• Non ci sono risultati.

Le critiche di Girard agli autori con cui si confronta - siano essi antropologi, psicologi o filosofi - non presentano un carattere organico ed unitario, ma seguono l’ordine dei temi affrontati nelle sue opere senza soluzione di continuità. Ciò vale anche per Lévi-Strauss, citato continuamente e a proposito delle questioni più diverse. Ma con un’eccezione, ovvero il capitolo su Lévi-

Strauss, lo strutturalismo e le regole del matrimonio, contenuto ne La violenza e il sacro97, che costituisce un’unità specifica di di- scussione delle tesi strutturaliste sulle strutture parentali. Girard apre il capitolo dedicato allo strutturalismo citando un brano di

97 Il capitolo si trova VS – 306-346.

Radcliffe-Brown, riprodotto da Lévi-Strauss ne L’analisi struttu-

rale in linguistica e antropologia:

L’unità strutturale a partire dalla quale si instaura un sistema di parentela è il gruppo che io chiamo “famiglia elementare”, e che consiste in un uomo, sua moglie e il loro bambino o bambini… L’esistenza della famiglia elementare crea tre generi particolari di relazioni sociali, quella tra genitore e bambino, quella fra bambini degli stessi genitori, e quella fra marito e moglie in quanto genitori dello stesso bambino o bambini… Queste tre relazioni che esistono entro la famiglia elementare costituiscono ciò che chiamo il primo grado. Di secondo grado sono quelle relazioni che dipendono dal legame di due fami- glie elementari mediante un membro comune […]. In questo modo ci è possibile delineare, se siamo in possesso di dati gene- alogici, relazioni di quarto, quinto o ennesimo grado.98

A queste definizioni di Radcliffe-Brown, Lévi-Strauss oppone il principio della propria ricerca, fondamento dell’indagine strut- turale sulla parentela: poiché la cosiddetta “famiglia elementa- re” è fondata sul matrimonio, non è affatto un’unità irriducibile, ma un composto. Essa non è un punto di partenza ma di arrivo, è il risultato di uno scambio tra gruppi non fondato su alcuna necessità biologica.

Alla parentela è concesso di istituirsi e perpetuarsi solo grazie a, e per mezzo di, determinate modalità di matrimonio. In altri termini, le relazioni considerate da Radcliffe-Brown come “relazioni di primo ordine” sono funzione di quelle che egli considera come secondarie e derivate, e da esse dipendono. Il carattere primordiale della parentela umana è quello di richie- dere, come condizione di esistenza, il relazionarsi di ciò che

98 Radcliffe-Brown, Struttura e funzione nella società primitiva, Milano, Jaca

Bozza

Radcliffe-Brown chiama “famiglie elementari.” Quindi, ciò che è veramente “elementare” non sono le famiglie, termini isolati, ma è la relazione tra tali termini.99

Secondo Lévi-Strauss, la famiglia biologica è presente e si pro- lunga nella società umana, ma ciò che rende la parentela un fatto eminentemente sociale non è la sua continuità col naturale, ma proprio la sua differenza da esso. Un sistema di parentela, inteso come insieme dei rapporti di filiazione e consanguineità tra gli individui, è un sistema arbitrario di rappresentazioni, che appartiene pertanto al pensiero simbolico, e non lo sviluppo na- turale di una situazione di fatto. Il pensiero simbolico, la cui ca- ratteristica più evidente è l’arbitrarietà, accosta realtà e individui senza che niente lo costringa a farlo; ad esempio, sposa due cugi- ni incrociati la cui unione sembra necessaria laddove è praticata comunemente, ma che in realtà non risponde ad alcuna necessi- tà autentica: prova ne è la liceità di un tipo di matrimonio entro una comunità e il divieto dello stesso tipo in un’altra. Dovremo allora concludere che, per Lévi-Strauss, i sistemi di parentela sono una sorta di anti-natura? Nello stesso saggio, dopo aver ammesso che i sistemi di parentela non sono “lo sviluppo spon- taneo di una situazione di fatto”, Lévi-Strauss afferma: “Ciò non significa che questa situazione di fatto sia automaticamente con- traddetta, o anche semplicemente ignorata. Radcliffe-Brown ha mostrato, in studi ormai classici, che anche i sistemi in apparen- za più rigidi e artificiali […] tengono accuratamente conto della parentela biologica.”100 Da questa affermazione di Lévi-Strauss muove tutta la critica di Girard alla tesi fondamentale conte- nuta ne Le strutture elementari della parentela. Certo, è corretto

