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Teatro e Organizzazione Aziendale La nascita della relazione, di Emilio Rago

SPAZIATORE

La relazione tra teatro e organizzazione ha avuto nel tempo natura e scopi diversi.

Il teatro è entrato negli studi aziendali come modello e metafora di analisi organizzativa per comprendere la complessità dei comportamenti e dei processi lavorativi. In seguito è stato impiegato sia come tecnologia di sviluppo personale e di cambiamento organizzativo, sia come metodologia di formazione aziendale. Le riflessioni che seguono si focalizzeranno sulle origini del rapporto tra teatro e ricerca socio-organizzativa.

L’utilizzo della prospettiva teatrale nell’interpretazione dei fenomeni organizzativi può essere ricondotto all’approccio filosofico-letterario di Kenneth Burke e all’approccio socio- drammaturgico iniziato da Erving Goffman.

Il drammatismo di Burke usa il dramma come modello formale attraverso cui esplorare l’azione e le motivazioni dell’azione, e il linguaggio teatrale come strumento di analisi organizzativa101

. Secondo il concetto della pentade, da lui introdotto, ogni condotta umana motivata può essere interpretata in termini di atto (ciò che è stato intenzionalmente fatto), di scena (la situazione sociale e ambientale in cui l’atto è stato compiuto), di agente (la persona che ha compiuto l’atto), di mezzo (le modalità o gli strumenti che sono stati impiegati) e di scopo (i motivi finali, i perché personali)102

; ne consegue che ogni azione sociale è di per sé drammatizzata. Secondo questo approccio, quindi, “l’organizzazione è teatro”103, ogni relazione lavorativa è teatralizzata e ogni azienda si trasforma in un palcoscenico104

, poiché gran parte della vita organizzativa è accuratamente motivata e prescritta da copioni di diversa natura: mansionari e ruoli, procedure e norme, codice di abbigliamento e regole di comportamento.

101

K. Burke, Dramatism and Development, Barre, Clark University Press e Barre Publishers, 1972. 102

K. Burke, A Grammar of Motives, Berkeley, University of California Press, 1945, p. 231. 103

C. Oswick, T. Keenoy, D. Grant, “Dramatizing and Organizing: Acting and Being”, in Journal of Organizational Change Management, 2001, 14, pp. 218–224.

104

B.J. Pine, J.H. Gilmour, The Experience Economy: Work is Theatre and Every Business a Stage. Boston, Harvard Business School Press, 1999.

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Anche il cambiamento aziendale passa sempre di più dagli atti narrativi con cui il management riscrive la visione, la missione e il meta-copione105 della sceneggiatura aziendale, ossia la rappresentazione simultanea e collettiva delle voci multipli e differenti che popolano l’organizzazione.

L’approccio metaforico di Goffman, invece, considera l’interazione sociale come gestione delle impressioni106

e l’organizzazione come se fosse un teatro107

. Secondo questa visione socio- drammaturgica, il teatro è una metafora interpretativa delle relazioni e delle esperienze umane nell’organizzazione aziendale. Teatro e organizzazione s’incontrano fondamentalmente nella qualità performativa dell’azione108

: infatti, in ambedue i casi la prestazione emerge dall’interpretazione di copioni (i ruoli), all’interno di una trama (i processi e le strategie aziendali), copioni che si traducono in atti (i comportamenti organizzativi) agiti all’interno di uno spazio scenico (l’ambiente organizzativo) e riferiti ad un pubblico determinato (i collaboratori, colleghi, capi, clienti). In questo senso, il concetto di teatro aiuta gli studiosi a riflettere sulla natura sociale dell’identità umana e a illustrare la qualità rituale, drammaturgica109

e simbolica110

dell’interpretazione di ruolo. Il management stesso può essere inteso come una forma di prestazione. Gestire, infatti, è impegnarsi nell’arte della performance111, perché l’azione manageriale, sebbene sia ordinata da criteri economico- finanziari, da prescrizioni di ruolo e da procedure organizzative, lascia in ogni caso al management alcuni gradi di interpretazione creativa, di improvvisazione organizzativa, di riscrittura del copione comportamentale, almeno all’interno della propria discrezionalità operativa. Da questo punto di vista, la prospettiva teatrale suggerisce al management di arricchire il proprio repertorio identitario e comportamentale e di accrescere la flessibilità nell’assumere compiti e responsabilità diversi, con richieste emozionali differenti112.

L’importanza del teatro per la comprensione della vita organizzativa ha portato, poi, molti studiosi a interessarsi del modello teatrale da prospettive piuttosto diverse, al fine di trarne quanti più insegnamenti possibili. Per esempio: a) da un punto di vista psicoanalitico, l’azione manageriale è stata concepita come la messa in scena di strategie psicologiche e relazioni collusive di diversa natura113

; b) nelle applicazioni formative mediate dalle arti, la produzione teatrale di Shakespeare è stata presa come fonte autorevole di riflessioni sulla leadership e sul management114

; c) nella ricerca socio-organizzativa, lo studio dei comportamenti e delle tecniche di grandi registi teatrali ha offerto intuizioni rilevanti sui modelli, gli stili, le capacità

105

D.M. Boje, J.T. Luhman, A.L. Cunliffe, “A Dialectic Perspective on the Organization Theatre Metaphor”, in American Communication Journal, 2003, 6(2), in http://acjournal.org/holdings/vol6/iss2/articles/boje.pdf (26/06/2010).

106

E. Goffman, The Presentation of Self in Everyday Life, Garden City, Doubleday Anchor, 1959. 107

E. Goffman, Frame Analysis, New York, Harper Books, 1974. 108

J.P. Cornelissen, What Are We Playing at? Theatre, Organization and the Use of Metaphor, in Organization Studies 2004, 25(5), pp. 705-726.

109

I.L. Mangham, M.A. Overington, Organizzazione come teatro. L’analisi dei comportamenti di lavoro attraverso la metafora teatrale, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1993, p. 91.

110

L.R. Pondy, P.J. Frost, G. Morgan, T.C. Dandridge, Organizational Symbolism, Greenwich, JAI Press, 1983. 111

I.L. Mangham, Managing as a Performing Art, in British Journal of Management, 1990, 1, pp. 105–115. 112

G. Schreyogg, H. Hopfl, Theatre and Organization: Editorial Introduction, in Organization Studies, 2004, 25(5), pp. 691–704.

113

M.E.R. Kets De Vries, What's Playing in the Organizational Theater? Collusive Relationships in Management, in Human Relations, 1999, 52(6), pp. 745-773.

114

Cfr. P. Corrigan, Shakespeare on Management: Leadership Lessons for Today’s Managers, London Kogan Page, 1999; J.O. Whitney, T. Packer, Power Plays: Shakespeare’s Lessons in Leadership and Management, New York, Simon and Schuster, 2000.

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e le tecniche di leadership115; d) nello sviluppo manageriale, lo studio delle tecniche di improvvisazione teatrale ha aiutato i formatori a sviluppare la creatività e la flessibilità manageriali116

.

La crescente importanza del modello teatrale ai fini organizzativi ha spinto successivamente la formazione e la consulenza a introdurre forme e tecniche teatrali diverse negli interventi di formazione, dando origine all’ormai noto fenomeno del teatro d’impresa.

115

L. Dunham, R.E. Freeman, Leadership Lessons from the Theater, in Organizational Dynamics, 2000, 29(2), pp. 108-122.

116

M. Crossan, Improvisation in Action, in Organization Science, 1998, 9(5), pp. 593-599.

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Capitolo II.14

Improvvisazione e formazione: la funzione pedagogica del teatro, di Maria Rita

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