cominciava rivolgere l’attenzione verso generi artistici fino a poco tempo prima completamente ignorati, come le terrecotte o le robbiane. Racconta il Foresi che solo mezzo secolo prima «Le terre invetriate dei Della Robbia erano tanto abbondanti e sì poco stimate che, l’antiquario Sorbi, non trovando da venderne alcune acquistate per un tozzo di pane, le mise nel prospetto di un’antica torre in Borgo S. Jacopo, dove si possono tuttora vedere, e su le quali I discendenti di lui avrebbero voluto allungar la mano per far denari e mangiarseli, se il Governo e la legge non avessero intimato loro un alto là da assordire I più sani orecchi. Le terrecotte non le voleva né Dio né il Diavolo»88. Ora invece, spinti dalla nuova cultura di stampo tardo-romantico e preraffaellita, collezionisti e amatori -soprattutto stranieri- arrivavano a Firenze in cerca di cimeli del Medioevo e del Rinascimento, con un tale slancio da indurre alcuni abili artisti a dedicarsi alle riproduzioni in stile se non addirittura alle falsificazioni. Gli esiti della colla borazione tra l’antiquario Freppa e lo scultore Bastianini sono fin troppo noti, ma non possiamo ignorare che fu proprio grazie a Giovanni Freppa che la manifattura Ginori ebbe un nuovo impulso con la produzione di maioliche in stile rinascimentale89. Una lettera di Emilio Santarelli al Presidente della Commissione Conservatrice delle Opere d’Arte e Monumenti Storici di Firenze, dà la precisa conferma dell’avvenuto spostamento delle preferenze dei collezionisti, un cambiamento di tendenza che subito si rifle tte sul valore economico dei manufatti. Incaricato nel settembre del 1864 di esaminare e stimare alcuni busti in terracotta e in terra invetriata proposti in vendita dalla Amministrazione dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova, il Santarelli ritiene che la cifra offerta «da un negoziante in Lire Ital. Mille duecento» non superi il valore dei busti, «ora particolarmente che se ne fa molta ricerca»90.
È in questo contesto che, nella primavera del 1861, la cappella dell’ex Convento di S. Chiara arrivò in terra britannica. J. C. Robinson ottenne per il Museo di Kensington un risultato straordinario. Il Sig. Modigliani, proprietario dello stabile del Teatro Goldoni di Firenze, già sede del Convento di S. Chiara, dietro autorizzazione della Pretura del Quartiere di S. Spirito, fece demolire la cappella perché fosse ricostruita all’interno del Museo inglese e tra le opere che lasciarono il suolo fiorentino c’erano un cornicione in pietra di Fiesole dell’altare della soppressa Cappella e un fregio di cherubini in terra invetriata della scuola dei Della Robbia91
88
Cfr. FORESI 1886, p. 48. 89
Circa il nuovo interesse del mercato per la maiolica vedi LEVI 1996. Sul tema della riproduzione in stile e la diffusione di falsi nel settore della maiolica cfr. JONES,SPAGNOL 1993, pp. 242-247 (in particolare si parla di Freppa e Bastianini a pp. 245-246).
90
Vedi documento 19 in Appendice. 91
Le testimonianze per gli anni Settanta sono più numerose, sia nella forma del catalogo che in quella dell’annuncio, e indicano la preminente attività di un’Impresa sulle altre. Ad eccezione dei due casi concernenti la vendita di una collezione di stampe o libri ad opera dell’Impresa Franchi e Menozzi (per il settore librario Menozzi risulta in questo periodo esperto, come indicato nel catalogo della vendita Trollope) e la segnalazione di una vendita eseguita dall’Azienda dei Presti, i restanti ventiquattro casi di vendite all’asta sono tutti avvenuti attraverso l’Impresa di vendite del Mediatore. Prima di trarre conclusioni di carattere generale dobbiamo tenere conto del fatto che i cataloghi di riferimento costituiscono un piccolo nucleo mai studiato e non ancora inventariato che il lavoro di ricerca ha permesso di rintracciare alla Biblioteca Nazionale di Firenze.
