglie in difficoltà sono
sempre tante e penso purtroppo che continueranno ad aumentare, se la situa- zione resta questa. Dobbiamo fare qualcosa per loro. La legge n. 3 del 2012 sul sovraindebitamento può essere migliorata con alcune cose che abbiamo già approvato nel codice della crisi d’impresa, che agevolano le procedure per il sovraindebitamento. Dobbiamo anticiparle, perché entreranno in vigore ad agosto del 2021: anticipiamo adesso le norme sul sovraindebitamento per le famiglie e riusciremo veramente a dare sostegno a molte di loro»).
Questa seconda via avrebbe il vantaggio di recare con sé un minor impatto sistematico, ma al tempo stesso di introdurre sin da subito misure che possano giovare, nel corrente periodo emergenziale, alla soluzione delle crisi da sovrain- debitamento. Con specifico riguardo alla liquidazione controllata, si tratterebbe
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di anticipare – tra le innovazioni sopra passate in rassegna – quantomeno (il contenuto del)la disposizione relativa all’esdebitazione di diritto di cui all’art. 282 c.c.i.i. (così Santangeli e Fabbi, 2020), magari prevedendone l’applicabi- lità – mediante una norma di diritto transitorio – anche alle procedure in corso ed evitando che l’esdebitazione debba essere attivata mediante apposita e separata istanza da parte del debitore. Se si accetta l’idea che una procedura concorsuale è comunque vantaggiosa anche per il debitore che la subisce rispetto a una serie di azioni esecutive individuali, appare poi opportuno allargare la fruibilità della procedura liquidatoria estendendo la legittimazione ad attivarla ai creditori (e al pubblico ministero), con le limitazioni – già segnalate – previste dal decre- to correttivo per evitare il proliferare di procedure economicamente inefficienti (cfr. Cesare, 2020). Infine, non si vedono grosse difficoltà a sopprimere la re- gola dell’art. 14-novies, comma 5°, l. n. 3/2012, che preclude, pur essendo stata «accertata la completa esecuzione del programma di liquidazione», la chiusura della procedura «prima del decorso del termine di quattro anni dal deposito della
domanda».
Inutile dire poi che sarebbe auspicabile – nei limiti degli equilibri del bilancio statale – qualche intervento a carico della finanza pubblica volto ad agevolare l’accesso alla procedura per i debitori sovraindebitati (e, talvolta, incapienti), quantomeno sul fronte delle spese legate alla fase di istruttoria e, in primo luogo, all’intervento dell’OCC (in tal senso Sciarrone Alibrandi e Malvagna, 2020 [b], i quali propongono di rafforzare – dal punto di vista dell’organizzazione e della dotazione di risorse – il «Fondo per la prevenzione
del fenomeno dell’usura» ex art. 15 l. n. 108/1996).
Alla luce di quanto sin qui rilevato, sembra che la strada da ultimo trat- teggiata valga la pena di essere percorsa, nella logica ancora una volta poco ap- pagante – ma con la quale ormai è inevitabile fare i conti – di una legislazione “di emergenza” (per un richiamo al «diritto concorsuale dell’emergenza» v., in generale, Fabiani, 2020; v. anche il cenno del Consiglio di Stato – nel prescrit- to parere n. 00811/2020 reso sulla bozza di decreto correttivo, spedita in data 24/04/2020 –, il quale, pur nell’ambito di un giudizio di opportunità del rinvio, ritiene che «in questo periodo potranno anche individuarsi differenti regole per
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