Parte I. La comunità albanese di Calabria
3. La comunità calabro-albanese nell’Italia Unita
3.3 Dal Risorgimento alla Rilindja
All’indomani dell’Unità d’Italia gli intellettuali arbëreshë, cominciarono a riprendere l’attività mitopoietica rivolgendo questa volta la propria attenzione alla madre patria, Albania.
Come ha bene evidenziato Nathalie Clayer nel suo contributo, “Aux origines di nationalisme albanais”, all’inizio degli anni ‘60 dell’Ottocento cominciarono a comparire opere volte alla collaborazione rivoluzionaria con i Balcani con una svolta nella costruzione identitaria.56
Nel 1862 Vincenzo Dorsa, autore già nel 1847 di un pamphlet “Sugli Albanesi”57, scrisse un’opera dal titolo “Studi etimologici della lingua
albanese messa a confronto con la greca e la latina”. Si trattava di un testo di linguistica comparata in cui Dorsa analizzava due gruppi di parole attraverso i quali era possibile dimostrare, a suo dire, l’antichità della lingua albanese, diretta discendente del pelasgico. Il medesimo metodo e la medesima parentela linguistica era stata dimostrata dallo studioso arbëreshë nel 1847; la finalità di tali dimostrazioni era però cambiata. Se sotto la monarchia borbonica la preoccupazione era quella di garantire la sopravvivenza culturale e religiosa della comunità, con l’Italia unita e le garanzie dello stato parlamentare, si poneva un nuovo obiettivo: presentare uno studio sistematico che dimostrasse l’antichità della lingua e popolazione albanese e dell’Albania.58
Sotto il nuovo assetto politico, anche Girolamo De Rada ricominciò a impegnarsi, dopo lunghi anni di silenzio, in una vasta produzione volta al consolidamento culturale albanese in chiave identitaria. Nel 1864 pubblicò a Napoli l’opera “Antichità della nazione albanese e sua affinità con i Greci e i Latini”. Pur mostrando i tratti comuni tra le tre lingue, anche De Rada
54 http://www.iosandemetrio.gov.it/ios/index.php?
option=com_content&view=article&id=53&Itemid=412&lang=it
55 Elli A., Breve storia delle Chiese cattoliche orientali, Milano, 2017, p. 356 56 Clayer N., Aux origines di nationalisme albanais. La naissance d’une nation
majoritairement musulmane en Europe, Parigi, 2007, pp. 204-209
57 Supra, pp. 27-31
58 Dorsa V., Studi etimologici della lingua albanese messa a confronto con la
riconosceva una maggiore antichità nella lingua albanese erede dell’antico pelasgico. Inoltre De Rada si impegnò tra il 1860 e il 1870 nella stesura di un poema nazionale albanese che aveva come argomento le gesta di Skanderbeg, con lo scopo di donare a questa nascente nazione un passato mitico. Sapeva, però, che, perché l’Albania potesse conquistare il rango di stato nazionale, era necessario che la popolazione albanese stessa si riconoscesse in un’unica lingua, in un’unica letteratura, in unici usi e costumi. In vista di tale scopo De Rada cominciò nel 1866 a valutare la possibilità di fondare un giornale, di cui discusse con la principessa romena Elena Ghika, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Dora d'Istria, scrittrice e patriota d'origine albanese. A proposito della sua intenzione di fondare una testata in favore della nazione albanese, Doria d’Istria così scriveva a De Rada l’8 novembre 1866: “il faut d'abord, vous le dites fort bien, faire ce qu'a fait Vieusseux en fondant l'Anthologie. Il est si essentiel que le journal soit en caractères latins […]”.59 Come fu notato da Paolo
Prunas, studioso delle vicende e del valore dell'Antologia, il merito principale del giornale di Giovan Pietro Vieusseux fu di aver risvegliato l'attenzione nei confronti della cultura nazionale italiana in funzione della costruzione identitaria. La via per “far conoscere l'Italia agli stranieri e l'Italia a lei stessa” era dunque imperniata sul dibattito linguistico, storico e scientifico che fu animato tra il 1821 e il 1832 sulle pagine dell'Antologia da alcuni fra i più grandi intellettuali del tempo.60 Il medesimo scopo
doveva prefiggersi De Rada con la fondazione del suo giornale albanese affinché, attraverso la valorizzazione della lingua e cultura, “tous doivent se décider à mettre l'intérêt de la patrie albanaise au dessus de toute espèce de considération”.61
Anche Demetrio Camarda, parroco della chiesa di rito greco di Livorno, nato a Piana degli Albanesi ma strettamente legato attraverso Dorsa e De Rada alla comunità arbëreshë di Calabria, pubblicò nel 1864 un “Saggio di grammatologia comparata sulla lingua albanese” in cui ricostruiva l’ormai
59 Lettera di Elena Ghika a Girolamo De Rada. Villa Caprilli, Ardenze, Livorno, 8 novembre 1866. Pubblicata in Elena Ghika a Girolamo De Rada : lettere di
una principessa / studio introduttivo, trascrizione e note, Merita S.- B. (a
cura), Tirana, 2004, p. 92.
60 Cfr. Prunas P., L'Antologia di Gian Pietro Viesseux. Storia di una rivista, Roma-Milano, 1906, pp. 238-246; Volpi, A. Storia e storici nell'Antologia di
Giovan Pietro Vieusseux, in Cotta I. - Manno Tolu R. (a cura di), Archivi e storia nell'Europa del XIX secolo: alle radici dell'identità culturale europea: atti del Convegno internazionale di studi nei 150 ani dell'istituzione dell'Archivio Centrale, Roma, 2006, pp. 165-188
61 Lettera di Elena Ghika a Girolamo De Rada: Livorno, 15 ottobre 1866. Pubblicata in Elena Ghika a Girolamo de Rada, cit., p. 45 n. 33
nota parentela tra lingua albanese e pelasgica, evidenziando una particolare affinità con la lingua greca. A soli due anni di distanza Camarda diede alle stampe un secondo volume in cui la posizione politica e ideologica circa la questione balcanica e l’indipendenza albanese appariva in modo chiaro: sulle prove storiche e linguistiche avrebbe dovuto basarsi il moto indipendentista per la liberazione di Albania e Grecia in vista della costituzione di uno stato comune.62 Quindi gli intellettuali arbëreshë, forti
dell’esperienza risorgimentale italiana, furono tra i promotori della costruzione della tradizione albanese su base herderiana63 e del nascente
movimento nazionale albanese, la Rilindja.
62 Camarda D., Appendice al saggio di grammatologia comparata sulla lingua
albanese, Livorno, 1866, p. LV.
63 Su Johann Gottfried von Herder e la National Bildung sempre valido è il lavoro di Kemiläinen A., Nationalism: Problems Concerning the Word, the
Concept and the Classification, Jyväskylä – Kustantajat, 1964, p. 42. Cfr.
anche Thiesse A.-M. , La creazione delle identità nazionali in Europa, trad. it., Bologna, 2001, pp. 29-37