Detti cataloghi non compaiono né nel Repertorio del
Lugt, né in quello di Giovanna De Lorenzi ma il dato non è significativo, infatti si è
potuto verificare solo una limitatissima corrispondeza tra la totalità dei cataloghi
esaminati e quelli presenti nel repertorio di Lugt
92. Per quanto riguarda i cataloghi summenzionati, presenti alla Biblioteca Nazionale, non si può escludere che siano parte di un nucleo appartenuto ad un unico proprietario e quindi, forse, unici superstiti proprio per questo. Sappiamo per certo, dalla lettura degli annunci pubblicati regolarmente sul quotidiano «La Nazione», che l’Impresa del Mediatore proponeva cataloghi gratuiti ai visitatori delle proprie aste, ma non sarebbe corretto interpretare l’abbondanza numerica delle testimonianze negli anni Settanta come il segno di un’intensificazione della produzione editoriale rispetto al decennio precedente, né sarebbe corretto riconoscere nella singolarità tipologica il segno di esclusività per l’attività de lla ditta il Mediatore perché le informazioni provengono da una fonte troppo ristretta; d’altra parte, alla luce di un riscontro con i dati desunti dallo spoglio degli avvisi pubblicati sul quotidiano «La Nazione», a meno di pensare che quella fosse l’unica ditta intenta a fare promozione attraverso la pubblicazione di avvisi sui quotidiani, bisogna riconoscere l’esistenza di un’attività di commercio di oggetti d’arte quasi ad esclusivo appannaggio della ditta Il Mediatore.
Nell’intero anno 1870 su «La Nazione», in merito al commercio antiquariale, sono usciti soltanto avvisi d’asta del Mediatore,
«12 aprile corr. Alle 10 antim. A cura della sottoscritta Impresa del Mediatore e nel Palazzo Troubetzkoy, Via Ghibellina n. 17 si procederà alla vendita volontaria al pubblico incanto degli oggetti appartenenti al fu signor Kisseleff Ministro di Russia presso la Corte d’Italia. Richiamiamo l’attenzione degli amatori sopra un grande servizio di porcellana di Sevrès per 40 persone, con surtout da tavola in bronzo di Dumeres Sopra un servizio completo in ….. di Sassonia per 12 persone sopra una
92
Tesi di dottorato di Barbara Bertelli, discussa presso l’Università degli Studi di Udine
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numerosa collezione dei migliori vini di Bordeaux …. vini di Spagna, d’Ungheria et altri come pure sopra diversi oggetti in bronzo di gran valore, argenteria, biancheria da tavola damascata, biancheria da letto, cristallame, porcellane, ….. , vetture, ec, ec. il tutto diviso in più lotti dettagliati nei cataloghi che saranno esibiti agli amatori all’entrata del locale, e da liberarsi a pronti contanti ai migliori e maggiori offerenti aumento sul prezzo d’incanto più 2 % per diritto d’asta. Nei giorni di domenica e lunedì 10 e 11 del corrente, da mezzogiorno alle 4 pomeridiane si potranno visitare i diversi lotti nella predetta località. Per speciale gentilezza della Signora Principessa Troubetzkoy, la vendita avrà luogo nella sala da ballo dell’appartamento già occupato dal fu S. E. il Ministro. Firenze 4 aprile 1870. Impresa del Mediatore Via dei Servi accanto al n. 11» («La Nazione», 7, 9 aprile 1870, p. 4)fu probabilmente un evento mondano importante perché nei giorni successivi il quotidiano ne proponeva un breve commento in cui sottolineava il grande afflusso di pubblico
«ieri ebbe fine la vendita al pubblico incanto delle mobilie, dei vasellami, degli oggetti d’arte e delle argenterie del fu signor di Kisseleff ministro di Russia presso il governo italiano. Ogni cosa è stata venduta a prezzi relativamente molto alti. La folla è stata sempre grandissima nella sala del palazzo di Via Ghibellina, e la più elegante e la più nobile società della capitale faceva a gara per ottenere la preferenza nell’aggiudicazione dei diversi lotti. L’interesse maggiore della vendita era nella scelta e celebrata collezione di vini che s’accoglieva nella cantine del signor di Kisseleff. […]» («La Nazione», 17 aprile 1870, p. 3)
Nell’estate del 1870 l’Impresa si occupa anche di una vendita per un pubblico ente
«Impresa del Mediatore. Si fa noto al pubblico che in conformità dell’avviso della R. Intendenza di Finanza di Firenze, in data 28 maggio decorso, con l’intermezzo della Impresa suddetta e coll’assistenza di un Ufficiale della Intendenza di Finanza il giorno 2 agosto pross. dalle 11 ant. alle 3 pom. si procederà alla licitazione delle argenteria per servizio di chiesa fuori d’uso di spettanza del Demanio dello Stato, esistenti nel magazzino situato nel Palazzo dei Giudici, Piazza dei Giudici, n. 4. La visita dei lotti da incantarsi sarà libera il giorno stesso dalle 8 alle 11 ant. Impresa del Mediatore Via dei Servi accanto al n. 11» («La Nazione», 29, 31 luglio, 1 agosto 1870, p. 4)
L’anno successivo si apre con l’asta della collezione di Mario de Candia; l’annuncio, pubblicato con molto anticipo, rispetto al solito, presenta delle novità: si danno informazioni sulla formazione della collezione formatasi grazie a pezzi acquistati nei viaggi compiuti dal collezionista in Europa, e sulla sua natura (si dice composta da oggetti della Villa Salviati e «orientata sull’antico e sul moderno, ma non sul periodo medievale »). La novità riguarda soprattutto i canali di distribuzione dei cataloghi, disponibili presso il circolo culturale Viesseux e presso le legazioni straniere, un’operazione che si può leggere come la volontà dell’impresario di scegliersi il target, attraverso la ricerca di contatti entro bacini di potenziali acquirenti interessati.