99 C.Lévi-Strauss, L’analisi strutturale in linguistica e antropologia, cit. in VS

- 307.

100 Ivi, p. 308.

che tutti i sistemi tengano conto della parentela biologica, ma non manca forse qualcosa? Infatti, se gli uomini possono tenere

conto soltanto dei dati già in qualche modo disponibili alla loro

mente, ciò significa allora che la parentela biologica è alla por- tata della mente umana fuori dai sistemi di parentela, cioè fuori dalla cultura? Insomma, secondo Girard, Lévi-Strauss, e con lui tutto lo strutturalismo, confondono il fatto della parentela bio- logica - insieme ai dati reali della riproduzione umana ad essa connessi - con la conoscenza che l’uomo ha della parentela stessa. Evidentemente, egli non è mai estraneo al fatto della parentela biologica, poiché non può riprodursi al di fuori di essa; tuttavia, se parliamo della conoscenza di tali leggi biologiche la questione si complica, poiché solo i sistemi di parentela possono assicura- re il riconoscimento dei dati biologici, e non esiste sistema, per quanto rigido, che non sia in grado di assicurare tale riconosci- mento. Se i sistemi di parentela sono variabili e imprevedibili da un punto di vista esterno, non è così per quanto riguarda il loro nucleo centrale: il matrimonio è sempre proibito tra geni- tori e figli e tra fratelli e sorelle. Scrive Girard: “Non c’è sistema di parentela che non distribuisca il lecito e l’illecito nell’ordine sessuale in modo da separare la funzione riproduttrice dal rap- porto di filiazione e dal rapporto fraterno, con ciò assicurando, a coloro la cui pratica sessuale è da esso governata, la possibilità di individuare i dati elementari della riproduzione.” (VS - 310).

Girard cerca di spingere ancora più in là la critica di Lévi- Strauss alla famiglia elementare di Radcliffe-Brown. In una tale prospettiva, si può benissimo credere che, nel cosiddetto “stato di natura”, dominato dalla promiscuità sessuale, il fatto stesso del legame tra il concepimento e la nascita dei figli debba restare nascosto. Solo la proibizione dell’incesto è in grado di fornire agli uomini le condizioni sperimentali mediante cui egli può

specificamente culturale l’uomo può conoscere la sua stessa di- mensione biologica.

Si vede quindi fino a che punto sia vero che la famiglia ele- mentare non è la cellula costituente ma il risultato dei sistemi di parentela, più vero ancora di quanto non creda l’etnologia; ecco perché non basta dire che i sistemi di parentela, persino i più rigidi e artificiali, tengono conto della parentela biologica; sono essi che per primi la scoprono; la loro presenza condiziona ogni sapere sulla parentela biologica. (VS - 311).

Se assumiamo sino in fondo la priorità del sistema su tutti i rap- porti da esso instaurati, esso va pensato come prioritario anche rispetto alla biologia: non è perché quest’ultima appartiene alla

natura che va scartata come punto di partenza, ma, al contra-

rio, proprio perché appartiene interamente alla cultura. Anche se perfettamente sovrapposti ai dati reali della riproduzione bio- logica, i rapporti che compongono la famiglia elementare non sarebbero distinti se non vi fosse la proibizione dell’incesto. In- somma, senza la proibizione dell’incesto non vi sarebbe neppure una biologia.