«Vendita all’asta pubblica a cura dell’impresa Il Mediatore. Dal 1° all’11 febbraio, dalle ore 11 ant. alle 4 pomerid. Nella storica Villa Salviati, ora Mario de Candia (presso la Pietra, Firenze) si procederà alla vendita volontaria al pubblico incanto dei capi d’arte, galleria di quadri antichi e moderni fra i quali figurano delle tele dovute al pennello di Greuze, Rousseau, Boucher, Domenichino, Prudhon, Lemoin, Paolo Veronese, Zurbaran, Breughel, Vouet, Dekers, Tiepolo, Azeglio, ed altri); mobilie antiche e moderne, arazzi, oggetti preziosi e di curiosità, non ché di una collezione di strumenti antichi da musica appartenenti al sig. Cav. Mario de Candia e da lui raccolti nelle principali capitali d’Europa, o facenti già parte del mobiliere che decorava in Villa Salviati. La vendita si fa per contanti. Gli aggiudicatari pagheranno 4 % per diritto d’asta sul prezzo dei lotti aggiudicati, più centesimi 20 per trombatura di ogni lotto. Esposizione particolare 20 e 30 gennaio 1871, pubblica 31 detto. Gli amatori che desiderano procurarsi dei biglietti d’ingresso per l’esposizione particolare ed i cataloghi in cui sarà indicato l’ordine delle vendite, potranno dirigersi all’Impresa del Mediatore (Via dei Servi, 11), al Gabinetto letterario del Sig. Viesseux, ed i signori forestieri ne troveranno presso le cancellerie delle proprie legazioni residenti in Firenze. Firenze, 10 gennaio 1871» («La Nazione», 22, 31 gennaio 1871, p. 4)
Firenze era ormai divenuta un centro di intrecci internazionali cosi, come spesso accade va in occasione di altri eventi importanti, in concomitanza con l’inizio dell’asta, il quotidiano pubblicava l’elenco delle persone arrivate in città
«tra le persone ieri a Firenze si citano il Barone Zarone, il Principe di Frasso, il Barone Vichingoff, e il Commendatore Blanc, Ministro d’Italia a Madrid» («La Nazione», 2 febbraio 1871, p. 4)
Entro l’anno non ci sono altri avvisi d’asta, soltanto la segnalazione della messa in vendita di una collezione di cammei, che si dice stimata da illustri esperti, senza darne il nome.
«Avviso. Lunedì 24 aprile e giorni successivi, in Via Porta Rossa, n. 3 primo piano, si venderà la mobilia di una camera e di due salotti. Si venderà pure una rara e forse unica collezione di 60 cammei a basso rilievo, piuttosto grandi; molti di questi rappresentano la storia mitologica e ritratti di uomini illustri, e donne celebri. Detti lavori sono tutti con sue cornici. Questa collezione è stata molto stimata da due dei più rinomati professori di scultura della nostra città» («La Nazione», 23 aprile 1871, p. 4)
Trascorre quasi un anno prima che appaia un nuovo annuncio , molto dettagliato, sulla vendita di oggetti d’arte
«Galleria di quadri antichi dei primari autori fiamminghi.
Un quadro di Lorena rappresenta Paesaggio e il riposo della S. famiglia in egitto. Un Van Dick, la Madonna col Bambino
Hobbems, Paese ed entratura di bosco Van de Welde, la Marina calma
Wouvermans, Ritorno da una battaglia – Maniscalco che ferra un cavallo Rembrandt, Ritratto
Tesi di dottorato di Barbara Bertelli, discussa presso l’Università degli Studi di Udine